IL CASO GIULIO CESARE: I CORSI CENSURATI, I DOCENTI INGANNATI, OSPITI SCONCERTANTI

Ci si meraviglia sempre, e per fortuna ci si continua a meravigliare. La prima, amara, meraviglia, sorge ieri, quando leggo sulle pagine romane di Repubblica un articolo di Arianna Di Cori e Valentina Lupia dove si dà conto della protesta degli studenti del Giulio Cesare che avevano proposto corsi su aborto, identità di genere e fascismo nei Balcani. La meraviglia sta nel fatto che nell’anno di grazia 2021 non si riesca ancora a discutere serenamente di sessualità e identità sessuale ed educazione sentimentale salvo poi piangere le donne ammazzate spesso in numero di tre al giorno. Roba che non interessa che ai privilegiati (giusto, la solita casta), brontola un mio contatto su twitter. Come se gli anni fossero passati invano e ci fosse ancora qualcuno che dice, come mi è capitato di sentirmi dire, che i diritti sono faccenda per pochi intimi (un ripassino sulle donne morte di aborto clandestino negli anni andrebbe sempre fatto, ma tant’è).
Torniamo al Giulio Cesare. A denunciare la vicenda sono gli studenti del collettivo Zero Alibi, che dicono a Repubblica: “Tra i corsi che avevamo intenzione di proporre, ne avevamo programmato uno sull’aborto, uno sull’identità di genere e un altro sull’occupazione fascista dei Balcani ma ci sono stati censurati dalla nostra preside, con motivazioni che riteniamo assurde”. Dunque la dirigente scolastica Paola Senesi avrebbe ritenuto che fare un corso di informazione sull’interruzione volontaria di gravidanza, potrebbe “istigare le persone ad abortire”. Per quanto riguarda il corso sull’identità di genere, proseguono gli studenti “secondo la nostra preside è irrealizzabile, perché ‘l’identità di genere non esiste'”. E la scure della “censura” tocca pure un corso di storia dell’occupazione fascista dei Balcani. “In questo caso ci è stato detto che ‘non sarebbe stato svolto secondo un punto di vista oggettivo'”.
Cosa risponde Senesi? Che  “il programma è stato approvato dal Collegio docenti dopo ampia discussione”.
Fin qui, tutto bene, anzi malissimo. Ma c’è di peggio. Ieri sera ho riportato la notizia su Facebook. Fra i molti commenti che raccontavano esperienze simili ne arriva uno, giustamente furibondo. E’ di una docente del Giulio Cesare, che non ci sta a passare per oscurantista. E scrive questo:
“In qualità di docente del Liceo Giulio Cesare posso dire che noi docenti non eravamo al corrente della presentazione di quei corsi da parte dei ragazzi. Nel programma che ci è stato sottoposto in Collegio non comparivano, altrimenti sarebbero certamente stati accolti, come già in passato. È davvero molto doloroso ciò che è accaduto. E molto grave”.
Ancora qualche ora e altri docenti scrivono a Repubblica:
“Alla redazione di Repubblica-Roma
I docenti del Liceo Giulio Cesare ritengono doveroso smentire le parole della Dirigente Scolastica dell’Istituto Paola Senesi, riportate nell’articolo di Arianna Di Cori e Valentina Lupia “No ai corsi su aborto e identità di genere” pubblicato l’8 febbraio 2021 da Repubblica Roma e relative alla censura di alcuni corsi presentati dagli studenti per la Settimana dello Studente. Noi docenti non eravamo al corrente né della presentazione di quei corsi da parte dei ragazzi, né della censura da parte della Dirigente.
È inaccettabile che la Dirigente ci chiami in correità in un atto così grave, quando ha agito in autonomia. Il Collegio è stato convocato due giorni prima dell’inizio della Settimana dello Studente e il programma presentato perché fosse discusso non conteneva i corsi di cui i ragazzi segnalano la censura, i quali evidentemente sono stati eliminati dalla Dirigente preventivamente, esautorando di fatto il Collegio dei Docenti.
Ci teniamo a ribadire a gran voce che nel liceo Giulio Cesare certe tematiche non solo non sono censurate dai docenti, bensì sono e sono state anche in passato oggetto di progetti e approfondimenti.
I docenti del Liceo classico Giulio Cesare”
Qui trovate il nuovo articolo dove si dà conto anche che nella “bozza di programma presentata dalla preside al collegio docenti, oggetto di accesa discussione sono stati alcuni nomi di ospiti previsti, stavolta davvero controversi: esponenti afferenti a gruppi politici d’estrema destra, da Generazione Popolare a Blocco Studentesco, emanazione giovanile di CasaPound. Per fare un esempio il corso (bocciato dai docenti), dal titolo “Criticità del sistema scolastico italiano”, che verteva “sul rilevamento delle problematiche del sistema scolastico italiano provando a portare delle proposte dalle realtà giovanili”, prevedeva tra gli ospiti Elio La Tassa (del gruppo Generazione Popolare) e Sergio Filacchioni, esponente di Blocco Studentesco. A fare da contraltare, in minoranza, Thomas Osborn dei Giovani Democratici”.
Ora, come ho scritto ieri, la scuola è il centro della nostra vita, il nostro cuore pulsante, la possibilità più grande per vivere in una società meno incrinata, meno sofferente. Se qualcuno passa di qui e legge, e quel qualcuno ha il potere di scambiare due chiacchiere con la dirigente scolastica, dovrebbe farlo. Mi auguro che lo faccia. Per gli studenti, e per tutti i docenti e i dirigenti scolastici che hanno davvero a cuore la scuola.

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