INQUIETUDINI: AGGIORNAMENTI

Solo per segnalare che sullo stesso argomento intervengono:
Marco Rovelli su Nazione Indiana.
Giulio Mozzi su Vibrisse.
E poi: Matteo Bordone, Contaminazioni, fra gli altri.
(Non on line, altro lungo articolo, oggi, di Carlo Bonini)

Aggiornamento: Antonella Beccaria.
E un documentatissimo dossier su Carmilla.

Ulteriore e assai raccomandato aggiornamento: splendido post di Leonardo.

52 pensieri su “INQUIETUDINI: AGGIORNAMENTI

  1. CENTRO DI DOCUMENTAZIONEFALSI ABUSI SUI MINORI
    http://www.falsiabusi.it info@falsiabusi.it
    Spett. le
    Kata Web
    Addì, 28 gennaio 2008
    OGGETTO: Le correnti del pensiero psicologico e psichiatrico sui veri e falsi abusi
    Dagli innumerevoli casi di presunta pedofilia pervenuti alla ns. attenzione e dall’esame dei relativi fascicoli, abbiamo potuto constatare quanta poca contezza vi sia nella maggioranza di coloro che operano in difesa dei minori.
    Sostanzialmente perché, da un lato, godono ancora oggi di credito presso la magistratura italiana le linee guida elaborate alla fine degli anni Novanta, dove risulta evidente il trasferimento in modo acritico della pseudoscientificità delle discipline umanistiche (fondata su impressioni, interpretazioni, associazioni…) nella ns. giurisprudenza; dall’altro, perché la scarsa conoscenza dello sviluppo psicofisico e mnestico dei bambini, dalla nascita all’adolescenza, permette a ciascuno di far valere i propri postulati antiscientifici, quando in realtà altro non sono che assiomi. Per di più si deve considerare che nel 1996, a seguito di un dettato legislativo, furono iscritti all’albo dei psicologi anche soggetti laureati in letteratura, filosofia… per il solo fatto di aver partecipato a corsi in psicoterapia, con la possibilità di essere inseriti nell’elenco dei periti presso i Tribunali. Ovviamente le intenzioni dei magistrati e degli operatori della salute mentale sono (in teoria) quelle di tutelare la persona e la personalità sia del minore, affinché non subisca ulteriori e inutili traumi, sia dell’adulto che potrebbe essere stato accusato falsamente di un reato così infamante.
    Purtroppo i principi costituzionali che prescrivono di difendere i diritti del più debole senza danneggiare una persona innocente in molti casi non trovano riscontro nella pratica, in quanto:
    1. la denuncia, indipendentemente dal contesto di provenienza, è sempre ritenuta fondata, secondo l’insano pregiudizio che chiunque si rivolga per primo all’Autorità giudiziaria è al di sopra di ogni sospetto;
    2. le indagini si ispirano al metodo verificazionista e cioè alla ricerca di inferenze che confermino l’accusa;
    3. la perizia psicologica sulla presunta vittima è pienamente ammessa e di fatto risulta un elemento probante;
    4. l’esigenza di una preparazione professionale adeguata da parte di tutti coloro che si occupano a vario titolo della realtà familiare (comprendente alcune fondamentali cognizioni in materia psicologica e soprattutto una corretta metodologia della “verità”) è auspicata, nelle aule del Tribunale, proprio da chi si dichiara fautore delle discipline umanistiche e quindi sostenitore delle pseuodoscienze;
    5. il parere dell’”esperto” sulle sedute con il minore sotto il profilo terapeutico è trasformato in una testimonianza per eccellenza ed è cristallizzato come prova epidittica del presunto abuso subito dall’infante, anche quando quest’ultimo sia stato in grado di affrontare più audizioni e mai abbia riferito i racconti a lui attribuiti.
    Per non considerare che in un caso di abusi legalizzati (perpetrati nel disperato tentativo di affermare eventuali responsabilità penali sostenendo o pur di sostenere presunti abusi, così da giustificare l’avventatezza di clamorose inchieste), in cui i bambini sono stati incitati a denudarsi (non per vista medica), di fronte a una dettagliata denuncia contro le pratiche coercitive poste in essere o comunque tollerate dagli inquirenti e non solo, il Tribunale di Torino arriva a scrivere che:
    «non sussistono ipotesi di reato, in quanto difetta del tutto l’elemento soggettivo del dolo, che necessariamente deve sussistere nelle fattispecie di reato astrattamente ipotizzabili e indicate dall’esponente (abuso d’ufficio, falsa perizia, istigazione a delinquere, violenza privata, circonvenzione di persona incapace, calunnia, frode processuale…), poiché è evidente la BUONA FEDE delle persone che reputarono sincere e allarmanti le dichiarazioni rese dai bambini e di conseguenza sollecitarono gli stessi a ripetere il racconto [se mai vi è stato] del fatto di abuso sessuale [che mai è avvenuto], oggetto del processo conclusosi… » (PM G. FERRANDO e GIP S. PERELLI).
    Stante quanto premesso e la poca trasparenza da parte delle Istituzioni preposte a intervenire nei casi di presunto abuso sessuale in danno di minori (anche per spirito di corporativismo), il libretto allegato consente di rilevare le notevoli disfunzioni generate dalle correnti di pensiero psicologico e psichiatrico che maggiormente condizionano l’operatore del diritto. Tutto ciò favorisce inevitabilmente condanne di innocenti e grossi traumi ai bambini non abusati, sottrae preziose risorse alla lotta alla pedofilia, non permette di pervenire a conoscenze certe in materia e di prendere coscienza dell’origine delle difficoltà nel combattere i veri abusi.
    Ci auguriamo non solo che i risultati della ricerca scientifica possano dissipare l’ottenebramento che permea i ns. Tribunali, evidenziare la pochezza dei contributi offerti dalla psicologia e dalla psichiatria, inibire le derive insite nel ns. sistema giudiziario, rappresentare un punto di partenza per correggere i numerosi pregiudizi e stereotipi presenti in questo campo, ma che nel contempo le Istituzioni facciano tesoro delle conquiste faticosamente raggiunte e dei principi espressi dalla Suprema Corte di Cassazione nelle sentenze più recenti.
    Ringraziando vivamente per l’attenzione dedicata alla presente e al libretto allegato, confidiamo di poterVi annoverare un giorno tra i ns. sostenitori per un’autentica tutela dell’infanzia, tra i ns. volontari impegnati in una quotidiana battaglia civile per la Verità e la Giustizia: la ns. unica aspirazione è quella alla legalità, contro le storture che danneggiano il tessuto sociale e ledono la speranza riposta in ciò che abbiamo di più caro, i nostri figli e nipoti.
    Vittorio APOLLONI
    *****
    Il libretto può essere scaricato gratuitamente da Internet in formato PDF all’indirizzo:
    http://www.falsiabusi.it/area_scient/studi/pensiero.htm
    P.S.
    È gradita una risposta sull’argomento.
    I contributi scientifici ricevuti saranno pubblicate sul sito http://www.falsiabusi.it.

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