DEDICATO

Una volta, in una nota libreria romana, ho scoperto che la proprietaria metteva in vendita i volumi a lei dedicati: un pochino ci sono rimasta male. Non sempre le dediche sono un gesto formale e obbligato: ce ne sono alcune che conservo con piacere, e altre da cui non mi separerei neanche sotto tortura.
Ieri, per esempio, mentre aggredivo la solita torre di libri cercando di capire da dove cominciare, ne ho trovata una bellissima. Va anche detto che quelle di Tommaso Pincio sono sempre piccole opere d’arte: per Cinacittà si è superato. Qui, a proposito, trovate la storia del libro, raccontata dall’autore stesso.
Libri da leggere: un’infinità. Comincio, se non dispiace a nessuno,  da Poesie esoteriche di Pessoa.
Ps. Per chi volesse, domani pomeriggio la vostra eccetera è ad Arezzo.

28 pensieri su “DEDICATO

  1. Mi scuso per l’off topic:
    Come saprai, da quando De Feo e Fittipaldi dell’Espresso hanno iniziato a pubblicare servizi documentati sulle collusioni fra camorra e pezzi di istituzioni sul tema dei rifiuti più o meno tossici, ricevono tutte le settimane perquisizioni e sequestri di PC, mentre la magistratura non si è ancora sognata di rendere una visitina ai politici ed amministratori pubblici citati nei servizi. Abbiamo quindi deciso di inviare una petizione al Presidente Napolitano, affinchè eserciti la sua “moral suasion” per far terminare questa sporca faccenda. Questo è il testo della petizione:
    Testo della petizione al Presidente della Repubblica per il ripristino della libertà di stampa, e la cessazione immediata delle intimidazioni ai giornalisti alla libera stampa in generale, e dell’Espresso in particolare.
    Chiediamo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di voler intervenire, usando TUTTI gli strumenti che gli sono consentiti dalla Costituzione, affinchè cessino immediatamente i continui atti intimidatori esercitati contro la testata, e contro i giornalisti Gianluca De Feo ed Emiliano Fittipaldi, rei di aver fatto, e di voler continuare a fare, un giornalismo d’inchiesta professionalmente e moralmente encomiabili, che finora ha portato a conoscenza dell’opinione pubblica l’esistenza di sconce collusioni fra pezzi di istituzioni, politici non limpidissimi, e criminalità organizzata.
    Chiediamo al Presidente della Repubblica, come Capo dello Stato, come Presidente dell’organo di autogoverno della Magistratura, e come galantuomo, di operare una forte “moral suasion” nei confronti di tutti quei magistrati che pensano di occuparsi più del dito che indica la luna, che non della luna stessa. Il problema che ci toglie il sonno non è COME De Feo e Fittipaldi siano entrati in possesso di queste informazioni, che configurano ipotesi di reato gravissime a carico di importanti politici del partito di Governo e di maggoranza relativa, ma capire se queste ipotesi siano fondate o meno.
    Il problema è di capire PERCHE’ i magistrati competenti per territorio, in regime di azione penale obbligatoria, abbiano ritenuto di accertare come i giornalisti abbiano SAPUTO, e non si siano minimamente interessati al fatto se i crimini denunciati dai giornalisti stessi abbiano un fondamento di realtà. Non vogliamo più vivere in un paese nel quale l’eterna lotta fra guardie e ladri si risolve, sempre più spesso, con la persecuzione e l’intimidazione delle guardie. Presidente, ci aiuti a ridiventare un paese normale.
    Con rispetto ed affetto,
    Antonio C., Cittadino.
    Sempre che pensi sia opportuno, ti chiedo di firmare la petizione, ed eventualmente di diffonderne l’URL attraverso il tuo sito:
    http://www.petitiononline.com/tafanus/petition.html

  2. Bel racconto, non c’è che dire.
    Io non ci avevo mai fatto caso a Via Veneto come strada fantasma, essì che “La dolce vita” l’ho visto parecchie volte…
    M’è parsa semplicemente una strada normale, da percorrere a corsa alla ricerca della fermata dell’MA2. Una strada come le altre. Neanche ci penso “Qui 40 anni fa c’erano i paparazzi”.
    Non so se Pincio intendesse questo, forse sì. Ma non sono romano, percui la prospettiva è differente.
    p.s. Riferimento alle poesie esoteriche.
    Il fatto che non abbia più letto un libro di poesie del ‘900 dopo le scuole, è segnale di un cattivo insegnamento o di una passione mai nata? Me lo domando ogni tanto…

  3. Io invece non ci tengo per niente alle dediche. Anzi il più delle volte non mi va neanche di sapere nulla dello scrittore del libro che ho amato Trovo che ci sia un feticismo esagerato per l’autore. Questo spiega fra l’altro il successo dei festival e tutte le file infinite che si fanno per farsi firmare i libri. Tanto per cambiare è più importante il contenitore che il contenuto.
    Insomma noi lettori – cha abbiam la sfiga di non essere autori ; ) – dovremmo avere molto caro il “nostro proprio” e il nostro orgoglio. Noi siam la repubblica dei lettori e vogliamo usare e abusare delle parole messe in fila senza che dell’autore ce ne importi nulla. Il libro vive perché ci siamo noi, lo raccogliamo e lo facciamo vivere! e in culo il resto, annche perché il più delle volte son miserie da non dire…

  4. Io non ho mai avuto dediche dell’autore. Quindi non saprei dire in merito alla faccenda. Credo comunque che mi sarebbe piaciuto abbestissima avere la copia autografata del Signore degli Anelli o di Moby Dick.
    Ho invece fatto e ricevuto un sacco di dediche sui libri regalati agli\dagli amici. E quelle rendono il tuo libro “speciale”, diverso da tutte le altre copie. Non so se sia feticismo, ma è una cosa che sento senza troppi problemi. Certo ovviamente si parla di dediche con un tasso di sentimento più alto della cartolina “Saluti da Firenze”.
    Sono le due e zero otto di mattina e dovrei essere a nanna. Ma non posso fare a meno di commentare lo spammolo: LottaStardust ha ben da essere grata di avere una mamma che la sollecita solo ogni venti secondi!

  5. Qualche tempo fa mi sono autoinsignito della carica di presidente-fondatore-segretario-tesoriere-unico socio del “Loredana Lipperini fan club”.
    Era l’epoca in cui ne sentivo la voce per radio.
    Molte onde sono passate da allora, io sono un po’ invecchiato (e mistero senza fine bello, Loredana no).
    Adesso ho un nuovo figlio di sette mesi e mezzo che in questo momento si sta rotolando sotto i miei piedi.
    Attraverso percorsi che dire di serendipity è poco sono giunto fin qui. Confermo tutte le mie cariche e riapro il club.
    A ri-leggerci presto, spero.

  6. Qui mi sa che di fan ce ne è a valanga. Dovrai ingrandire l’organico del club!
    Io avevo quindici anni quando ho incontrato “the voice”. Per tutta la quinta ginnasio ho ascoltato “Lampi”, ed è a tuttoggi uno dei più bei ricordi del liceo. Lalipperini e Arturo Stalteri m’hanno tenuto compagnia per interi pomeriggi. Non so quanti teenager facessero parte del pubblico di radiotre, ma ero uno dei più accaniti sostenitori.
    C’era il quiz del libro da indovinare, coi vari indizi. Ma lo sgamavano subito (oggi sarebbe impossibile, per via di Google, vero?).
    Ricordo pure, come fosse ieri, la sua ultima puntata (anche se speravo che sarebbe poi tornata). Stalteri le dedicò “My heart will go on” di Celine Dion, e la nostra eccetera non ho ancora capito se gradì la canzone o no, ma mi pare che fosse sinceramente emozionata…
    Poi il nulla. E ho pian piano rimosso. Dieci anni dopo, girando su Repubblica.it vedo questo nome “Loredana Lipperini”. La maddaleine al confronto sarebbe stata una giacchettata. Ho chiamato mio padre al pc per fargli vedere la mia scoperta.
    E su internet ho trovato il blog, e adesso eccomi qui a rompere (peraltro uno dei pochi che mi sa non ha ancora letto “Ancora dalla parte delle bambine”)…

  7. Dimenticavo:
    La LIPPA è un antico gioco popolare italiano che risale al XV secolo. È noto con questo nome in Toscana e altre regioni italiane, ma ha anche diverse denominazioni dialettali: per esempio a Brescia è noto con il nome di “ciancol”, a Verona come “s-cianco”, a Treviso come “pito”, a Mantova come “s-ciancol”, a Mede (Pavia) come “ciaramèla”.
    Il gioco è effettuato con due pezzi di legno, generalmente ricavati dai manici di una scopa, uno di circa 15 cm. in lunghezza con le estremità appuntite, l’altro lungo circa mezzo metro: si traccia a terra un cerchio e, da una certa distanza, si cerca di lanciare il pezzo di legno piccolo nel cerchio stesso. La tecnica consiste nel colpire con il pezzo lungo il pezzo piccolo su un’estremità per farlo saltare (questo il motivo delle estremità appuntite), quindi, prima che ricada al suolo, colpirlo nuovamente per lanciarlo nel cerchio.
    Una variante del gioco consiste nel lanciare il pezzo piccolo quanto più lontano possibile.
    Nella cultura popolare di alcune regioni d’Italia ancora oggi si usa chiamare “lippa” il marinare la scuola, probabilmente perché si andava poi a giocare la lippa. (da WIKIPEDIA)
    Cara Loredana, grazie per tutti i lanci di pezzi di legno che diventano burattini che diventano libri da te effettuati ogni giorno.
    E anche – non ci ascoltino i tuoi figli – per quelli che salteranno un giorno di scuola per leggere i libri da te consigliati (e i tuoi, of course).

  8. Carlo, un momento…
    Il fan numero uno della Lippa.. SONO IO!
    L’adottai pure nel concorso dei bimbi tristanzuoli, per dire.
    Per il raduno: facciamolo!
    Massimo.

  9. Babbuzzo, gli unici Numero Uno che considero sono il primo cent di Paperone scavato nelle miniere del Klondyke e il vegliardo leader del gruppo TNT.
    Per il resto, non ho primogeniture di sorta da vantare.
    Quindi: benvenuto a chi si aggiunge alla Compagnia della Lippa.
    Per il raduno: ne parleremo, anche se escluderei – mi spiace per Davide – il travestimento collettivo. (Almeno per me: vestito da donna farei veramente spavento!).

  10. Ma si Carlo, citavo soltanto Misery… siamo tutti uguali e soltanto Lei si staglia, perfetta e nitida nell’orizzonte.
    Ma più che altro, la Lippa presenzierebbe al raduno?
    M.

  11. Una segnalazione preventiva (per una che ha una figlia che si chiama Lotta mi pare doverosa).
    Uscirà nelle prossime settimane:
    RILEGGENDO ASTRID LINDGREN
    a cura di Silvia Blezza Picherle
    Edizioni Del Cerro
    Silvia Blezza Picherle, che insegna letteratura per l’infanzia all’Università di Verona, ha raccolto una considerevole serie di interventi di autori vari che prendono in esame la produzione letteraria (e le sue applicazioni teatrali, cinematografiche, televisive etc.). della grandissima scrittrice svedese.

  12. Grazie infinite comites!
    Ma potete anche fare la “Lipperata ’08”, e bissiamo quando reimpatrio! Se si tratta di bere un bicchiere, una volta l’anno se pole fa’!
    Luogo: propongo egoisticamente Roma o i Castelli.
    Data (per il 2009), dal 23 Gennaio in poi sono di nuovo nella nostra amata repubblica. Io così random direi il 29 Gennaio.
    Ora: dopo il tramonto, of course!
    Intanto vado a lucidare i calici.
    Nun krè methusten!

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