JASPER MASKELYNE, GLI ILLUSIONISTI E IL MIO SCONTENTO

Per uno di quegli strani casi della vita, in questa mattina in cui mi sento un po’ a disagio e un po’ troppo simile ai fraticelli che ammonivano “Ricordati che devi morire” mentre tutti intorno fanno scongiuri, mi sono imbattuta nella meravigliosa storia di Jasper Maskelyne. Maskelyne era un illusionista, figlio e nipote di illusionisti: il prossimo anno i fascicoli britannici sulla seconda guerra mondiale saranno desecretati e sapremo dunque se quanto si racconta di lui è vero. Voto per il sì, da antica fan degli illusionisti (abracadabra). A quanto pare Maskelyne, arruolatosi volontario per combattere il nazismo, lavorò al servizio dell’Intelligence con un gruppo di collaboratori, una Magic Gang, con cui realizzò almeno tre strepitosi trucchi:
Primo. Nascose il porto di Alessandria D’Egitto, che era sotto tiro dell’aviazione italo-tedesca. A quanto pare, per farlo “sparire” e permettere alle navi di percorrere il Canale di Suez, “realizzò a 10 miglia di distanza un porto fantoccio in legno, metallo, paglia e fango. Successivamente, con un gioco di veli, specchi e luci, fece sparire nella notte il porto di Alessandria e abbagliò i bombardieri tedeschi, con potenti riflettori che dominavano la parte sovrastante il Canale”.
Secondo. Nel 1942 creò a El Alamein ” una propria divisione corazzata in cartone e legno, con tanto di suoni e rumori prodotti da parti meccaniche, manichini e carri armati, che furono mandati in prima linea contro le truppe tedesche mentre la vera divisione, camuffata da convoglio (i carro armati sembravano dei camion grazie ad uno schermo di cartone e ad un sistema di camuffamento delle tracce da cingoli a ruote da camion), aggirava la divisione tedesca, così da poterla attaccare di sorpresa. Questa azione militare ebbe successo e così l’Inghilterra sgominò la temuta armata di Rommel sul Canale di Suez,da dove gli americani, assieme agli inglesi, prenderanno poi il controllo del Mediterraneo”.
Infine: nel 1944, con movimenti di finti camion e carri armati gonfiabili, fece credere ai tedeschi che lo sbarco in Normandia sarebbe avvenuto a Calais.
Vero? Non si sa. Ci sono storici, come Richard Stokes, che confutano le storie raccontate dallo stesso Jasper Maskelyne nei suoi libri, e sostengono che il suo ruolo era quello di semplice intrattenitore delle truppe. Mi piace pensare che  Maskelyne non abbia mentito, mi piace pensare che si possa conoscere così bene l’arte dell’illusionismo da confondere gli avversari. Ma anche per smascherare, laddove l’opera di illusionismo  che si ha davanti ci confonde con narrazioni contraddittorie.
In questo momento, per me, è così. Ammetto di sentirmi molto minoritaria e con scarsa voglia di farmi la famosa risata, ma per non sentirmi dire che sono a) vecchia – lo sono b) depressa – non lo sono, per quel che posso capire c) noiosa (può darsi) d) menagramo (tipo Greta e la casa che brucia mentre noi), lascio perdere e penso a quanto di illusioni viviamo comunque, e allora tanto vale scriverne, di illusioni, e lasciar perdere il resto.

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