IL SANDALO DI LEGNO NELL'INGRANAGGIO: PER ERRI DE LUCA

Si chiama Charles Cunningham Boycott. Ha una voce su Wikipedia consultabile con un semplice clic.
Si chiama Erri De Luca. Anche lui ha una voce su Wikipedia e un sito. Erri De Luca è sotto processo per aver usato la parola sabotaggio.  Sulla Treccani c’è la definizione di sabotaggio.  Uno dei sinonimi di sabotaggio è boicottaggio. Qui ci si potrebbe fermare.
Quel che ha detto De Luca è evidente: gettare il sandalo di legno nel meccanismo significa sperare che quel meccanismo si inceppi. Ed è quanto pensano molte persone, anche se pochi colleghi di De Luca, a ben vedere, hanno preso la parola.
Erri De Luca aveva chiarito la sua posizione già nel libro Nemico pubblico curato da Spinta dal bass. Con queste parole:
“Un contadino esce di casa per andare a zappare la sua vigna che sta dall’altra parte della strada. Per farlo deve passare un posto di blocco fisso di soldati, esibire tutti i giorni un documento all’andata e al ritorno, nei dieci metri da casa a vigna. La strada non segna un confine tra due stati, è tutta in un solo territorio.
Un giardiniere viene denunciato per possesso di arma impropria atta a offendere: nel bagagliaio della sua auto hanno trovato e sequestrato il corpo del reato, un paio di cesoie da potatura.
Di quale luogo del mondo questi due fotogrammi sono esempio di ordinaria persecuzione? Il vincitore del quiz vince un viaggio premio nel posto indovinato: la Val di Susa.
Si sente parlare in questi giorni di ius soli, il diritto di essere cittadini del luogo in cui si nasce. Da noi è negato. Importiamo in abbondanza termini inglesi per qualunque argomento, con la goffaggine provinciale di crederli più autorevoli.
In questo caso però non adoperiamo il corrispondente “birthright citizenship”, cittadinanza per diritto di nascita. Perché in quella lingua è diritto automatico per chiunque nasca su suolo degli Stati Uniti, navi e aerei compresi. Usare il termine inglese comporterebbe la necessità di adeguarsi alla norma. Perciò viene esumato il latino, utile a negare.
Esiste un altro tipo di ius soli, di buon diritto al suolo.
È quello di una comunità che difende il proprio territorio dalle invasioni. In Val di Susa da molti anni è in corso una invasione di truppe al servizio di uno Stato che vuole imporre con la forza la riduzione in servitù di una vallata, di una comunità, di un suolo.
In Val di Susa è in corso da altrettanti anni la più decisa e insuperabile resistenza al programma di stupro del territorio. La lotta a oltranza della comunità della Val di Susa è legittima difesa della salute della loro madre terra. È diritto di sovranità sul proprio suolo, sulla propria aria, sulla propria acqua: sulla vita stessa minacciata.
Buffoni di corte delle banche dichiarano strategica l’opera di sventramento che è invece superflua, tossica e sfruttata solo per spendere fondi europei. Mi arrogo abusivamente uno scampolo di profezia: quell’opera di scasso , sostenuta da occupazione militare, non si farà mai.
La Val di Susa vincerà perché non ha altra possibilità, non ce l’ha una valle né una vita di riserva e non si lascerà deportare.
A fronte dell’incarognimento della rappresaglia di Stato contro la loro comunità, cresce la resistenza corale, pubblica, unanime, che insieme al suolo riscatta la dignità di cittadini, che non si fanno degradare a sudditi di un feudo. Oggi la Val di Susa è una grande piazza Taksim di Istanbul, una estesa Plaza de Mayo di Buenos Aires, una delle cellule del mondo immuni al cancro della sottomissione. Perché chi si arrende, si ammala. Invece la vallata sprizza di salute pubblica, di fraternità, di volontà di battersi.
Se ne andranno le truppe di occupazione, il contadino andrà a zappare la sua vigna attraversando la strada sgombra dal posto di blocco. Al giardiniere verranno restituite le cesoie e l’onore”.
Queste parole vennero pubblicate sul Fatto quotidiano nell’agosto 2013, suscitando reazioni non propriamente composte.
Che Erri De Luca vada a processo con l’accusa, fra l’altro, di essere istigatore di atti violenti rientra in quella narrazione atroce che continua a dipingere i NoTav come terroristi. L’inaugurazione del tratto della Quadrilatero che passa per Serravalle di Chienti, a dicembre, è stata blindata “per paura dei NoTav”.  Il taglio del nastro è stato effettuato dal ministro Lupi.
Ognuno giudichi, alla luce di quanto avviene in questi giorni. So bene che scrivendo questo post mi attirerò nei commenti i soliti pro-Tav che commentano unicamente quando si parla di Alta Velocità, con il consueto scopo di spiegare all’ingenua sottoscritta come vanno davvero le cose, perché loro lo sanno e io spreco il mio tempo occupandomene.
Pregherei di astenersi, ma temo che l’invito non verrà raccolto.
Spero, invece, che siano i miei colleghi a raccogliere l’invito a parlare sulla vicenda di Erri De Luca. Coloro che scrivono, intendo, e che naturalmente erano tutti Charlie lo scorso gennaio. Ma sta arrivando la primavera e, come ognun sa, ci si distrae.

19 pensieri su “IL SANDALO DI LEGNO NELL'INGRANAGGIO: PER ERRI DE LUCA

  1. Ho un piccolo blog e con questo mezzo divulgo e informo quel che, secondo me, è necessario non venga taciuto. Seguo e informo sulla vicenda Erri De Luca che rappresenta quel coraggio che a troppi manca. Il re è nudo e lui lo smaschera.
    Grazie

  2. Condivido, Loredana: è davvero imbarazzante il silenzio di cui tanta “intellighenzia” ammanta il processo a De Luca; facile essere Charlie quando Charlie è una roba imbarazzante che sta nella lontana Francia e di cui in Italia si sa poco o nulla, difficilissimo essere Erri quando si trattano cose scottanti di casa nostra. Silenzio che, peraltro, circonda tutti i temi e i loro testimonial che danno fastidio ai potentati italici (vedi mafie, diritti civili e questioni “eticamente sensibili” varie, tanto per fare qualche esempio).
    Permettimi di dire: che schifo.

  3. Vale la pena di riguardarsi questo passaggio di una trasmissione d’informazione, nel quale Lele Rizzo chiede invano una risposta al deputato PD Ernesto Carbone a una semplice domanda: “Lei lo sa a cosa serve quel buco?”. L’abortito dialogo (all’on. Carbone pesava tanto ammettere di non avere idea di cosa stesse parlando) è avvenuto due mesi dopo (26 ottobre 2013) la pubblicazione del testo di Erri De Luca sul “Fatto”, in piena canea anti-sovversivo: giusto per farsi un’idea di chi c’è non solo da una parte (che è la mia), ma anche dall’altra.

  4. Come accade spesso, le zone colpite da queste Grandi Opere sono punti energeticamente molto forti. Il “buco” avrà ripercussioni anche da quel punto di vista.

  5. In uno degli ultimi libri di manuel vasquez montalban si paventava nemmeno troppo tra le righe che il Capitale puntasse su vaghi organismi sovranazioneli, come la region plus, e sperasse di rinfocolare istanze irredentiste esacerbando gli animi affinche` le stesse venissero fuori in modalita` estrema, in maniera tale che poi le forze dell`ordine fossero tenute a intervenire con la scusa che in gioco ci sia la tenuta dello stato stesso. E in effetti mi pare che in val di susa ,de luca compreso, tutti siano finiti in un gioco piu` grande di loro(certo che se Erri fosse il nipote di Nasser ora non staremmo qui a parlarne)

  6. Architetto Virano, perché volete mandare in galera De Luca?
    «Non vogliamo mandarlo in galera, è un processo che ereditiamo dalla Ltf, la società che ci ha preceduto ma del quale condividiamo gli obbiettivi: difendere i sabotati muti, cioè i lavoratori del cantiere che hanno subito attacchi e violenze appoggiate e legittimate da uno scrittore famoso come De Luca. Difendere i nostri operai era un dovere etico».

  7. Picobeta, in ritardo ma sempre presente. Mi spiega una cosa semplicissima? Come mai i suoi unici interventi in rete sono sotto i blog (Giulio Cavalli, blog francesi che parlano di Erri De Luca) dove si parla di NoTav? No, non ripeta che è puro interesse tecnico. Non le credo. O è ossessione, o è qualcos’altro.

  8. Loredana, ovviamente senza pretendere di convincerla, le elenco i motivi che mi spingono a parlare di TAV:
    1) parlo di ciò che conosco o che credo di conoscere
    2) vivo a Torino e i fatti della Val Susa mi toccano
    3) vivo a Torino e rivedo in certe derive ribellistiche intorno alla TAV potenziali derive simili a quelle che vidi quand’ero studente universitario (su questo punto spero fortemente di sbagliarmi)
    4) ho fatto studi in materie tecnico-scientifiche, per cui mi stupisce la credibilità in una parte significativa dell’opinione pubblica goduta dalle argomentazioni degli esperti NO TAV, nonostante la loro sconcertante pochezza e mancanza di spessore tecnico
    5) subisco il fascino perverso del pressapochismo, della superficialità, della presa di posizione basata su rigidi schemi precostituiti (soprattutto quando questi fenomeni si presentano inaspettati in persone di grande cultura, finezza intellettuale e capacità analitica) e questa mia discutibile forma di libido trova abbondantissimo materiale nella vicenda TAV.
    6) conosco un po’ il francese, avendolo studiato e avendo lavorato per un paio di anni in Francia
    7) mi piace spandere in giro il nick picobeta, perché mi riecheggia le Cosmicomiche
    Ciò premesso anziché andare a discutere nel bar sotto casa di calcio e di altri argomenti non citabili in un salotto così ben frequentato come il suo blog, sfogo quel poco di verve dialettica che mi rimane parlando di TAV qui e altrove.
    Certifico infine la totale assenza di conflitto di interesse, non essendo io e alcuno dei miei congiunti toccato da interessi economici, professionali o politici relativi alla vicenda TAV.

  9. (Loredana, chi interviene solo su temi che conosce in modo approfondito e con commenti pertinenti e documentati (e per la cronaca, anche informativi), dev’essere per forza uno psicopatico? Immagino che per picobeta sia più stimolante e interessante (con quell’elemento di provocazione che non guasta nel dibattito) interagire con chi non la pensa come lui. Perché non va bene? Se hai – e giustamente – le tue convinzioni, in che cosa rappresenta una minaccia o un fastidio, per te o il
    tuo blog? Che cosa ha da guadagnarci, il tuo blog, dal conservare solo i 4 o 5 approvanti del coro? Niente, in my humble opinion. E’ come se tu pensassi che commenti come quelli di “picobeta” infangano le tue pagine, le rendono impure…)

  10. Diana, mai detto che Picobeta sia psicopatico. Dico però che è singolare che intervenga non solo qui solo e unicamente in difesa della Tav. E mai su altri argomenti. Nessun timore di infangamenti: ma curiosità, quella sì.

  11. @diana
    grazie per le sue cortesi parole e per aver ricordato un punto che avevo dimenticato
    8) non mi piace discutere con chi la pensa come me, per andare tutti d’amore e d’accordo c’è il coro della parrocchia dove cantavo da piccino all’unisono con i miei amichetti di allora sotto la direzione del compianto don Eusebio.
    @loredana
    se non è convinta, proponga lei delle ipotesi alternative per le mie motivazioni.

  12. @picobeta
    non devo necessariamente avere una mia opinione sulla tav per capire che lei è un interlocutore di qualità. Competenza, cortesia e ottime doti espositive parlano per lei.

  13. Picobeta, io ho posto una domanda: lei monitora i blog dove si parla di NoTav. Non solo il mio, come detto. Interviene solo su quelli e solo su questo argomento. E’ come se io monitorassi i blog dove si parla di Sentinelle in piedi per confutare il loro pensiero. Per come sono fatta io, è un comportamento anomalo. Il che non significa, qualunque cosa possa pensare lei, che io non la voglio qui. Ma che trovo surreale che a ogni post sul Tav, da anni, lei spunti fuori. Possibile che non abbia altri interessi?

  14. Loredana,
    ho anche altri interessi e anche altri nick per intervenire nei forum dove si tratta di questi argomenti. Ciò detto, pensa veramente che valga la pena di passare del tempo a discutere di quell’evanescente avatar internet che è il pauvre écolier picobeta?

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