LA NOTTE SI AVVICINA: LA DISAFFEZIONE DELLO SPIRITO

D’accordo, e che significato ha la peste per me? Se Lampedusa è stata l’innesco, da cosa è venuta l’esigenza di scrivere di un paese appestato?
Da quello che vedevo attorno a me. La disaffezione dello spirito e l’afflizione del corpo, scrivevano gli antichi cronisti, appunto, come preannuncio del flagello. Prima della grande peste del Trecento ci furono anni di gelate e alluvioni, e dunque di carestia, ma prima ancora l’incapacità di capire come gestire il mondo che improvvisamente si era popolato, e si facevano figli volentieri perché c’era abbondanza e anzi, dicono gli storici, nella seconda metà del Duecento l’Italia era attraversata da un’ardente passione per il lusso. E dunque riducevano i pascoli per lasciar posto alle coltivazioni, perché si desiderava grano, e dunque grano cresceva ovunque. E non importa che le bestie, a quel punto, dormissero e cagassero dentro le città, si mangiava pane di frumento, e farinate, e torte con fichi e prugne e merluzzo, e pane e formaggio, e pane e latte. Ma quando il gelo si abbatté per lunghi inverni sull’Europa, non si trovò più grano, e gli uomini macinavano allora le ghiande, e la loro pelle divenne gialla, e per la fame iniziavano a cadere per le strade, dove morivano. Poi, appunto, venne la peste.
Quella disaffezione dello spirito ho cominciato a vederla all’inizio dei cosiddetti anni Zero, quando ogni ondata di ribellione e di vitalità sembrava essere ricaduta sulla sabbia, e dalla sabbia assorbita. Ho percepito lo stordimento, l’amarezza, l’idea che in fondo quel che accadeva lontano da noi non ci interessava più, e forse non ci interessava più neanche il passato, con la sua oscurità, con i suoi nodi irrisolti. Abbiamo cominciato a vivere in un presente replicato e immutabile, già prima che i social confermassero che si poteva vivere in questo modo, ed era persino, guarda, piacevole.
Ma questa non è una morale, non può essere una morale, La notte si avvicina non è un romanzo con morale, o didascalico: vive del nostro tempo, e lo ferma a quel 2008 dove le cose sarebbero peggiorate, da tutti i punti di vista. E oggi, costretti da un flagello a non poter immaginare il futuro, non abbiamo bisogno di giudizio, ma di pietà, e di forza, e di speranza, semmai.

Un pensiero su “LA NOTTE SI AVVICINA: LA DISAFFEZIONE DELLO SPIRITO

  1. Anche per provare se lo “scrivi un commento”, funziona di nuovo.
    Quanto ci manca – per le sue analisi di inzio millennio e non solo –
    il caro Franco “Sbancor” Lattanzi, eh?
    Alfredo

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