QUESTIONE DI NASO

Ci siete? Io sì, leggo (un horror napoletano niente male), scribacchio, penso, dormo. Già che ci sono, vi posto un corsivetto uscito stamattina sul quotidiano. Poi, magari, ripasso.

Pensare che ce lo avevano detto e ripetuto: la pillola anticoncezionale rovina la famiglia. Bene, è tutto vero: secondo i ricercatori dell’Università di Liverpool, la pillola distrugge “la capacità innata della donna di scegliere il partner sulla base delle sue caratteristiche genetiche”. Per gli studiosi inglesi, infatti, l’uomo dei sogni viene identificato dall’odore (ricordate “l’omo ha da puzzà?”): più l’effluvio garantisce la diversità genetica, più la futura prole sarà sana. Sottoposte alla prova del naso (97 campioni di odori maschili), le donne che assumono anticoncezionali sarebbero risultate inebriate da compagni geneticamente troppo simili a se stesse, con conseguenze nefaste per la specie e per il matrimonio. “Quando la donna smette di prendere la pillola potrebbe non trovare più attraente il proprio uomo”, dichiara il coordinatore dello studio, Craig Roberts.
A prendere la faccenda seriamente, ci si dovrebbe indignare. Ma non si deve. Perché anche i ricercatori inglesi hanno una capacità innata, che è quella di burlarsi del mondo durante la stagione calda. Esattamente un anno fa, infatti, gli studiosi dell’Università di Newcastle annunciarono che l’amore delle donne per il color rosa era anch’esso innato: erano le guance colorite dei nostri progenitori, foriere di buona salute, a far scattare l’attrazione. Per il prossimo agosto, però, ci permettiamo di suggerire il rispetto delle pari opportunità: almeno una ricerca sulle capacità innate degli uomini, qualunque esse siano. Per favore.

26 pensieri su “QUESTIONE DI NASO

  1. Non so se la pillola c’entri effettivamente qualcosa.
    Ma è un antico adagio che sento da parecchi anni. Tramite il senso dell’olfatto un essere umano (non solo la donna presumo) di solito viene attratto da un tipo di odore che appartiene ad un partner con il sistema immunitario opposto al suo.
    E teoricamente la prole dovrebbe quindi congiungere il sistema del primo con quello della seconda ed averne uno più completo.
    Se questo sia vero nin zo.
    Come non conosco eventuali effetti collaterali di tutta la roba chimica che assumiamo (non solo per evitare i pargoli).
    A prescindere da questioni sessiste, tutto quello che la scienza riesce a “scoprire” ben venga. Voglio credere e sperare che gli scienziati con la missione di provare la superiorità di uno o dell’altro sesso siano in estrema minoranza.
    Mi piacerebbe invece sapere quanto la tecnologia stia influendo sul piano evolutivo della nostra specie. Se bisognerà prima o poi trovare un equilibrio tra le nostre ambizioni demiurgiche e la biologia, oppure si potrà andare tranquillamente avanti con la progressiva e sempre più completa creazione a tavolino del nostro DNA.
    Se un giorno liberemo la donna dalla maternità facendo sviluppare gli ovuli esternamente (con le gravidanze extrauterine), cosa potrebbe accadere?
    Detto questo. Ponendo il caso i ricercatori inglesi non abbiano sparato una raffica di castronerie (cosa che francamente non ho le conoscenze per giudicare), non sarebbe poi questa cosa tanto indignante secondo me, né tanto stupida come il trafiletto parrebbe far sembrare.
    Ammettendo quindi che la cosa possa avere una rilevanza scientifica, ed eliminando dal trafiletto le parti corrosive, qual è il problema?

  2. … Erano meglio i tempi in cui i moralisti (tutti uomini, quindi gente che di procreazione e parto ne sa tanto!!!) sostenevano la propria contrarietà alla pillola facendo uso di argomentazioni pseudo-etiche… I “rischi” del libertinaggio femminile, la “perdita di significato procreativo” dell’accoppiamento e blablabla. Almeno se ne poteva ridere. Le argomentazioni pseudo-scientifiche sono assai più squallide, degne del medioevo o giù di lì (anche se, ancora nel XIX secolo, svariati trattatoni di medicina sostenevano che, durante la pubertà, le “fatiche intellettuali” nelle donne provocassero la perdita del mestruo e quindi la ninfomania… e a pensarci bene ancora oggi certi moralisti buonisti sostengono con basi “scientifiche” che non dico concetti simili!!!)

  3. Quindi fatemi capire, se le ricerche le avessero fatte delle donne sarebbero state meno moraliste e più degne di rilevanza scientifica?
    Il problema tra l’idea masturbazione=cecità e una ricerca che dice di aver fatto controlli sul DNA (faccio un esempio per dire) è che mentre la prima è palesemente non provabile sul piano scientifico e direi oggettivamente riscontrabile nella società, sulla seconda io te e Sempronio dai nostri laptop non possiamo che fare congetture vane. Non avendo nessuno strumento né criterio di giudizio. A meno che dietro l’autrice del trafiletto non si nasconda la Montalcini.
    Oltretutto essendo l’articolo dichiaratamente satirico, non ho neanche ben capito cosa i ricercatori abbiano effettivamente detto di aver scoperto.
    Se poni un problema di vedute “tarate” da parte dei medici allora è un altro discorso. Ma siamo nell’era della globalizzazione, per cui se qualche dottore spara un’epica cazzata verrà subito fatto fuori. Di questo ne sono certo. E senz’altro gli studenti di medicina non studieranno quella ricerca.
    Dal mio punto di vista, ad esempio, potrebbero invece risultare interessanti gli studi che analizzano come la vita di oggi, le nuove tecnologie, l’alimentazione, lo smog e quant’altro possa avere influenze – anche a livello genetico – su ovuli-spermatozoi-feti-embrioni-bambinelli.

  4. La considerazione nelle ultime righe del prode Ekerot ( tecnologie, alimentazione ecc.) è la più seria fatta sin ora…
    Per il resto credo che più che la Montalcini, caro Ekerot, dietro il trafiletto dei noti burloni vi sia il montalcino, sì proprio lui, il brunello, dotato di ben altri effluvi…
    gert-dal-pozzo

  5. Entro come al mio solito a gamba tesa e faccio l’avvocato del diavolo.
    Quando ce la prendiamo con la Chiesa o altri enti morali(sti) perché hanno la presunzione di confutare la ricerca scientifica diciamo che sono dei gretti ignorantoni e, appunto, moralisti contrari al progresso. Ma se la scienza ci dicesse cose che non ci piacciono? Non è che rischiamo di trasformarci anche noi in gretti moralisti?
    Io ho letto, tra le altre cose, il libro della Lipperini, e onestamente, per quanto ovviamente condividessi la maggior parte dei concetti base, mi trovavo contrario all’idea che necessariamente uomo e donna debbano essere uguali in tutto, e non solo nei diritti & doveri.
    Per es. una differenza su cui, per quanto femministi/e, non ci si può fare niente è la superiorità nella forza fisica da parte degli uomini. Sennò perché gli sport li dividono in categorie maschili e femminili? Per evitare orge negli spogliatoi? Per non parlare delle quantità di testosterone nel sangue che trasformano (che io sappia non solo nell’homo sapiens sapiens ma in tutti gli animali) i maschi in “predatori” sessuali nei confronti delle femmine. Io non penso che necessariamente “rosa” sia uguale a “donna schiava zitta e lava”. E nonostante ovviamente sia sacrosanto fino alla retorica che le donne (come chiunque) abbiano il diritto di fare ciò che vogliono col proprio corpo avvalendosi se necessario di pillola e aborto, una scoperta del genere, se fosse confermata, sarebbe un dato di fatto. E allora? Che cambia? Esistono anche altre ricerche che parlano di sostanze che inibiscono la virilità maschile. E poi non è vero che ormai i criteri di scelta del partner sono diversi? Certo, il futuro della specie magari potrebbe essere incerto. Ma che ci si può fare?
    P.S.: aspettate che mi metto il giubbetto antiproiettile… ecco… adesso potete sparare.

  6. La questione è che nella ricerca psicologica e psichiatrica in tutte insomma le ricerche che sono inerenti le scienze umane, ci sono un po’ di autori seri, un po’ di sacrosanti burloni e una inquietante falange di teste di cazzo. Per tanto uno legge il trafiletto e pensa: dove ascrivo il gruppo di ricercatori in questione? tra i burloni o i testa di cazzo? Perchè purtroppo, considerando la cautela metodologica e epistemologica che gira in queste ricerche, non possiamo rispondere con certezza. Sono tantissime le ricerche pubblicate e per niente burlone che si permettono di trarre inferenze generali da dati troppo particolari, senza considerare le variabili che derivano da altri fattori. Se si va avedere le ricerche dei genetisti, ogni due per tre escono fuori risultati inquietanti sulla differenza di genere, o sulle caratteristiche individuali, risultati che non stanno in piedi considerando che il cervello cambia, per quella cosa che si chiama plasticità neurale. Il momento cruciale della deduzione non viene mai controllato come dovrebbe, e i giornali riportano allegramente e ingenuamente.

  7. Difatti la cosa migliore è attendere che i risultati di queste ricerche finiscano nel filtro delle migliori riviste di divulgazione. Poi, come per i giornali, ognuno creda\compri quelle di cui si fida di più. Se riesce a capirci qualcosa, ovviamente.
    Perché spesso e volentieri è impossibile tradurre i loro risultati in idee\consigli\dibattiti. Soprattutto quelli della bio-genetica, di cui si hanno accenni nel 2000 di una fondamentale scoperta, e poi per dodici anni l’argomento torna sottoterra.
    Per questo, consiglio di non accalorarsi troppo per i “trafiletti”.
    Ma anche di non invelenirsi se le nostre posizioni etiche e morali non trovano pienamente riscontro nelle ricerche scientifiche.

  8. Quante superscoperte scientifiche a base di “donna inferiore deputata a far figli e a servire” e “virile maschio tutto testosterone che se vede una donna DEVE prenderla” ci sono già state?
    Probabilmente migliaia. Non so se abbiano già trovato, chessoio, il gene del tremendo “istinto materno” femminile…
    Sul sito del MOIGE – prima che chissà perché lo cancellassero – c’era un divertente (e sconfortante) corso di educazione sessuale (o meglio di educazione all’astinenza completa fino al matrimonio, senza contraccettivi o petting o convivenza…) che tra l’altro ripeteva varie volte, fino allo sfinimento, quanto siano “diversi” uomo e donna, arrischiandosi fin sui “caratteri sessuali secondari psichici” o roba del genere…. Un concentrato, scusatemi, di ovvie banalità con niente di scientifico salvo tanti pregiudizi ormai secolarmente radicati.
    Di questo tipo di scienza personalmente io diffido.

  9. One pill makes you larger
    And one pill makes you small
    And the ones that mother gives you
    Don’t do anything at all
    Go ask Alice
    When she’s ten feet tall
    And if you go chasing rabbits
    And you know you’re going to fall
    Tell ‘em a hookah smoking caterpillar
    Has given you the call
    Recall Alice
    When she was just small
    When men on the chessboard
    Get up and tell you where to go
    And you’ve just had some kind of mushroom
    And your mind is moving slow
    Go ask Alice
    I think she’ll know
    When logic and proportion
    Have fallen sloppy dead
    And the White Knight is talking backwards
    And the Red Queen’s “off with her head!”
    Remember what the dormouse said;
    “FEED YOUR HEAD
    FEED YOUR HEAD”

  10. Se posso permettermi, nelle risposte che leggo (a parte quelle di Ekerot) mi sembra di leggere lo stesso stizzoso moralismo un po’ estremista di PdL, Vaticano e Moige ma di senso opposto.
    Vorrei sapere che c’è di male nel riconoscere oggettivamente alcune differenze fisiologiche e che legame abbiano queste con la disparità di diritti & doveri. Poi a volte mi sembra che questa idea di parità puzzi soprattutto di appiattimento ai modelli maschili.
    Cioè, davvero se a una bambina piacciono le bambole e i vestiti rosa da grande sarà una che accetterà di stare dietro ai fornelli e di farsi scopare da uno stallone di turno?

  11. Daxeman gioisci, almeno per quel che mi riguarda, concordo perfettamente sul fatto che una differenza biologica determini una differenza esistenziale. Detto questo, rintracciare il come ciò accada è veramente molto molto difficile, specie considerando che “il come ciò accada” è stato lo strumento culturale per impedire a delle persone di fare delle cose, e come tanta letteratura oramai assodata la cultura si è e servita dell’autorità della scienza, alle volte persino senza che la scienza ne fosse consapevole.. E’ per questo che quando si fa ricerca in questo ambito bisogna usare tantissima cautela. Le relazioni non sono così semplici, interferiscono moltissime variabili. Se non le conti fai un errore di metodo.
    Un bambino figlio di matematici che va in un cazzuterrimo istituto in cui si fa solo matematica: è bravo in matematica per via del genoma? Questa è per esempio una trappola tipica di studi del genere.
    Se una babmiba gioca solo con le bambole, e le si fa pensare che è assolutamente bene che ella giochi solo con le bambole, e nun toccà i lego sa che nun zai che te succede, se va a scuola e questo concetto è ribadito, insomma questa bambina da grande avrà perso metà dei desideri possibili.
    Certamente, però le bambile non sono l’unico stimolo di cui un bambino dispone. Ma la similitudine degli stimoli per genere è quello che preoccupa molti educatori

  12. Non parliamo del destino futuro dei bambini maschi che giocano con Barbie 😉
    La pillola come concetto, indipendentemente dal modello Pincus, è stato uno dei grandi autori della rivoluzione moderna, mi rendo conto che in alcuni casi ha significato di più in termini sociali, specialmente per le donne, ma è il significato generale che gli si da, il consegnare un problema, grande o piccolo che sia ad una pallina di zuccero colorato, che potrebbe far nascere una riflessione (arggh) su quanto cioè sia distante nella nostra mentalità l’idea di sforzo, difficoltà, fatica e ricerca da quello di risultato.
    Non voglio dire certo che non si faccia più fatica per ottenere cio che si vuole, ma con la pillola in senso lato si è inaugurato il pensiero che la strada è aperta e in qualche modo l’immaginario collettivo ci spera.
    In fondo il nostro primo ministro è così piccolo che potrebbe, molti l’han fatto, essere scambiato per una pillola.
    Scusate, è un commento un po’ confuso, dev’essere quella pillola che ho preso prima di mangiare.

  13. In questi giorni, nella calura mitigata di Toronto, mi sto guardando la serie tv “Lady Oscar”. E ripensando alle cose scritte qui, m’è parsa una coincidenza interessante.
    Oscar è diventato un personaggio icona per comunità gay e lesbo, per il suo femminismo d’antan, e per le sue caratteristiche di trans-sessualità.
    Anche io quando ero più giovine, adoravo Oscar per il fatto che era una donna completamente diversa da tutte le altre eroine degli anime. Tirava di spada, batteva i maschi nella scherma e nel pugilato, non giocava con le bambole ma si dilettava in equitazione, pianoforte e cultura varia. E poi non era costretta a vestirsi mettendo quei vestiti pesantissimi e stressantissimi dell’epoca.
    A molti giovani spettatori, pueri et puellulae, sarebbe piaciuto incontrare una ragazza del genere. Forse persino avere una figlia così. Senz’altro originale, e all’apparenza più libera delle sue contemporanee di scegliersi il proprio cammino.
    Ma allora si dovrebbe “applaudire” il padre che l’ha allevata come un ragazzo, mettendole pure un nome maschile? Non ha anche lui forzato la sua educazione secondo un immaginario del tutto personale?
    Mi stupisco allora che questo dettaglio leggendo nelle varie community LGBT non appaia mai…Sarebbe interessante sapere cosa ne pensate, dando per scontato che abbiate visto questo bell’anime.

  14. Io ho visto l’anime e (come praticamente tutti gli anime e i manga che ho visto/letto) non mi è piaciuto affatto. Tra l’altro non ho mai sopportato i personaggi che mangiano filo spinato e pisciano napalm, che si chiamassero John Rambo o Beatrix Kiddow. O Lady Oscar, in questo caso. E sono daccordo con Ekerot riguardo l’educazione a un immaginario comunque maschile da parte del(la) protagonista della serie. E aggiungo che una come Oscar (o come Beatrix Kiddow o come la Angelina Jolie di Wanted) in realtà è una figura derivata dalla mentalità maschilista per cui è più interessante una cavalla tosta e selvaggia da domare piuttosto che una puledra ammaestrata. Ripeto che secondo me non è affatto detto che riconoscere almeno minime differenze fisiche/esistenziali sia sinonimo di disparità di diritti.
    Azzardo una provocazione: cosa sarebbe successo se la possibilità di entrare nell’esercito fosse stata resa possibile alle donne già nei secoli passati, o anche durante le due guerre mondiali? Onestamente non so se l’umanità si sarebbe estinta già da un pezzo o se avrebbe dovuto ricominciare di volta in volta da condizioni post apocalittiche a fronte di una popolazione decimata. Non è che forse, qualche volta, la disparità di ruoli sia stato un bene?
    Spero ancora di non sembrare sciovinista.

  15. Oscar, e certamente l’ho vista anche io!Era molto femminile, a parte la professione e gli abitini, magra, ben fatta segretmente innamorata di Andrè e mai una parolaccia.
    La differenza è una santa cosa, e negarla ti mette in grande difficoltà. Quanto meno devi essere il doppio forzuto degli altri per sostenere la negazione e rinegozire i significati sociali che si danno al sesso. Alcuni ci riescono benissimo, cambiano sesso e gioiscono, altri fanno una gran fatica. In ogni caso, non mischierei omosessualità e transessualismo con le modificazioni che la cultura comporta nella interpretazione del ruolo di genere. Queste modificazioni non negano la differenza sessuale necessariamente ma la portano ad avere più oggetti da interpretare: dunque un uomo e una donna soldati non sono due enti uguali, ma due sessi che interpretano qualcosa di uguale producendo oggetti diversi. Il sesso è il nostro essere soggetto, non l’oggetto a cui ci applichiamo.
    Dunque, se le donne fossero entrate prima nell’esercito avremmo risolto prima un problema che invece abbiamo adesso: la rinegoziazione dei ruoli di genere. E quindi, ora siamo nel mezzo della tempesta del cambiamento, e che non è del tutto avvenuto, come dimostra il fatto che per tranquillizzare Daxeman possiamo mandarlo tranquillamente a fare amicizie nell’agro romano, vedrà che paesaggi medioevali riscontra sotto il profilo sociale. Ma no, non sono più felici.
    Quello che voglio dire è che in questo tema così complesso entrano una gran quantità di determinanti, che suonano insieme come un orchestra: il genoma; gli ormoni a cui gli individui sono sottoposti durante la gestazione; i rapporti affettivi con i genitori e con la madre, il modo in cui questi genitori interpretano i ruoli di genere, il modo in cui lo fanno i contesti culturali, il temperamento. Ogni volta che si mette l’accento su una sola di queste cose, specie quando si è in contesti scientifici non si dicono cose veramente attendibili.
    Ma io credo che non dovremmo mai sottovalutare la nostra capacità di umani, di inventare delle soluzioni, di evolvere in forme culturali diverse, magari dialetticamente magari recuperando anche delle cose che sembrano reazionarie, e allo stesso ricollocandole in un modo nuovo di gestire le relazioni.

  16. Sono daccordo con tutto quello che dici zauberei.
    Eccetto per il fatto che non ho bisogno di essere tranquillizzato e che io nell’agro romano ci vivo, so benissimo com’è la situazione, e, ti assicuro, non è una cosa che mi tranquillizza (questo, però, nell’estremo opposto).

  17. Sottoscrivo il discorso di zauberei, che mi sembra anche il risultato di qualche specifica competenza “epistemologica”. Vorrei aggiungere un’osservazione più generale. L’informazione “scientifica” è piuttosto lacunosa quando non è persino fuorviante. In genere vengono ripresi articoli o interviste senza ulteriori verifiche e si cerca un adeguato titolo ad effetto. La qualità è rara, comunque insufficiente considerando l’importanza della cosa. Colpa dei giornalisti? No, anche dei ricercatori che non sanno comunicare e sono ben contenti di fare notizia. A qualunque costo.

  18. Se anche un giorno dovessero – gli scienziati – scoprire che la macchina umana non ha neanche un lanternino di libero arbitrio e quindi “sostanzialmente” nulla ci differenzia da un computer; se anche dovesse arrivare quel giorno niente ci impedirebbe di continuare a credere ai nostri valori ed eventualmente lottare per farli rispettare.
    Parlando poi dell’educazione dei bambini in generale, a prescindere dal genere, credo che il buon senso dei genitori e la spinta a non omologarsi siano due fattori imprescindibili. Senza arrivare agli estremi di Oscar – per me è giusto che le donne possano fare le soldatesse per motivi di stipendio (è pur sempre una chance in più), ma non è che mi auguri di vedere gli eserciti pieni di donne – è evidente che un donna emancipata su molti versanti (come l’uomo emancipato su molti versanti) presenti tratti di fascinazione e interesse maggiori. O forse questi sono soltanto i miei gusti, chissà.
    Non so quale luminare disse che il livello di civiltà di un popolo si vede da quanto emancipata è la condizione delle donne. Senz’altro è uno di quei fattori fondamentali. Ma anche il grado di coscienza critica dei cittadini non è da meno. E non so quanto il “potere” nelle nostre democrazie ami e coltivi l’idea che una sempre più larga parte della base inizi a pensare con la propria capoccia.
    Detto questo, giusto per farmi un pernacchiotto, m’è venuta in mente (pensando al discorso degli stereotipi sui modelli) quella famosa battuta da “Harry ti presento Sally”, in cui Meg Ryan dice (parlando di “Casablanca”): “La Bergman ha fatto bene a scegliere Lazlo, sennò sarebbe stata la moglie di un barista per tutta la vita”. Salvo poi ricredersi anni dopo, affermando di aver detto un’eresia…Insomma, Bogart tutta la vita.

  19. Cara lipperini, l’articolo -pubblicato su Proc Biol Sci, ha per titolo:
    “MHC-correlated odour preferences in humans and the use of oral contraceptives”,
    non “Ethic implications associated with pill use”
    Gli autori concludono che:
    “Across tests, we found a significant preference shift towards MHC similarity associated with pill use, which was not evident in the control group. If odour plays a role in human mate choice, our results suggest that contraceptive pill use could disrupt disassortative mate preferences”
    Sull’abstract non ci sono argomentazioni contro la pillola nè sono estrapolate implicazioni etiche dai dati ottenuti.
    Gli autori si limitano a comunicare questo:”we found a significant preference shift towards MHC similarity associated with pill use”. Anche quando parlano di “possible fertility costs”, non stanno facendo i moralisti, non stanno sostenendo che procreare sia un dovere imprescindibile per la donna. Rimane solo un dato di fatto: le donne che usano la pillola tendono a riconoscere e preferire mediante l’olfatto uomini con un sistema MHC simile al loro. Con possibili costi in termini di fertilità. Punto.
    Per la cronaca, tempo fa è uscito uno studio su l’uso degli slip negli uomini e i conseguenti possibili costi in termini di fertilità.
    Un’ultima cosa. Più sopra qualcuno diceva che gli scienziati dovrebbero occuparsi piuttosto di “come la vita di oggi, le nuove tecnologie, l’alimentazione, lo smog e quant’altro possa avere influenze – anche a livello genetico – su ovuli-spermatozoi-feti-embrioni-bambinelli.”
    Bof, inserendo “pollution fertility human” come chiavi di ricerca su pubmed vengono fuori 134 articoli. News: gli scienziati se ne stanno occupando.
    La verità è che oggi, (ISI WEB indicizza 6417 riviste scientifiche) gli scienziati si occupano praticamente di qualsiasi cosa. E a fare da filtro sono i giornalisti, anche in base ai loro pregiudizi etici.

  20. Grazie a ferrigno per aver riportato la questione su un piano di giudizio più chiaro, credo che, se non l’anno già fatto a suo tempo e ne stiamo vedendo i risultati, gli scienziati dovrebbero occuparsi dei giornalisti.
    La questione degli slip l’avevo letta la prima volta su una strip di Claire Bretécher negli anni ’70 e mi aveva fatto molto ridere, oggi che le percezioni sono cambiate mi immagino Omer Simpson che si offre volontario per i test sul seme; mitico!

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