ECO, RENZI, I GETTONI E L'APPIATTIMENTO SUL PRESENTE

“… rischia di nascere una generazione interessata a conoscere solo il presente. Qualche tempo fa un amico mi ha detto, un po’ provocatoriamente, che rileggendo il mio romanzo “Il pendolo di Foucault” si era ritrovato stupefatto di fronte alla descrizione di un telefono a gettoni. Aveva dimenticato che un tempo per telefonare fuori casa esistevano le cabine! Ecco, questo è un buon esempio di appiattimento culturale sul presente. Non è che il mio amico avesse dimenticato in senso assoluto, ma aveva come disattivato quel particolare ricordo, perché incompatibile con un presente al quale tendiamo ad aderire in modo eccessivo.
E se per alcuni questo porta all’oblio del passato, per altri – per i più giovani – porta all’assenza di interesse per ciò che è stato. Non so quanti giovani oggi saprebbero dire quando sono arrivati i cellulari, ma sono pronto a scommettere che molti si troverebbero in grande difficoltà anche solo a figurarsi un’epoca in cui simili aggeggi non esistevano”.
Umberto Eco, il resto dell’intervista qui, a chiosa di quanto affermato dal premier alla Leopolda. L’assenza di interesse per ciò che è stato non si riferisce evidentemente solo ai gettoni, ma allo stesso concetto di diritto. Auguri a noi.

14 pensieri su “ECO, RENZI, I GETTONI E L'APPIATTIMENTO SUL PRESENTE

  1. Lasciando un attimo da parte Renzi, per quanto riguarda il telefono mi accorgo con un certo sgomento che anch’io sento il passato cambiare.
    Il Giovane – ‘Ma come facevate, che so, a organizzare una serata così, col telefono fisso, che non si sapeva mai chi chiamava e se uno era uscito non lo beccavi più?!?’
    Il Mezz’età – ‘Ehi, noi ci sapevamo organizzare, altro che perdersi un bicchiere d’acqua. Ci riuscivamo benissimo!’
    Il Giovane – ‘Però, che figata! Vabbè, ciao’
    Il Mezz’età, rimasto solo: ‘Ma davvero, come facevamo? Mi sembra impossibile…’

  2. Una nota dello “Zibaldone” del 10 settembre 1826 già si occupava della questione.
    “Se una volta in processo di tempo l’invenzione p.e. dei parafulmini (che ora bisogna convenire esser di molto poca utilità), piglierà più consistenza ed estensione, diverrà di uso più sicuro, più considerabile e più generale; se i palloni aereostatici, e l’aeronautica acquisterà un grado di scienza, e l’uso ne diverrà comune, e la utilità (che ora è nessuna) vi si aggiungerà ec.; se tanti altri trovati moderni, come quei della navigazione a vapore, dei telegrafi ec. riceveranno applicazioni e perfezionamenti tali da cangiare in gran parte la faccia della vita civile, come non è inverisimile; e se in ultimo altri nuovi trovati concorreranno a questo effetto; certamente gli uomini che verranno di qua a mille anni, appena chiameranno civile la età presente, diranno che noi vivevamo in continui ed estremi timori e difficoltà, stenteranno a comprendere come si potesse menare e sopportar la vita essendo di continuo esposti ai pericoli delle tempeste, dei fulmini ec., navigare con tanto rischio di sommergersi, commerciare e comunicar coi lontani essendo sconosciuta o imperfetta la navigazione aerea, l’uso dei telegrafi ec., considereranno con meraviglia la lentezza dei nostri presenti mezzi di comunicazione, la loro incertezza ec. Eppur noi non sentiamo, non ci accorgiamo di questa tanta impossibilità o difficoltà di vivere che ci verrà attribuita; ci par di fare una vita assai comoda, di comunicare insieme assai facilmente e speditamente, di abbondar di piaceri e di comodità, in fine di essere in un secolo raffinatissimo e lussurioso. Or credete pure a me che altrettanto pensavano quegli uomini che vivevano avanti l’uso del fuoco, della navigazione ec. ec. quegli uomini che noi, specialmente in questo secolo, con magnifiche dicerie rettoriche predichiamo come esposti a continui pericoli, continui ed immensi disagi, bestie feroci, intemperie, fame, sete; come continuamente palpitanti e tremanti dalla paura, e tra perpetui patimenti ec. E credete a me che la considerazione detta di sopra è una perfetta soluzione del ridicolo problema che noi ci facciamo: come potevano mai vivere gli uomini in quello stato; come si poteva mai vivere avanti la tale o la tal altra invenzione.”

  3. No, è che proprio il telefono a gettone è una metafora tremenda. Di tutto quello che ha di difendibile la tradizione (che so: scultura a mano da contrapporre alla stampa 3D, pratica di uno strumento da contrapporre alla musica elettronica), il telefono a gettone fa parte di quel passato (scomodo, come sa chiunque lo abbia usato) che si riduce facilmente a curiosità, buono per lo “Strano, Ma Vero” della Settimana Enigmistica:
    “A metà del XX secolo, in Italia, si usavano speciali monete, detti gettoni, per attivare i telefoni pubblici. Spesso questi venivano utilizzati come forma di moneta, sopperendo all’inefficienza della zecca governativa, scopo a cui a volte venivano anche adibite le caramelle”
    Il fatto che i critici di Renzi abbiano inghiottito amo, lenza e galleggiante questa contrapposizione iphone/gettoni ha sicuramente una morale – che però ora mi sfugge.

  4. Eh, Alessandro, ricordi i bei vecchi tempi in cui quei fighetti ludditi erano impiccati o deportati nelle colonie?
    (fra l’altro la tua incomprensione di quello che hanno detto Eco e, dopo di lui, Renzi si può definire tranquillamente ‘epic fail’)

  5. @ Alessandro
    Con buona pace del telefono a gettone, non è che Renzi deve dimostrare che è meglio l’i-Phone: deve dimostrare che, cronologie progressive a parte, togliere diritti ai lavoratori è meglio che lasciarglieli. Giusto per restare alle sapide metafore, accanto al telefono a gettone Renzi ha citato il giradischi con la porta usb (che io ho regalato a mia figlia 2 anni fa), mentre Gennaro Migliore ha ricordato il vecchio ragù della mamma. Ovvero: un caso in cui ciò che c’era 50 anni fa si integra perfettamente con quel che c’è oggi, consentendo di usufruire dei lati positivi tanto del vinile quanto del digitale; e uno in cui la metafora è un autogol, perché la poesia di Eduardo ‘O rraù è una benevola invettiva contro chi spaccia carne al pomodoro per un ragù che non sa fare.
    Poi, per entrare nel merito: gli 800.000 posti di lavoro che si guadagnerebbero sono un calcolo fatto da chi, nelle radiose giornate di maggio, prevedeva (e lo andava dicendo in televisione) una crescita del pil superiore al preventivato +0.5, e una manovra più leggera dei preventivati € 23mld. Cinque mesi dopo, siamo al -0.2, e una manovra di € 36mld, che diventano 40 con le correzioni imposte dall’UE. In quale azienda si tollererebbe (a proposito di meritocrazia e flexicurity) un contabile che, incapace di leggere e interpretare i dati, sbaglia una previsione di bilancio del 75%, solo perché ha meno di 50 anni?

  6. @Sascha, io no che non me lo ricordo, come potrei? Ma forse me lo puoi raccontare tu, che c’eri. E, già ci sei, con un paio di di disegnini (semplici, mi raccomando) mi spieghi tutto quello che mi sono perso di Eco e Renzi, e quello che hai capito tu della mia posizione (non molto, a occhio e croce, ma non si sa mai).

  7. Esiste una cosa che si chiama ‘storia’, che riporta, di solito in forma scritta, gli eventi del passato – fra cui le pene a cui erano soggetti i ludditi nell’Inghilterra del primo Ottocento, dove e quando nasce il termine ancora in uso fra i tecnofili.
    Quanto a Eco e Renzi basti sapere che l’intervista di Eco è precedente all’intervento di Renzi, quindi non può esserne una critica.

  8. @girolamo Guarda io non mi faccio illusioni, è possibile che Renzi sia il pataccaro che si dice. La riterrei una tragedia, perché si tratta dell’unico oggetto mobile di un tableau glaciale, i cui personaggi principali – se ben ricordo – hanno di recente espresso grande apprezzamento per Monti e Letta, forse sulla base della loro scelta di loden e completi giacca e cravatta.
    A me pare che chi viene da 40 anni di traffici dentro e fuori del governo del paese pretendendo di incarnare la parte nobile della tradizione, dovrebbe assicurarsi di avercela, la ricetta del ragù della mamma, perché il risultato che c’hanno lasciato nel piatto ha un odore tutto affatto diverso. Almeglio sembrano Q’oeleth (Nihil sub sole novum), al peggio, i difensori del telefono a gettone, quello con la gettoniera turata dal chewing gum.

  9. @ Alessandro
    Se il Renzi di oggi è lo stesso che ieri, ai tempi del governo Monti, affermava di non aver mai incontrato un imprenditore che dichiarasse di non assumere a causa dell’art. 18, e che liquidava la disputa sull’art. 18 come un “problema mediatico” (qui), non può ergersi a giudice altrui, perché è tale-e-quale ai pretesi voltagabbana del passato di cui pretende di essere rottamatore. Per essere chiari: prima cade e torna a casa, e meglio è.

  10. Vado fuor di metafora e attacco: qualcuno può cortesemente spiegarmi cos’ha di nuovo questo Renzi!? Propone le ricette economiche della destra monetarista anni ’80, ha una concezione dei diritti che neanche negli anni ’50 (forse il concetto di mezzadria li definisce perfettamente…), immagina l’assetto istituzionale come negli anni ’30 e usa tecniche comunicative del Berlusconi anni ’90… il nuovo sta nell’uso di Twitter e nella camicia al vento!?? Persino il doppio mento è roba d’altri tempi… altro che telefono a gettone!! (Comunque sì, il telefono a gettone era scomodissimo, ma nel 1985 la SIP introdusse le schede magnetiche prepagate che si comperavano dal tabaccaio o nei bar convenzionati: meravigliose! C’erano pure le tariffe orarie e kilometriche differenziate per le interurbane: le ricordate? Oggi ci lamentiamo per le offerte opache dei gestori telefonici: ricordate i calcoli ingegneristici per sapere quanti minuti avremmo potuto parlare con una scheda o con un sacchetto di gettoni tenendo conto delle tariffe interurbane!?)

  11. questo è il mondo smart bellezza(un non luogo dove il potere, se il nostro potere di astrazione fosse all’altezza dei compiti, sarebbe incarnato in un’idrovora di “sentimenti” e passioni, che ci vengono restituiti in guisa di punti da spendere in un concorso a premi non meglio precisato dove chi non partecipa o arriva tra gli ultimi è il più sfigato)
    http://www.youtube.com/watch?v=Asf4InKVo8k

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto