Ogni volta che ritorno dal paesello marchigiano penso al famigerato Quadrilatero. Penso al fatto che non se ne stia discutendo sulla stampa nazionale, per esempio. Penso agli amministratori (il sindaco di Foligno ascoltato ad un convegno) che alzano le spalle dicendo che “si sono dovuti arrendere alla volontà popolare”. Penso alle montagne sul lago di Polverina, e al viadotto che le ha già nascoste. Penso ai progetti che infiammano gli occhi di certi personaggi, i quali sognano con diletto un gigantesco centro commerciale sull’altopiano di Colfiorito (un altro?), alzando le spalle con sufficienza davanti alle perplessità altrui.
Poi penso che questo atteggiamento può essere scambiato per banale, ingenuo, superato romanticismo ambientalista. Poi però penso anche che mi piacerebbe capire a cosa serve davvero la super-superstrada (non bastavano delle opportune varianti alla vecchia statale?). Poi mi sento rispondere che serve per velocizzare il traffico dall’interno verso il mare. Ah.
E alla fine penso alla definizione dell’estate, a quella “bulimia del presente” più volte evocata nelle discussioni socio-politiche. E penso che, sì, in questo caso ha un senso, e forse non solo in questo caso.
State bene?
Ps. Naturalmente sto leggendo parecchie cose. Da ieri sera, Gargoyle di Andrew Davidson, che non parla nè di cattedrali nè di misteri. Sul resto, seguono aggiornamenti a breve.
Pps. Aggiornamenti immediati, invece, a proposito di NIE, su Carmilla.
Ppps. Qualcuno sa dirmi come si allevano le pogone, per caso?
Hai perfettamente ragione: non solo si sta compiendo un altro scempio, ma non se trova traccia nel panorama mediatico nazionale. Al solito, si spacciano per emergenze delle pure speculazioni, come se dovessero portare l’acqua in Darfur.
Comunque, la prossima volta che torni, perché non passi dalle parti di Chiaravalle? Ci sono cose interessanti sul settore-infanzia…
A presto
S.
Quella superstrada è una delle cose più schifose che abbia mai visto. Ogni volta che ci passo di fianco mi vengono i brividi e ogni volta che vedo solo altre cinque o sei macchine oltre alla mia sulla statale mi chiedo a chi serve quello schifo.
L’Umbria (e anche le Marche, almeno la parte confinante, come questa di cui si discute) negli ultimi anni (auspici anche i congrui fondi arrivati “per la ricostruzione” post terremoto ’97) ha imboccato decisamente la strada di quello che, negli anni ’60-’70, veniva spacciato per “progresso” e che oggi, in modo più politicamente corretto, è stato ribattezzato “sviluppo”. Cemento. Asfalto. Paesaggi profondamente modificati dallo “sviluppo”, che però continuano a esistere – solo di nome – nel titolo di qualche commissione pubblica o di qualche assessorato. Dici, giustamente, del Quadrilatero. Aggiungo che, su insistenza delle autorità preposte a lanciarci verso lo “sviluppo”, la superstrada che percorre da sud a nord l’Umbria – la E45 – diverrà autostrada. Aggiungo che Perugia, capoluogo del “cuore verde d’Italia”, ha un indice di sviluppo edilizio annuo di molto maggiore a Milano (ma se giri per questi nuovi nuovi quartieri, troverai moltissimi appartamenti sfitti: qualcuno pensa che la malavita organizzata si sia insediata pesantemente nella terra di S. Francesco e ricicli, anche così, anche qui, i suoi soldi sporchi). C’è un vero e proprio assedio del cemento e dell’asfalto: un assedio ai nostri bei centri storici, un assedio alle nostre coscienze di cittadini umbri, narcotizzati – forse – dal nostro proverbiale “bel vivere” da non riuscire a capire che, un pezzetto al giorno, qualcuno ce ne sta mangiando i presupposti.
E’ proprio così. Il vantato “cuore verde” sta diventando grigio. Non solo: alle proposte del Comune di Serravalle di poter almeno ottenere in cambio la valorizzazione dell’area archeologica (che è notevole, in zona) è stato risposto picche.
Sarebbe interessante che ci si occupasse della Quadrilatero spa: fin qui lo ha fatto solo Milena Gabanelli in una puntata di Report del 2005. Ma da quando, come è stato riferito, “i verdi hanno dato il placet”, la superstrada procede a gonfie vele ignorando ogni elementare vincolo paesaggistico. Solo a Serravalle, sfonderà due montagne offrendo la vista di un viadotto là dove esiste una vallata verde.
E da quanto capisco, le sensatissime alternative di una variante all’attuale statale 77 sono state ignorate.
Per qualche motivo le alternative proposte da chi contesta le grandi opere sono sempre ignorate; dagli stessi che chiedono a chi protesta di essere costruttivo e di non limitarsi a dire “No”. Bah.
Bentornata, Loredana!
L’impressione è quella di essere inutili e impotenti, di fronte a queste cose, individualmente ma anche collettivamente. Né i media, né gli oppositori politici, né i contestatori di piazza alla fin fine cavano un ragno dal buco.
Prevalgono sempre e solo le grandi ragioni economiche: in Umbria-Marche, in Italia, nel mondo.
Uno dei tanti brutti pensieri che accompagnano il rientro.
Nonostante questo… ben ritrovata, Lippa!
🙂
Giò
Una volta tanto… “se po’ [se potrebbe] fa’”. Non mi piacciono gli slogan, soprattutto quando sono soltanto slogan e dietro hanno poco di costruttivo, come sempre di più si vede fare, purtroppo, anche a sinistra. Mi piace allora guardare a cosa succede nel resto d’Europa, del mondo. Noi italiani stiamo sempre a rimirarci il nostro ombelico puzzolente, ci lamentiamo, ma continuiamo a farlo indefinitamente. In altre parti del mondo stanno sperimentando modi diversi di valorizzare le proprie risorse ambientali e/o culturali-artistiche. Il mito del “progresso” e/o “sviluppo”, come vogliamo chiamarlo, risale all’Italietta del boom economico, dei palazzinari, della mano bassa su ambiente, cultura e peculiarità locali. Purtroppo molta sinistra non si è mai distaccata da quei modelli, e i potentati del mattone – a Roma, come a Milano, Perugia o Caltanissetta – aiutano così tanto a farsi eleggere!… Dovremmo provare a studiare un po’ di più, viaggiare un po’ di più, imparare dagli altri e poi farci sentire dai nostri “rappresentanti”. O moriremo di rassegnazione.
Mauro
1 settembre, si apre la stagione dell’agricoltura e mi piacerebbe farne parte, nuovi propositi si sposano con vecchie realtà, sempre quelle.
quest’autunno mi sta facendo prender male.
tutti in silenzio sulle cose importanti e ciaccolàme di bim bum bam.
stupefacente come risuoni cool il vuoto imperante di questo scampolo di civiltà.
saluti e bentornata e scusa il delirio generalizzato
Le pogone? Fammi capire bene, a Serravalle circolano bestioline simili??!!
Scherzi a parte, non so nulla sulle pogone e su come allevarle. Non posso aiutarti.
Un “bentornati!” collettivo: per te e per gli altri affezionati del blog. Chi manca ancora all’appello?
Non vi preoccupati, lipper-addicted.
Tra dieci giorni saremo inghiottiti dal buco nero.
Cemento e parchi non conteranno più nulla e noi torneremo a scomporci in neutrini, protoni, elettroni, e i collioni di cui è piena l’Italia forse spariranno nell’antimateria.
Ciao
scrivo per la prima volta qui. Sono marchigiana immigrata a Milano e anche io d’estate ritorno al paesello , Mondavio.
Non sapevo niente del progetto quadrilatero; tocca in qualche modo il parco della Scheggia?
Quali sono le alternative?
Francesca
Non credo, Francesca: se non vado errata, esiste già la E45 da quelle parti. Il quadrilatero, nel tratto chiamato Superstrada Val Di Chienti, congiungerà Foligno a Civitanova Marche, attraversando (demolendo, invero) la suddetta Val di Chienti.
Però. Sto cominciando a documentarmi. Quantomeno sul blog, un’inchiesta a puntate può trovare spazio e forse significato. Se qualcuno vuole aiutarmi, è benvenutissimo.
qui la trascrizione del servizio di “report” dove si parla anche di quadrilatero:
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%5E1068730,00.html
Sono d’accordo. Mi chiedo: è possibile che l’economia debba tirare avanti a forza di palate di cemento?. Sono tutt’altro che un tecnoentusiasta, ma penso che se quei luoghi dell’appennino tra marche e umbria hanno bisogno di infrastrutture, si tratta di infrastrutture telematiche, non di nuove autostrade. Si parla del Wi-max, ma persino l’adsl non è per niente diffusa da quelle parti, e per quanto la disconnessione possa essere considerata un lusso, questo pesa sulla possibilità delle persone di informarsi, di imparare e di creare, di ridefinire le proprie esigenze e desideri, essere qualcosa di più di una “volontà popolare” (!). (ho appena letto un articolo di citati su repubblica che dice “La scuola elementare e media non ha bisogno di computer”.. siamo messi bene..).
ben ritrovata! C.
Verissimo.
La battaglia per la connessione veloce è ancora lunga: vengono privilegiate le zone industriali, mentre i piccoli comuni montani vengono reputati zone superflue per quanto riguarda la rete.
Di ritorno da Torbole sul Garda, ho appena finito di strabiliarmi di fronte a un megaintervento edilizio con appartamenti, centro commerciale, due piscine. Anche sull’Ultimo Espresso c’è un articolo terrifico sugli sventramenti delle zone del Garda, con l’edilizia all’arrembaggio che divora quei meravigliosi territori. Una puntata a Casal Borsetti (RA), sulla riviera, mi strabilio al cospetto di uno sconvolgente intervento (interessante peraltro) che è, di fatto, una nuova città. Gramsci diceva che il popolo italiano (inteso come massa, come maggioranza) è e resta sostanzialmente apolitico. Non solo. Credo che siamo il popolo al mondo meno interessato all’ambiente. Vengono devastate zone di grande bellezza paesaggistica, e lo si fa anche contro le normative, perché gli appoggi politici dei palazzinari permettono, prima o poi, di sanare. E il tutto avviene, temo, con l’indifferenza, quando non l’approvazione, delle popolazioni interessate, che ragionano unicamente, e ottusamente, in termini di sviluppo, senza rendersi conto, per esempio, che i carichi urbanistici non verranno smaltiti dai depuratori, che sono insufficienti, e quindi aumenterà l’inquinamento delle acque.
Vedendo come procede il saccheggio del territorio, perdo la speranza di migliorare la nostra condizione umana. O anche solo di frenare il peggioramento. Di ambiente non parla più nessuno, i verdi non sono neanche in parlamento.
E m’incazzo pure con me stesso, per questa mia visione disastrosa delle cose.
Non è disastrosa, è realistica. Però almeno proviamo a capire cosa si può fare.
Quanto ai Verdi, da quanto so, dopo strenua resistenza hanno infine dato il via libera al Quadrilatero…