GIOCARE IN SILENZIO AGLI SCACCHI E L’ARTE DI TACERE

E’ il 20 dicembre 1987. Beniamino Placido, nella sua rubrica, scrive:

“Oggi propongo di leggere insieme una poesia di Borges. Perchè no? E’ una poesia bellissima con un bellissimo titolo: “Los justos”: “I giusti”. Ci aiuterà a capire chi sono i giusti. I giusti, secondo il poeta argentino Jorge Luis Borges sono persone semplici – ma al tempo stesso gentili, delicate – che magari non si conoscono fra di loro. Ma che insieme “estàn salvando el mundo”: stanno salvando il mondo. E’ giusto, elenca Borges: “un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire”; è giusto “chi scopre con piacere una etimologia”; è giusto “chi accarezza un animale addormentato”. E’ giusto “il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace” (mi raccomando al tipografo di “Repubblica”: componga bene questa pagina, anche se non gli piace). Sono uomini giusti, dice Borges: “due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi”.”

Quando si gioca in silenzio, o si prova a giocare un altro gioco, non significa che ci si disinteressi, ma che anzi si antepone il bene collettivo al proprio. L’ho detto altre volte, lo riscrivo non casualmente oggi. Perché? Lascio di nuovo la parola a Beniamino Placido, che in anni successivi cita un pamphlet dell’Abate Dinouart. Scritto nel 1771.

“Si intitola “L’ arte di tacere” (“L’ art de se taire”). Il benemerito piccolo editore è Jérome Millon. Poco meno di 60 pagine di testo. Poco più di trenta pagine di introduzione (dovute a Jean Jacques Courtine e Claudine Haroche). L’ Abbé Dinouart non si limita a difendere il silenzio come più opportuno, più efficace a volte della parola. Questo lo sappiamo fare tutti. Più o meno coerentemente, più o meno ipocritamente. Fa del silenzio un’ analisi strategica, “politica”. Dice: anche nelle lotte politiche, di qualsiasi tipo, il tacere può rivelarsi un’ arma più forte della parola abbondante. Tacendo, rafforzi il controllo su te stesso. Rafforzando la padronanza di te stesso consolidi la tua forza di attrazione sugli altri. Anche il silenzio ha una sua forza espressiva, eloquente. Quando parli invece – tanto più se parli troppo, troppo spesso – la tua presa sul prossimo fuoriesce dalla bocca, si disperde nell’aria con le parole”.

Buon week end, ci si ritrova lunedì.

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