KING'S LIST

Mi è capitato, ieri, di citare Stephen King e in particolare On writing. E’ accaduto durante una puntata di Fahrenheit dedicata alle tecniche di scrittura e, nel caso, ai dialoghi. Sul punto, King invita a non usare gli avverbi (“gli avverbi non sono tuoi amici”) specie dopo “lui disse”, “lei disse”. E’ seguita discussione con gli ospiti perché non tutti (anzi, quasi nessuno, dalle nostre parti) condivide l’avversione per gli avverbi (io sì, ma questo non conta).
Dal momento che da cosa nasce cosa, mi è tornata in mente una lista. La sua. Dove King elenca, non in modo prescrittivo, i libri che in un modo o nell’altro lo hanno influenzato, e che certamente ha apprezzato e che il lettore e aspirante scrittore potrebbe a sua volta amare e trovare utili. Partendo dal principio che chi scrive dovrebbe leggere anche il retro dei biglietti della metropolitana, la ripropongo  parzialmente (scegliendo fra gli autori tradotti in italiano): l’integrale è consultabile qui.
Peter Abrahams: L’idolo
James Agee, Una morte in famiglia
Paul Bowles, Il té nel deserto
Raymond Carver, Da dove sto chiamando
Michael Chabon, Lupi mannari americani
Joseph Conrad, Cuore di tenebra
Don DeLillo, Underworld
Charles Dickens, Oliver Twist
Roddy Doyle, La donna che sbatteva nelle porte
William Faulkner, Mentre morivo
Elizabeth George, Il prezzo dell’inganno
William Golding, Il signore delle mosche
Graham Greene, Il nostro agente all’Avana
Thomas Harris, Hannibal
Peter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve
John Krakauer, Aria sottile
Harper Lee, Il buio oltre la siepe
William Somerset Maugham, La luna e sei soldi
Cormac McCarty, Oltre il confine e Città della pianura
Ian McEwan, Il giardino di cemento
Joyce Carol Oates, Zombie
J.K.Rowling, la saga di Harry Potter
Donna Tartt, Dio di illusioni
Kurt Vonnegut, Hocus Pocus
Evelyn Waugh, Ritorno a Brideshead

4 pensieri su “KING'S LIST

  1. Amo le liste e amo i libri, quindi per una lista di libri sbavo. Non posso però fare a meno di notare che, salvo poche eccezioni, gli scrittori sono tutti anglofoni, e in stragrande maggioranza statunitensi. Questo potrebbe spiegare l’avversione per gli avverbi, specie nei dialoghi, quando a me pare che, invece, nelle lingue latine (sono quelle che conosco un po’ meglio, ma magari anche nelle slave…) gli avverbi costellino i discorsi in qualsiasi registro della lingua.
    E io consiglierei a King di variare un po’ di più: che gli hanno fatto di male gli autori non anglofoni? (dov’è Tolstoj?!? DOV’E’ TOLSTOJ?!?) 😀

  2. È una vecchia diatriba però, quella degli avverbi (e degli aggettivi, anche): nell’elenco compaiono scrittori che in realtà grazie a una composizione geniale di avverbi e aggettivi hanno saputo raggiungere vette altissime di lirismo (Faulkner e McCarthy, ad esempio, in molte delle loro opere hanno giocato con la musicalità della lingua addensando per accumulo figure su figure, anche e per mezzo di avverbi profusi senza riserve).
    Ovviamente On Writing resta un caposaldo, e pur non condividendo tutte le regole di scrittura del maestro del brivido ne consiglierei a chiunque la lettura (come di ogni opera di King, a dirla tutta, anche le meno riuscite)…

  3. La lista è parziale, come detto. 🙂 Comunque, non è la lista della vita, ma la lista degli autori da cui è stato influenzato. Quanto agli avverbi, dipende. Gli avverbi in -mente, a mio parere, sono un segno di piccola pigrizia da parte dello scrittore: invece di “dolcemente”, posso raccontare e far capire la dolcezza.

  4. Manca Tolkien che lo stesso King esalta all’inizio della Torre Nera – se non erro. Cita comunque “Guerra e Pace” per far contento pigropanda.
    Interessante la discussione sugli avverbi. Sì gli avverbi di modo in -mente sono una iattura e io stesso faccio fatica a liberarmene. Dopodiché gli avverbi in sé sono una ricchezza incredibile della lingua, ed è impossibile farne a meno.
    Un bel lavoro di editing sarebbe capire quando li abbiamo usati per “pigrizia” come dice Loredana, oppure sono pleonastici.
    La frase “la macchina frenò bruscamente” suona in effetti schematica. Da preferire forse “la macchina inchiodò”? Cioè un verbo che unisce il significato dell’azione precedente più il senso aggiunto dell’avverbio?

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