IL GRILLO E IL MUCCHIO

Bunch_1 Ops! Mi arriva pochi istanti fa una mail della redazione Internet de Il mucchio selvaggio. Mail alquanto furibonda. Difatti: in un post di qualche giorno fa sull’editoria di stato, Beppe Grillo scrive testualmente:

“Avete mai sentito parlare dei contributi pubblici (nostri soldi) all’editoria? Si tratta di finanziamenti dati a giornali  e riviste, alcune dai nomi incredibili come: "Il campanile  nuovo" o "Il mucchio selvaggio".

Questa la replica:

“Beppe Grillo scrive sul suo  blog  un attacco contro i finanziamenti che prendono i giornali dallo stato e come esempio negativo porta il mensile "il Mucchio Selvaggio". Scelto più che altro per il nome strano che per la qualità dello stesso. Visto che il giornale porta avanti da anni le stesse battaglie di Grillo (oltre ad averlo intervistato due volte), immediatamente c’è un sollevamento popolare e il blog viene sommerso da mail di lettori inferociti… L’intervento di questo comico, ormai non più padrone dei suoi limiti, ha generato solo un gigantesco quanto pernicioso equivoco. Pare che il Mucchio prenda soldi pubblici come caramelle da un sacchetto che appartiene alla collettività. Quando è una cooperativa e fa valere una legge statale, che tutela per l’appunto le testate piccole, nel nome del pluralismo democratico sancito dalla Costituzione. Di questo si tratta. Il caso dei giornali di  partito, che vendono niente e incassano molto grazie a inciuci tra parlamentari, è diametralmente opposto”.

A ben cercare, tra le migliaia di commenti sul blog appare quello di Max Stefani, direttore editoriale del Mucchio medesimo:

“Grillo dice spesso delle cose intelligenti e giuste ma anche delle fesserie di una superficialità irritante. Molte cose del blog non le scrive lui, evidentemente, ma dovrebbe perlomeno rileggerle. Non può mettere al primo ragazzino che prende sotto le sue ali, un fucile carico e permettergli di sparare. Anche perchè Grillo è stato intervistato due volte su queste pagine (e ne è stato molto contento). Il ragazzino che ci ha preso come esempio di “giornale "parassita" è evidente che non l’aveva mai sentito prima e l’ha preso come termine di paragone solo perché colpito dal titolo "incredibile". E poi da quando in qua avere un nome "strano" è sintomo di poca credibilità? Che ti devi chiamare solo "Il Giornale" per avere serietà? Grillo ha fatto una stronzata. E poi, proprio quando chiediamo a tutti un aiuto, specie a quelli che ci hanno da sempre dimostrato stima? Prenditela con i giornali politici che si prendono il 90% della torta e non con una piccola coop di giornalisti che riesce a malapena a sopravvivere.
Tra l’altro neanche sanno l’inglese e di cinema. perché nella versione inglese "Mucchio selvaggio" è tradotto "Mucchio Groups". Quando pure i morti sanno che il film di Peckinpah (dal quale il giornale prende il nome – esiste da 30 anni!) si chiama "The Wild Bunch".

18 pensieri su “IL GRILLO E IL MUCCHIO

  1. Piena solidarietà a ‘Il mucchio selvaggio’. Questa volta BP ha preso un abbaglio. Davvero poco professionale per uno che ha fatto dell’indignazione una – spesso nobile – professione:-/

  2. Non sono un estimatore di Grillo. Resta il fatto però, che se un giornale o una qualunque attività più o meno “culturale” non sta in piedi senza contributi statali vuol dire che non trova clienti, non trova sponsor e gli stessi redattori non sono disposti a spenderci più di tanto. A questo punto, penso io, devono proprio esserci delle ragioni straordinarie per metter mano ai soldi pubblici. Non credo che Lipperatura riceva contributi pubblici. Mi risulta che Nazione Indiana stia in piedi con l’autotassazione dei redattori (così come una rivista cartacea alla quale collaboro, e, sicuramente, tante altre). Non ho mai capito perché le bocciofile debbano campare con i contributi dei soci e invece un teatro o un periodico debbano ricevere soldi dallo stato anche se non li legge nessuno o la sala resta vuota.

  3. Mi meraviglio che per scrivere:
    “Basta con l’informazione assistita. Chiunque è capace di fare l’editore con i soldi degli italiani.”
    ci sia addirittura bisogno di un ghost-writer. Ci sono centinaia di migliaia di blogger che certe cosettine demagogiche almeno se le scrivono in proprio 🙂

  4. prima il caso del disastroso libro di Bocca su Napoli, ora questa sparata sul mucchio (in ogni senso) contro il finanziamento pubblico agli editori: quest’anno va di moda l’approssimazione..?..

  5. prima il caso del disastroso libro di Bocca su Napoli, ora questa sparata sul mucchio (in ogni senso) contro il finanziamento pubblico agli editori: quest’anno va di moda l’approssimazione..?..

  6. Riccardo Ferrazzi ha scritto:
    «Non ho mai capito perché le bocciofile debbano campare con i contributi dei soci e invece un teatro o un periodico debbano ricevere soldi dallo stato anche se non li legge nessuno o la sala resta vuota».
    Hai presente la Costituzione, Riccardo? Quella che impone allo Stato di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona? Ecco, è per quello: perché promuovere la cultura significa rimuovere un ostacolo che, persistendo, rende puramente formale la Costituzione. Il problema, semmai, è: perché lo Stato, oltre a quello che fa, non rimuove più ostacoli? Se la tua rivista è di interesse culturale dovrebbe avere diritto ai finanziamenti, se lo Stato non arriva a finanziarla per via di criteri di accesso troppo restrittivi, vuol dire che applica in modo incompleto la Costituzione. Poi, certo, ci sono tanti furbetti anche nell’editoria: ma se Feltri dichiara che il suo giornale è organo di non so quale partito monarchico per farsi finanziare dallo Stato, o l’amante del ministro talaltro si fa finanziare dallo Stato i suoi film, beh, queste sono porcherie, non il fatto che un giornale come il Mucchio sia sovvenzionato. Altrimenti, se il criterio è di chiudere tutto ciò che non si finanzia da solo o che è in passivo senza badare all’utilità della sua funzione, cosa ne facciamo di scuole, ospedali, teatri?

  7. io per maggior chiarezza sono andato a chiedere al Campanile di spiegarmi di che si occupa; di seguito la sua dichiarazione:
    ‘Io ho dedicato la mia vita agli studi sul magnetismo. Sono un dilettante magnetizzatore e ho concentrato le mie ricerche per l’appunto sulla possibilità di magnetizzare gli oggetti inanimati: branca, di quella scienza, particolarmente suggestiva e gravida d’incognite. Posso dire che in tutto il giorno non mi occupo d’altro. I miei esperimenti si compiono sopra una sola categoria di oggetti inanimati: i boccali di birra. Lo scopo della mia vita è di giungere ad attrarre alle labbra questi oggetti inanimati, senza l’aiuto delle mani, ma soltanto per mezzo dello sguardo. Finora purtroppo sono ai tentativi, ma non dispero di poter un giorno raggiungere risultati brillanti, che coronerebbero la mia costanza, rivoluzionando il mondo dei rapporti fra gli uomini e i boccali di birra’.
    (A.C. Giovinotti, non esageriamo! (E sia detto anche alle ragazze) – 1929)

  8. Perbacco, lo dice la Costituzione ! Che facciamo con scuole e ospedali !
    Propongo di cambiare l’art. 1 della Costituzione in questo modo: “Che ne direste di usare il buon senso ?”

  9. forse il punto principale è che il mucchio selvaggio è veramente un brutto giornale. lo stato fa soppravvivere la bruttezza, le cose inutili. anche gli ecologisti hanno la stessa fissa: salvare i formichieri, i mufloni. non dico sia sbagliato, in linea di principio. anche queste cose sono testimonianza dell’eterno.

  10. Demagogia per demagogia e qualunquismo per qualunquismo, qualcuno ha ascoltato i mai pagati e spesso malcontenti collaboratori occasionali del Mucchio… e non i pochi ai quali viene passato qualche eurino o pass gratis? Ha comprato il libro di Stefani sul suo cane defunto, immagino vero bestseller, e anche qui contributi statali? Ha visto il suo attico a Roma? Grillo è esagerato, sopra le righe, caciarone, egocentrico, ma non ha sparato nel mucchio, tutt’altro che. Ha puntato preciso sul Mucchio non a torto.

  11. OT
    segnalo da nazione indiana una querela ai danni di un blog:
    F. Krauspenhaar Wrote:
    Poco fa, surfando (o surfacendo?) su Vibrisse, la webzine di Giulio Mozzi, mi sono imbattuto in un commento nel quale si diceva che era partita una querela per Anna Setari
    http://www.nazioneindiana.com
    /2006/01/20/una-querela-non-
    si-nega-a-nessuno/#comments
    Non ho avuto modo di leggere, ma credo riguardi la vita di questi graziosi spazi in cui ci ‘esprimiamo’ e certo climi di caccia a qualsiasi cosa, basta che pensi o che dica cose di una virgola non normalizzate.
    besos

  12. Sì, la cosa di non sapere cosa sia “The Wild Brunch” mi pare impressionante prima di ogni altra cosa. Ma anche non sapere cosa sia la storica rivista “Muccchio Selvaggio” lo vedo come fenomeno straordinario… E’ tutto molto strano.

  13. alla luce degli ultimi eventi che vedono il mucchio e il direttore stefani messi in croce, chiedo al blog di grillo di non inviarmi più nulla. grazie di tutto e ci vediamo al circo.

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