Diciamo subito che sarebbe facile essere populisti adesso.
Però la vostra eccetera lo era anche prima , e questo elimina in parte il
problema.
Diciamo anche che sarebbe facilissimo raccontare il
calvario quotidiano di una viaggiatrice-su- metropolitana per scelta (gli
argomenti non mancano: due guasti al giorno di media, quattro assalti al
convoglio quotidiani, un allagamento mensile). Ma ci stanno pensando in parecchi.
Diciamo però che insieme alle proteste di macchinisti e
utenti, e al prevedibile sciacallaggio politico delle destre, qui c’è un problema di
memoria.
A cui si può rimediare.
Era il 2001. Dicembre, per essere esatti. In quel tempo
Guido Bertolaso, alla guida della Protezione civile, scrisse una letterina
riservata e la inviò all’allora ministro delle Infrastrutture Lunardi, al
sindaco Veltroni, al prefetto Del Mese e agli allora presidenti di AtacCotral e di Met.Ro Di Carlo e Cervi. Vi si leggeva
che la metropolitana di Roma era “in una situazione di grave disagio e
pericolo", "in grave crisi per i noti disservizi" e
che le sue stazioni "sono inadeguate ai flussi dei passeggeri".
Franco Cervi, allora presidente di Met.Ro., non la prese
bene e disse che semmai la sua società andava elogiata perché riusciva comunque
a far viaggiare i romani. Ma alla domanda se la linea A fosse sicura rispose:
«Parliamo di una sicurezza relativa. Nelle condizioni date, possiamo dire che
la linea A è sicura…L’ ho spiegato anche al sindaco: noi facciamo girare i
treni secondo gli standard di sicurezza che vengono richiesti dalla legge, per
le infrastrutture inadeguate non possiamo fare niente…. la società Met.Ro non
c’ entra nulla con queste carenze strutturali. Bisogna ricordarlo: la linea A
della metropolitana è stata progettata e realizzata per trasportare 200.000
passeggeri al giorno, invece ci viaggiano 500.000 persone».
Abbiate una buona giornata.
Certo, ma il problema non sta nel sovraccarico, che è innegabile, ma non tale da determinare di per sé il degrado.
La linea A va adeguata e potenziata, su questo non ci piove, anche perché il carico di previsione è in aumento, per i prolungamenti in programma alle due estremità.
Il problema dell’abitabilità della Metro A, al di là del problema sicurezza sul quale non posso pronunciarmi, è l’incuria e la stupidità di certe scelte (si pensi per es. alle macchinette distributrici di biglietti e alle obliteratrici, si pensi all’altezza alla quale sono stati disposti i cartelli di segnalazione delle stazioni, che non si vedono), lo sfasciume e la mancanza di manutenzione, è il disprezzo per gli utenti, considerati poco più di bestiame in movimento.
Tanto chissenefrega: in metropolitana ci vanno gli sfigati e i poveri (anche la Lipperini qui sopra ci tiene a precisare per riflesso condizionato che la prende “per scelta” e non “per necessità”).
Il confronto con le metropolitane, anche solo di Lisbona, Madrid, Vienna, Berlino, Barcellona, senza dover citare sempre l’esempio di Parigi, è schiacciante.
Er discorzo sarebbe complesso, ma in estrema sintesi direi che è un problema (come tutti i problemi?) culturale. Dove la cultura del pubblico e della norma è carente, sono di conseguenza carenti i servizi pubblici. A Vienna e Berlino, per esempio NON ci sono varchi di controllo del biglietto, ai treni si accede liberamente, perché si suppone che ciascuno abbia il suo bel titolo in tasca. Persino la famigerata metro di NY ormai è meglio della linea “A” di Roma.
Tanto per precisare, Tash: la scelta viene dalla necessità.
Nei sessanta minuti più sessanta che impiego dalla mia casa al luogo di lavoro, preferisco poter pensare, leggere, origliare discorsi piuttosto che sentirmi come un samurai in battaglia (che è quanto avviene utilizzando l’automobile a Roma).Senza contare che noi veri populisti amiamo farci un’idea di come va il mondo frequentandolo 🙂
roma mi sembra spaccata in due, ma orizzontalmente.
in superficie si muovono gli appartenenti al Grande Ripieno, il ceto medio allargato che va in macchina e in moto.
sottoterra e sugli autobus ci vanno i poveri e gli extra-comunitari.
E’ esattamente quello che mi dicono un paio di colleghe tutte le mattine. Ma non è così: provare per credere.
Scusate se interrompo la vostra discussione con un piccolo intervento sulla necessità del CONVIVERE perchè questi sono tempi di con(n)(v)ivenza.
Lolip, hai citato un soggetto ex ministro, da sempre imprenditore di successo, che nel
2002 tuonò: con la mafia e la camorra bisogna (saper?) convivere.
Ci furono voci che si levarono per protestare (la maggior parte dei
connazionali manco si accorse dello scambio di battute), la sostanza della frase restò immutata, l’ex ministro aggiunse che le forze dell’ordine
avrebbero fatto il loro lavoro, senza illusioni, però.
http://www.repubblica.it/
online/politica/lunardi
/mafia/mafia.html
Onore alla lunimiranza.
Questo che l’ex ministro, illuminato dalle sue stesse e numerose opere
pubbliche (realizzate in appalto e sub-appalto da persone che con lui convivevano benissimo), indicò è il faro che siamo tutti invitati a seguire.
Ergo, nell’ottica della CONVIVENZA, noi abbiamo problemi con le cose (mafie, camorre, ingiustizie, torture, opere pubbliche, opere private, scarpe stette, suocere, troll ecc…) perchè non abbiamo ancora imparato a CONVIVERCI. Non ci sforziamo abbastanza (poca meditazione, intelligenza emotiva, freschezza d’idee, gare d’appalto, coniugi con sub-appalto, tolleranza ai glutini camorristici e via enumerando) e la nostra è una COLPA. I bravi ministri, imprenditori, banchieri, camorristi etc. possono cercare di darci una mano, senza illusioni, però.
Per fare un pò di esercizio di CONVIVENZA è utile cominciare a meditare e ognuno può improvvisare il suo mantra.
Uno mio, minuscolo e breve, tanto per invogliarvi e farvi passare la soglia di timidezza:
– con la metropolitana killer bisogna SAPER CONVIVERE
– con le guerre umanitarie bisogna SAPER CONVIVERE
– con l’abolizione non solo sostanziale, ma anche formale dell’habeas corpus
(succede negli USA, ma noi certo non saremo da meno, vi pare?) datato qualche
secolo e vecchiotto bisogna SAPER CONVIVERE (e poi è solo modernizzazione).
– con l’esproprio dei beni comuni e di qualsiasi spazio al di fuori di logiche di mercato o potere bisogna SAPER CONVIVERE
– Con le minacce (realizzate e in via di realizzazione) a quelli che denunciano il credo economico, i suoi ceti e profeti armati, schiavisti e criminali bisogna SAPER CONVIVERE
– con lo stillicidio di morte dentro i nuovi ghetti da Gaza ai cpt bisogna SAPER CONVIVERE
– ecc….
– La lista potrebbe continuare e annoiare.
Nonostante i molteplici sforzi in questo presente le CONVIVENZE tardano a realizzarsi. Bisogna dare atto che politici/imprenditori, imprenditori, banchieri e politici apparentemente cretini (ma anche no) di vario colore o altri incidentalmente incriminati per crimini contro l’umanità o…o…. a livello locale e globale ce la stanno mettendo tutta. Solo alcuni soggetti generici (una parte esigua del Tutto, sicuramente retrograda) stenta a capire e a farsi una ragione delle vittime immolate sull’altare della CONVIVENZA (sempre nell’accezione di cui sopra).
Chi sono costoro per pensare che una CONVIVENZA sia indolore? che le morti
delle metropolitane killer, delle cave inquinate a insaputa di quelli che vivono a due passi, dei cantieri edili senza protezione, dei bambini lavoratori e prostituti per fame, degli assetati ai bordi di grassi e tossici campi da
golf ecc….ecc… siano inutili? sono morti NECESSARIE alla CONVIVENZA come altre erano (sono?) NECESSARIE al fiorire della giusta religione, del Progresso, della civilizzazione e poi e poi……
Lo so che devo ripeterlo perchè sinora non avete capito: Dobbiamo CONVIVERE con queste meravigliose opportunità ed è inutile che la prospettiva di finire sotto i binari di una metroplitana impazzita o in una Guantanamo legale vi faccia arricciare il nasino, DOVETE essere felici, se sarete vittime, lo sarete per una giusta causa: LA CONVIVENZA.
e io? io sto facendo esercizio in attesa di una trasformazione evolutiva che mi permetta non solo di CONVIVERE con queste bellezze morali e materiali, ma anche di LUCRARCI.
pussa via? vabbè, mò me ne vado. Aho, non fate quelle facce. BBBoni, ….state bbboni…..
besos
ps. Che volete farci. Stasera va così. Non sono esattamente serena. Anche la scrittura decente latita. Scusate il disturbo.