Fra un mese esatto esce “La notte si avvicina”, per Bompiani. Parla di peste, parla di una corruzione dello spirito che trova il suo culmine nel 2008, anno in cui il romanzo è ambientato, parla di disaffezione nei confronti degli altri, e proprio quella disaffezione dello spirito, secondo gli antichi cronisti, favoriva i flagelli, parla di maternità e del suo lato oscurissimo e, sì, parla anche di streghe.
“La notte si avvicina” nasce nell’estate del 2016 a Lampedusa, durante una residenza letteraria e civile voluta da Evelina Santangelo, che da allora è, in molti sensi, la madrina del romanzo: nasce quando il guardiano del cimitero ed edicolante mi raccontò che quando aveva recuperato i primi corpi di migranti, distrutti dal mare, ed erano ancora gli anni Novanta, per comporli si era infilato una mascherina imbottita di erbe aromatiche. Come i medici della peste, pensai allora. E da qui è nata la storia.
Una storia lunga quattro anni, che in questa primavera, con mio sgomento, ho visto in parte avverarsi: nessuna profezia, giuro. Semplicemente, qualcosa stava mutando in noi, e mi interessava, e spaventava anche, raccontare quel qualcosa.
Un romanzo che parla di una pandemia e che esce nell’anno di una pandemia può suscitare stupore, o il sospetto di volersi agganciare all’attualità: nei fatti, se si escludono pochissimi interventi successivi, le scene di quarantena e le reazioni degli abitanti sono state tutte scritte negli anni precedenti. Perché la peste fa parte della nostra storia e, per quanto cambi il mondo, difficilmente mutano le nostre reazioni. Che sia un bene o un male, è decisione che spetta a chi legge, come sempre.
E che va ringraziato, come sempre. Ci si ritrova il 28 ottobre.
Non vedo l’ora..
Proprio ieri ho visitato per la prima volta il Lazzaretto Nuovo a Venezia, un’isola dove le navi provenienti dal Medio Oriente, se sprovviste di “fede sanitaria” o provenienti da luoghi a rischio, dovevano far sbarcare passeggeri e merci per la quarantena e la necessaria disinfezione. E’ stato emozionante, perché le pareti interne dell’enorme capannone dove venivano stipate le merci sono ricoperte di marchi commerciali, ma anche di storie di navigazione, invettive, disegni di velieri… Marinai di rientro da Costantinopoli o da Cipro scrivevano le loro storie di quarantena. Li abbiamo sentiti vicini, noi che eravamo lì con la mascherina. La nostra terra si confronta da secoli con le epidemie e cerca di contrastarle al meglio dei suoi mezzi.
“A partire da dicembre 2020 fino a marzo 2021 un nuovo evento catastrofico colpirà la Terra e questa volta sarà molto più distruttivo della pandemia coronavirus. A dichiararlo è il giovane astrologo indiano Abhigya Anand, già noto sul web per aver esposto la sua opinione nel 2019, sulla base dei suoi studi astrologici, su una probabile diffusione di una malattia globale e che l’epicentro di questa infezione sarebbe stata la Cina. La formulazione di queste ipotesi, visto l’avverarsi dell’epidemia, è bastata per farlo diventare un punto di riferimento sul futuro. Infatti la sua nuova previsione è subito diventata virale in rete dividendo gli utenti sulla sua reale effettività scientifica.” (Dal web)