DIVERTIMENTI/2: WU MING 1 SU DANIELE LUTTAZZI

Avete letto il post di poco fa?
Ora leggete questo. Come immagino sappiate, da mesi sta montando su Internet una polemica che riguarda Daniele Luttazzi, e che in questi giorni raggiunge il suo culmine con un articolo su L’Unità.
Da uno scambio via mail con diverse persone, colgo l’opinione di Wu Ming 1 che mi ha autorizzato a pubblicarla. Eccola:

Il caso “Luttazzi che copia” è uno di quelli in cui l’inchiesta, pur legittima e fondata, rischia di sconfinare nello stalking. Da tempo riscontro in rete un accanimento nei confronti di Luttazzi, una voglia di “accerchiamento” coi mezzi del web da cui è molto difficile difendersi. Di fronte a persone che dedicano a te buona parte del loro tempo, e del “farti le pulci” fanno una vera e propria missione di vita, è facile – quasi fatale – reagire come ha fatto Luttazzi, cioè in modo malaccorto, frettoloso, poco lucido. Così si confonde e aggrava la situazione.
Il nit-picking, il fare-le-pulci, è una pratica tipica dei fans (anche dei detrattori, che sono fans “in negativo”), e va accettata. Esiste tuttavia un “eccesso di nit-picking“, una brutta china che questa pratica può prendere quando la demolizione della persona diventa il fine principale ricercato quotidianamente. Nel nostro piccolo, anche noi Wu Ming ne sappiamo qualcosa…
In questo frangente, se non riflettiamo, temo si possa arrecare un danno irreparabile a un artista che è ben più complesso di quanto appaia in questa polemica, un artista che è anche traduttore (superlativo il lavoro fatto su Woody Allen), teorico dell’umorismo (di livello altissimo la “lezione” tenuta nel 2004 al Salone del Libro di Torino) e della satira (si veda il suo mini-saggio “Mentana a Elm Street”), animale da palcoscenico, musicista etc. Appiattire Luttazzi sul plagio di battute è ingiusto e pericoloso. La sua attività teatrale è già ridotta al lumicino per via del suo essere sgradito ai poteri loschi: se dieci anni fa faceva cento date a tour, ora quando va bene ne fa venti. Se lo mettiamo all’angolo nel suo essere artista, senza concedergli alcuna attenuante, praticamente lo uccidiamo.
Proviamo a fare un passo indietro? Da che mondo è mondo esistono pratiche di “riutilizzo” artistico di elementi presi da opere precedenti: citazione, omaggio, détournement, cut-up, parodia etc. La presenza in un’opera di tali elementi non implica alcuna “svalutazione” dell’opera stessa, altrimenti dovremmo dire che La terra desolata di Eliot (praticamente un grande collage di citazioni) non vale nulla. La cosiddetta “originalità” dell’opera – concetto del resto molto ambiguo – può essere amplificata dal riutilizzo anziché sminuita, ad esempio se non c’è soltanto un copia-incolla ma anche una ri-contestualizzazione. Io questo lo ravviso in diversi “plagi” luttazziani segnalati dai nitpickers, e di alcuni mi ero già accorto da solo, essendo un fan della stand-up comedy americana. Quando Luttazzi ripropone un’elaborata battuta di Carlin sull’esistenza di Dio cambiando la punch-line e infilandoci un riferimento all’8 per mille, non sta semplicemente “copiando”, sta ri-contestualizzando. Ri-contestualizza abbastanza o troppo poco? Ecco, qui sta il problema, se vogliamo considerarlo tale. Infatti la ri-contestualizzazione non è riscontrabile o comunque non è pregnante in tutte le occorrenze, e in molti casi il riutilizzo da parte di Luttazzi somiglia troppo a un semplice copia-incolla.
La mia ipotesi, per quel che vale, è che Luttazzi, grandissimo fan dei comici americani (questo è ancora un eufemismo: Luttazzi è platealmente divorato dalla passione per quei comici!), si sia lasciato trascinare dalla forza di quelle battute, le abbia amate a tal punto da sentirle proprie al pari di quelle che scrive (e ne scrive tantissime, cerchiamo di non dimenticarlo). La riappropriazione è anche un atto d’amore. Nel corso del tempo, forse la riappropriazione si è fatta meno attenta alle differenze tra omaggio, détournement e mera riproposizione.
Ora: come si esce da questa trappola? Credo che Luttazzi debba produrre una riflessione sul comico di quelle che sa scrivere lui, una riflessione che non rifugga l’autocritica. Deve esprimersi col cuore in mano, facendo leva sulla completezza d’artista che ha dimostrato in questi anni. In nome di quella completezza e con un’affermazione di dignità, ricordi che non può essere ridotto all’immagine di lui che ora rischia di affermarsi. Ai nitpickers mi sentirei di dire questo: “you made your point“. Avete dimostrato quello che volevate dimostrare, e un importante quotidiano ha rilanciato la vostra inchiesta. Non accanitevi. Non peccate d’orgoglio. Lasciate una via d’uscita tra la verità e la demolizione di un artista. Date a Luttazzi la possibilità di imparare da questa storia e usarla per crescere.

Wu Ming 1

Nota. A corollario suggerisco di leggere questa intervista ai WM sull’arte del remix e della citazione.

303 pensieri su “DIVERTIMENTI/2: WU MING 1 SU DANIELE LUTTAZZI

  1. @valeria

    Oggi Luttazzi, nella sua cosiddetta ‘autodifesa’, ha dato uno splendido esempio di italico azzeccacarbuglismo, facendo un uso intimidatorio di un linguaggio tecnicistico e autoreferenziale.

    Sì, borderline-supercazzola.
    Sarebbe stato meglio a questo punto che si fosse servito di un’altra citazione per esprimere quello che sembra pensare realmente: “Io so’ IO, e vi nun siete un ca**ò”.
    Sarebbe stato più esplicito, ma il senso comunque quello era (e mi pare che tutti l’abbiamo colto).
    Altro che arroganza e narcisismo autoriale… Dopo le dichiarazioni di oggi, che hanno comprensibilmente ammutolito anche i suoi più strenui difensori, la spiegazione più plausibile del comportamento di Luttazzi -per la legge di Occam- è una sola. E qui mi fermo perché, non essendo uno strizza, non è la mia materia.

  2. Una curiosità: tutte le persone che ho incontrato ieri (una decina, di varia estrazione sociale e cultura, usano la Rete molto saltuariamente o mai) non sapevano assolutamente niente della faccenda

  3. @ Giuseppe
    io ho riscontri un po’ diversi, ieri sera a un concerto se ne parlava, ma la tua esperienza non mi sorprende. Tieni conto che negli ultimi anni, se uno non andava a teatro e non usava molto la Rete, Luttazzi non lo incrociava mai. Dal 2001 non ha più fatto TV, a parte la brevissima parentesi di “Decameron”, che andava in onda su un canale di nicchia a un orario improbo per molti. Luttazzi era un personaggio significativo (anche molto significativo) per una minoranza consapevole. E’ presso quella minoranza che la sua reputazione è demolita. Per molti altri, non aveva più alcuna reputazione, volava fuori dal cerchio dei loro radar.

  4. sì infatti, non è certo un caso nazionale, e anche di una decina di persone alle quali ho riferito il problema via mail, gente che il pc lo usa sempre, sei o sette ne sapevano poco o nulla, un’altra mi ha risposto “anche beethoven copiava” nel senso l’ho saputo ma me ne frego, e nessuna, ripeto nessuna, si è presa la briga di passare dieci minuti davanti al video comparativo, nonostante io insistessi (soprattutto per le risate grandi che si fanno di fronte agli originali, non sono certo al mondo per fare il giustiziere di Luttazzi… semmai per diffondere, dietro le risate, sconforto. quello sempre)… resto col sospetto che DL possa uscirne con tutt’altro che un mea culpa, le risposte che ha pubblicamente dato sono più che sufficienti per i molti, che o non ne san nulla o non han certo tempo e voglia di indagare su un comico come se fosse un Tanzi, giustamente, e dato poi che nemmeno su Tanzi si ha voglia di informarsi veramente, a meno che non si sia uno dei diretti fottuti… certo c’è sempre la possibilità in questo caso iniqua che DL venga usato come capro per lo sfogo generale, appunto come si usa un Tanzi a caso per maledire qualcuno quando ci si sente fregati dalla vita, e che così si faccia terra bruciata totale… ma ci credo poco, non so perché. è come se sperassi che pagasse di più di quel che temo non pagherà, ma anche meno di quel che temo dovrà pagare (a seconda degli sbilanciamenti possibili nel belpaese, ma che non mi si venga a chiedere poi esattamente QUANTO dovrà pagare. tribunali a parte, chi potrebbe rispondere veramente?)… proprio perché è un “eroe civile”. se domani si scoprisse che Grillo ha ricevuto un appartamentino a gratis, si chiederebbero le sue dimissioni da guru? non credo, certo la delusione è grande, proprio loro così contro la corruzione… ma nel caso dei politici tutti li odiano e tutti non vedono l’ora di vederli cadere, nel caso dei beniamini il legame è doppio: vorresti essere come lui forse, ne subisci il carisma e un po’ ne soffri ma lo ami, vorresti essere al suo posto non solo per i soldi, ma lo vorresti solo idealmente, senza prenderti il carico, e dato che non ci sarai mai (e dato che in rapporto pochi sono i professionisti attori/autori in diretta concorrenza che davvero soffrono della situazione, anche se qui è pericoloso, perché se anche “l’ambiente” dei tuoi colleghi ti taglia fuori…), allora quasi preferisci vederlo tentennare ogni tanto, anzi forse ciò te lo rende più umano, forse proprio la difesa penosa e umanamente sterile che DL sta attuando potrebbe renderlo più umano per difetto, data la sua figura così intellettualmente superprestante, e poi amici come e più di prima.
    comunque gli exfandelusiaccaniti stanno contattando gli originali, Emo ad esempio sul suo facebook dà segni, e quando gli fanno notare che è un onore venire derubati di una cosa in quanto ritenuta bella, lui risponde più o meno: è vero, ho pensato così anche quando mi han fregato la decappottabile…
    un commento all’articolo dei WM si chiede come mai DL, con la coscienza così sporca, abbia preso posizione contro i colleghi “copioni”…
    direi che lo ha fatto per la logica della battuta di Totò che ho riportato prima: dato che non poteva non sapere che lo avrebbero presto sgamato, anzi già al tempo arrivavano isolate voci di fan ancora governabili ma indici di una possibile falla nel sistema, si è disgraziatamente messo a fare il “così fan tutt*” preventivo, ma con ferocia inelegante pure (tanto l’eleganza è ipocrisia etc etc), così da poter da un lato dire: tutti rubano, che volete da me, se anche i più noti come Grillo e Benigni mi han prelevato battute, e dall’altro: io però nobilito gli originali con somma scienza. bando ai linciaggi, però che disastro da mocciosi, in quest’Italia bambina…

  5. e poi (e poi mi levo dalle scatole) la carta finale di DL è che comunque lui ha già pagato, è già martire, senza scherzi: il più sofferente della triade dei famosi comici battaglieri con Grillo e Fo, e pure della triade dell’editto (essendo Biagi ormai al di sopra di ogni forma)

  6. @ Filippo dd,
    prova a pensarla così: la sua reputazione è demolita presso chi lo seguiva e quindi lo sostentava, e (più o meno) intatta presso chi non lo seguiva e quindi non lo sostentava. Pensi che lui ne sia contento?
    E guarda che a noi sembra di essere alla fine della querelle, mentre forse siamo solo all’inizio. In Rete tutto accade prima. C’è tempo perché l’informazione circoli, il video si viralizzi… Intanto la Krassner (cioè sempre lui) ha rinunciato a censurarlo perché ormai è impossibile.
    E la cosa sta per essere ripresa dalla stampa internazionale.

  7. Voglio dire: tutti quelli che oggi lo difendono acriticamente e superficialmente – tanto non costa niente, è solo la fatica di un click e non comporta alcuna responsabilità – poi li comprano i biglietti per vedere i suoi spettacoli? Li spendono i soldi per comprare La guerra civile fredda?

  8. io non ho capito, per questo caso specifico, il rimando alle purghe staliniane, scatenate dalla delazione di un traditore (spesso basata sul falso). l’avrei trovata calzante se le purghe staliniane avessero abbattuto stalin.

  9. @WM1
    sì, volevo implicitamente dire più o meno quello che affermi tu, anche se non ricordavo che sono quasi dieci anni che Luttazzi, a aprte “Rai per una notte”, praticamente non appare in TV(!!); sono curioso di vedere quello che succede da oggi in poi
    @filippo d d
    in riferimento ad un tuo messaggio di ieri, mi permetto di dirti che non devi dare troppo peso al fatto che in un blog non si commenti una tua riflessione: non significa automaticamente secondo me che non la si sia letta e/o apprezzata, è una questione di tempo a disposizione per rispondere, di altre cose da fare, di “accavallamento” di messaggi, dell’uscire di casa e poi tornare a collegarsi eccetera

  10. @ Fillippo dd,
    sì, anch’io ieri volevo scriverti quello che ti ha appena scritto Giuseppe. Il tuo commento lo abbiamo “metabolizzato” in diversi, lentamente, e non è detto che le sue tracce nella discussione successiva siano esplicite e subito evidenti.
    @ Fata,
    il riferimento è al carnevale, cioè all’improvviso rovesciamento (però speculare) del mondo, o meglio, di una sorte che diventa metafora di un ordine del mondo. Parte da una riflessione che fa Zizek partendo a sua volta da una lettera di Bachtin. Il carnevale non è festa o rivoluzione, è valvola di sfogo che riconferma l’ordine.

  11. Se non si brucerà da solo (cosa che incomincio a dubitare) ne potrebbe uscire bene, perdendo al massimo dei soldi per le cause di plagio. Luttazzi continua a fare il paragone con la musica, a parlare di ritmo diverso. Va bene. Ma se la battuta è una piccola storia, facciamo un esempio più attinente: il cinema.
    Leone ha dovuto pagare Kurosawa per il suo “per un pugno di dollari”. Non tutto era copiato, l’ambientazione era diversa come pure parte dei dialoghi. I movimenti di camera erano differenti, ma la storia quella era. Questo non toglie nulla al piacere di riguardarsi “per un pugno di dollari” o “Yojimbo”, però è plagio. Leone ha dovuto concedere i diritti di pubblicazione del suo film in Giappone e un 15% dei guadagni deritati dallo sfruttamento commerciale.
    Gli spettacoli di Luttazzi continuano ad essere divertenti, le battute non cessano di essere spiritose. Probabilmente dovrà pagare per il lavoro di cui si è appropriato. A tutti i fan delusi vorrei però ricordare che non si è mai posto al di sopra del suo pubblico, un capo popolo, un fulgido esempio morale. Si è posto come un uomo. Dategli atto almeno di questo

  12. Luttazzi è persona intelligente e usa tutto, anche ciò che non sarebbe sempre opportuno utilizzare, per i propri scopi. Il suo blog l’ha pensato in modo da procurarsi spunti e materiale intelligente da rielaborare, e questo indica che lo considera un modo lecito per essere creativi. Io non concordo con questa che ritengo essere una troppo elastica attitudine che mal si accorda con il compito socio-politico e culturale pregiato che Luttazzi si è dato. Se è vero che la rielaborazione è spesso inevitabile, nel processo creativo, occorre ribadire che il suo utilizzo è inversamente proporzionale alla genialità, oltre che all’onestà intellettuale.

  13. Non so, ma mi pare che la questione plagio-copiatura-citazione-saccheggio-omaggio abbia, diciamo così, delle peculiarità per ogni mezzo/genere: quello di Leone è un “remake” non ufficioso di Kurosawa, i giapponesi fanno causa vincono/patteggiano (perché, pare, i legali della produzione italiana dicono: ci siamo ispirati all’Arlecchino servitore di due padroni!) e fine lì. Kurosawa per Ran si ispira a Re Lear: altro mezzo, riferimento “classico” e nessun problema (perdonate la semplificazione grossolanissima). Leone “prende” da Kurosawa l’impianto e ci fa cose sue. Ma lo prende da un film, e di pochi anni prima.
    Nei primi anni dell’hip-hop, mi pare, il sampling non lo dichiarava/pagava nessuno (anche se all’ascoltatore attento l’omaggio era chiaro). Da un certo punto in poi, i rapper iniziano a (dover) citare i brani campionati.
    Un esempio “letterario”: The Prison House di John King deve moltissimo come impianto al Vagabondo delle Stelle di Jack London. Ma, oltre alla questione del “fuori diritti”, l’ispirazione è dichiarata: in esergo c’è una citazione del libro di London, e il lettore se vuole lo scopre.
    Mi pare però che – in musica, cinema e romanzo – le citazioni-prestiti-furti-ecc si amalghimino meglio nel “tutto” dell’opera, ne diventino più facilmente parte integrante.
    In un ambito di comicità-satira “stand-up oriented” la cita-furto-zione forse spicca di più perché sta in un discorso più frammentato. Proprio come “rubare” – lo diceva luttazzi stesso! – un verso di una poesia.
    Insomma, mi sembra che vadano tenuti in conto parametri di quantità-qualità-mezzo/genere-tempo.
    (Poi c’è la questione legale, ma quella non è affar mio…)
    Mi scuso se sono andato OT!
    ps: concordo sull’ultima parte del commento di Opopomoz: “La satira dev’essere contro ogni potere, anche contro il potere della satira” (Luttazzi, Lepidezze postribolari, 2007)
    pps: ma chi volete voi libero, Luttazzi o Barabba? (O Brian di Nazareth?)

  14. @WM1 e Giuseppe
    per carità sul fatto di essere passato invisibile ci ho poi scherzato sopra, probabilmente non abbastanza, ma non volevo certo farlo pesare, invece usarlo come spunto per la conclusione del discorsetto che facevo, ché come dicevo so bene di non essere l’unico ad avere il privilegio dell’invisibilità, e intendevo proprio nel merito della rete dove in fondo a vole il marasma dà più frutti della riflessione troppo ponderata, ma anche nel tremendo problema di essere, invece, visibili, etc etc. che il WM conosce alla perfezione.
    anzi chiedo scusa perché mi accorgo che suonava come una lagna pretenziosa, volevo soprattutto “deregolarmi”… quando poi scrivo cose come “ora mi levo dalleballe” lo faccio non per petulanza ma perché sono il primo a soffrire il mio troppo scrivere, lo giuro sulla testa, non dei miei figli, ma mia. e scusate ‘sta parentesi io-io.
    in merito alla reputazione di DL, d’accordo. direi che se fossi in lui sarei distrutto, anche perché io-io ho una avversione totale per l’emulazione, la evito accuratamente e appena vedo qualcuno che tenta di somigliarmi o a cui inavvertitamente somiglio cambio possibilmente tutto ciò che di me somigliava, fisionomia permettendo… e infatti sono un poveraccio (tanto alla fine somigliamo continuamente, se poi ami i post&moderni perlappunto stai fresco…) ma Luttazzi non è così, evidentemente. almeno per ora lui non mostra di esser molto affranto, evidentemente o apparentemente… si appoggia su un quotidiano amico, sul blog anzi infila disinvolto battute della “palestra” che lo sputtanano, e i luttazzyboy comunque non gli mancano… niente polemica eh, è che non dico né l’una cosa né l’altra, come scrivevo, io stesso nel momento in cui sospetto che la passerà troppo liscia comincio a vedere l’onda opposta e temere che invece la pagherà troppo cara. sono un po’ come Zizek anch’io via, mi piace identificare le tragedie dello stalinismo ma in fondo mi piace scherzare con chi mi dice stalinista dicendo che lo sono anche di più… e via che mi sono paragonato a Zizek… anche perché mi torna quella sua frase splendida sullo stupro, com’era: le donne dei paesi comunisti sono stuprate e infelici, quelle dei paesi capitalisti stuprate e felici (e dunque vere schiave/i quando invece almeno chi è infelice è potenzialmente rivoluzionario etc etc)? ecco, da questa mi verrebbe da chiedermi… troppe cose. perché l’inganno svelato di DL non è solo una risata che ora si perde per raggiungere una meno ridente consapevolezza, ma è anche come state dicendo la perdita di una voce che mirava proprio alla “consapevolezza”, e dunque un doppio giro tremendamente problematico di accusa e difesa possibili… qual’e la misura decente di liberazione dall’ingannevole e dall’ingannatore, se questi ti ha aiutato a liberarti?
    un altro spunto visto che ormai: DL ha un esordio televisivo che contiene già alcune battute copiate, magari per farsi coraggio, non so, è umano, solo che poi si accorge (con chissà quale ferita, fossinlui) che sono soprattutto le battute copiate che fanno ridere, e infatti sono quelle che poi lui mantiene nel repertorio e ripete negli anni (non sto ad elencarle, c’è chi appunto gli ha già fatto le pulci), e così i giochi son fatti, la carriera prosegue, l’abitudine si radica, il timore e il livore aumentano, si va in giro ad attaccare quasi ereticamente i “colleghi”, si fanno lezioni su come dire meglio di carlin le battute di carlin… e dunque aggiungo: questo lato di divulgatore della materia è ottimo di per sé e va ad aggiungersi all’elenco dei meriti da non trascurare, ma, questo merito stesso, affiancato a quello di comico è quasi disonesto, stavolta solo moralmente, ma mi pare terribile la posizione, soprattutto se si fonde, o sei critico o sei comico, e se non sai scindere perfettamente le due cose rischi di arrivare alle armi improprie sia di offesa sia di difesa, come oggi si sta vedendo… ricordando ciò che diceva Goldoni contro i critici stra(s)fottenti direi: “una critica non è una satira”, tanto per finire con l’ennesimo perugina.

  15. @drazen: Shakespeare è morto da un po’ più di tempo e il suo lavoro è di pubblico dominio ora. I diritti d’autore cessano al massimo dopo 50 anni dalla morte dell’autore (che sono un’enormità, sono d’accordo). Anche Joyce riprende da Omero (e lo fa apertamente).
    Qui però si sta parlando di prendere dal lavoro di qualcun altro ancora in vita e ancora in attività. Se rubi a Shakespeare, Verne, Woolf, Shelley o Montague non è che danneggi qualcuno. Rossi “ruba” Pericle, ma te lo dice dall’inizio e comunque è diventato tutto materiale di pubblico dominio.
    Quello che penso abbia infastidito molti, al di là delle possibili conseguenze legali – ehi, non è che se anche dici questo è il repertorio di Hicks, ci “guadagni” sopra e non dai nulla all’autore per il suo lavoro, va tutto bene – è stato il suo comportamento. Il fatto poi che Luttazzi, per quanto riguarda il suo lavoro, sia una specie di Harlan Ellison non aiuta 🙂
    PS: ammetto la mia ignoranza e ti ringrazio per The Prison House: ho amato il vagabondo delle stelle e le sue piccole morti, quindi sono curioso di leggere il romanzo di John King.
    PPS: Io libevevei Bvuto il Vapinatove

  16. Sì, si appoggia su un quotidiano amico e acritico, che lo intervista come Vespa intervista sappiamo-chi, ma è l’unico giornale amico rimasto. Anche “L’Unità” era un giornale amico e se l’è bruciato, tanto che oggi gli dedica due pagine: oltre al nostro articolo, c’è il direttore che va giù durissimo proprio sulle cose che ha dichiarato al Fatto Quotidiano (in particolare: “Nessun quotidiano mi ha chiesto di spiegare cos’è successo”). La difesa in stile “Vergogna, c’è Berlusconi al governo e voi attaccate Luttazzi che lotta contro il regime!” non è davvero una difesa, è roba di poco momento, non può pensare di cavarsela grazie a quella. Se non se ne rende conto, vuol dire che ha un gravissimo deficit di lucidità; se se ne rende conto ma va avanti per inerzia sperando di tirare innanzi in qualche modo, beh, citando Stanis La Rochelle: “Questo è davvero mooolto italiano”.

  17. Scusate la banalità, ma mi pare che ciò che ha fregato Luttazzi, a parte la sua arroganza intellettuale, siano state le sue braccine corte e un certo grado di pigrizia mentale. Bastava pagare, come tutti i comici fanno con gli autori che scrivono loro le battute. Quando vediamo Crozza o Bisio mica ci importa se le battute sono tutte scritte da loro o meno. Gino e Michele, Serra, Benni per quanti comici hanno scritto? Sono d’accordo con Luttazzi che l’accusa è pretestuosa e che la destra ci marcerà. Ma lui si è infilato in un cul de sac fin dall’inizio rimarcando un’originalità che sapeva di non poter difendere. Arroganza prima e autolesionismo ora. Negare, negare sempre, nel più puro spirito berlusconiano. La finta intervista del Fatto testimonia la sua pervicace volontà di non prendere altro che è sputtanato. Potrà anche buttarla in semiotica ma lo è. Dare dei cretini a chi non capisce che la ripetizione pedissequa di un monologo di 15 minuti è una citazione mi ricorda tanto le patetiche scusanti addotte da Scajola. Comunque tornerò a vederlo volentieri, sempre che d’ora in poi non faccia la fine di Lenny e si avviti in qualche inutile autodifesa. Con un po’ di autoironia ce la può fare. Sempre che ne abbia.

  18. certo WM1, per chiarirmi: io “spero” pure che questo appoggio acritico non solo non salvi DL (né lo distrugga) ma danneggi il Fatto, perché veramente o rettificano o sono degni di Libero & c… ed è anche vero che le paranoie che ho all’altro lato, quelle di un’Italia di corrotti impuniti, per verificarsi richiedono una certa solidità di casta, mentre DL in effetti così facendo si brucia tutto attorno. diverrà così un celebre fantoccio di carnevale… e lui lo sa, è tutto nei piani della celebrità!
    no insisto con le teorie assurde perché mi colpisce davvero vedere una mente non certo sciocca fare cose tanto sbagliate e inavvertite, mi dico: ma forse ha un piano. ed è proprio per questo che non è facile denigrarlo e basta, a parte il caso sociologico è il suo livello intellettuale stesso che richiama riflessione… forse davvero in lui c’è un urlo che vuole morire.
    del resto spesso parla apertamente di atti suicidàli, ne parlava già quando chiamò Travaglio, adesso ci ammazzano, cose così…

  19. @ opopomoz: ti ringrazio della risposta, mi sa che forse non mi “ho” spiegato. La faccenda Re Lear-Kurosawa la citavo proprio per questo: “copiare” i classici è universalmente ammesso, proprio perché sono classici (al di là della questione legale). Mi sembra anche che certi prestiti (finché sono tali) più “recenti” in musica-cinema-letteratura siano più ammissibili perché vanno a far parte di un tutto più integrante-rielaborato.
    In un contesto come quello della satira-umorismo il furto è [u]più grave[/u] (e non solo sul piano del copyright, che pure conta), mi pare, perché ogni battuta è diciamo così “un’opera in sé”. Questa mia riflessione è partita proprio dal fatto che – a parte poi la slavina di “toppe peggio del buco” seguenti, interviste, ripetenti, ecc. – avevo la sensazione che stesse poco in piedi fin dall’inizio la giustificazione del “i miei sono omaggi, si fa da sempre in tutte le arti”. Ma non capivo perché. (Capire mi sembra un buon modo per evitare il crucifige, anche quando uno fa di tutto per farsi “menare”).
    ps: io in compenso non sapevo chi è Harlan Ellison!
    pps: @ WM1 credo che l’unica spiegazione sia “la locura”

  20. Diciamo che è la nemesi di Doctrow, l’altra faccia della spirale sul diritto d’autore, e uno dei migliori scrittori di racconti fantascienza in circolazione (ha vinto qualsiasi cosa fra Hugo, Nebula e Bram Stoker Award). Con racconti come “A boy and his dog”, “The Beast that Shouted Love at the Heart of the World” e “I have no mouth and I must scream” mi ha impressionato. Fantasioso, sperimentale, brutale e secco.
    Quando gli toccano il suo materiale senza permesso (alle volte ha ammesso che gli sarebbe bastato il riconoscimento da molti autori, ma per qualsiasi cosa è uno che vuole che il suo lavoro sia pagato fino all’ultimo centesimo), però, diventa idrofobo. Il workshop sulla creative piracy è un esempio eclatante:
    http://www.youtube.com/watch?v=x-ozWI-Ls9Y&feature=related
    Un altro esempio è il video tratto da Dream with Sharp Teeth su cosa deve essere la professionalità per un autore:
    http://www.youtube.com/watch?v=mj5IV23g-fE
    Ellison è uno che voleva portare in tribunale Cameron per Terminator (parzialmente tratto da due suoi script per la serie Outer Limit), e che alla fine si è accordato per 75000 dollari, il riconoscimenti nei titoli di coda e 5000 dollari per tenere la bocca chiusa sull’argomento per un certo periodo di tempo. Come dice nel filmato, se Cameron fosse andato a chiedergli di usare la sua idea perché l’aveva trovata favolosa, glielo avrebbe permesso senza chiedere un soldo (alla fine neppure il vecchio zio Harlan è COSI’ cattivo 🙂 ):
    http://www.youtube.com/watch?v=DwyyJ3D3g1E

  21. sinceramente quello che più mi sconvolge di tutta questa vicenda è il modo in cui il rapporto tra Luttazzi e i suoi fan stia andando in pezzi. Nel modo, davvero, peggiore, perchè se è vero sicuramente che una parte di coloro che oggi lo condannano è composta da persone che lo acclamavano per saltare sul carro dei Paladini, su cui lo stesso Luttazzi è saltato, per l’altra parte si tratta di persone che l’hanno attivamente sostenuto in questi anni. Quelli, per dire, che divulgavano i suoi libri, che attendevano con ansia il suo ultimo spettacolo e poi invitavano gli amici ad andarci. Insomma quelli che l’hanno tenuto a galla – e anche piuttosto bene – per quasi un decennio e senza i quali sarebbe scomparso nel nulla.
    E’ vero quello che dice Wu Ming 4, un rapporto si costruisce in due. Allora mi chiedo, senza intento polemico, quale sia l’errore compiuto dai sostenitori. Forse, non pretendere un rapporto più personale con lui (quello che cercate di costruire voi Wu Ming, dedicando molto tempo a discussioni come queste e a presentazioni “informali” dei vostri romanzi -l’ultima a cui sono stata è quella al Bartleby di Bologna), grazie al quale probabilmente la spocchia e l’arroganza di cui si è dimostrato capace in questi giorni sarebbero emerse ben prima. Perchè quello che gli si rimprovera non è tanto il plagio in sé, ormai s’è capito, quanto il fatto di comportarsi in modo disgustoso dal punto di vista umano.
    Tuttavia, l’approccio emotivo è davvero sensato? Prendiamo l’esempio di Paolo Barnard. Dopo alcuni post sessisti sul suo blog iniziai con lui, come moltissime altre lettrici, un carteggio virtuale, che mi recapitò sul pc una notevole dose di insulti da cui evinsi che si trattava di un uomo avvezzo, quantomeno, alle reazioni spropositate. Questo non ha mai messo in discussione il valore del suo lavoro, ma quante (a parte me, che sono una che si offende difficilmente) dopo quel periodo hanno continuato a leggere i suoi – sempre più radi – articoli?
    Forse la verità è che non c’è una soluzione in grado di dare il necessario equilibrio ad un rapporto che si forma in un contesto in cui sono saltati tutti i meccanismi di formazione dell’autorevolezza, perchè la tv, i giornali, le case editrici, l’università sono quello che sono ecc ecc…e i nuovi meccanismi (la rete, il rapporto diretto con i fan) si dimostrano pieni di difetti forse irrisolvibili.

  22. Purtroppo non ho tempo di leggere tutta questa sfilza di commenti che pare davvero interessante, ma ho letto l’articolo che ne è derivato (quello pubblicato da Wu Ming sull’Unità e che origina proprio da questa discussione). Non so se qualcuno lo abbia detto qui dentro, ma nel caso sia già stato detto vale la pena di ripeterlo: la maggior parte dei telespettatori italiani o dei frequentatori di spettacoli di satira nei teatri (visto che di fatto è stata bandita dalla TV. E non chiamate satira quella roba della Dandini o di Crozza, per favore) non ha assolutamente la fluidità nella lingua inglese necessaria per capire battute sparate in mezzo secondo al David Letterman Show o da Carlin nei suoi spettacoli roboanti e talmente fitti di roba che è impossibile cogliere tutto da non madrelingua. E’ davvero difficile capirle in originale anche per chi ci prova davvero, come è difficilissimo capire l’umorismo pazzesco di Ali G (non so se Luttazzi abbia rubato battute anche a Ali G, ma se non lo ha fatto, peccato davvero). Averle tradotte e ricontestualizzate per lo spettatore italiano, anche se identiche all’originale, è un favore che Luttazzi ha fatto al pubblico medio di questo paese, prima che lo buttassero fuori dagli schermi, e a chi ha continuato nondimeno a seguirlo. Che ora venga azzannato perché non maneggia le dinamiche di rete mi pare di una tristezza indicibile. Una cattiveria incredibile è quella dei commentatori in rete, che una volta di più si è fatta teatro di dinamiche autoaffermative più che di diffusione di idee, come dovrebbe essere. Tutto ciò a detrimento della cultura, come al solito. Fra quello lì che scrive canzoni contro Saviano e quelli che linciano Luttazzi in rete, questo paese non ha più nulla da sperare. Siamo alla frutta.

  23. @claudia, quindi per dare speranza al Paese dovremmo chiudere gli occhi su quello che ha fatto DL e fare finta di non sentire quello che ha detto solo in base all’argomento: “c’è di peggio al mondo/volemmose bbbene/siamo tutti esseri umani/che crudeltà mettere dei gattini in una bottiglia”?

  24. triste fine anche del suo blog, senza aggornamenti, notizie, democrazia (daniele abbi coraggio pubblica tutta la merda che ti sta arrivando addosso che potrebbe avere funzione salvifica). Ora tutti con la bava alla bocca aspettano una sua parola per poterlo colpire ancora.

  25. Claudia, non viene azzannato perché non maneggia le dinamiche in rete, ma perché, per esempio, ha detto che tutte le batture di Satyricon erano originali e invece intere routines sono state prese da altri comici. E lui continua a dire che non è esattamente così, e chi lo afferma è un ignorante che non sa la semiotica (invece che un ignorante che non sa l’inglese, come forse sperava all’inizio).

  26. quel che sta dicendo claudia non è tanto che dovremmo chiudere gli occhi, ma soprattutto che DL ci ha fatto un favore… e il problema è che questa è una tesi da alcuni sostenibile, data la natura della vicenda…
    pensavo anche: la contraddizione che oggi risulta così odiosa e ambiguamente autodistruttiva, di uno che da ben prima di questo “scandalo” setacciava la rete e impediva la diffusione delle proprie battute seppur firmate (anzi peggio se firmate DL no?), e invece poi guarda eran copiate etc, nasce probabilmente come necessità di coprirsi… anzi sicuramente, dico una banalità che avran capito in molti no? un DL che esordisse oggi non oserebbe tante copiature, sotto l’occhio della rete, mica tv italiana ed edicole locali. infatti immagino non fosse così da principio, sarà andata invece che qualche anno fa ha intuito la minaccia, ed è diventato particolarmente protettivo: se le mie battute cominciano a girare in rete primopoi scoprono che ne ho copiate no una o due ma troppe, e troppo spesso le più belle.
    diomio, da quanti anni DL deve vivere questo dramma segreto?
    per dire che anche la deflagrazione dionisiaca più mitologica si ottiene per brevi passettini di ordinaria quotidiana amministrazione del pasticciaccio misero, ma anche questo è ovvio.

  27. @claudia: falsificare il proprio blog retrodatando alcuni post, chiedere la censura di alcuni video su youtube appoggiandosi al copyright delle immagini e negare l’evidenza di fronte a interi faldoni di prove raccolti e classificati non è esattamente “non maneggiare le dinamiche di rete”, dai 🙂

  28. Vabbé, dai, Vanni, ci ho provato 🙂 Io gli voglio bene a Luttazzi perché le sue lezioni sul sesso mi facevano scompisciare dal ridere. Cazzarola, qua ti rubano anche i ricordi adolescenziali…

  29. tutta questa storia mi sembra una versione dell’Avversario di Carrère, ci penso dall’inizio. quello che racconta WM1 nel commento su giap mi pare l’unica spiegazione possibile: una sintesi impossibile ma realizzata tra il desiderio di farsi beccare (e quindi di sopravvivere come uomo) coniugato alla pervicace difesa delle proprie bugie (per quindi sopravvivere come artista).

  30. e luttazzi insiste sul suo blog mettendosi ancora una volta in posizione up “il pubblico è il topolino nel labirinto per i miei esperimenti”. Accusando tutti di non capire niente, alzando una cortina fumogena di citazioni più o meno colte che dovrebbero salvarlo. Con l’ultima uscita si espone non solo al disprezzo, ma se lo incontro gli spacco la faccia, io misero e scemo topolino!!!

  31. @WM1
    scusa se posto qui invece che sul blog del collettivo (pigrizia o forse soggezione…).
    capisco solo ora in che senso intendevi il “lasciarsi prendere la mano”, cioè non nel copiare, vecchio vizio, ma nel rispondere ai dubbi con reazioni sempre più pericolosamente autodistruttive… se stavolta ho capito bene, direi che è fatale, dato che con gli anni sono aumentati i sospetti e le richieste di chiarire l’impossibile, e dato che rinunciare all’etichetta di genio non è un passo diverso dall’ammettere che la tua laurea, anzi le tue sette lauree, sono tutte false (tranne una via: divulgatore, ma con troppi meno meno di seguito a quel punto) come non mostrare sempre più il fianco?
    la mia compagna, è psicologa, e non conosceva quasi nulla di DL, ieri sera ha visto il video e ci è rimasta di sale, giustificandomi totalmente l’interesse ossessivo che solleva una caso simile: un caso clinico da lasciare a bocca aperta.
    ne abbiam parlato per ore.
    -atteggiamenti di forte negazione del peccato, tipici di chi (cristiano frustratissimo o ex cristiano, l’ha sgamato subito) tenta di allontanare da sé e il peccato e ogni sospetto, ogni apparenza di peccatore, e più forte è l’ostentazione, più forte è in realtà la tendenza sottostante al peccato (a ciò che è vissuto come “peccato”, ovviamente)
    -cumulo di contraddizioni eclatanti, ma che se osservate da un “ignorante” appaiono al contrario una personalità di coerenza assoluta: oggi crolla il castello e ci chiediamo tutti che diavolo e come potesse tenerlo assieme, ma ieri pareva un idolo, e la risposta è nel fatto stesso: nessuno è un idolo tale, per sembrare tanto superprestanti si deve elaborare in segreto un groviglio di percorsi devianti (anti-umani, o semplicemente disonesti) e contraddittori, per apparire perfetti si deve essere pieni di cadaveri sottaciuti, sperando che nessuno mai venga a sezionarti. i : ma come? di oggi sono i: bravissimo! di ieri
    – impossibilità di ammettere la colpa, e dunque rilanciarsi della personalità in arzigogoli parascientifici che possano permettere di continuare a dirsi “io sono il migliore”, dato che l’ammissione e il confronto con se stessi e con il mondo a pari altezza sarebbe devastante, la fuga narcisistica è naturale conseguenza
    -presenza “gestalticamente” eclatante del leggìo: ma come? un virtuoso del genere che commette un errore tanto evidente, un’onta per ogni standupcomedian: il leggìo? eppure anche quello si inserisce benissimo nel discorso di WM delle sottotracce, a ripensarci visibilissime (leggìo, tempi comici, biascichìo di parole, attacchi ai colleghi, cadute di tono gratutite, moralismo…) ma tutte al tempo coperte dalla pretesa genialità. in quell’oggetto anzi si riassume gran parte della tesi di WM: un corpo-oggetto che sta lì ad autodenunciarti, ma anche a proteggerti, sia dalle insicurezze croniche, sia dal pubblico: si frappone, ti allontana, ti assicura ma appunto denuncia una sfiducia di fondo
    e poi abbiamo notato come davvero, non so se il video comparativo scelga apposta le performance più fiacche di DL, ma c’è un abisso, ma non solo per l’insincero manichino che è DL rispetto ai fulminanti originali, ma proprio per quella contestualizzazione che lui tanto vanta (e che WM4 appunto dice mancante): Carlin, un assoluto maestro e forse il comico che più mi ha fatto ridere in vita mia, perlomeno nel genere/epoca, sfrutta alla perfezione i luoghi comuni del linguaggio e delle inflessioni e delle mimiche dell’americano “medio” o “di provincia”, e così anche nelle più piccole espressioni sta mettendo in piedi un teatrino vitalissimo di mille personaggi, fa vera satira della società, ogni volta con un “we’re hungry”evoca un redneck, con “it’s fun” un militarista, o un patriota, un fanatico, con un tipico “decent people” un bigotto etc, trasformandosi in continuazione senza mai perdere il centro del discorso. Luttazzi si ripropone senza gran contesto, e così suona astratto (certo, anziché “decent people” può dire “brava gente”, ma non viene dalla stessa forza propulsiva del linguaggio e del contesto americani, e così si sgonfia, come la falena: tra moth e mosca, c’è la c che fa più ridere? ma per carità, una letteruzza che vuol salvare un castello che crolla, semplicemente fa più ridere Carlin anche solo per la lingua: “moth-fart” suona grossolano, e perfettamente contrastante eppure conforme con lo svolazzare del farfallone, una cosa leggiadra e crassa al contempo).
    DL lo ascolti e ridi forse, ma solo dopo, quando hai interpretato le parole che si è masticato, e ti sei scrollato di dosso l’innaturalezza glaciale con la quale le ha pronunciate, e hai pensato fra te e te alla battuta (l’opposto del sorriso ipnotizzato che ti infonde Carlin): e PROPRIO per questo, per lo sforzo intellettuale che bisogna fare per arrivare a “capire” le battute biascicate di Luttazzi, ecco che DL si guadagna il titolo di pensatore sopraffino. mi spiego? dato che, dopo lo sforzo di capirlo bene, arrivi a battute che, proprio anche se dette male, sono splendide, ecco che lui ti sembra il pensatore più svelto: non era lui a dirle male, eri tu che non capivi una mente tanto fina (questo ovviamente vale per alcune, non tutte le battute o scenette)
    i tempi comici, sono sballati maestro, l’han già notato tutti, e incredibilmente ieri in pochissimi (poiché “genio”)… a parte la scenetta morta del cameriere smemorato (con attrice di prestigio però)… sembra davvero che voglia nascondere il maltolto, e dunque lo rigetta in fretta e furia, se ne capisce la metà. osservando ad esempio la parabola di Izzard su Gesù tra i dinosauri, un brano breve, dal quale grazie alle pause e alla grande presenza scenica Izzard ottiene tre risate: “grawr rowr groar” (pausa che lascia tempo alla risata, ottenuta con la semplice gestualità) – “said Jesus” (pausa che lascia spazio alla seconda risata, per l’uscita paradossale) – “trying to blend in” (terza pausa e terza risata, per la spiegazione altrettanto paradossale). invece DL se ne esce con un: gror roar ror dicevagesùcercandodisocializzarecoidinosauri. bei tempi comici! proprio titpici del trafugatore… o la battuta del saloon, recitata inespressivamente e dimenticandosi di dire prima che i dinosauri hanno manine che sembrano fatte per suonare il piano, così nessuno ma nessuno ride quando DL mima oh susanna, mentre con Izzard le risate sono grandi e collettive. e mille altri esempi, dove le vere “ricontestualizzazioni” sono al massimo delle bigottaggini retrograde, come quando alla battuta di chris rock che dice “la droga si vende da sola, i dealer non vendono, la offrono” etc, DL, dopo una traduzione giocoforza poco contestualizzabile, aggiunge “quindi “tanto vale investire nell’educazione dei giovani, fargli capire cosa è pro cosa è contro”… mammamia
    statisticamente DL prende più che risate “applausi”, più a dirgli bravo che a ridere con lui (non sempre ovviamente)
    ci ha insegnato veramente molto questo caso, uno studio perfetto su ciò che non s’ha da fare nella vita, un enorme : CHI te l’ha fatto fare? al quale si risponde con un ritratto disperante… e io a sto punto, anche se continuo a stare malissimo all’idea di esser nei suoi panni, ho troppo disgusto per pormi l’idea di essere nei suoi panni. DL, spogliato da questo ruolo, diventa una maschera sì tragica, ma perché perfettamente identificabile con il narcisismo menzognero e viscido che, ora, gli leggi in volto, ma che, ieri, sembrava la sgradevole maschera necessaria per chi “rompe”. per ora mi sembra solo un pretuzzo disonesto e arrogante , come e anzi ben peggio degli altri. se un prete a me sembra quasi sempre un uomo sotto troppo mentite spoglie, DL ora mi sembra un troppo prete sotto troppo mentite spoglie.
    poi son sicuro che, se finirà davvero “linciato”, tornerò alla difesa perché mi sembrerà semplicemente un bimbo che l’ha fatta troppo grossa e ora deve pagare troppo, e il troppo scaccia il troppo, come dire…
    infatti ieri la mia compagna, dopo ore di discussione e giustificazioni psicologiche o sociologiche, messo tuttassieme, non ne poteva più di motivarlo e articolarlo, e tra le analisi continuava sempre più frequente ad affiorare il termine “unostronzo”… allora io WMianamente: “però valuta che DL è anche altre cose, è un poliedrico”…risposta: “e ci credo, con tutto il tempo libero che gli restava dal non scrivere battute”…”. lì ho chiuso, ridendomela davvero.
    e ora davvero basta perché ho martellato alla nausea.

  32. Sul suo blog Luttazzi va sempre più a fondo in difese a colpi di fumisterie ultra-tecniche, con un uso intimidatorio del linguaggio “alto”. Arriva a dire che “il pubblico è il topolino che metto nel mio labirinto”. Terribile. Ne esce il ritratto di un uomo che disprezza tutto, a cominciare da se stesso. Un uomo schiacciato sotto il peso della sua “corazza caratteriale”. La corazza è il personaggio Daniele Luttazzi; applicandovi uno stetoscopio, forse sentiremmo Daniele Fabbri urlare: – Vi prego, fatemi uscire di qui!
    Che tristezza. Gli sono arrivati tanti segnali e consigli, molti (a partire da noi, e sappiamo che ci legge) gli hanno detto: – Sforzati, sputa i rospi, liberati da questo peso e mostrati responsabile. Salva quello che può essere salvato.
    E invece un cazzo.
    Col passare dei giorni, mi sto trasformando nel suo critico più radicale.
    Per un po’ continuerà a vivacchiare, a camminare sull’orlo dell’abisso. In fondo c’è chi lo difende a prescindere perché “sta dalla parte giusta”. Sotto questo aspetto, è agghiacciante l’articolo di Roberto Faenza su “Il Fatto Quotidiano”, un giornale che a questo punto, almeno ai miei occhi, perde ogni credibilità a priori anche su altre questioni.
    C’è un nome per l’atteggiamento di chi difende Luttazzi senza farsi nemmeno una domanda: FAMILISMO AMORALE, è il rovescio speculare del linciaggio, ed è ciò su cui si fonda il Paese.

  33. (in)credibile come si oscilli nei sentimenti verso un caso simile
    poco fa nella mia videoteca di fiducia ho riferito il fattaccio: proprietario e astanti non ne sapevano assolutamente niente. mi han creduto sulla parola e han detto che verificheranno, ma tutti erano pronti anzitutto a giustificarlo.
    la cosa notevole è che il proprietario della videoteca è appassionato della materia, conosceva da anni molto bene Carlin, Hicks, Rock, Izzard etc, eppure mai una volta si era accorto di sta cosa, seppur mi abbia detto: capisco come si adattino tutti bene ai personaggi di Luttazzi. ma anch’io non è che ignorassi… ad esempio il monologo di Carlin sull’invisible man up in the sky lo conoscevo bene, anzi a menadito, da un paio d’anni però, e gli spettacoli di DL li avevo visti, ma forse troppo precedentemente per ricordarmi… però come cavolo è possibile? forse DL godeva di una sorta di visibilità invisibile? il suo personaggio era una corazza anche contro il suo personaggio stesso? roba da pazzi, da pazzi…

  34. …e scandalosa la sua difesa sul blog, disperante. no ha un ghedini perché è un ghedini…
    ma dietro le terminologie da ermeneutica letteraria scaduta da cinquantanni (prima si difende da decostruzionista e poi dà lezioni con lo strutturalismo), semplicemente, quel che dice non è vero. non fa più ridere di Emo, e non ha bisogno di ridurlo dottamente a “caratterista” per convincerci del contrario, e sbaglia i tempi e, come si vede benissimo dal video, tiene pause eccome proprio dove sostiene di non tenerne, aggiungendo poi un pessimo gongolante “era per mettervi alla prova” e infine, anche se la battuta “la gente ti si avvicina e ti dice” è arguta, quella di Emo è non meno linguisticamente arguta, non meno salto mortale che stimola il pubblico a pensare un immagine di specchi infiniti, e con “istanze attanziali” (che imbarazzo) doppiamente ricche, perché c’è l’io che si narra anche emotivamente, c’è l’altro che è sia legame che ostacolo e non mero artificio linguistico, e il pubblico è coinvolto e non messo alla gogna, ma c’è anche il difetto di tutti, attore-altro e pubblico, il cortocircuito tra tutti e tre, solo più affettuoso, non un vuoto d’io che mette in difetto tutti gli altri come fa DL… mi vien da piangere, anche perché mi accorgo che gli sto facendo da giorni una non meno odiosa controanalisi.
    (dovevo smetterla e invece mi son ridotto ormai al doppio post solitario, l’imbarazzo è totale… spero almeno che nessuno veda)

  35. Daniele Luttazzi ha detto:”Il pubblico è il topolino che metto nel mio labirinto”. Non è di gran consolazione quando sei re Groviera

  36. “Nel paese della bugia, la verità è una malattia”. Resterebbe da chiedersi perché una minoranza illuminata e smaliziata si ostina per pagine e pagine ad ignorare la lucida constatazione enunciata da un poeta italiano ed eterodosso morto ormai trent’anni fa. Se leggessimo questo lungo dibattito su un comico bugiardo immaginando di vivere nel 2500, saremmo portati a credere che la verità sia stato il valore vitale di questo campione di italiani, pur nella consapevolezza storica che si tratta appunto di una comunità minoritaria di frequentatori dell’ingegno. Sapere, di contro, che, nel tristo 2010, ogni segno nazionale pubblico e privato, è frutto di vissuti intrisi di menzogne spudorate e smentite accorate, ci prefigura l’ineluttabile destino che stiamo preparando ai nostri disgraziati figli. Dunque, grazie di esistere e di spendere senza contropartite tutta questa preziosa materia grigia per cercare di capire i moventi masochisti di questo ennesimo ballista, perché allontanate il rischio di consolarsi con l’impudenza insana della vecchia battona che, seduta nell’afa sulla bocca del basso in attesa del rosario vespertino, vede un gruppo di ragazze giovani e allegre e pensa: – Ridete pure, tanto sarete tutte prostitute.

  37. “grazie di esistere e di spendere senza contropartite tutta questa preziosa materia grigia per cercare di capire i moventi masochisti di questo ennesimo ballista”
    Grazie a te per aver capito qual era – e rimane – l’intento. Purtroppo c’è chi non lo vuole capire, e definisce il nostro articolo “evasiva chiacchiera pseudo-colta e pseudo-antropologica”. Trattasi di Guido Vitiello, che a mezzo stampa (sul “Riformista” di oggi) si prende la sua soddisfazione. Pur non dicendo granché di diverso da quello che diceva lui, ci siamo rifiutati di pendere dalle sue labbra e abbiamo osato dire che era in gioco anche altro. Cartellino giallo. La prossima volta, decreterà la nostra espulsione, e poi chissà, forse la squalifica a vita 😀

  38. E’ sempre un poco disagevole entrare in merito al caso di plagio o meno.
    Se poi si tratta di satira feroce quasi in senso unico allora oltre a provar disagio ci si sente anche dubbiosi ed oltre.
    Io per esempio ho accettato la”comicità” di luttazzi sempre con cautela mi è venuto da sorridere sempre con ritardo e dubbioso di aver capito il senso della battuta o frase.
    Ora che faccio ?
    Taccio e non mi par giusto e manco onesto che da un pezzo ormai ho riso od almeno sorriso alle feroci frasi del comico che scotta.
    Adesso se taccio o dico qualche cosa non mi sento soddisfatto e leale con me stesso
    Di certo c’è solo disagio e profondo-
    Dovrei possedere una specifica cultura per poter dire affermare parlare in mezzo a gente.
    Così non è allora torno ai tanti casi che si sono verificati nella storia del teatro o dell’arte in genere quando l’artista viene declassato od almeno posto sotto osservazione per misurarne la autenticità
    Adesso che c’è di mezzo una disdicevole lite ove sembra che il “nostro”
    abbia plagiato qualcuno ed io che sempre tifavo per Luttazzi il senza pietà mi sento un poco spogliato dubbioso e sottilmente forse tradito-
    Taccio ancora ma non so più ridere accettare come satira originale le battute e manco ridere.
    Sto fermo guardo e penso.
    Se questo sia giusto e vero non so
    Comunque mi dispiace e preferisco attendere con amarezza.
    dario.

  39. Aò paremo come quei metallari ‘gnoranti che nun cognoscono “ingio dè sailens”, se scortano agnocca effanno:
    “mazza ‘nvedi caggnocca della cuna coil” e “fappure strippà sto pezzo”
    Allacuna coil, nunce provate che miga sottutti metalari gnoranti.
    Sivve senteno i depesc mod, soccazzi.

  40. Sono (spero non troppo) in ritardo sulla discussione, ho letto tutto, ma ho un dubbio a cui è già stata data risposta ma che non riesco perfettamente a metabolizzare e rendere mio per cui chiedo a voi.
    Che Luttazzi abbia copiato è ormai lapalissiano e non cerco di difendere quello che è già stato apliamente fugato in queste e altre sedi.
    Che Carlin, pace all’anima sua, e tutti gli altri plagiati possano essere incazzato è giusto.
    Che i suoi fan siano imminchiati altrettanto per il comportamento scorretto, viscido e patetico di Luttazzi ci sta anche questo.
    Che Luttazzi sia capace di riproporre peggio del macellaio sotto casa le battute dei grandi della comicità d’oltre oceano è assodato.
    Fatte queste considerazioni, a noi pubblico, fruitore finale dell’opera, scevra da coinvolgimenti emotivi e pragmaticamente artistici (leggo la battuta invece che vederla su uno schermo o dal vivo), cosa ci cala?
    Spero sia chiaro il mio intento. In sostanza non m’interessa nulla di Luttazzi, vorrei capire più a fondo la questione sul perchè la situazione possa mutare se a dirla è Tizio invece che Carlin.

  41. Non è che se spammi in giro per l’interweb il tuo blog fatto di pseudo argomentazioni gli fai poi un grande favore al Danielone tuo, anzi…
    non fai che reiterare quella che forse in fondo è stata la sua più grande cazzata, quella di essersi giocato tutta la sua difesa sulla tesi della diffamazione e del complotto che come si evince chiaramente anche dai commenti sopra, non attacca proprio.
    credo che quando gli italiani si saranno liberati dalla mania dei complotti potranno finalmente avere anche loro un Paese normale. ma forse è come pretendere da uno schizofrenico paranoico che smetta di sentire le voci…non è così semplice! in fondo è bello credere ai complotti, hai sempre una risposta per tutto, ogni cosa assume un senso all’interno di un disegno più grande e a suo modo coerente, è una specie di masturbazione esistenziale, ti senti anche intelligente perchè a te non la si fa, tu hai la Verità! E poi niente e nessuno ti deluderà mai perchè tutto ha il significato che gli dai tu e tutti sono quello che tu vuoi che siano, buoni o cattivi, partecipi del complotto o vittime, a seconda.
    Comunque l’aggiornamento al 10 novembre 2012 è che L. non solo non ha chiesto scusa di niente, neanche per averci trattati tutti come dei coglioni ignoranti, anzi continua a far cancellare i vari video che vengono uppati in ogni angolo della rete che riguardano la vicenda. Complimentoni! Io, devo dire la verità, in tutta sta faccenda mi sento più che altro un pò ferito nell’orgoglio, perchè ho scambiato per una persona molto intelligente una che invece evidentemente tanto intelligente non è. Disgustorama!
    E infine, e mi levo di torno, è come per la storia del calcio scommesse, quando guardi una partita hai sempre il dubbio: non sarà truccata? ecco adesso se dovessi riguardarmi uno spettacolo di L., che pure amavo molto, non farei che pensare a quanto è piccolino e meschino come persona e riderei lo stesso, probabilmente, ma sempre un pò amaro.

  42. Cosa hai tirato fuori…
    Me la ricordo questa discussione. Fu molto appassionante, ancorché triste.
    Di fatto le previsioni di alcuni di noi si sono avverate. Luttazzi ha fatto harakiri. E la sua carriera è finita due anni e mezzo fa.
    A prescindere da questo, è stato un momento spartiacque per quanto mi riguarda nella realtà telematica. Per assurdo, se la notizia di plagio fosse uscita in televisione o su un giornale non avrebbe avuto questa forza dirompente. E probabilmente Luttazzi sarebbe ancora lì.
    Proprio la sua comunità, che il comico ha coltivato all’esasperazione, ha messo in piedi un baccanale e ha straziato il proprio capo.

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