LETTRICI E LETTORI

Tullio De Mauro su Internazionale riferisce delle iniziative intraprese nel Regno Unito per colmare il gap fra maschi e femmine in fatto di lettura. Il divario esiste anche in Italia, dove la lettrice, pilastro del mercato editoriale, è da sempre osannata e blandita (e a volte trattata da adorabile e utile sciocchina, dai tempi in cui Gustave Le Bon in Psicologia delle folle, sosteneva che la massa è femmina).
Di fatto, senza la lettrice non si ha quasi mai best seller: non è necessariamente un bene, è un semplice dato. Credo, però, che porsi il problema, come hanno fatto in Gran Bretagna, di incentivare la lettura fra i bambini e i ragazzi sia più che corretto. Anche per il bene di futuri aspiranti scrittori che dichiarano gioiosamente di non aver tempo per leggere, e di cui si è parlato (fuori onda, davanti a fumanti tazze di te’) qui a Courmayeur: ma è tempo di tornare, adesso.

16 pensieri su “LETTRICI E LETTORI

  1. Lipperini, se queste sono le proposte caldeggiate anche da De Mauro nel suo articolo mi domando se chi le sostenga scriva per scrivere.
    http://www.wordsforlife.org.uk/your-monster-read
    Per lei la lettura è un bene in sé, indipendentemente dalla qualità del piatto che viene servito. Ma tant’è. Ciò che volevo farle notare è il bluff che si nasconde dietro la gran parte degli intellettuali che ciarla di libri dalla mattina alla sera. Bluff che consiste nel dare ad intendere che siano letti (e leggibili) molti più libri di quello che in realtà venga da loro fatto. Consideriamo un lettore ideale affetto da librofilia ideale, tale da dedicare piàtempo possibile a questa nobile attività. Consideriamo quindi che un adulto dorme in media 8 ore, e altre 8 ore le passa al lavoro; volendo togliere 1,5 ore circa per i pasti, 1 ora per l’igiene personale, 30 minuti per gli amplessi o le coccole, 1 ora circa per gli spostamenti casa lavoro, 30 minuti per l’attività fisica, 30 minuti per la consultazione web+facebook+mail, 1 ora per amici-conoscenti-parenti-figli, 1 ora per acquisti per se e per la casa – e ci stiamo limitando proprio a un automa narratofilo piuttosto elementare nei bisogni – alla lettura rimane un tempo massimo di 1 ora giornaliere che, con grande e austera discilpina fanno 365 ore all’anno.
    Ora, assumendo un indice (PAM) di 100 parole al minuto tale da permettere il godimento di un testo narrativo, respiranone il ritmo e assumendone la cadenza recitativa minima, consideriamo
    una dimensione pagina 13×20, carattere Garamond 11, giustificazione completa, sillabazione attiva , margini da 15 mm sui 4 lati: fanno 300 parole per pagina, quindi 3 minuti a pagina.
    7300 pagine l’anno al massimo.
    Volendo assumere come testo medio, non dico un Victor Hugo ma lo Stephen King de The Dome sono 923 pagine. Quindi un maniaco della lettura potrà al massimo leggersi annualmente 8 testi del genere,
    Se ne deduce che leggere è un ‘attività molto rischiosa in termini di tempo sopratutto quando la ricompensa di un testo è un azzardo.
    Perciò fanno benissimo gli aspiranti futuri lettori a dichiarare gioiosamente di non aver tempo per leggere. Dove troverebbero tempo per scrivere, visto che se a interessare è la fama e il successo non serve certo essere Eco per scrivere come una James.
    Ah, dimenticavo: essere una James straletta da quel blandito e osannato pubblico femminile che dimostra una lampante ovvietà: la lettura non è automatica cultura ma è principalmente svago. Nel momento in cui è divertimento perché dedicarvi così tanto tempo visto che le alternative sono infinite e spesso più divertenti?

  2. Scusi Lupa che ride, ma lei quanto tempo passa a far calcoli da propinarci sul blog? scommetto che potrebbe tranquillamente leggere 14.600 pagine

  3. E’ bello come questo blog attiri fiotte di ragionieri intenti a bei calcoletti su ogni attivita’ 🙂 Mi ricorda quell’approccio al project management secondo cui se ti servono 30 giorni-uomo e una risorsa per fare qualcosa, allora con 60 risorse te la cavi in mezza giornata (e il progetto fu procrastinato fino al 2055…).
    I calcoletti sui femminicidio mediamente mi fanno arrabbiare ma quelli di Lupa sono (spero volontariamente) divertenti, ricordano una bustina di minerva di Eco sul tempo che impiegava a lavorare…
    Ho un quesito, pero’. E la lettura in multi-tasking come la calcoliamo? Tipo: due settimane fa mi sono fatta 15 ore di aereo per un viaggio di lavoro. Totale libri letti 2 e mezzo (ok, ok erano libri sotto le 100 pagine l’uno: una novella di Bennett, un romanzo breve di Linda Le e mezzo saggio di Rampini sullo stato sociale). Quando faccio le pulizie, molto spesso ascolto audio-libri. Quando sono sui mezzi o in fila alla posta, leggo libri cartacei quasi sempre. E, infine, sfoglio riviste frivole facendo la cyclette, anche se questo temo non conti. Non sono peraltro la sola: la maggior parte dei miei amici lo fa. Come li calcoliamo i lettori da autobus? 🙂 Sono figli di un dio minore?
    PS La cosa che mi ha divertito ancor di piu’, pero’, sono i giovani scrittori esordienti che non hanno tempo di leggere! Mi ricordano un famoso autore che millantava di essere l’unico scrittore ad aver scritto piu’ libri di quanti ne abbia letti (cioe’ lui: http://www.youtube.com/watch?v=nNfQ0ORwSDM).
    Un caro saluto a Loredana e al commentarium

  4. Intervento simpatico ma forse esagerato. Non mi considero un intellettuale. Tra l’altro conduco una rubrica “Letture al gabinetto” proprio per ricordare chi sono e chi siamo (anche). Però fino a poco tempo fa quando è nato il mio nipotino e mi ha costretto (con straziante gioia) a staccarmi in parte dai miei libri non dico uno al giorno, comprese le riletture, ma quasi (sono in pensione finché me la passano). Però, anche quando non ero di peso alla società, il mio bel numero di libri me li sganasciavo. Così penso che possano fare anche altri. Ma forse sono troppo ottimista e molti, cosiddetti intellettuali, fanno finta di avere letto. Mah…

  5. Un aspirante scrittore che dice di non aver tempo per leggere sta scherzando, o nel definirsi scrittore o nel dire di non leggere. Che poi i bestseller siano costruiti per essere letti dalle donne e’ semplice marketing e credo sia un bene, abbiamo già il palinsesto sportivo in televisione creato per essere visto dagli uomini. Sarei curiosa di vedere bestseller per un pubblico adulto senza sangue, sport o sesso, e curiosa di vedere una fiction italiana creata per gli uomini, ma non credo che nessun producer o editore sarà così matto da soddisfare tali curiosità

  6. Non confondete i ragionieri con gli statistici, prego. 🙂 I calcoli sul femminicidio li ho fatti anch’io, ma con altro spirito, altri intenti e soprattutto con rispetto. Noi siamo gente seria. E comunque 30 minuti per gli amplessi sono pochi: a noi piace leggere, anche, prima e dopo. Durante abbiamo provato, ma lo sconquasso non aiuta. E, per rimanere al tema proposto da Loredana: ma tra una risata e l’altra, un commento e l’altro, una paginata di numeri e l’altra, davvero all’uomo che ride resta mezz’ora al giorno per gli amplessi? Deve essere dotato di capacità ragguardevoli, il ragazzo. Capacità algoritmiche si intende, ovviamente.

  7. ma perché dobbiamo colmare il gap fra maschi e femmine? perché ogni volta dobbiamo misurare la realtà con le etichette? io vedo una confusione tra lettura e livello di apprendimento. O almeno, viene presentato un problema che problema non è ( il gap fra lettori e lettrici ), piuttosto che un problema sottostante, ovvero il fatto che gli adolescenti maschi soffrono maggiormante l’educazione scolastica e ciò che viene oggi considerato il normale comportamento. Leggono meno perché la lettura è un’attività poco interessante quando si hanno dai 12 ai 16 anni ( e parlo da maschio lettore ), ma apprendono di meno perché hanno problemi psicologici, comportamentali, rispetto alle regole cui devono sottostare. Solo che il punto non è farli leggere di più, e neanche farli apprendere di più, ma farli vivere meglio, cosa che non deve necessariamente passare per la lettura, come fosse un metodo repressivo. Questo senza ovviamente impedire a ogni ragazzo che abbia la volontà di leggere di poterlo fare.

  8. @Enrico Gregori
    Che indigeribile analogia la sua. Per essere grandi chef mica occorre andare a cena dagli altri. Nè occorre essere obesi.

  9. @ +°
    Se ho ben capito qui si parla di propensione alla lettura e abilità di comprensione del testo, ovvero non si tenta di forzare la passione per la narrativa nei ragazzi (ammesso che sia possibile) ma di far si’ che abbiano tutti gli strumenti per affrontare un testo scritto, comprenderlo e utilizzare questa capacita’ nella vita di tutti i giorni. Credo con lo stesso principio secondo cui si cerca di incoraggiare le ragazze ad applicarsi alle scienze e alla matematica (che possono piacere o meno, ma che comunque tornano utili in ambito professionale). Si tratta piu’ che di forzare di far si’ che tutti possano godere di validi strumenti per affrontare la vita, fornendo a tutti una base di comprensione del testo e di competenze scientifico-matematiche a prescindere dal genere e, perche’ no, anche dalle predisposizioni personali (certe competenze sono utili anche se non siamo portati verso la materia e dobbiamo sforzarci un po’ di piu’). E in ogni caso, non mi pare che per questo si ragioni di metodi repressivi, tutt’altro…
    @ Maurizio
    per quel che puo’ valere, non parlavo di te 😛

  10. @ Barbara F
    non so bene. fanno dei test in cui le ragazze superano i ragazzi nella comprensione dei testi, perché fra i ragazzi ci sono “disadattati” che tirano giù la media. mentre in media le ragazze vanno un po’ meno bene nelle scienze solo per un distacco volontario, per una passione meno diffusa. Per cui si incentiva la lettura, peraltro già incentivata. Facendo leggere di più questi ragazzi “difficili” il gap si potrebbe ridurre. Non che la cosa sia sbagliata, ma non mi piace l’ottica di fondo. Come aiutare senza normare, misurare. La repressione è dolce, e infatti le ragazze oggi se la cavano meglio perché più “tranquille”, più idonee alla scuola.

  11. Boh, io da adolescente conoscevo un sacco di ragazzi che leggevano quanto e più di me. Se sei un adolescente che legge, leggi, punto. se non lo sei, qualcosa si può fare. Alle medie per un programma obbligatorio di letture ci davano pavese e robe come “Il taglio del bosco” di Cassola (mi pare). Una pippa mostruosa per una tredicenne che leggeva pure l’ elenco del telefono e il retro delle scatole di detersivo, se senza libri, figuriamoci per ragazzi e ragazze che non avevano questa passione. Li hanno ammazzati.

  12. io ho l’impressione che quando si parla di best seller determinati da lettrici s’intenda soprattutto narrativa, nel senso che i maschi leggono anch’essi ma di preferenza saggistica, e non mi stupirebbe scoprire che i rari best seller di questo genere (tipo la casta di stella) fossero letture soprattutto maschili.

  13. Gwynplaine, “grandi chef” è un’estensione derivante dal suo pensiero. Io intendevo semplicemente dire che è impossibile cucinare senza avere una percezione dei sapori e del loro eventuale abbinamento. Se trova indigeribile anche questo ragionamento, provi con l’alka seltzer.

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