CATTIVI PENSIERI

Qui trovate il video di Domenica 5 sugli stupratori di Montalto. E’ orribile: fuori e dentro lo studio. Fuori, perchè rispecchia una realtà, niente da dire. Dentro, perchè strumentalizza a fini spettacolari questa stessa realtà.
Qui sotto trovate l’articolo di Massimo Fini uscito due giorni fa su Il fatto quotidiano. Il titolo è Preferisco il Burqa. Personalmente preferisco un po’ di silenzio: perchè a dispetto di alcune verità che nell’articolo sono contenute, i toni son quelli che sono e preannunciano il riassorbimento mediatico della”questione femminile”. Come temevo.
Sono d’accordo con l’appello pubblicato da Repubblica (“Quell’uomo ci offende, fermiamolo”) lanciato da Michela Marzano, Barbara Spinelli, Nadia Urbinati contro l’uso che Silvio Berlusconi fa del corpo della donna e della donna stessa. E come non esserlo? Ma Marzano and company sorvolano pudicamente sul “lato B” della questione. Che ha due aspetti. Il primo è che non ci sarebbero corruttori se non ci fosse chi è disposto a farsi corrompere. Il secondo trascende lo squallore di Berlusconi e delle sue girls ed è più generale. In questi decenni il femminismo ha battuto sempre e solo il chiodo del ricatto maschile sui luoghi di lavoro, che c’è, naturalmente, ma non si è mai occupato di quello che nel mio “Dizionario erotico” ho chiamato il “Fica Power”, cioè del potere di cui molte donne (che nelle relazioni sessuali, a parità di condizioni, si trovano in una posizione di grande vantaggio perché il maschio, per ragioni antropologiche poi diventate culturali, si trova dalla parte della domanda) fanno uso, strumentalizzando il proprio corpo, per fare carriera e ottenere altri inammissibili vantaggi, nelle aziende, nello spettacolo, in TV, nel giornalismo e in ogni luogo di lavoro (forse solo il teatro fa eccezione, perché in teatro la prima attrice può essere anche l’amante del regista ma se è una cagna le sale sono vuote). Ma del “Fica Power” non si può parlare. È il tabù dei tabù. Un’intollerabile offesa all’immagine della donna che nel nostro mondo è ridiventata, come nell’Ottocento ma per motivi diversi, un essere angelicato, mondo da ogni zuzzura. La donna è sempre vittima. Invece è anche carnefice. E quelle che utilizzano il “Fica Power” lo sono innanzitutto nei confronti di tutte le altre donne che sui luoghi di lavoro si comportano con correttezza, perché ne ledono i diritti (alle pari opportunità) e ne mortificano le legittime ambizioni.
Le professioniste del “Fica Power” sono di gran lunga peggiori delle prostitute da strada e persino delle escort. Perché mentre queste sono dichiarate e si assumono la responsabilità di essere ciò che sono, le prime, oltre a trarre vantaggi ben più consistenti di 300 o 1000 euro, agiscono in modo occulto, subdolo, indimostrabile. Sono puttane che non possono nemmeno essere chiamate tali.
Infine “l’uso del corpo della donna” non l’ha inventato Berlusconi. Sono decenni che in Occidente noi vendiamo questo corpo a pezzi e bocconi, come quarti di bue in macelleria, nelle nostre pubblicità, nei nostri giornali, nei nostri film. E su questo aspetto, care Marzano, Spinelli, Urbinati, non ho sentito da parte vostra e più in generale del femminismo che qualche vagito. Business is business.
E abbiamo anche l’improntitudine di indignarci, di scandalizzarci, di fare il ponte isterico, di gridare alla lesa democrazia quando, presso altri popoli, di cultura diversa dalla nostra, che hanno un’altra concezione della dignità della donna, si vietano show che strumentalizzano il corpo femminile. Preferisco il burqa

37 pensieri su “CATTIVI PENSIERI

  1. L’ipocrisia e la debolezza del primo argomento “non ci sarebbero corruttori se non ci fosse chi è disposto a farsi corrompere” mi basta per non arrivare a leggere il secondo. Sono sicuro che non mi sono perso nulla.

  2. Loredana, mi spieghi perchè stiamo parlando di una persona che ha un bisogno disperato di attenzione? E ripropone la vecchia, logora, visione della donna tentatrice, omettendo il testosterone power “tu me la dai altrimenti non vai da nessuna parte”, vetusto anche questo concetto.
    Perchè parliamo di persone che non portano dati oggettivi, studi con statistiche?
    Che chiudono i pezzi con frasi a effetto “Preferisco il burqa”, certo, perchè non lo indossi…
    Perchè non li ignoriamo amabilmente?
    Nel triste panorama nostrano ci mancano solo i talebani italioti che vedono fighe dentate, pronte ad aggredirli, ovunque…
    Leggendo il pezzo mi veniva da ridere al pensiero del trauma profondo che vive questo signore.
    Ragazzi, è un dramma pagare un analista a vita…

  3. Il personaggio ha la sindrome della vagina dentata!
    Probabilmente il suo analista è disperato, difficile farsi venire buone idee per articoli che “spaccano”

  4. Il personaggio e la sua posizione non sono per niente eccezionali, purtroppo. Anzi, la sua posizione riflette una mentalita’ diffusa.
    Il problema e’ una miopia di fondo secondo cui certe scelte o l’esercizio di un certo potere avvengono sempre in condizioni di assoluta liberta’ e di parita’ tra uomini e donne. Mi immagino che il ricorso al “super potere” di cui sopra alcune volte sia fatto in piena liberta’, ma per il 90% delle volte no.

  5. Ih che articoletto originale! Che argomentazioni sopraffine! Concordo clinicamente con la battuta di Alessandra, ma tristemente con la domanda della Lipperina: perchè il fatto lo pubblica?
    Io però tutte ste grandi vrità nell’articolo non le vedo. Il passero power è un grande mito, non si arriva a comandare mai, si arriva sempre a sembrare di comandare stando appresso ai fili di un altro. Ma certamente ci sono degli uomini con così scarso amor proprio che anche quella per loro è “carriera”.

  6. Max, la mia dolce metà, dice, sempre: “I quotidiani hanno un numero di pagine fisso, tutti i giorni. Con qualcosa dovranno pur riempirle”

  7. La fica power.
    Che belle parole. Mi viene sempre in mente Moretti in “Caro Diario”…
    Ma aldilà di questo, nonostante il nome terribile, è una di quelle idee deleterie diffuse.
    Non sempre, però, su questi livelli. La carriera, i soldi, il potere.
    Si sta insinuando nel maschio in crisi, la convinzione che realmente la donna sia in netto vantaggio su di lui. Non sto parlando di maschi cerebrolesi, fascistoidi, o che. Parlo anche di quozienti intellettivi non offendibili.
    Vado per slogan.
    “La donna oramai si è emancipata. Va a lavoro, fa la sua carriera, non ha più bisogno di un partner fisso, se vuole un figlio si trova un pischello con cui farlo e poi lo molla quando gli fa voglia”.
    Slogan che ho ovviamente sentito anche tra le femmine.
    Ecco questo è la versione vulgata e popolare del ficapower. Tremenda, terribile, quanto si vuole.
    Ma io sono d’accordo che Loredana ne faccia parlare.
    Il punto è sempre: come si arriva a queste idee, a codeste percezioni che – almeno in Italia – sono false?
    Altrimenti diventa impossibile contrastarle…

  8. Necessità di riempire le pagine? Perchè allora non viene dato spazio a notizie come questa? Perdonatemi se mi permetto un’autocitazione, ma davvero vorrei raccogliere opinioni al riguardo:
    http://www.articolo21.info/5977/editoriale/le-belle-storie-che-non-fanno-notizia.html
    Il problema è che dietro la pubblicazione c’è una scelta, e dietro ogni scelta un’ideologia (più o meno consapevole), ossia una visione del mondo (si diceva una volta). O no?

  9. Curioso… vedo una certa reazione da dentino avvelenato. In tutti i commenti ci sono critiche rivolte alla persona di Massimo Fini, quasi una aggressione verbale, ma poche critiche alla sostanza di quanto c’è scritto. Che è robetta banale, ma tristemente vera. Il fatto che la sua posizione rfletta una mentalità diffusa, non rende meno vera la questione. Le donne (per essere chiaro, le donne nella cosiddetta società occidentale) non sono solo vittime. Sono anche carnefici. La fica power è una realtà: che poi gli effetti si rivelino nefasti per le donne, è dovuto al fatto che ogni froma di potere alla fine è nefasto per chi lo manifesta. Molte donne hanno posizioni di potere esplicito nella società, e con il tempo ce ne saranno sempre di più. Ma questo non cambia la triste realtà della guerra tra i sessi, che esiste e non l’ha inventata Massimo Fini. E le guerre o si vincono o si perdono. Ma questa guerra in particolare, la perde sempre chi vince. Le fighe dentate esistono, mie care, e sono molto più numerose di quanto vorreste ammettere.

  10. Un articoletto inconsistente, in quanto a riflessioni,argomentazioni, e dati. Uno che scrive di “fica power”, di “cagne”, di “puttane”, e di “donne carnefici” non dovrebbe neanche essere pubblicato.
    Il tipo parla tanto di signore che usano il proprio corpo per fare carriera. Ma dove sarebbero tutte queste donne?
    Di certo non nei cda delle aziende, dove ci sono quasi solo uomini, e neanche in politica, visto che nel nostro parlamento c’è un’assenza cronica di donne.
    Insomma, tutte queste donne in carriera io non le vedo, purtroppo. E quelle poche che vedo hanno dovuto lavorare duramente, cercando di conciliare faticosamente gli impegni professionali con quelli privati.
    Poi, dev’essere necessaria molta rabbia per parlare di donne “carnefici”, quando ogni giorno ci arrivano notizie di femminicidi.
    La rabbia si legge tra le righe, l’aggressività dei termini utilizzati è palese.
    Chissà come mai tutto questo livore contro le donne.

  11. Siamo distratti, Massimo? Mi sembra di aver premesso che c’erano delle verità nell’articolo di Fini. COndivido assolutamente che le donne non siano sempre innocenti, e trovo sbagliatissimo insistere su questo punto (la rosa bianca delle Pari Opportunità, per dire), perchè in questo modo non si fa che ribadire un innatismo pericoloso. Persone, non generi sessuali.
    Ma negare che ci siano comportamenti femminili indotti da un Sistema che femminile non è affatto è, perdonami, da sciocchi. Oppure è malafede provocatoria.
    Raffaella: passi per l’autopromozione, ma pure la predica? 🙂

  12. Finito ora di leggere l’articolo di MF e per una specie di automatismo, mi è venuta in mente una fulminante battuta di Doctor House:” Oooh grazie, eravamo a corto di luoghi comuni!”.
    @Ekerot: mi sa che il film di Moretti a cui alludi è *Palombella rossa* :”Ma come parla? Le parole sono importanti. Chi parla male vive male”.
    Oppure sbaglio?

  13. Vabbè, la prossima volta cerco altre “notizie” che non non diventano notizie che non mi coinvolgano 😉
    Il problema resta, però. Secondo te i giornalisti sono mediamente consapevoli di lavorare “dentro” una certa visione del mondo? E’ una domanda e non una provocazione, vorrei davvero la tua opinione.

  14. Non mi pare di avere negato che ci troviamo in un sistema essenzialmente maschilista al quale le donne, storicamente, si sono adattate come meglio potevano. E non mi sogno certo di affermare che questo sistema è giusto. Aggiungo anzi, che il carico di infelicità creato da questo sistema ha delle ricadute non indifferenti anche sui maschi che dovrebbero esserne teoricamente avvantaggiati. L’alternativa tra essere sciocchi o in malafede, mi spiace, te la rimando al mittente.
    Ho solo constatato i malumori scatenati dall’articoletto di Fini. Mi sarei aspettato commenti un po’ più articolati. Tra l’altro Fini provoca abbastanza frequentemente reazioni di questo tipo, forse perché se ne frega del politically correct. Non che lo difenda, mica mi è parente, ma è meglio un Fini che uno dei tanti maschietti che fanno finta di fare i femministi. E’ meglio non fare finta e prendere coscienza del divario uomo donna che è biologico e culturale. Tra le varie sciocchezzuole di Fini c’è anche la descrizione del maschio come “fuco malinconico votato alla morte”. La donna è un essere-per la vita, l’uomo è un essere-per la morte, con la vocazione all’astratto, alle cose senza vita, un cazzone, essenzialmente, che ha creato una società votata all’autodistruzione. Questo, in soldoni, il Fini-pensiero, che, condivisibile o no, non mi pare eccessivamente maschilista.

  15. Massimo, sarò vetusto, ma ti dirò che neanche essere paragonato ad un fuco malinconico votato alla morte mi sembra poi sto grande pensiero.
    Dal nome ne evinco che sei della mia sponda. E allora, vai davanti allo specchio e ripetiti che sei un fuco.
    Francamente non penso sia un pensiero produttivo.
    La disamina di Fini è proprio in questa dimensione di sterilità. Che me ne faccio di queste osservazioni?
    Oramai, mi pare, si è opinato a sufficienza. Bisogna proporre delle strategie. Almeno questo mi aspetto da un editorialista che scrive su un giornale. E che è un minimo informato. Oltretutto, la spiegazione del fica power mi pare d’una superficialità disarmante. Che vuol dire?
    Nei fatti concreti, che vuol dire?

  16. Perche’ il Fatto lo pubblica? Perche’ Massimo Fini e’ un loro collaboratore fisso, credo. Purtroppo il tipo ha di queste ossessioni ambigue e pericolose. Credo anch’io che dietro tutto questo livore per la donna ci sia qualcosa da indagine psicologica.
    Un conto e’ la complicita’ della vittima con il carnefice, un conto il potere, che e’ altra cosa.
    Anche gli schiavi a Roma, per dire, manovravano per crearsi posizioni privilegiate. Ma sempre schiavi restavano. Al massimo liberti. Magari ricchi e di prestigio, ma sempre inferiori. Cosi’ e’ per le donne all’interno di un sistema di potere permeato di valori maschili o maschilisti.
    Come giustamente dice Smilla, tutte queste donne di potere non si vedono in giro, al massimo si vedono donne che sanno approfittare di una situazione o tentare di sfruttare/accentuare i doni di cui le ha fornite madre natura. Ma sempre per un ruolo, al massimo, subalterno. E poi, al primo calar di palpebra e afflosciarsi di curve, alle prime rughe da prugna secca, lifting o no, a meno che non siano furbissime e abilissime sono rapidamente sostituite da carne piu’ fresca.
    E che razza di potere sarebbe, questo? Le femme fatales esistono quasi solo in letteratura, in qualche vicenda di cronaca nera o rosa, o nelle ossessioni di qualche mente maschile. Al massimo riescono a farsi ammazzare il marito o ad arricchirsi sposando miliardari.
    Comunque il Fatto ha dato molto spazio alla questione di Montalto, e dato voce alla vittima e alle proteste delle donne del PD che chiedono le dimissioni del sindaco. D’altro canto c’e’ una intervista alla Serracchiani che, se autentica e non manipolata, e’ di una cautela e di un garantismo raggelante. Priva di anima.

  17. Io sono profondamente offesa da quello che ho visto (purtroppo in diretta tv) su Montalto. Sembrava di vedere gli hooligans allo stadio…
    Ma come si fa a difendere certa gente? Viviamo ancora nel medioevo, accidenti!

  18. Dunque, per Fini le donne schiavizzerebbero gli uomini col potere della loro passera. Non c’è grandezza nel nostro pur geniale complotto: comunque e sempre, stiamo tutte in quel fazzolettino di pelle.
    E adesso però Fini ci dovrebbe indicare quale sarebbe la cupola del Fica Power italiano. E se mi cita qualche ministra rido.

  19. Allora – do ragione almeno per quel che concerne il mio commento a Massimo sulla questione degli insulti alla persona. Per quanto la sindroma della topa dentata sia un costrutto accreditato e probabilmente diagnosticabile non è il caso di tirarlo in ballo. Sono la prima a non amare questo tipo di richiami e me ne scuso.
    Resta un problema che non è compreso – una misconoscenza da psicologia d’accatto. Tipica delle reazioni alla critica al maschilismo.
    Si mischia cioè struttura sociale a strutture psicologiche, e si fa credere che certe forme psicologiche sono un’invenzione della struttura sociale. La passera dentata, la fica sottomessa, il cazzone altone, e il cazzetto timido – questi ruoli nei giochi di potere della relazione esistono da sempre in qualsiasi forma culturale. Fior di passere dentate hanno attraversato la corte di Re Sole, e cazzi timidissimi e incerti hanno scritto poesie già nel Medioevo. Per non tacere di quelli che non rimangono nella storia, gli uomini e le donne comuni. Sono strutture queste perenni e umane, che non dimostrano niente in termini di maschilismo il quale non riguarda tanto le singole situazioni psicologiche, ma le forme simboliche, gli equilibri economici e storici e sociali: al momento attuale, le passere ricattatorie di cui parla l’articolo giocano in questo quadro, e dunque non sorprendono nessuno, nè noaltre passere relativamente pacifiche e anzi diciamo Passere Montesquieu, cioè che comprendiamo anche altri poteri quali quelli der cervello, non è che non le critichiamo. Si fa un discorso ampio, a cui questo articolo non ci sembra aggiungere niente.
    Ahò se ho svagellato ditemelo.

  20. Io non lo so se hai svegellato, però sono d’accordo con te sul fatto che il maschilismo “il quale non riguarda tanto le singole situazioni psicologiche, ma le forme simboliche, gli equilibri economici e storici e sociali: al momento attuale, le passere ricattatorie di cui parla l’articolo giocano in questo quadro”.
    Riguardo all’articolo di Fini, boh, mi pare un macinino di luoghi comuni millenari. Già ci ha scritto sopra un libro e, se non ricordo male, se ne è parlato pure qua. Viva la libertà di stampa, per carità, ma non riesco proprio a capire perché ‘Il fatto’ lo abbia pubblicato.

  21. Ragazze,
    invece io non me la prendo con i simboli, ma me la prendo con lui che nel suo articolo, largamente ragionato, incarna la somma di tutti i simboli.
    Basta, basta essere sempre corrette, chi scrive certe cose deve prendersene la responsabilità.
    Ma cosa vuol dire Preferisco il burqa? Quel signore, non un signore a caso, ha idea di quante donne siano costrette a indossarlo? Ha una vaga idea di cosa rappresenti una grata sulla faccia?
    A me non danno fastidio tutti gli uomini, a me da fastidio lui, quando usa frasi “mondo da ogni zuzzura” “La donna è sempre vittima…”
    Lui dà voce a una marea di luoghi comuni e non mi interessa quanti uomini rappresenta.
    I toni da barbiere usati in questo articolo sono i suoi e sempre lui ha problemi con il genere femminile. L’articolo trasuda astio, livore, ma è suo non “degli uomini”.
    Al limite potrebbe interessarmi sapere che traumi ha avuto.

  22. Alessandra C io amo la correttezza politica, anche se temo di non esserci portata per carattere – sicchè sto sempre a fa avanti e indietro. Ma trovo le attenzioni più utili della loro mancanza. Per una serie di questioni, la prima delle quali è il rischio del collasso dialettico ner “faccia da cipolla, faccia da zucchina” e non so te – io ci ho mejo da fa. La seconda questione è che se relativizzo alla psicologia di un soggetto quello che lui dice – sarà assolutamente legittimo subire il contrario, come è effettivamente possibile e scientificamente praticabile, in contesti appunto psicologici e diversi da questo, in questo si ricade nella versione chic del faccia del “cipolla faccia da zucchina”: te la pensi così perchè ci hai l’edipo infeltrito te cosà perchè la tu mamma ci aveva l’attaccamento de marmo.
    Ossia.
    Auspichiamo che Massimo Fini si procuri n’analista bravo nel nostro intimo – ma in sede di discussione concentriamoci su quello che dice. Con il che sono d’accordo con il resto del tuo post specie la questione burqa.

  23. Proviamo a cambiare punto di vista:
    l’uomo debole e vittima dei suoi bassi istinti che non ha la capacità di salvarsi dalle vessazioni sessiste della donna (intesa non in senso totale ma come carne prepotente)
    l’uomo che per difesa preferisce allora coprire quel corpo tentatore (che è proprio lo scopo del burqa islamico: vedi L’Infedele di Ayaan Hirsi Ali), dimostrandosi nuovamente debole e incapace di controllarsi razionalmente,
    insomma, più che fica power parlerei di uccello-mind
    e qui si chiude il cerchio: da Adamo ed Eva l’evoluzione è stata zero.
    volete una vagonata di luoghi comuni a immagine e somiglianza dei sopradetti: non è il ladro che sbaglia, è chi ha troppe ricchezze che lo tenta (olè).

  24. A differenza di Zaub io non apprezzo il politicamente corretto che, per come lo intendo io, non vuol dire mancanza di attenzioni.
    A Massimo Fini ho dedicato, a malincuore, il secondo paragrafo del mio commento.
    Il primo, in cui citavo pari pari Zaub (che forse ho interpretato male, non lo so) era per dire che se certi comportamenti non si inquadrano nel contesto di potere in cui avvengono forse non si va molto lontano nella comprensione.
    Se, in questo momento storico, facessimo compiere al nostro assetto sociale un ribaltone, qualitativo e quantitativo, in modo tale che i ruoli rivestiti dagli uomini fossero rivestiti dalle donne e viceversa, pensate che Massimo Fini avrebbe scritto lo stesso articolo, sugli stessi temi, con lo stesso tono?

  25. Mi spaventate, perché senza entrare minimamente nel merito delle argomentazioni vi scagliate contro la persona-Fini con furore, quello sì, talebano. E mi spaventate perché voi siete donne di potere, scrivete su giornali nazionali e non mi pare vi siate mai mosse contro il vergognoso ostracismo di cui Fini era vittima. Scegliete sempre bersagli meno potenti di voi (fumettari, giornalisti rigorosamente in disgrazia), e scomunicate. Mi fate paura.

  26. Angelo sarai mosso pure da buone intenzioni, ma mi pare tu abbia proprio sbagliato campo da gioco, se non sport.
    Ecco le parole di Loredana Lipperini – la donne di potere.
    Qui sotto trovate l’articolo di Massimo Fini uscito due giorni fa su Il fatto quotidiano. Il titolo è Preferisco il Burqa. Personalmente preferisco un po’ di silenzio: perchè a dispetto di alcune verità che nell’articolo sono contenute, i toni son quelli che sono e preannunciano il riassorbimento mediatico della”questione femminile”. Come temevo.
    O mio dio quanto so’ talebane ste parole!!!
    Fini ne esce ricoperto di insulti e infamie. Alla persona, poi!
    Ieri mentre scendevo in piazza, ho visto una statua. Era Massimo Fini e c’era la dedica: “Giornalista rigorosamente in disgrazia”.

  27. Angelo,
    non sono io ad aver scritto su un giornale nazionale che preferisce il burqu alla troiaggine.
    Il gioco è un po’ troppo facile, scrivere per un giornale nazzionale, proporre una tua versione della storia e per giustificare le tue motivazioni affermare che si tratta di un tabù. Un tabù condiviso da molti uomini, ma inconfessabile.
    Scusa ma messa così non ti sembra che chi firmi l’articolo non fi proponga, spontaneamente, come il paladino di tale pensiero?
    Per questo motivo continuo a ripetere, io non nulla contro gli uomini e neache contro la moltitudine silenziosa del pesiero condiviso. A me inquieta Fini che senza riportare lo straccio di un dato (es la percentuale di donne mercenarie che usando il loro corpo sono arrivate nei consigli di amministrazione delle grandi industrie italiane) afferma che esiste il “Fica Power”.
    Per intenderci la quota di dirigenti donne resta inchiodata all’8,5% . Nel conto rientrano anche le azziende di famigla, troppo incesto power

  28. Non mi pare che nel post ci sia niente di offensivo nei confronti della persona Fini. Nei confronti del suo articolo, invece, le critiche sono state dure, è vero. Ma questo è nella natura della dialettica, non si può gridare alla vittima ogni qualvolta qualcuno esprime un parere non condiviso e, a parer mio, non condivisibile.
    E poi, ripeto, secondo me sarebbe più produttivo cambiare il punto di vista: non intignarsi sul rapporto tra sesso e potere (perchè non allora soldi e potere, nazionalità e potere, status sociale e potere ecc. ecc. ecc.?), ma sul rapporto tra potere e sesso.
    E poi ognuno può continuare a fare spremute di livore, come vuole. A lui le pagano, oltretutto, buon per lui. Ma che poi una debba pure applaudire le scemenze che dice, no, scusate, è troppo davvero.

  29. Perchè anche il burqa non sarebbe un simbolo di schiavitù della donna inventato dall’uomo?
    Non c’è un modello alternativo di liberazione femminile?
    Se non c’è propongo la figa dentata come un bel film che ho visto tempo fa!

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