IL QUESITO CON LA SUSI

Un bel copia-incolla mattutino tutto post-neo-meta-femminista? Facile, dopo l’articolo del Financial Times che –oh sorpresa sorpresa- sta facendo dibattere da due giorni la stampa italiana. Tre esempi, tratti da Repubblica.
Uno: la lettrice che scrive, fra l’altro:
Allora io mi chiedo, cosa dovremmo fare noi mamme italiane con questi ragazzini maschi? perché il problema sono fondamentalmente loro; annegarli da piccoli? buttarli giù dalla rupe tarpea della selezione intellettuale? fargli sistemare la cameretta già a 8 anni così da capire che la parola “maschio” andrebbe sostituita con quella di “persona”? Delle donne italiane caro signore, mi preoccuperei di meno. Le statistiche le danno sempre più brave nei risultati a scuola, sempre più agguerrite, più flessibili, più forti, forse sempre meno fornite di scrupoli…ma lei mi insegna: in una giungla di uomini davvero poco evoluti almeno tentano di ottenere qualcosa sfruttando le armi che rimangono loro. Quasi tutte le signorine svestite sono ben più consapevoli di quello che fanno , sicuramente il doppio anche del preparato professore che fa zapping in tv e si sofferma ad ammirarle. “Che male c´è?”, direbbe la ragazza, ma anche il professore.
Due. Umberto Galimberti che teorizza:
Come può avvenire un riscatto della donna? Non con processi di emancipazione sociale, economica, giuridica peraltro auspicabili e utili. Non con una rivendicazione di uguaglianza che da noi significa imitazione dello stile di vita maschile, con progressiva negazione della specificità femminile fatta salva la seduzione sessuale, ma con una maturazione antropologica che si verificherà quando, esausti dall´affermazione della loro identità e dagli sforzi richiesti per confermarla, gli uomini incominceranno ad accorgersi che la gioia, la felicità nascono dalla relazione, di cui la donna è per natura la gelosa custode o la misconosciuta interprete. Se non si arriva a catturare questo segreto e quindi a scoprire che cos´è davvero il femminile, al di là dell´angusta visualizzazione maschile della donna, non ci resta che il ricorso agli antidepressivi o all´alcool o alla droga, perché non c´è gioia nell´io e nella sua esasperata autoaffermazione, ma solo nella relazione che è il linguaggio tipico della donna, di cui l´uomo, fatta eccezione per rari casi, deve ancora imparare l´alfabeto.
Tre.
Quentin Tarantino intervistato da Maria Pia Fusco:
Nei western italiani le donne non sono importanti. Perché lei ha reso Uma Thurman eroina d’azione vincente?
“Per rendere giustizia al potere delle donne, forse mi sentivo in colpa. In realtà da molti paesi in cui si sviluppa l’industria, in Asia in particolare, arriva un cinema con donne protagoniste. Nei film di genere italiani le donne sono quasi sempre vittime o da salvare o oggetti sessuali, raramente hanno ruoli a più dimensioni, salvo qualche eccezione di donne brutte. In compenso nei western italiani c’è spesso un sottotesto omosessuale, in primo piano c’è spesso un’amicizia maschile forte, che a volte diventa odio. In fondo tra Clint Eastwood e Lee van Cleef c’è una storia d’amore”.

Quiz. Con quale dei tre la vostra eccetera è completamente d’accordo, con quale a metà, con quale per niente?

45 pensieri su “IL QUESITO CON LA SUSI

  1. Penso che tu sia d’accordo con il primo e a metà con Tarantino… su Galimberti non posso dire perché non riesco mai ad andare oltre le prime due righe dei suoi interventi 😉

  2. Tarantino è finito e spacciato: non capisce un’acca di cinema, ignorante come una capra e viene in Italia a pontificare le sue idiozie. Sperava forse che lo incensassimo? Poveretto! Se lo sono filato quattro gatti.
    Adeso ha solo la faccia dell’attaccabrighe.

  3. Be’, è facile: tarantino ha ragione, la mamma quasi (non buttiamo i figli dalla rupe, ma facciamogli rifare le stanza a otto anni, come si fa con le figlie) e Galimberti non ha detto nulla quindi non si può né assentire né dissentire!
    (ma la Claudia Cardinale di C’era una volta in America, però, è un personaggio più complesso e affascinante, no?)

  4. Che dietro (e davanti, e a fianco e intorno) ad un maschio italico ci sia sempre una mamma è un fatto di tale lapalissiana banaltà che.. Rimango senza parole…
    P.S. Sotto Natale lavorai in un negozio di giocattoli. Note sociologiche: Padri (Nerd a parte) assenti. Madri di tutti i tipi, ma in maggioranza del tipo: “Roba elettronica, per favore, che se no poi ci devo giocare anche io!”.
    Tra i due generi, io giustizierei entrambi.

  5. Uhm, a prima vista darei anch’io Loredana d’accordo con la lettrice, salvo che quest’ultima sembra sottovalutare il problema lanciato dal ‘Financial Times’, che a mio parere esiste, e credo stia a cuore anche a Loredana (anche se poi, beninteso, di un problema reale si discute centrando raramente il bersaglio, come sta avvenendo in questi giorni sulla stampa). Per cui non sono più tanto sicuro.
    Da par suo Galimberti invita l’uomo (il maschio) a scoprire il femminile, il cui segreto sta nella (sua capacità di) relazione, ai maschi sconosciuta. Ma sarà poi vero? Mah, a me sa un po’ di paternalismo. In genere ‘sti richiami alle capacità di ascolto, comunicazione, relazione da parte delle donne li sento venir fuori dalle bocche dei più biechi maschilisti…
    Quanto a Tarantino, la sua potrebbe essere la posizione con la quale si è d’accordo a metà: è vero che nei western italiani la donna ricopre spesso ruoli minori e subordinati, ma esistono le eccezioni (e Biondillo ne ha ricordato una).

  6. “gelosa custode e misconosciuta interprete” SIGH
    se la lettrice fosse la mamma di galimberti: fargli rifare il letto o meglio la rupe?

  7. e quale sarebbe il valore della figura di claudia cardinale in C’era una volta il west? Che per salvarsi la vita o qualcosa d’altro vale la pena farsi scxxare anche da un bastardo delinquente che dai poi sotto sotto piace anche a te e, come dice il tipo in una delle ultime scene, mi raccomando non arrabbiarti se qualcuno di passaggio ti tocca il cxlx.
    che meraviglia!!!
    scusate le parolacce ma erano inevitabili

  8. Premessa: adoro Sergio Leone (avrei voluto scrivere io la battuta: “Che hai fatto in tutti questi anni Noodles? “Sono andato a letto presto”. Riassunto di una vita mancata, in due righe) e pure il suo privilegiare, nelle storie, l’amicizia maschile, vi domando: “Avete presente “Lamento di Portnoy” di Philip Roth? Libro, secondo me, bellissimo e autore grandioso? Maschi italici rasi al suolo dalle madri? Non è solo un problema italico, temo.

  9. secondo me dovreste tirare fuori il Sardanapalo redento da Byron che c’è in loro.Sul rapporto di Leone col genere femminile direi che oscillava tra l’idolatria e la misoginia.Un retaggio della frequentazione di classi separate(ho studiato ai geometri,con una media di 1,2 compagne e posso intuirlo).Eastwood si riscatta negli Spietati dove per vendicare un’entreneuse sfregiata si gioca la vecchiaia

  10. Se si guarda alla sostanza del discorso ((RI)PRODUZIONE di ruoli in rapporto alla cultura di riferimento) i tre si confermano a vicenda:)
    quanto al giochino e per differenza di boost: tarantino-lettrice-galimberti

  11. Tarantino, Lettrice, Galimberti.
    Ma questa è la MIA classifica, la sua non so, ma ho fiducia..
    Piuttosto approfondirei una cosa che ha scritto Lettrice:
    “in una giungla di uomini davvero poco evoluti almeno tentano di ottenere qualcosa sfruttando le armi che rimangono loro.”
    Quindi le donne italiane lungi dall’essere vittime come pensa il F.T.,
    sarebbero in realtà fredde utilizzatrici del punto debole dell’uomo: la sua totale dipendenza dal desiderio sessuale.
    Vecchissima teoria e pratica, e non è una novità anche il pensiero degl’inglesi: laddove la donna è importante più che altro come richiamo sessuale, siamo un po’ arretratelli. Come dargli torto ?
    Ma soprattutto, alle carenti di sex-appeal che rimane ?
    In ogni modo, non mi togliete quella Ilaria in tubino nero !
    Gl’inglesi la farebbero star seduta ! Non son mica normali.

  12. Ma ancora una cosa: a sentire il FT, questo è un fenomeno italiano, ecco, come mai si è manifestato da noi con tanta virulenza e pur dopo le conquiste femministe degli anni settanta ?
    In effetti qui non si riesce a far più nulla se non al cospetto di almeno una stra…a, meglio due o tre.
    Saremo pure arcaici, ma chi è che ce le ha sbattute di continuo sotto gli occhi, fino a creare dipendenza ?
    (Il sottoscritto ad esempio per l’Ilaria).
    Le TV di Berlusconi ! Fu lui a inondarci di tette e culi, gli ascolti salivano e quel che va bene per l’audience va bene per la pubblicità e poi per tutto il resto. A quando Rula Jebreal in bikini ?
    E la successora indicata da B. non è una rossa con sex-appeal superiore alla dialettica ?
    E lui stesso non disse che la Thatcher fosse stata una bella gnocca se la sarebbe ricordata ?
    Ragazzi, siamo come B. ci ha plasmato, a Sua Immagine e simiglianza: meno tasse e più gnocca (virtuale)per tutti.
    Mi scuso per il cumulo di banalità, ma andavano dette, arcaici forse ma berlusconizzati di sicuro.

  13. la Brambilla che ha sex appeal superiore alla dialettica? a me sembra che abbia la faccia che sembra “u’ moenti affacciau a su trenu” (traduzione dal sardo: un asino affacciato al treno”)

  14. No problem, ragazzi: tra un po’ non ci saranno più mamme italiane e il problema sarà risolto.
    Per me Lipperini vota la 1

  15. La scrittura di Galimberti non è certo “allegra” ma non mi pare che abbia scritto castronerie.
    Il commento di Tarantino invece è del genere “chiacchera da bar”.
    La lettrice mi ha fatto sorridere.

  16. una parentesi.Chi la scrive la prefazione al tuo libro,Brunella Schisa?Se non hai deciso perchè non fai un concorso per idee,anche a livello di sana promozione culturale

  17. Per la prefazione avrei deciso ma devo chiederlo all’interessata.
    Però Diamonds, forse puoi farti piacere sapere che nei ringraziamenti c’è il commentarium di Lipperatura…
    🙂

  18. mi fa piacere,perchè sei un astro nascente del giornalismo letterario,e al nepotame potremo raccontare che noi c’eravamo(chiunque oserà rifiutarti una prefazione dovrà fare i conti con me.Che si sappia in giro)

  19. Il parere di Galimberti è l’unico fondato culturalmente su come si costruisce una persona.
    Il resto appartiene al degrado del subconscio

  20. sono d’accordo con galimberti e dovrebbero pure le signore (esserlo)
    in generale le mamme dovrebbero volere la felicità dei figli non creare una dipendenza dei figli dalla mamma (perchè questo fanno)
    e poi dovrebbero volere dei figli veri non dei “bravi ragazzi” ovvero rincoglioniti obbedienti ecc. si vede già da piccoli; se vai in nord europa un bambino corre salta si fa male si sporca qui senti le madri non fare questo non fare quello, ti sporchi; come c…o si fa a dire ad un bambino “ti sporchi” oppure “sudi” oppure “cadi” ma suvvia

  21. Mi pare che qualcuno vi abbia accennato più sopra. Il problema secondo me non è tanto la distinzione maschio-femmina (che c’è, ma la mettiamo un attimo da parte), nè quella maschilismo-femminismo (una degenerazione), quanto la centralità del sesso, sempre e comunque. Foucault aveva ragione. A un certo punto abbiamo cominciato a parlarne e non abbiamo più smesso. Riusciremo a liberarci anche delle nostre liberazioni, prima o poi?

  22. già lumina, e giocando.
    allora prendi il contesto delineato di tarantino.Italia. immaginario di genere (giocaci!) : donna= vittima o oggetto sessuale.
    Ora prendi le due affermazioni italiane (che confermano in pieno il contesto di genere delineato da tarantino)
    il grado ZERO spetta di diritto a galimberti che di sicuro ha una storia con clint:).
    Ruolo femminile nullo (NATURALMENTE costruito).
    Depositaria della relazione ma irrelata, la donna è totalmente sottratta all’antropologico, al mutamento, non può deve fare nulla, nemmeno immaginare altro, il divenire non la riguarda, essa è. Tutta la colpa, tutte le responsabilità, tutti i rimedi spettano all’omo (che di sicuro ha una storia con clint) Bel placcaggio oro:).
    Donna=vittima e per di più impotente.
    Della donna come oggetto sessuale si occupa invece la lettrice.
    Resta la fondamentale responsabilità maschile (BALLE, rivendico il mio diritto alla cazzata), ma la lettrice fa un passettino in più e concede alla donna UN potere. Il potere del s-oggetto sessuale, nella doppia e tradizionale declinazione madre/puttana. Il mio immaginario degradato ritiene di potere fare di più. Per restare a tarantino: Non solo il non fare, restare a casa, ad esempio o rifiutare il passaggio (la relazione) a stuntman mike. Non solo (non fare) evitare di stordirmi e di risvegliare il mostro dalla latenza (la parola d’ordine per la lap dance, la poesia) . Ma se proprio insiste e non molla FARE. Nello specifico fargli il culo (muta-azione antropologica:).

  23. @gianni
    “La mamma italiana non ha rivali nel mondo. Tranne la yiddish mama! ;-)”
    manganelli sulla yiddish mama diceva questo: “è come il condor, solo che il condor aspetta che tu sia morto prima di mangiarti il cuore” 🙂

  24. L’unica mutazione antropologica che pro-duce un divenire (divenire ciò che si è)è quella che passa per la relazione (uomo-donna, donna-donna, uomo-uomo, uomo e donna con il Totalmente Altro).
    La relazione è Tutto.
    I nostri sogni e le nostre immaginazioni ci dicono già tanto in questo senso. E la capacità di donarsi e goderne è al centro della relazione. I sentimenti sono i desiderata.

  25. Ma va?
    Il fatto è che si diviene non solo attraverso il sacrosanto POTERE di creare e conservare (dare e godere) , ma anche attraverso quello di distruggere. Bisogna ricordarsi di averlo, quel potere li e divenirlo. se no più o meno metaforicamente e alla faccia dell’on the road, non ci si muove.Più:).

  26. Co ntarantino pe niente, Galimeberti a metà, la lettrice del tutto. Almeno così spero io.
    Dopo tanti commenti, non mi dilungo. Qualunque analisi si faccia, e se ne sono fatte molte, rimane la domanda che riguarda anche le persone che hanno meno di 40 anni: perché non riescono ad essere politicamente rappresentati, perché non esistono come fetta di società? perché sono così “invisibili”? Perché è questo alla fine il problema delle donne in Italia: ed ecesso di visibilità corrisponde una invisibilità sostanziale.
    Con una battuta, potrei dire che la nudità pubblicitario-televisiva è il burka all’italiana.

  27. Sì, certo, bisogna distruggere il soggetto, l’io sono, per avere il potere di dare e goderne.
    Questa è l’unica cosa che occorre distruggere ed è interna a noi stessa (come dice il Vangelo di Tommaso sull’identità tra l’interno e l’esterno, tra il maschio e la femmina detto n.22)

  28. Bene:). allora va a farsi friggere anche la “specificità femminile”. ti invito a pranzo. c’è anche il carpaccio d’angelo (del focolare, ricetta woolf)

  29. Lippa, ma secondo te perché è stata sottolineata così poco la parte della lettera in cui si parlava della deriva del sistema italiano dei media? A me pareva che il punto centrale della lettera su Repubblica fosse soprattutto quello. Poi, ovviamente, la tentazione della rupe tarpea l’abbiamo avuta tutte. Magari con i figli delle altre. Specie quelli cresciuti.

  30. SCOOP !! La Lettrice esiste ! E’ apparsa or ora su 8 e 1/2 ! E, ci credereste ? E’ un mezzo SCORFANO ! E nemmeno ci ha fatto vedere questo famoso fondoschiena che varrebbe due lauree !
    Poi, io mi sbaglierò, ma siculo parlava ! Onde per cui si capisce perchè i suoi colleghi masculi le sbàvino attorno, secondo clichè-Brancati.
    E dando così pure ragione all’Amato sui costumi siculo-pakistani.
    Per di più lavora con estracomunitari, e quelli sbaveranno ancor di più !
    E pensare noi qui a prenderla sul serio.
    L’unica osservazione interessante della serata l’ha fatta Oliviero Toscani quando ha notato che le tre donne in studio discettavano di diritti ma sembravan tutte delle pin-up da quanto si erano impollaccate (per chi ? domandava lui) mentre “splendida donna” era per lui un’ anziana professoressa in video che brillava solo per gli occhi intelligenti.
    Ci son rimaste di sale.
    Ah, ha detto un’altra verità sacrosanta: la Monroe era il sogno dei travestiti, mentre la Bardot in jeans e coda di cavallo, lei sì ch’era una donna vera. OK.

  31. splendida donna anziana vs pin up. Immaginario di genere confermato. Di certo, le statue di sale non sono famose per la rapidità nell’estrarre la katana e affettare i Toscani (metaforicamente, neh:)

  32. tu sei d’accordo con tarantino. e io pure.
    ma Lippa…..
    Repubblica nelle pagine culturali ha rivelato che ron muore nel hp che esce sabato mattina… ma si puòòòòòòò????

  33. Ma infatti Gina, la signora ha accennato ai “privilegi” dell’età.
    Il fatto è che Toscani ha fatto distinzione fra le attuali modelle, “mostri” costruiti a forza di trucchi (da cui il richiamo alla Monroe) e le “vere donne”, belle soprattutto grazie alla propria intelligenza che traluce anche senza tanti espedienti.
    Accertato che sono molto più numerose le persone belle fisicamente di quelle dotate di tale intelligenza che l’aspetto ne viene illuminato, fra le tre giovani del dibattito ve n’era effetivamente una, deputata di FI, che sembrava una barbie invecchiatella , le altre essendo normali donne che avevano cercato di curarsi un po’ come facciamo tutti se si va in TV escluso forse l’on. Cento.
    Ma essendo anche il discorso inevitabilmente scivolato pedissequamente sul:
    “è sbagliato affidarsi all’apparenza e come ci fanno schifo gli uomini che vedono solo quello”,
    Toscani ha avuto buon gioco a chiedere conto della contraddizione insita nel loro aspetto di donne truccate, pettinate, tinte e coi tacchi alti.

  34. forse quello che scriverò è ot e chiedo scusa se lo fosse…
    Repubblica pubblica una lettera di una lettrice che si lamenta dell’eccessiva attenzione riposta nel suo fondoschiena rispetto al suo cervello. Buono. Giusto.SACROSANTO.
    Sono un fotografo dilettante e amo(anzi amavo), del sito di repubblica, aprire la colonnina delle immagini con portfolio vari.
    Le immagini di oggi sono:
    1) Glamour e dintorni le modelle di luca
    2) fotoracconto metro’ Parigi
    3)Video ultimo tango a parigi con famosa scena del burro in versione integrale.
    4)trova cinema con foto cellulite donne famose.
    5) immagini mondiali calcio under 20
    6) immagini todd
    7) immagini festa playboy a new york.
    Su 7 gruppi di immagini o video in 4 si parla di gnocca. Va bene tutto, forse, ma che si facciano crociate sacrosante sulla misoginia maschile e poi sul sito, si utilizzi il corpo femminile per fini commerciali mi sembra molto ipocrita.

  35. Non per difendere la repubblica su cui condivido il giudizio di pino forestiero per quanto riguarda l’uso dell’immagine femminile (ma non è il solo mezzo di comunicazione e neanche il peggiore)
    http://www.repubblica.it/20
    07/07/sezioni/cronaca
    /rapporto-violenza/rapporto-violenza/rapporto-violenza.html
    dall’allucinante resoconto, tra l’altro
    >>>
    Resto basita. Non perchè non lo immaginassi, ma perchè preferivo sperare che non fosse vero. Siamo tornate a immaginarci proprio come ci dipingono e ci preferiscono (non solo i maschi, ma gli equilibri stessi di queste società). A furia di ripetere che uno è cretino sin dall’infanzia va finire che cretini lo si diventa veramente. Così per noi. Morto il femminismo (ormai dichiararsi femministe è quasi come dirsi sovversive o, peggio, vecchie) ci hanno rifilato decenni di immagini di noi stesse come oggettistica compresi i manuali per l’uso e l’abuso. A volte mi viene in mente la testimonianza di una ginecologa (letta da qualche parte, mi scuso per non essere in grado di fornire la fonte) in cui una ragazza che subisce rapporti sessuali dolorosi e non desiderati da un fidanzato cretino fissato con il sesso ‘estremo’ (altro assoluto del nostro tempo, non solo riferito al sesso) palesemente insoddisfatta di ciò, le chiede non come liberarsi del compagno (nell’acido, per strangolamento, lama o sparo :-), ma ….come fare per soddisfare i suoi desideri (di lui) e non provare dolore schifo o pena.
    No comment, anche perchè la ginecologa (se non sbaglio era australiana, quindi non di qualche sperduto e arretrato angolo di mondo)sosteneva che era una tendenza in crescita.
    Nella lettera dell’architetto trovo assurda la sua difesa delle ragazze che, vista la situazione, ripropongono il solito, immancabile, ruolo extraseduttivo per affermari. Come se uno schiavo per far fronte alla sua situazione non dovesse far altro che tappettizzarsi ancora di più. Non è questo quello che consiglierei a uno schiavo (di qualsiasi sesso) non è questo che mi viene da consigliare a noi donne. Battersi per un cambiamento e cominciare a realizzarlo proprio denunciando tali logiche e uscendone fuori, no? non si può fare? eppure anche lo schiavismo può finire se lo si condanna e combatte, salvo rientrare dalla finestra (come sta ampiamente accadendo in buona parte del mondo) non appena si abbassa la guardia o ci si adagia su idee apparentemente innocue, ma sostanzialmente omicide/da riuzione in schiavitù per tutti coloro che non sono in posizioni dominanti.
    Purtroppo questi sono tempi discriminanti non solo per sesso (in forme subdole)e per censo (in forme palesi), ma no solo. Una spada di Damocle che riguarda moltissimo le donne e molto gli uomini è l’ossessione per la bellezza e, visto che mi sto rileggendo ‘i brutti anatroccoli’ di P. Paterlini, mi rendo conto di quanti altri vuoti a perdere (se non altro emotivi) questa discriminazione porta in casa.
    Se cominciasimo ad andare controcorrente, donne, uomini, bambini? se cominciassimo a fottercene di nuovo delle lenti deformate dei vari marketing sulla realtà e rispolverassimo i neuroni e gli affetti? se cominciassimo a voler stare bene, insieme, da soli, collettivamente rispettando e rispettandoci? l’acqua tiepida? può darsi,la preferisco comunque a quella riscaldata da Altri o ‘per Altri’.
    besos

  36. Loredana, sorry, aveva tagliato un pezzo che avevo messo tra parentesi. Puoi cancellare il primo?
    Non per difendere la repubblica su cui condivido il giudizio di pino forestiero per quanto riguarda l’uso dell’immagine femminile (ma non è il solo mezzo di comunicazione e neanche il peggiore)
    http://www.repubblica.it/20
    07/07/sezioni/cronaca
    /rapporto-violenza/rapporto-violenza/rapporto-violenza.html
    dall’allucinante resoconto, tra l’altro
    …La violenza in casa? Non è un reato. C’è un dato nella ricerca – che geograficamente coinvolge in minima parte il sud del paese dove tutte le percentuali rilevate sono minime – che lascia perplessi e la dice lunga sulla scarsa educazione femminile al rispetto di sé. Solo il 18,2% delle donne considera reato la violenza subìta in casa e in famiglia. Per il 44% quello che è successo è stato “qualcosa di sbagliato”, per il 36% “solo qualcosa che è accaduto”. Anche lo stupro e il tentato stupro è diventato reato solo nel 26,5% dei casi. …
    Resto basita. Non perchè non lo immaginassi, ma perchè preferivo sperare che non fosse vero. Siamo tornate a immaginarci proprio come ci dipingono e ci preferiscono (non solo i maschi, ma gli equilibri stessi di queste società). A furia di ripetere che uno è cretino sin dall’infanzia va a finire che cretini lo si diventa veramente. Così per noi. Morto il femminismo (ormai dichiararsi femministe è quasi come dirsi sovversive o, peggio, vecchie) ci hanno rifilato decenni di immagini di noi stesse come oggettistica compresi i manuali per l’uso e l’abuso. A volte mi viene in mente la testimonianza di una ginecologa (letta da qualche parte, mi scuso per non essere in grado di fornire la fonte) in cui una ragazza che subisce rapporti sessuali dolorosi e non desiderati da un fidanzato cretino fissato con il sesso ‘estremo’ (altro assoluto del nostro tempo, non solo riferito al sesso) palesemente insoddisfatta di ciò, le chiede non come liberarsi del compagno (nell’acido, per strangolamento, lama o sparo :-), ma ….come fare per soddisfare i suoi desideri (di lui) e non provare dolore schifo o pena.
    No comment, anche perchè la ginecologa (se non sbaglio era australiana, quindi non di qualche sperduto e arretrato angolo di mondo)sosteneva che era una tendenza in crescita.
    Nella lettera dell’architetto trovo assurda la sua difesa delle ragazze che, vista la situazione, ripropongono il solito, immancabile, ruolo extraseduttivo per affermari. Come se uno schiavo per far fronte alla sua situazione non dovesse far altro che tappettizzarsi ancora di più. Non è questo quello che consiglierei a uno schiavo (di qualsiasi sesso) non è questo che mi viene da consigliare a noi donne. Battersi per un cambiamento e cominciare a realizzarlo proprio denunciando tali logiche e uscendone fuori, no? non si può fare? eppure anche lo schiavismo può finire se lo si condanna e combatte, salvo rientrare dalla finestra (come sta ampiamente accadendo in buona parte del mondo) non appena si abbassa la guardia o ci si adagia su idee apparentemente innocue, ma sostanzialmente omicide/da riuzione in schiavitù per tutti coloro che non sono in posizioni dominanti.
    Purtroppo questi sono tempi discriminanti non solo per sesso (in forme subdole)e per censo (in forme palesi), ma no solo. Una spada di Damocle che riguarda moltissimo le donne e molto gli uomini è l’ossessione per la bellezza e, visto che mi sto rileggendo ‘i brutti anatroccoli’ di P. Paterlini, mi rendo conto di quanti altri vuoti a perdere (se non altro emotivi) questa discriminazione porta in casa.
    Se cominciasimo ad andare controcorrente, donne, uomini, bambini? se cominciassimo a fottercene di nuovo delle lenti deformate dei vari marketing sulla realtà e rispolverassimo i neuroni e gli affetti? se cominciassimo a voler stare bene, insieme, da soli, collettivamente rispettando e rispettandoci? l’acqua tiepida? può darsi,la preferisco comunque a quella riscaldata da Altri o ‘per Altri’.
    besos

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