LEGGERE SEBALD (CON LA REDAZIONE DI FAHRENHEIT)

“L’impressione di ricordare ancora qualcosa dell’atrofizzarsi in me della lingua materna, del suo echeggiare mese dopo mese sempre più fievole e rimasto dentro di me, penso, per qualche tempo almeno, come una sorta di raschiare o batter colpi prodotto da un’entità prigioniera che sempre, quando le si vuole prestare attenzione, si arresta e tace per lo spavento”.
“Tutte le volte che, a seguito di un qualche scompenso nella nostra vita interiore, affiora in noi un frantume del genere, ecco che noi stessi abbiamo l’impressione di poter ricordare. Ma in realtà, questo è evidente, non ricordiamo nulla. Troppi edifici sono crollati, troppe macerie si sono accumulate, insormontabili sono i sedimenti e le morene.”
Rileggere W.G.Sebald, Austerlitz e Gli anelli di Saturno. Perché? Perché Sebald – ha ragione Citati – in Italia si legge poco. Perché non somiglia a nessun altro. Perché è un viaggiatore del linguaggio e della memoria. Perché è raro trovare un tale, dolente e lieve, senso di mancanza in uno scrittore.
Perché abbiamo avuto un’idea, nella Fahre-redazione. Perché non raccontare, per stralci, senza lunghi interventi critici, come fossero lampi, i libri che – al di fuori di quelli che entreranno nel programma – stiamo leggendo? Comincio io. Dite la vostra, su Sebald. E, se non lo conoscete, incontratelo.

2 pensieri su “LEGGERE SEBALD (CON LA REDAZIONE DI FAHRENHEIT)

  1. dici bene, il viaggiatore della memoria che non somiglia a nessun altro. a me piace il suo uso delle fotografie, pensa a come ricostruisce la vita di robert walser a partire da una manciata di ritratti. il rapporto tra memoria e immagini che istituisce, la memoria come una camera oscura da cui ogni tanto emergono le ombre della realtà proprio come i ricordi, che a volte “tornano rapidamente a oscurarsi in modo non diverso da una stampa fotografica lasciata troppo a lungo nel bagno di sviluppo” (austerlitz)

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