IL CUORE OSCURO E FERITO: RICORDARSI, MA GUARDA, DEL TERREMOTO

“Appare quasi d’improvviso dopo una galleria, e fa meraviglia, sul cocuzzolo di un colle imponente e signorile allo stesso tempo. A vederla da lontano, dalla nuova superstrada, sembra quasi che a Camerino il terremoto non sia passato. A tradire questa prima impressione però è soprattutto la notte, quando le sparute luci della periferia lasciano spazio ad un buco nero al centro, in cima alla collina. Ed è proprio il suo cuore cittadino, dove il cotto si alterna alle tinte ocra e arancio dell’intonaco e alla pietra dei palazzi storici, che tutta la devastazione della città si palesa ancora agli occhi, due anni e mezzo abbondanti dopo il sisma.
Ogni angolo della zona rossa è presidiato e interdetto agli abitanti per il rischio di crolli in quei palazzi non puntellati”.
Comincia così l’articolo dell’Avvenire di sabato scorso, in occasione della visita del Papa a Camerino, e in virtù di quella visita ecco che i giornali si ricordano che, sì, c’è stato un terremoto e che, no, la ricostruzione non c’è, e che, ma guarda, abbiamo un problema di cui non ci siamo voluti occupare fin qui, oppure ce ne siamo occupati sporadicamente.
E intanto la strada per Castelluccio rimane chiusa, e intanto chiuse rimarranno molte scuole ripristinate grazie ai privati, in molti casi, e fa quasi ridere, ridere amaro l’idea che nel famigerato sblocca-cantieri ci sia una norma che ADESSO permette di installare nella propria proprietà e a proprie spese una casetta di legno temporanea, adesso, a quasi tre anni dal terremoto.
Oh, so bene che vi annoiate a sentir parlare, ancora, di questa storia. Ma è questa storia (insieme ad altre, certo) che può far capire cosa sia successo, e come mai stiamo consegnandoci alle destre più nere. Questa, che ha meno appeal di altre, non conquista le copertine dei settimanali ruggenti, non muove appelli di intellettuali, non regala visibilità a nessuno. Ma è qui, il cuore oscuro e ferito di tutto. Qui.

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