DUE LIBRI PER UN LUNEDI'

Ho letto un romanzo bellissimo, pubblicato da una casa editrice piccola e meritevole, Controluce. Il romanzo è di una scrittrice giapponese, Mayumi Hattori, si chiama L’oscurità e la luce e maneggia con delicatezza e crudeltà la materia del mito: quello di Tiresia, in particolare, che fu donna e fu uomo prima di avere il dono della profezia. E della cecità.
Il piccolo Tiresia, qui, parla con la voce di Reia, una bambina cieca che all’inizio della storia ha fra i tre e i quattro anni, e impara a conoscere il mondo attraverso il ricordo  dei colori, attraverso il suono delle voci  e attraverso la punta delle sue dita. Reia è prigioniera e le uniche presenze che le sono a fianco sono quelle di suo padre e della sua custode, la feroce Dafne: suo padre è un re, i nemici lo circondano e Reia non può uscire dalla sua stanza. Eppure, grazie al padre, la sua istruzione e la sue educazione alla bellezza saranno straordinari: Reia imparerà a scrivere, a disegnare, a suonare il pianoforte. Ascolterà Bach e conoscerà i quadri di Botticelli. E soprattutto si nutrirà di libri: dapprima attraverso le audiocassette, poi attraverso le dita. E con le parole di Delitto e Castigo si rivolge ai suoi interlocutori.
Quando compie tredici anni, tutto cambia. Reia viene lasciata da suo padre in un cimitero, viene ritrovata dalla polizia, portata in ospedale. Verrà operata e le sarà restituita la vista. E scoprirà di essere un maschio, rapito ai suoi veri genitori e racchiuso in una favola. Eppure, la nostalgia di un mondo fatto di arte peserà su di lui, fino a spingerlo a cercare il suo rapitore. Mi fermo, ma consiglio caldamente: per la grazia e la forza con cui la storia viene narrata, senza un alito di autocompiacimento nonostante la maestria con cui la scrittrice cambia registro man mano che Reia/Rei cresce.
Seconda segnalazione, in ritardo: Di tutti e di nessuno, di Grazia Verasani. E’ una storia che si potrebbe, e si può, definire in molti modi, e che può essere approcciata prendendo la via del genere o quella della denuncia. A me è sembrata soprattutto una storia autunnale, dove i cambiamenti si rivelano inevitabili, e dove con la malinconia occorre fare i conti: questo, a mio parere, è il tema più importante, e non rende il romanzo meno bello. Anzi.

5 pensieri su “DUE LIBRI PER UN LUNEDI'

  1. Urca Loredanerrima, ma mi sa che te ci hai un flirt massiccio coi giapponesi eh:) Io ci ho anche avuto un bel po’ di amici nipponici – nel senso de veri e in carne e ossa, ma mi rimangono stranissimi. Quando scrivono pure – uno dice Murakami – ma Murakami è un giapponese un pocarello addomesticato – imbevuto come di occidente, a me pure piace molto. Quanto è giapponese questa signora scrittora? Il libro mi pare interessante- e naturalmente un po’ aproposito.
    Forse meglio di Middlesex, tanto tanto gradevole, ma che in tema di intersessualismi mi lasciò perplessa.

  2. Non sono convintissima che Murakami sia così addomesticato 🙂 Non dopo Kafka sulla spiaggia. Zaub, più che flirt con i giapponesi, molta curiosità per le scrittore orientali, questo sì: per la pazienza con cui costruiscono la narrazione, e per la forza che riescono a imprimerle a dispetto dell’apparente compostezza.
    Il libro è bello, a prescindere: consiglio.
    Gianni: esatto. intendevo la parola autunnale in questo senso.

  3. Zaub rivelerotti un segreto antico che custodisco gelosamente da anni.
    Dama Lipper vola ogni settimana in Giappone per testare le katane di Hattori Hanzo. E’ nota come Death Lippa.
    Voci narrano che abbia ispirato “Berserk” e “Cowboy Bebop” e soprattutto che registrò l’audiocassetta col Sergeant Pepper’s che passò a Murakami a Mykonos nell’86.
    Insomma c’ha il passaporto giapponese e alla dogana di Tokyo passa assieme ai diplomatici.

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