Grazie ad una mia cara amica, ricapito chez Lillo Perri e mi imbatto in una notizia interessante che riguarda, di nuovo, la pubblicità e le donne. Quelle non giovanissime, come potete vedere.
La notizia? Eccola (posare la mimosa e meditare, sì?):
"Sulla scia dell’innovativa campagna per la bellezza reale promossa da
Dove, che vede come testimonial donne “vere” corredate di autentiche
curve, ha debuttato in USA e in Europa in questi giorni un nuovo spot
dedicato alle donne over 50, contestualmente al lancio della nuova
linea di prodotti Pro Age.
Nello spot si avvicendano le immagini
di donne di mezza età completamente nude, che mostrano con serenità ed
eleganza imperfezioni della pelle, rughe e capelli bianchi. Un modo
nuovo per dire basta agli stereotipi di bellezza, e per comunicare ad
un target non più giovanissimo, che a qualcuno ha fatto storcere il
naso.
Lo spot, infatti, è stato bandito dalle televisioni
statunitensi per gli eccessivi centimetri di pelle attempata in bella
mostra, ed è ora visibile unicamente sul sito dell’azienda e,
ovviamente, su You Tube, alimentando un considerevole brusio intorno
alla faccenda.
E così, mentre Fox e NBC confermano di aver
bandito lo spot dalle loro reti, ABC e CBS non rilasciano
dichiarazioni, Oprah Winfrey mostra durante il suo show le immagini
della campagna e le modelle Pro Age sono ospiti di una puntata del
programma “Today” della NBC. Insomma, un vero e proprio caso mediatico.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: e se al posto di morbide
cinquantenni ci fossero state snelle ragazzine appena sdoganate dalle
copertine di Vogue? Rivista sulla quale, nel 2003, è stata pubblicata
la campagna di Gucci in cui una fotomodella si abbassa i pantaloncini
mostrando a un ragazzo, inginocchiato ai suoi piedi, niente meno che il
pube rasato a forma di "G".
E allora, quale tra i due messaggi è il più lesivo della pubblica decenza?
Il problema, forse, sta a monte, e risiede anche nell’incapacità dei
pubblicitari di interfacciarsi con il popolo degli anziani, ghettizzato
in un limbo asessuato fatto di adesivi per dentiere, pannolini per
incontinenza e apparecchi acustici, o peggio ancora sfruttati come
fonte di facile ironia. Un esempio per tutti: l’ultima campagna stampa
di Dimensione Danza, la cui protagonista è l’ormai anziana Foofie
Harlan, ex ragazza pompon, che fa stretching alla fermata
dell’autobus.. L’headline recita: “Dance will never die”. Peccato che,
nel tentativo di suscitare ilarità, ai creativi sia sfuggito che la
povera Foofie (pace all’anima sua) è morta ben otto anni fa…."
Credo che più si andrà avanti più questi “casi mediatici” diventeranno deboli… quasi dalla nascita della televisione uno dei modelli migliori per creare consenso è stato proporre modelli non lontani dagli spettatori, modelli con cui ci si potesse identificare con facilità. Se oggi la popolazione anziana aumenta sempre di più, anche i modelli in cui loro possono identificarsi avranno sempre maggior peso nell’industria pubblicitaria. Forse, più che l’abbattimento di uno stereotipo, è la sostituzione con un altro
Cara Loredana, bel tema quello degli anziani, anzi dei vecchi (casualmente evocato proprio poco fa in un dialogo con wu ming 1 da qualche parte nel mio blog). più in generale, posso esprimetre una nostalgia non solo per danzatori e danzatrici, tipo merce cunningham, trisha brown, pina bausch ecc, che hanno sempre mostrato, con gratitudine verso se stesse, il proprio corpo invecchiato e segnato (cioè scritto), continuando meravigliosamente a danzare; ma anche verso quel tipo di storie che fassbinder sapeva raccontare al cinema (tipo: la storia d’amore tra una donna grasse e attempata e un immigrato turco), e che morto lui nessuno racconta più, tanto meno al cinema (tranne magari qualche orrenda parodia)? allargare l’area della storiabilità (non solo quella della coscienza), ecc. ecc. ciao, un abbraccio,
Auguri
Quello spot con le signore “anziane” è molto bello, garbato, e persino spiritoso. Andrebbe diffuso, divulgato…..in altre parole: ___pubblicizzato___
Altri spot di cui molto s’è chiacchierato in questi giorni non meritano polemiche (che’ far polemiche significa solo portare acqua al loro mulino) ma solo il dantesco “non ti curar di loro ma guarda e passa”.
Quegli altri spot puntano infatti sul principio “se ne parli pure male, purchè se ne parli”.
Consapevole di questo, io non ne parlo.