LITERARY AGEISM

Venti under quaranta. Sono gli scrittori americani scelti da The New Yorker nella sua attesissima lista: negli anni precedenti, fra gli eletti c’erano Nathan Englander, Jeffrey Eugenides e David Foster Wallace.
E per il 2010? Se ne precisano anzitutto le caratteristiche comuni: pari opportunità rispettate, affinità anagrafiche – molti autori sono trentenni- e provenienze geografiche eterogenee.
Poi, la lista. I magnifici venti sono dunque:
Chimamanda Ngozi Adichie, Chris Adrian, Daniel Alarcón, David Bezmozgis, Sarah Shun-lien Bynum, Joshua Ferris, Jonathan Safran Foer, Nell Freudenberger, Rivka Galchen, Nicole Krauss, Yiyun Li, Dinaw Mengestu, Philipp Meyer, C. E. Morgan, Téa Obreht,; Z Z Packer, Karen Russell, Salvatore Scibona, Gary Shteyngart, Wells Tower.
Non troppo teneri i commenti su blog e magazine: dalle parti di HTML Giant abbondano i “mai sentito prima”, a parte un paio di casi. E MobyLives pone la questione fondamentale: ma perchè mai gli scrittori devono essere per forza under quaranta?
La domanda, confesso, mi piace assai.

17 pensieri su “LITERARY AGEISM

  1. …e da under quaranta me la pongo anche io. La retorica dell’età, sia in un senso (Vecchio Maestro! Ha novant’anni, quindi conosce la vita) che nell’altro (Giovine Promessa! Ha trent’anni, quindi è fresco e sollazzante e nuovo) mi fa un po’ cascare i maroni. Sono due comode scuse per parlare di autori e non di libri – di gossip, cioè, e non di storie. E se deve essere gossip, a quel punto meglio che sia sui personaggi TV: almeno sono più carini a vedersi.

  2. Inressante quel Wells Tower (in italiano: Pozzi Torre). Per un pelo non si è chiamato Bells Tower, Torre delle Campane.

  3. Domanda legittima a cui il mercato risponde con le sue regole.
    Io ce ne ho un’altra: ma com’è che così tanta gente under 40 scrive come se fosse under 26? Perchè si è creato uno stilema – a cui istituti tipo la scuola holden aderiscono con zelo – della scrittura ggiovane leggera easy e con quel tantum di riflessione che non ti fa sentire cretino – ma certo da vì a Hegel ci corre? In questo stilema è precipiatata, da una parte la distorta recezione della letteratura americana, dall’altrta c’è l’humus di una patologia collettiva – che mi fa pensare, ancora una volta alla pluricitata pubblicità della diesel: Be Stupid!
    Poi scrivi un romanzo.

  4. Notavo la stessa classifica ieri e si tornava su un tema assai noto: vengono chiamati giovini ma c’anno meno di quarant’anni. allora chi scrive a 25 cos’è?

  5. Mi ricordo che Transeuropa pubblicò un’antologia di esordienti sopra i 65. Antologia che non ho avuto occasione di leggere e per questo mi è rimasto qualche dubbio sulla bontà dell’iniziativa. Voglio dire: i racconti selezionati con quali criteri furono scelti? Perchè se erano racconti di memorie, be’, allora nulla di nuovo. E poi voglio ricordare la Untitled Edizioni che pubblica libri in cui non compare il nome dell’autore in copertina, nè altre tipi di informazioni fondamentali per acchiappare il lettore e cioè se si nutre solo di noccioline, se è una donna dalle mille attività o un sedicenne che mentre attraversava la Manica a nuoto ha deciso di fare lo scrittore.

  6. a Zauberei.
    Hai una vaga idea di come funzioni la Scuola Holden o di quali siano gli scrittori che vengono da lì (Giorgio Vasta ed Elena Varvello, per esempio, non mi sembrano degli autori giovanilisti)?
    Io l’ho frequentata e posso assicurarti che gli studenti non vengono incoraggiati a servirsi di una scrittura giovane, leggera, facile.
    E poi quali sarebbero le scuole tipo la Holden? La didattica e il modo in cui sono strutturati gli altri corsi di scrittura e simili che ci sono in Italia sono molto diversi.
    Per quel che riguarda “Be stupid”, non credo che il messaggio e lo spirito siano quelli che intendi tu. Diedero dello stupido al fondatore della Diesel quando decise di vendere come nuovi dei jeans che sembravano usati. Il tempo ha dato ragione a Renzo Rosso, che con questo slogan invita a credere nei propri progetti, a non avere paura di sbagliare, anche se chi è intorno a noi cerca di scoraggiarci.
    E convincerci di non poter fare nulla, di non poter in alcun modo cambiare le cose, è tipico del nostro tempo e ancor più (anche se sta diventando un luogo comune) dell’Italia.

  7. Arturo, lo so che non è simpatico – e mi scuso: io sono allergica alle scuole di scrittura creativa – tutte senza distinzione, ma questa più di altre. Si so come funziona e i metodi che utilizza. E quando la scuola holden (e se chiama Holden eh, per me già un segno… però questa è una mia puzzoneria personalissima) ha fatto il concorso li con lo yogourt ne ho avuto la conferma. Si conosco persone che frequentano la scuola alcune delle quali anche con notevole talento, che personalmente temo messo a rischio dall’industria culturale della pagina scritta. Chi si salva uscito da li, forse senza quel posto poteva addirittura far meglio. Che non è detto combaci con il numero delle copie vendute.
    Per Be Stupid, l’acquirente medio sa poco della storia del marchio – anzi non ne sa niente. La pubblicità non mira mai a processi psichici tanto superiori ed evoluti, ma a messaggi immediati che lavorano sotto traccia – non può fare riferimento a nozioni note ad alcuni, solo a faccende lampanti. Be Stupid non vuol dire proprio credi nei toi progetti – caso mai invita a non credere affatto, a giocare solo gli spiccioli. A volare basso.
    Parere personale-
    Ringrazierrimo G.L.

  8. Perchè da noi è in classifica da sei mesi, ai primissimi posti, il libro di Fabio Volo, il tempo che vorrei?
    non mi sembra off topic, è una domanda vera…
    Personalmente credo che chiunque, scriva benissimo, e/o metta in fila, con un libro, centinaia di persone per una dedica meriti molto molto rispetto.
    Lui è il simbolo degli scrittori per un pelo under quaranta da noi?
    Certo non lo è la Troisi, o no?

    In altre parole, come è la situazione da noi? Chi sono i giovani scrittori italiani che metteremmo in classifica?

  9. Fabio Stassi
    Giorgio Vasta
    Nicola Lagioia
    Giorgio Falco
    Laura Pugno
    Valeria Parrella
    Christian Frascella
    Giuseppe Genna
    Ascanio Celestini
    Antonio Scurati
    Niccolò Ammanniti
    Eleonora Danco
    Enrico Brizzi
    Melania Gaia Mazzucco
    Letizia Muratori
    Cristiano Cavina
    Michela Murgia
    Roberto Alajmo
    Tommaso Pincio
    Simona Vinci
    Filippo Bologna
    Alcuni sforano, alcuni letto poco.

  10. Ora che abbiamo una classifica italiana che rispettiamo tantissimo, era una vita che l’aspettavo, la finiamo e basta?
    Temo i 20 film che vi hanno cambiato la vita, le venti scuole di scrittura creativa che rovinano talenti o per reazione i venti ottuagenari che AVETE SULLO SCAFFALE. Se proprio vi scappa, i venti gusti di gelato per superare la calura. Più utile.

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