INCONTRI VERI E NO

Si chiama L’immaginazione ed è un piccolo bimestrale letterario edito da Piero Manni. Mi arriva per posta, il numero di dicembre era rimasto, ancora sigillato, sul tavolo. Fra i leggiucchiamenti di Capodanno, lo sfoglio e mi imbatto in un articolo di Nico Naldini tutto dedicato agli incontri fra scrittori. Manzoni e Leopardi, Pascoli e D’Annunzio, Colette e Alberto Savinio: quest’ultimo, non propriamente un galantuomo, va detto, nella descrizione dell’interlocutrice ("Voluminosa e piramidale, o per meglio dire sagomata in quella forma a campana o a tartaruga che mostra di essere il tipo somatico di tutte le illustri donne di Francia"). Gide è il più perfido: incontra un Grande Scrittore in un ristorante romano vicino a Piazza Colonna. Inizia comme il faut ("un maestoso vecchio il cui mirabile volto era come aureolato di capelli bianchi"), sembra ammirarne la nobilità, l’intelligenza, la dignità, e poi cala il fendente, non appena arriva il piatto ordinato dal Grande: "Non aveva più nulla, non dico di nobile ma semplicemente di umano. Si aggobbì sul piatto e non sarebbe esatto dire che cominciò a mangiare: s’abbuffò come un orso, come un maiale. Era Carducci". Wilde, comunque, gli rende la pariglia: dopo aver subito la sue dose di malignità, fulmina Gide così: "Dear, me lo permetta: non scriva mai più IO…In arte, vede, non c’è la prima persona".
Ah, per chi volesse immaginare incontri mai avvenuti fra i propri scrittori preferiti, lui ha iniziato tempo fa un gioco magnifico, molto simile alle gloriose interviste impossibili della radio. Il gioco è a sua volta diventato un blog, da visitare: si chiama Incontri impossibili. Ottimo modo per cominciare il 2005 (e buon anno, a proposito).

3 pensieri su “INCONTRI VERI E NO

  1. Una volta incontrai il D’Annunzio: aveva un occhio malandato e pure una febbre strana che lo infuocava tutto durante le notti che il sonno si faceva duro a venire. Blaterava di Vergini e di Rocce. Chissà perché mai stetti ad ascoltarlo! Periodo oscuro che per fortuna ho attraversato e superato: ma fu una malattia. E la cura dentro a una Pagina Corsara, poi la morte dentro una notte cupa che m’è oscura più di mille nevrotiche parole. E il risveglio in una Stagione all’Inferno.
    Giusto per dire d’impossibili incontrici lisergici. Eppure possibili.
    Cari saluti,
    Iannox

  2. maleducato, in effetti, il savinio. c’è da dire che colette incuteva timore. da gide non mi aspettavo altro. più divertente di dagospia, ad ogni modo. buon anno a te
    Alberto

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