Dopo aver tirato un piccolo respiro di sollievo (al paesello marchigiano la giunta di sinistra è passata per cinque voti), la vostra eccetera torna alle segnalazioni libresche.
Di Giorgio Falco mi occuperò diffusamente domani: L’ubicazione del bene è un libro molto bello. Offre però diversi spunti su cui riflettere (sì, uno riguarda anche la questione di genere: ma dal momento che non voglio passare per fissata, vorrei rifletterci a lungo).
Torno, invece, su un romanzo cui era già stato fatto cenno, qui e su Carmilla, nei mesi scorsi: si tratta di Esbat di Lara Manni, appena uscito per Feltrinelli. Romanzo che ha la già sottolineata particolarità di provenire dal mondo delle fan fiction: del resto, il passaggio dal fandom alla carta stampata comincia a divenire frequente in altri paesi.
L’altra particolarità di Esbat, però, è che si tratta di un horror al femminile, scritto da una donna e con donne protagoniste: caratteristica piuttosto rara, soprattutto in Italia. Altre informazioni qui .
Acquistato sabato Esbat, su consiglio di un’amica che l’aveva letto su internet qualche tempo fa. Ho letto le prime 40 pagine ieri sera… stranissimo ma bello! E con una protagonista insolita.
Insomma, una sorpresa per l’horror nostrano… continuo a leggere, speriamo bene.
e io che aspettavo la riflessione su Accabadora della Murgia, che ho letto e amato, ed ero curiosa di sapere cosa ci avevi visto dentro tu…
Arriva anche Accabadora, Daniela, un po’ per volta, promesso.
Chiara, sì, condivido!
Intanto, Bruce Sterling rileva “18 sfide per la letteratura contemporanea”… http://tinyurl.com/nvamp5
Sono appunti un po’ assiomatici e non tutti semplicemente condivisibili, ma colgono snodi importanti del problema: sta cambiando radicalmente il modo di accedere alla “cultura”, di cui la «letteratura» è ormai una parte sempre meno estesa, anziché il medium per eccellenza.
Un libro tratto da una fanfiction o l’adolescentificazione del bestseller, i costi ecologici ed economici di stampa, l’ebook, la coda lunga e la cultura convergente, l’abitudine dei più giovani a leggere allo schermo non lasceranno alla letteratura il ruolo che essa aveva prima della rivoluzione digitale…
Seguo con interesse la vicenda Lara Manni da quando ho scritto una scheda sulle fan fiction per un’antologia destinata al biennio delle superiori. Antologia in cui ho menzionato il caso, perché meritava.
Ho comprato il libro, che ho appena cominciato a leggere, o meglio a rileggere perché avevo già sbirciato i vari capitoli in rete (non bene né in modo sistematico, ma abbastanza da apprezzarli e… sapere come va a finire 🙂 ).
Noto ora, con grande piacere, che l’autrice ha fatto un lavoraccio di content editing e riscrittura, rispetto alle versioni on line, davvero notevole. Brava.
Aggiungo un’osservazione da novizia del genere horror (devo a Loredana e Wu Ming 1 l’iniziazione a King… ehm… solo un paio di anni fa, lo confesso).
La cosa che più ho apprezzato di Esbat è il fatto che possa essere letto a più livelli e in modo trasversale: c’è la vita, l’amore, la morte. C’è l’interazione fra diverse generazioni. C’è la paura di invecchiare. Ci sono i problemi dei ragazzini con il loro corpo. C’è l’attualità. Per questo secondo me il libro ha molti potenziali lettori, diversi per gusti, età, provenienze, competenze, abitudini di lettura. Fra l’altro si legge in un fiato.
Chiudo qui perché ho la coda di paglia: non sapendone abbastanza di horror (a parte King, che peraltro amo per motivi analoghi, mutatis mutandis), non vorrei dire troppe ovvietà.
Falco lo sto leggendo orora…
Sarai una novizia, Giovanna, ma hai colto il nocciolo della questione: un genere è tanto più grande quanti più lettori – e i più disparati – riesce a portare “dentro”. Giusto per chiarire con quanti pensano che i generi siano delle barriere di filo spinato che debbano tener fuori i non iniziati…
Ben vengano quindi gli horror come quello della Manni (lette altre 20 pagine in pausa panzo!) se riescono ad attrarre un pubblico più vasto e generalista .