NOMINA NUDA TENEMUS

Ieri ho scritto che il linguaggio non è tutto quel che abbiamo. Ma adesso vado a chiedervi proprio una parola. Non un passaparola: su questo, scusate, non riesco ad esprimere un’opinione (ne ho mille, in realtà, e tutte contrastanti, quindi lascio perdere).
In momenti usuali, queste sono ore di bilanci: questo, dunque, è il tempo in cui si radunano e riassumono le parole, appunto, che hanno contraddistinto l’anno che va a chiudersi (lo fa anche Diario di Repubblica, da due anni in qua).
Provando a guardare oltre, e dunque a sperare, quali vorreste che fossero (o temete che saranno) le parole del 2005?

24 pensieri su “NOMINA NUDA TENEMUS

  1. preferisco darti una musica, da usare come sottofondo a quella che, come faceva Paolo Rossi, chiamerei La Lista.
    La più gettonata sarebbe Stairway to Heaven, e la mia è Knockin’ on Heaven’s Door.

  2. La parola è MUTAZIONE
    che non è buona nè cattiva.
    Credo che il prossimo anno vedrà grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, che diventa sempre più spietato soprattutto con i giovani e dunque non può durare così.
    Nel nostro rapporto con la natura, che non sarà più lo stesso e forse migliorerà.
    Spero, in politica.
    E spero per ognuno di noi.
    Felice 2005 a tutti

  3. Bene, ci ho riflettuto una nobile manciata di secondi.
    La parola che vorrei caratterizzasse il 2005 è: ferita.
    Sì, nel senso di lacerazione. No, non ho tendenze sadomaso.

  4. Prima parola: la CINA. Non eviteremo di farci i conti nel bene e nel male.
    Seconda parola: Jim Carroll. Uscirà un nuovo libro l’anno prossimo, lui è un grande.
    Visto che ti piace Stephen King, lo metto fra le parole, sta per uscire Ossessione, che firmò come Bachman.
    quindi, Orson Welles. tutti quello che lo amano devono sapere che sta per uscire il romanzo The magnificent ambersons, anzi per riuscire, di Tarkington.
    Per il resto, molte parole da leggere e pensare è il mio caro augurio
    Alberto

  5. Parole, parole, parole, parole, parole, parole…
    Oddio! Saranno uguali a quelle del 2004. No, mi sbaglio, sicuramente. Saranno parole, sicuramente, ma ben peggiori a quelle del 2004. Siamo o non siamo in un Medioevo Tecnologico? Allora non aspettiamoci nulla di buono: così è il realismo.
    Buon 2005.
    Iannox

  6. … meraviglia.
    Vorrei che la parola del 2005 fosse meraviglia.
    Nel bene e nel male.
    Nessuno si meraviglia più di niente: nè delle catastrofi immani, dei lutti planetari, nè delle scoperte per un mondo migliore, tantomeno delle opere dell’arte e dell’ingegno.
    “Non stupiamoci, ci meraviglieremo di più!”
    e con questa citazione del buon Jean Genet, auguro a tutti un felice 2005 di cambiamento.

  7. La parola che vorrei è: IMPEGNO. Sembra che gli intellettuali (specie i giovani) siano del tutto tagliati fuori dal dibattito civile. Mi piacerebbe vederli scrivere sulle pagine dei giornali, come negli anni ’60.
    Comunque temo che sarà: INDIFFERENZA.

  8. Le parole del 2005 saranno: “una birra piccola”. Che bello dopo una giornata di m…a finire con una birretta e quattro chiacchere.
    Buon Anno a tutti!!!

  9. La parola del 2005 sarà Anice., Anice per chi non conosce il bianco, per chi scivola su se stesso in un impegno mutevole ma non disgiunto. Anice realista ma non cinico,cinico ma non barista.
    Anice per chi alla fine dell’anno ricomincia con l’Anice. ma anche Anice come sorta di sorta di filo rosso che collega come una sorta tutti gli Anici del mondo. Anice dopo una notte Ogm di uomo senza citazioni . Anice come un seme piantato nell’orecchio Anice come mix di microgranuli vellutati che accarezzano il tuo profilo sul cuscino. Anice certo, ma anche gioia per un 2005 all’insegna dell’Anice
    ciao

  10. sto cominciando adesso oblio dopo un primo approccio a wallace di qualche anno fa. la sensazione al tempo fu negativa, e se lo riprendo adesso è perchè tutto il tamtam mi fa pensare di non avere colto il nocciolo alla prima lettura.
    però quel che scrivi riguardo alla sua scrittura mi riporta esattamente al mio giudizio di allora, cioè che fosse uno scrittore per il quale lo stile è più importante del contenuto. uno scrittore a mio modo di vedere accademico.
    personalmente io sto più con quel gran poeta per cui l’essere è più del dire…
    (ma oblio me l’han regalato, per fortuna, così al massimo mi pentirò del tempo sprecato per leggerlo e non dei soldi spesi!)

  11. “Pompino” è la mia parola per il 2005, da inserire come chiusa della frase “Recensione in forma di pompino”. Questo tipo di rece la fa, per esempio, l’innocuo Bartezzaghi sulla sua innocua rubrica sul Venerdì di repubblica, dall’innocuo titolo Lessico&nuvole. Bartezzaghi, lo dico senza l’intenzione di offendere nessuno, (soprattutto i termini di paragone), è una specie di Platinette della letteratura, un freak giornalistico, uno che sta all’arte come l’Harlem Globetrotter Tour sta a una finale NBA (e di questo è consapevole e vanitoso, ne sono sicuro). Oggi, a pag. 115, recensisce la “Notte dei bloggers” scrivendo il nulla, ma non su una mattonella del cesso di casa sua, sul reggiseno della sua fidanzata o sul proprio, no!, lui scrive baggianate tipo “chiedere agli autori costruzioni inventive” su un giornale che finisce in mano a migliaia e migliaia di potenziali lettori. A dire la verità il suo pompino cela, credo, una leggera ironia. Nel “succhiare” infatti Bartezzaghi usa parole tipo “arte scrittoria”, dunque: o sta svisando uno sfottò al libro, anzi agli autori, o lo fa con convinzione e allora vuol dire che si è fatto troppi martini insieme al prof. Eco. In tutti i casi il nostro pollice di lettori sani di mente e non compromessi con le marchette del mondo cul/turale italiano, indica la terra, la terra su cui un cagnolino ha appena fatto pupù.
    Saluti a tutti e buon anno.

  12. Perché non pensi che Bartezzaghi abbia scritto il nulla sul libro che hai curato? Te lo dico senza ironia, penso che il libro valga più del centinaio di caratteri marchettanti che Bartezzaghi ha messo in fila.
    Ma naturalmente se a qualcuno le srecensioni di Bartezzaghi piacciono, se lo tenga pure (ci mancherebbe, c’è anche gente che compra i quadri di telemarket, gente che vota Berlusconi, gente che legge Faletti). Io in genere il venerdì di repubblica lo getto direttamente nella poubelle, solo che oggi non so perché l’ho aperto.
    Baci

  13. Nel mio 2005… MATURITA’ perchè a giugno mi aspetta l’esame. E checchè se ne dica voglio che sia una tappa importante. Poi CAMBIAMENTO perchè anche sarà l’anno del folle volo e GIUSTIZIA per un insieme di motivi personali e civili. Alla fine FUTURO, chiaramente…

  14. La mia parola del 2005 è “CONSAPEVOLEZZA”.
    la dono a me stessa e ai miei affetti, l’ho appesa all’alberello della mia personale cuccagna proprio nel post di ieri.
    Consapevolezza di sè e degli altri, dall’amore che c’è prima di tutto.
    Occhi, orecchie e cuore “buoni” per guardare, sentire, ascoltare.
    Questo il mio aurgurio.
    http://www.farolit.splinder.com

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