Ormai non han più l’immaginazione per trovare orribili certe cose.
C’era una volta Rabbia. Una biografia orale di Buster Casey, romanzo che Chuck Palahniuk scrisse nel 2007. C’era una volta Buster “Rant” Casey, che amava farsi mordere da insetti, ragni e serpenti fino a diventare totalmente immune a ogni veleno e portatore del virus della rabbia, con cui infettare il maggior numero di persone che gli capitano a tiro.
C’erano una volta quei romanzi che leggi, magari dimentichi, e ti tornano in mente quando, dopo la campagna pubblicitaria contro la violenza sul personale delle ferrovie arriva quella contro la violenza sul personale sanitario. E, certamente, mai svanita, c’è la violenza contro le donne.
Ehi, che ci succede?, ci chiediamo stupiti, ma non troppo, perché noi viaggiatori di metropolitane la vediamo tutti i giorni, quella violenza: giusto ieri, una signora urlava ai vigilanti che gli zingheri non ce devono sta’ in metro, zozzoni bastardi che non siete altro e voi (noi) sempre pesci in barile siete, sempre zitti, aò (e meno male che sono stata zitta, perché la tentazione di dire alla signora che mi faceva molto più paura lei degli zingheri era fortissima).
C’è un altro libro non nuovo, La morte del prossimo, di Luigi Zoja, dove (già nel 2009) si sostiene che il disagio aumenta proporzionalmente al dissolversi della comunità come luogo dove poter sperimentare l’altro da sé, e che le pareti domestiche diventano sempre più spesse creando il luogo ideale per l’incubazione di paura, disperazione, sofferenza, malattia mentale. Venendo meno il prossimo viene meno la nostra capacità di amare, dice insomma Zoja, e il posto di Dio, visto che qualcuno dobbiamo pur adorare, viene preso dall’uomo stesso: quel che avviene, insomma, è “l’elevazione alle stelle del proprio desiderio personale”.
Così è. Così siamo. Detto questo, si tira un sospiro e si prova ad andare avanti, nonostante tutti quegli occhi pesti che ti guardano dai cartelloni pubblicitari.
Non tutti siamo ossessionati dal baseball o dalla pesca, però tutti siamo ossessionati da noi stessi. Siamo il nostro Hobby preferito. Esperti di noi stessi.