DECLASSAMENTO D'UFFICIO

Non è per aggiungere sconforto a sconforto, dal momento che le schiarite sembrano lontane. E’, semplicemente, per informare su quel che sta avvenendo ai soggetti deboli all’interno di una categoria già bersagliata come quella degli insegnanti. Come si suol dire, ricevo, leggo, allibisco e pubblico.
Una norma, alquanto paradossale, contenuta nella manovra di luglio declassa a personale Ata i docenti che per malattia sono stati riconosciuti “inidonei” all’insegnamento. Lo evidenzia il settimanale “Panorama della Sanità” di questa settimana in un ampio servizio dedicato alle due manovre estive.
I professori delle scuole italiane entrati nel girone infernale della prima manovra governativa, l Decreto legge 98 convertito in Legge 15 luglio 2011 n.111, sono in gran parte affetti da neoplasie, Sla, depressione o patologie croniche gravi che necessitano per esempio di dialisi e controlli medici continui. Già titolari di cattedra, per essere stati colpiti da una patologia cronica e debilitante, sono stati riconosciuti da una specifica commissione medica “permanentemente inidonei all’insegnamento” ma idonei ad altre mansioni e quindi generalmente utilizzati nelle scuole di appartenenza come bibliotecari., con un orario di lavoro raddoppiato (da 18 a 36 ore settimanali).
La manovra di luglio, all’art.19, commi 12-15, ha stabilito invece, fuori da qualsiasi contrattazione, il loro declassamento d’ufficio da insegnanti a personale Ata, ovvero personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Stabilendo anche – per colmo d’ingiuria!– che dovessero essere i docenti stessi a presentare domanda per chiedere di passare alla qualifica – professionalmente ed economicamente inferiore – di assistente amministrativo o, in mancanza di posti liberi, di assistente tecnico.
Per chi non presenta la domanda, o per coloro che pur avendola presentata non trovano collocazione nelle scuole, si aprono le frontiere della mobilità intercompartimentale e addirittura transregionale. Da un prossimo decreto, atteso per la metà di ottobre, il povero bibliotecario malato apprenderà di essere stato ulteriormente penalizzato con un vero e proprio “esilio coatto” perché “espulso” dalla scuola e inviato ad altro comparto della Pubblica amministrazione all’interno della regione, o, come si legge nel testo della manovra “in altra regione, nell’ambito dei posti disponibili”. Praticamente un professore ammalato di Sla e costretto sulla sedia a rotelle, fino a oggi utilizzato come prezioso bibliotecario nella scuola vicino casa, poniamo in provincia di Aosta, può trovarsi trasferito d’ufficio in un ministero romano con competenze di usciere.

27 pensieri su “DECLASSAMENTO D'UFFICIO

  1. Un paio di domande non polemiche, solo per capire data la mia non conoscenza dell’argomento. 1) eventualmente la malattia inficia la presenza a scuola? 2) Quando la persona è guarita può tornare alla sua mansione originale? 3) C’è una qualche classificazione delle malattie?

  2. Barbara, non ho le risposte e mi auguro che chi è più addentro di me nella materia possa farlo in mia vece. Sul punto 2, penso – semplicemente a rigor di logica – che dipende dalla malattia.
    Paola: altro interrogativo gigantesco a cui non ho risposte.
    Il comunicato che ho postato è frutto del lavoro di scavo di un giornalista nelle pieghe nascoste della manovra. Ce ne vorrebbero altri.

  3. La norma fa riferimento a una legge del ’74 che permetteva, su richiesta dell’insegnante stesso e previa verifica di una Commissione medica ad hoc, di collocare fuori ruolo l’insegnante che ne facesse richiesta per gravi motivi di salute (perché affetto da malattiie croniche invalidanti anche di tipo depressivo) e di essere quindi dichiarato “inidoneo” all’insegnamento ma idoneo ad altre mansioni, ovviamente in ambito scolastico.
    Si trattava, in pratica, di una legge che veniva incontro a coloro che per motivi seri e comprovati non fossero in grado di insegnare ma potessero comunque esser adibiti a mansioni professioalmente afferenti. tanto è vero che con questa legge è stata di fatto istituita la figura – preziosa! – del bibliotecario scolastico.
    Adseso la manovra cancella con un colpo di spugna questa categoria – 5.000 docenti, mica bruscolini – e li vuole infilare nelle segreterie scolastiche. Sollevando, giustamente, la protesta immediata dei precari ATA , che da anni aspettano collocazione.
    Di più: gli insegnanti che non trovinoo collocazione nella scuola saranno di fatto “deportati” – la definizione è dei Cobas – in altre aministrazioni anche a cenntinaia di chilometri da casa. Ricordiamo che si tratta di persone con invalidità croniche gravi.
    Si tratta di una situazione incredibile, ingiusta e paradossale. A farne le spese sono migliaia di insegnanti e altrettanti ATA in attesa di collocamento. E si prospettano addirittura licenziamenti! Tutte le scuole d’Italia sono in rivolta, e c’è un sit-in permanente dei sindacati della scuola di fronte al Ministero dell’Istruzione.
    In queste ore la situzione è in continua evoluzione e dare voce – e risonanza – alla protesta è l’unico modo di far pressione sul governo e appoggiare le richieste della categoria.
    In proposito, grazie come sempre a Loredana per l’aiuto.

  4. mi pare delirante. Non riesco a commentare molto, ma neanche a capire dove sta la grande trovata economica, nel togliere una persona competente da una biblioteca ma con una disabilità fisica, e metterla in una posizione per cui la sua disabilità fisica lo renderebbe per forza più problematicamente competente. Mio marito direbbe, al di la dell’indubbio scandalo etico, li guadagni de maria calzetta.

  5. Nella scuola dei miei figli – che comprende materne elementari medie – fino all’anno scorso c’era una signora del personale ATA distaccata sulla biblioteca scolastica; siccome il personale amministrativo è stato ridotto,questa persona non potrà più occuparsi della biblioteca. Soluzione: il comitato dei genitori ha deciso di procedere con la catalogazione dei libri e all’apertura della biblioteca scolastica per una settimana al mese, dopo le 16.30. Soluzione che si basa sul puro volontariato e non sposta di una virgola il fatto che la scuola sarà depauperata di una risorsa ritenuta fondamentale da tutti gli insegnanti.

  6. La Gelmini è titolare di un interim mascherato, che ogni tanto spara cazzate astronomiche.
    I veri titolari del Ministero, sono rispettivamente: Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e il Cardinale Bagnasco…
    …E si vede…

  7. Sul riisparmio dovuto al declassamento: 100 milioni di euro, secondo il ministero.
    p.s. Ovviamente se uno uccide la nonna risparmia sul costo del suo mantenimento, giusto per fare un paragone (pertinente).

  8. Che la scuola sia l’ultimo dei pensieri di questo governo purtroppo è risaputo. In alcuni contesti ci sono dei bibliotecari che fanno molto più del loro “semplice” lavoro: aiutano alunni a studiare, procurano libri usati a chi non può pagarseli nuovi, sono una presenza pomeridiana di supporto…. certo che con questo escamotage le scuole avranno meno risorse…complimenti ancora

  9. Grazie Chiara per le precisazioni, ma non ho capito ancora chi manterrà le biblioteche, personale ATA dirottato? Insomma il vantaggio è nel declassare lo stipendio degli insegnanti?

  10. Nessuno manterrà le biblioteche, Paola. Perché a questo governo non gliene può importare di meno. Trattandosi di biblioteche scolastiche peraltro saranno affidate a chi capita ( nel senso di volontariato degli insegnanti in servizio nei ritagli di tempo), o a nessuno. Come giustamente fa rilevare corpo 10, avremo una perdita netta in termini di “capitale culturale”, visto il lavoro innsostituibile fin qui svolto dai bliotecari scolastici, ma questo non iimporta nulla a gli estensori dii una norma siffatta.
    Per quanto riguarda il personale ATA, è tutto il contrario: non sono gli ATA che vanno a supplire i docenti inidonei cacciati via. Piuttosto, dovrebbero essere i docenti inidonei a prendere il posto degli ATA! Capisci che nocumento anche per questa categoria? ed è da qui che proviene il risparmio: invece di immettere in ruolo migliaia di ATA, si “spostano” i docenti-bibiliotecari nelle funzioni ATA … capito il trucco?
    Roba da prestigiatori, insomma – peccato che ci sono due categorie di lavoratori prese in giro, umiliate e terrorizzate dal futuro…

  11. In alcune scuole, la mia, il declassamento è già cominciato. La biblioteca è affidata ai ritagli di ore dei docenti supplenti.
    Ma anche noi docenti di ruolo abbiamo di che piangere, dall’inizio di settembre. Che è successo? le cose stanno così: la Gelmini dice che non ci sono stati tagli. Invece: nella mia scuola sono saltati posti di insegnanti di sostegno (alla faccia dell’attenzione ai disabili)e posti da bidello. Hanno trasferito ad altra scuola una bidella che era con noi da più di dieci anni, e va bene, se è per razionalizzare, tagliare costi inutili, per carità si fanno i sacrifici necessari.
    Però: vi pare normale che se le altre due bidelle scendono in mensa (sotterraneo) a pulire e lasciano la portineria scoperta, il telefono può squillare a vuoto per ore? Il portatile non ha campo nel sotterraneo, così nessuno risponde al telefono e la portineria rimane incustodita. Oggi un mio collega ha risposto al volo al telefono, passava di lì; io invece ho aperto il cancellino al tecnico della fotocopiatrice (rotta da giugno!) che era attaccato al campanello da dieci minuti solo perchè, benignamente e graziosamente, passavo fischiettando davanti alla portineria per recarmi in bagno. Ah, sia chiaro che andavo in bagno nella mia ora buca, non sia mai che qualche spia della Ministra mi legga e mi denunci per assenteismo o mancata sorveglianza.
    Tra un po’ alla fine delle lezioni dovremo pulirci l’aula da soli e spazzare il pavimento al contrario mentre usciamo. Domani la bidella, mentre scenderà in mensa, mi affiderà il telefono portatile, così, mentre sono in classe, nel bel mezzo della lezione, potrò comodamente rispondere al telefono. E lo faccio per evitare il peggio, ma NON è giusto!

  12. A me pare delirante che uno debba continuare a fare l’insegnante dopo essere dichiarato inidoneo all’insegnamento.
    Ma anche ammettendo che una persona non più in grado di fare l’insegnante debba essere mantenuta dal sistema scolastico (e non magari accedere a una pensione d’invalidità, troppo facile, eh?), il problema è che di questi “istituti” si abusa. Ho conosciuto personalmente un insegnante che broccolava con le studentesse. Lo fecero diventare bibliotecario. Licenziarlo no?

  13. Si sta parlano di “inidoneità fisica”. Vale a dire, per esempio: un insegnante affetto da sla può non essere in grado di seguire “fisicamente” una seconda elementare con bambini di sette anni, ma può essere benissimo in grado di occuparsi del lavoro in biblioteca.
    Se poi esistono casi di abuso della funzione, ce ne saranno come dappertutto, ma questo non inficia una intera caegoria.

  14. È l’ultima goccia di un vaso già pieno. Non è poi molto diverso dal distaccare al sostegno un insegnante di ruolo perdente cattedra, anche se non ha alcuna competenza. Io ho avuto per un anno in classe un collega di scienze assegnato nelle ore di materie umanistiche al sostegno di un ragazzo disabile. Umiliante per il ragazzo, che si rispecchiava nell’inutilità del sostegno, e umiliante per il collega, confinato in una specie di mobbing di fatto.
    E, a scanso di equivoci: un insegnante inidoneo è un essere umano che per gravi ragioni di salute (ad es. depressione, burn out) non è in grado di svolgere un’attività didattica. L’attività di biblioteca (parlo per conoscenza diretta dei casi che cito) consente di mantenere il docente inidoneo in un ambiente a metà tra l’inclusione (psicologicament insostenibile) e l’esclusione (altrettanto rischiosa per la salute mentale) dall’ambiente scolastico: di fatto una possibile terapia di recupero, che a volte funziona, dando alla persona una stabilità psichica, o addirittura portandola al reintegro psichico (e infine lavorativo).

  15. No, ma cosa dici Girolamo, queste son cose da paesi scandinavi, roba di lusso. Per Anonimo, qui, le diagnosi mediche o psichiatriche sono alibi per lazzaroni. E poi questo è un paese a parte. Qua da noi se uno broccola con le minorenni mica va in cattedra, lo fanno direttamente Presidente del Consiglio.

  16. io sono pure d’accordo, e molto, con quel che scrivi. però, siamo onesti, e aggiungiamo che a) oramai in una stragrande minoranza di scuole c’è un bibliotecario fisso; b) questo non è MAI un laureato/esperto in biblioteconomia e questo – proprio in un settore nevralgico della disciplina quali sono appunti le biblioteche scolastiche – è solo e soltanto molto male?!
    In altre parole, ovvie che la funzione docente non deve essere cambiata. Altrettanto ovvio che la collocazione in biblioteca non può essere quella giusta né auspicabile. Ma di nuovo si sogna europeo, mi sa…

  17. Riassumendo: si trasformano stipendi da insegnanti in stipendi Ata e allo stesso tempo si evita l’assunzione di personale nuovo nella scuola pubblica.
    Un risparmio ancora maggiore si avrebbe trasformando in personale Ata (con stipendio Ata) tutto il personale direttivo del Miur, cominciando dalla ministra, che mi pare piuttosto inidonea sotto ogni punto di vista.

  18. Se malauguratamente non dovessi essere più in grado di insegnare(per cause gravissime, s’intende), perché dovrei mantenere la stessa qualifica e lo stesso stipendio di chi invece insegna?
    Non mi sento di gridare allo scandalo.
    Mi sembra più scandaloso che continuino ad insegnare colleghi di mia conoscenza con problemi mentali gravissimi.
    E’ ammissibile che un insegnante di ed. fisica chieda alle alunne notizie circa le date di inizio e conclusione del ciclo mestruale, perché possa “tenere il conto” annotando su un quadernetto i giorni sì e i giorni no?
    E’ ammissibile che una collega di fisica abbia affrontato in due anni soltanto un argomento? Una devastante depressione le impedisce di parlare e parte dell’ora la trascorre in bagno a fumare.
    ???
    In più detti colleghi rifiutano nella maniera più assoluta la visita collegiale e l’eventualità di un impiego in altre mansioni; non vogliono essere aiutati, né sono “allettati” dalle 36 ore del personale ata.

  19. @melchisedec: “In più detti colleghi rifiutano nella maniera più assoluta la visita collegiale e l’eventualità di un impiego in altre mansioni; non vogliono essere aiutati, né sono “allettati” dalle 36 ore del personale ata.”
    Giustissimo. Infatti qua stiamo facendo riferimento proprio a coloro che si sono già sottoposti alla visita colegiale, sono stati riconosciuti “pemanentemente inidonei al’insegnamento” e adibiti ad altre mansioni (biblioteche, laboatori, attività di supporto) con un contratto – badate bene – di 36 ore settimanale. E’ questo il punto.
    Si mantiene lla qualifica – ci mancherebbe altro, è un diritto acquisito – di insegnante, ma il contratto è quello impiegatizio, con 36 ore, ferie di 20 giorni annuali e quant’altro.
    La figura del docente iinidoneo, in alti termini, NON E’ quella del solito furbetto.
    Altro caso è quello citato da melchisedec, di gente che continua a insegnare, di fatto, non insegnando. E questa è materia di denuncia ed eventuale licenziamento. ma non ha nulla a che vedere con la fattispecie di cui si occupa questo post.
    Comunico comunque un aggiornamento: pare che, sotto la pressione dei sindacati di cateooria e del movimento d’opinione creatosi a seguito di questa norma vergognosa, il ministero stia pensando a una moratoria di un anno della norma in oggetto, così da poter concordare e contrattare con i sindacati una disciplina della materia più equa e meno raffazzonata.
    Sperem…

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