ESSERE ASSOURANCETOURIX A MONTELAGO


Voi dovreste venirci, al Montelago Celtic Festival. Dovreste venirci buttandovi alle spalle i pregiudizi (oddio, i celti, dunque i leghisti! oddio, il fantasy! oddio i Festival!) e vedere cosa significhi radunare ventimila e passa persone che hanno l’unico scopo di incontrarsi, ascoltare musica, discutere di Tolkien (e non solo), passeggiare (anche con una coroncina di fiori fra i capelli, volendo). Accade da tredici anni. Quest’anno, peraltro, il Festival parlerà della Quadrilatero. Io ci sarò sabato 8 agosto, alle 11. E qui sotto l’articolo che Luca Pakarov ha scritto per Il manifesto.
In Ita­lia sem­pre meno sono i grandi festi­val di musica. In molti casi, finiti i fondi pub­blici, finito l’amore. Altri hanno comin­ciato a cam­biare strut­tura per l’incapacità di gestire, a livello buro­cra­tico e orga­niz­za­tivo, cam­peggi, ordine pub­blico o peg­gio, per forme più o meno espli­cite di repres­sione, come avvenne per il festi­val reg­gae Roto­tom Sun­splash, tra­sfe­ri­tosi in Spa­gna. Resi­stono i piccoli/medi festi­val con le pro­prie risorse e inven­tiva, lavo­rando spe­cial­mente sulla qua­lità, come l’Ypsigrock in Sici­lia. Un caso a sé è quanto accade fra Umbria e Mar­che, dove da tre­dici anni si svolge Mon­te­lago Cel­tic Festi­val (6–8 ago­sto). Non Irlanda o Sco­zia ma nell’Altopiano di Col­fio­rito, dove circa ven­ti­mila per­sone rag­giun­gono l’immensa e sug­ge­stiva distesa munite di tenda, gra­ti­cola e kilt.
Il festi­val è una scom­messa vinta dai due orga­niz­za­tori, Mau­ri­zio Sera­fini e Luciano Mon­ceri (musi­ci­sti loro stessi) che hanno tra­smesso un senso di armo­nia e pace all’evento. Un po’ hippy, un po’ tol­kie­niano, ma che ha dovuto far fronte alle pre­tese dei «celti» di Pon­tida di mar­chiare con lo stemma del sole delle Alpi un festi­val nato senza nes­suna pro­pen­sione poli­tica. Si sa, che siano con druidi o ruspe, la Lega è in fase di colo­niz­za­zione. Spiega Mau­ri­zio: «Siamo soprav­vis­suti pro­prio per­ché la poli­tica, intesa come rap­pre­sen­ta­zione par­ti­to­cra­tica, ne è rima­sta fuori. Mani­fe­sta­zioni che si sono affi­liate al poli­tico di turno, al cam­bio delle ammi­ni­stra­zioni, hanno dovuto chiu­dere o ridi­men­sio­narsi. Mon­te­lago Cel­tic Festi­val è una sorta di azio­na­riato popo­lare: la gente paga pro­prio per non avere ambi­ziosi poli­tici tra i piedi. La mani­fe­sta­zione si reg­gerà fino a quando sarà di gra­di­mento popo­lare indi­pen­den­te­mente dai patro­ci­na­tori delle ammi­ni­stra­zioni. Il colmo è stato vedere esat­ta­mente il con­tra­rio, cioè quando la poli­tica, accor­tasi di Mon­te­lago ha pro­vato a caval­care l’onda del suc­cesso della manifestazione.
La Lega, cre­dendo che il cel­ti­smo sia una sim­bo­lo­gia padana, ha chie­sto espli­ci­ta­mente il diritto di par­te­ci­pare. È bastato spie­gare due nozioni di sto­ria e la reale valenza spi­ri­tuale della croce cel­tica per farli riti­rare defi­ni­ti­va­mente».
Quest’anno il tema sarà il viag­gio e ci sarà anche una sim­bo­lica resi­stenza alla nuova super­strada Val di Chienti, inau­gu­rata in pompa magna dall’ex-ministro Lupi (si, pro­prio quello) e per la quale, dopo il ser­vi­zio di Report, si è dimesso il pre­si­dente dell’Anas Pie­tro Ciucci. Ci sarà Lore­dana Lip­pe­rini con il suo libro Que­sto tre­nino a molla che si chiama il cuore, per riflet­tere su come la velo­cità e l’emergenza serva da gri­mal­dello per avviare grandi opere. Luciano: «Saremo come il pic­colo vil­lag­gio gal­lico di Aste­rix con­tro i temi­bili eser­citi romani. Per rispar­miare 15 minuti di tempo d’auto si è mas­sa­crata un’intera valle, si sono aval­late con­ces­sioni da parte delle ammi­ni­stra­zioni e delle comu­nità, cre­dendo di usu­fruire di pri­vi­legi eco­no­mici senza nes­suna base, ed ora, tagliati fuori dall’economia, i paesi di pas­sag­gio pian­gono lacrime amare.
E final­mente si rivol­gono ad espe­rienze come le nostre che hanno sem­pre por­tato per­sone negli alber­ghi e nei risto­ranti facen­doli venire a piedi, a cavallo, in bici o con i mezzi di tra­sporto pub­blico».
Il con­te­sto è una cor­nice natu­rale che toglie il fiato, e la prio­rità è di sal­va­guar­darla, Mau­ri­zio: «Ambiente e festi­val con­vi­vono in maniera antica e moderna. Antica poi­ché il con­cetto dell’ambiente non è con­si­de­rato micro­co­smo, cioè solo area da pro­teg­gere men­tre al di fuori si pos­sono com­piere le peg­giori nefan­dezze. Antico per­ché l’ambiente in cui si svolge la festa non è da con­si­de­rarsi al di fuori dell’uomo, da pro­teg­gere ma anche da vivere come hanno sem­pre fatto i pastori, i car­bo­nai, i con­ta­dini, i boscaioli.
Moderno per­ché le tec­no­lo­gie con­tem­po­ra­nee ci per­met­tono di vivere l’ambiente con accor­gi­menti neces­sari per non depau­pe­rarlo. Ecco per­ché Mon­te­lago Cel­tic Festi­val si fre­gia dell’appellativo di festa eco­com­pa­ti­bile: gli stand usano esclu­si­va­mente sto­vi­glie bio­de­gra­da­bili, all’ingresso ai fuma­tori ven­gono rega­lati posa­ce­neri por­ta­tili, per ogni tenda ci sono kit di sac­chetti per la rac­colta rifiuti dif­fe­ren­ziata. Legam­biente nazio­nale è spon­sor dell’evento, così come il Con­sor­zio Smal­ti­mento Rifiuti della pro­vin­cia di Mace­rata che col­la­bora con un dispie­ga­mento di cas­so­netti nell’intera area della festa, perio­di­ca­mente svuotati».

2 pensieri su “ESSERE ASSOURANCETOURIX A MONTELAGO

  1. Il Montelago è diventato veramente un evento fantastico, e sempre meglio organizzato. Non è da poco mostrare quello che si è capaci di fare a livello di sostenibilità con questi numeri…E’ interessante anche che migliaia di persone potranno vedere con i loro occhi cosa è stata la costruzione (‘costruire’, seeee!) della superstrada Val di Chienti…
    Questo invece sarà un buon uso della terra.

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