Considerazione a margine. Ho sempre ammirato l’intelligenza e la libertà di pensiero di Camille Paglia (con cui ho avuto anche l’onore di scambiare qualche chiacchiera a Fahrenheit, un paio di anni fa). So anche che la questione femministe (alcune) contro Hillary Clinton (rovesciando: femministe -alcune – pro Hillary Clinton) è talmente intricata che non ci si può infilare nel ginepraio senza graffiarsi.
In pochissime parole: sì, vorrei veder vincere Hillary. Non perché è una donna ma perché è una politica donna che sa quel che fa, punto a capo.
Detto questo, concordo con Paglia su diversi punti che affronta nell’articolo tradotto oggi da Repubblica e pubblicato su Salon. Per esempio, neanche a me è piaciuto l’intervento pro Hillary di Gloria Steinem e il modo in cui ha parlato delle giovani donne che sostengono Sanders. Non mi piace, in assoluto, un certo modo di esercitare il potere di alcune grandi madri del femminismo. Non mi piace l’essere divisorie anziché accoglienti.
Ma non mi è piaciuta neanche Camille Paglia: perché, dopo aver – credo giustamente – accusato Hillary di riportare spesso il discorso a se stessa, con quell’uso eccessivo di “io” che fa in campagna elettorale, scrive a sua volta un articolo che è la celebrazione dell’io e dei suoi pregressi conflitti con Steinem. Ecco, da una pensatrice, profonda e acuta, mi aspetterei qualcosa in più dello sfogo personale relativo alle liti fra donne, che è la versione velenosa del famigerato pozzo nero di cui parlava Natalia Ginzburg.
A proposito di “io”. Ci cado, nel mio piccolo, e posto due comunicazioni di servizio.
Lunedì sarò di nuovo alla Scuola Holden per la seconda delle tre lezioni sulla letteratura fantastica (la prima è visibile qui).
Martedì sera condurrò, dalle 21, la serata sull’8 marzo di Radio3, dedicata a Natalia Ginzburg e al voto femminile: ci saranno le letture di Margherita Buy, la musica di Nico Note e le parole di Gioia Costa, Giulia Galeotti, Sandra Petrignani, Paola Soriga, in diretta audio e video dal sito.
Dunque, commentarium, il blog tornerà ad essere aggiornato mercoledì 9 marzo. Nel frattempo, buona festa.
Sono d’accordo con lei.Stamattina, leggendo l ‘articolo, pensavo che Paglia avesse ingaggiato una lotta personale contro Steinem col risultato di sminuire la sua analisi, in parte condivisibile, sull’opportunità di votare Hillary Clinton.
Sono contenta di apprendere che almeno su Radio3 – che non mi delude mai in tal senso – si dia degna rilevanza a una serie di commemorazioni: il voto alle donne (settantennio), la nascita della Ginzburg (centenario), la Giornata internazionale della donna”.
Per una volta dissento dal suo punto di vista, senza peraltro disconoscere il suo impegno per le cause dei diritti e in particolare per quelli delle donne.
Ho letto l’articolo di Camille Paglia e avevo letto quello di Gloria Steinem e se sono in generale più vicina al modo di sentire il femminismo (per quel poco che ho letto e per quel po’ di militanza che ho avuto) di Steinem rispetto a Paglia, in questa circostanza vorrei portare una mia riflessione sulla forza o la debolezza dei concetti usati.
Votare il prossimo presidente degli USA lo considero fondamentale per tutti gli equilibri mondiali, e vedere vincere un democratico è fondamentale per un mondo globalizzato meno minaccioso, specie alla luce di un candidato come Trump.
E’ importante che tramite Berrnie Sandres si parli di diseguaglianze e che lui sia un socialdemocratico e dunque costringa Hillary Clinton a guardare ai problemi creati dalle ingiustizie sociali con uno sguardo obiettivamente più di sinistra; inoltre è vero che Hillary riceve finanziamenti dalle grandi banche di Wall Street. Detto questo, per un calcolo terra terra Hillary ha maggiori possibilità di vincere ed è anche più qualificata per il ruolo di presidente mondiale data l’esperienza accumulata.
E allora si arriva al voto delle femministe: ma come si può argomentare che le giovani militanti per Sanders sono attirate dai giovani maschi che girano intorno ai comitati e non sono invece affascinate dalla passione per una voce non compromessa anche se viene dal passato degli anni sessanta.
Votare per un donna è una possibilità straordinaria in tutte le sue accezioni, ma questa donna deve imparare a migliorare la sua capacità di comunicazione empatica, deve arrivare a toccare il cuore delle giovani generazioni non solo con la serietà della sua intelligenza (che credo sia grande) ma anche portando un’idealità se può essere credibile nel farlo, magari integrando alcuni argomenti di cui parla Bernie Sanders.
che vinca chiunque, ma non un repubblicano, il pianeta Terra non reggerebbe un presidente americano negazionista sul riscaldamento globale
Ascolterò con grande piacere la trasmissione su Natalia Ginzburg , scrittrice che mi ha iniziato alla lettura da ragazza e che amo particolarmente. La versione non “velenosa” del pozzo rispecchia un non detto che andrebbe portato alla luce , discusso e riconosciuto come ostacolo reale. O come ricchezza , unicità , come lo considera Alba de Céspedes nella risposta a Natalia Ginzburg