Sul quotidiano di ieri è uscito un mio articolo sull’ultimo romanzo di Stephenie Meyer: la novità rilevante, a mio parere, è la sua decisione di metterlo on line, scaricabile gratuitamente per un mese (in lingua originale). Non sarà il caso di rifletterci?
“Ho voglia di prendermi una pausa dai vampiri”, dichiarava Stephenie Meyer nell’autunno 2008, mentre arrivava in Italia Breaking Dawn, ultimo volume della saga di Twilight. Ma aggiungeva: “Ci sono molte possibilità per libri futuri sui Cullen”. La possibilità è stata colta: arriva in Italia l’8 giugno, preceduto di poco dall’uscita nelle librerie americane, La breve seconda vita di Bree Tanner (Fazi editore, pagg. 215, euro 16): ancora vampiri, ancora il clan virtuoso dei Cullen, ma tutt’altra protagonista, e toni molto diversi da quelli a cui la romantica signora aveva abituato il suo pubblico.
Bree Tanner è una ritornante. E’morta a sedici anni, durante la fuga da un padre violento: a renderla diversa da tutte le altre adolescenti ribelli o disperate è stata una paninoteca, e un ragazzo biondo che le ha offerto la cena, e subito dopo l’ha condotta verso la fine della sua prima vita. Bree è una vampira giovanissima: una “neonata”, secondo la definizione creata dalla Meyer. I neonati sono incontrollabili: vivono avvolti in una perenne nebbia scarlatta e bruciano di sete. Come ognun sa, l’unica eccezione alla categoria è costituita proprio, alla fine della serie, da Bella Swan.
Questa, però, è la storia di Bree, e Bree dilania, squarta e sbriciola per nutrirsi. Molto a sorpresa, assumendo il punto di vista di un vampiro dissimile dagli umani, Stephenie Meyer cambia passo e fa affondare le zanne dei suoi personaggi nella carne viva: questi vampiri uccidono, lacerano corpi, ignorano la pietà. Salvo capire, infine, che esiste un modo diverso di attraversare l’eternità.
Molto più cruenta del solito, e soprattutto decisamente meno netta nel delineare il confine tra bene e male, Stephenie Meyer è arrivata a concepire La breve seconda vita di Bree Tanner in modo imprevisto. Tecnicamente, il romanzo è uno spin off del terzo episodio, Eclipse, dove Bree appare in una manciata di righe: in quel contesto, non è che una dei nemici di Bella, una dei neonati creati dalla terribile Victoria per vendicarsi della ragazza umana e dei Cullen.
Meyer ha dichiarato che già allora era affascinata dai vampiri neonati, che rispondono esclusivamente al richiamo del sangue e alla necessità di nutrirsi, ma che non poteva distogliere la sua attenzione da Bella. Eppure, le era rimasto il desiderio di indagare il famigerato lato oscuro che appare in secondo piano nella saga, e dunque di raccontare quelle scene di distruzione e strage che ai Cullen non sono permesse. All’epoca – era il 2005 – si limitò a prendere appunti. Gli appunti avevano come protagonista l’unica neonata che viene chiamata per nome, che entra in contatto con i Cullen e che ha lo sciagurato privilegio di incontrare i vampiri blasonati, i Vulturi. Dunque, Bree era la protagonista ideale.
Peraltro, Bree è tutt’altro che sciocca. Detesta le logiche del branco e preferisce isolarsi a leggere mentre gli altri vampiri combattono e devastano per pura ottusità. Scopre che le leggende non sono vere, e che il sole – coerentemente con l’universo di Twilight, almeno – non incenerisce i non morti ma li fa brillare come diamanti. Scopre di essere stata ingannata. Da pura macchina di morte, acquista consapevolezza del piano in cui è invischiata e non vi si sottrae per affetto e lealtà nei confronti di un compagno. Diventa, insomma, una sorta di alter-ego di Bella: la possibilità che non viene colta, la sorella sfortunata che non riesce a ottenere né l’amore, né l’immortalità.
“E’ stato difficile ucciderla”, ammette la scrittrice. In questo caso, è inutile tacere l’esito della vicenda, dal momento che la sorte della giovane vampira era nota ai lettori di Eclipse, e non poteva essere modificata: probabilmente è per questo che i toni sono decisamente cupi, e che il racconto si è trasformato in qualcosa d’altro.
In origine, La breve seconda vita di Bree Tanner doveva essere una storia breve pubblicata sul sito di Stephenie Meyer e inserita nella Guida ufficiale alla Saga di Twilight a cui sta l’autrice sta lavorando: ma a lavoro ultimato, le pagine sono ben duecento. Meyer le fa leggere a Melissa Rosenberg, la sceneggiatrice del film tratto da Eclipse e diretto da David Slade (esce il 30 giugno).
Rosenberg si entusiasma. Meyer ci riflette e decide di pubblicare la storia come romanzo autonomo. Naturalmente attesissimo: in America esce con una prima tiratura di un milione e cinquecentomila copie. Trecentocinquantamila quelle italiane. Del resto, la saga ha venduto in cinque anni cento milioni di copie (tre in Italia) in cinquanta paesi. Meyer ricambia e ringrazia i fedeli lettori facendo loro un regalo: sia pure per un periodo limitato (dal 7 giugno al 7 luglio), infatti, La breve seconda vita di Bree Tanner sarà disponibile on line, sul sito breetanner.com. Gratis. Un’anomalia, nel regno felice dei best-seller.
Mi domando che cosa possa spingere un lettore di qualche navigatezza a perdere tempo con ’ste cazzate.
Mirta\Luna docet?
Ekerot, ho pensato la stessa identica cosa.
Mi permetto di far presente che la definizione di “Neonato” come vampiro appena creato NON E’ STATA CREATA DALLA MEYER.
Tale appellativo compare già infatti, da almeno un decennio, all’interno della ambientazione White Wolf del gioco di ruolo “Vampire: the masquerade”, assai popolare anche in Italia.
Sulla Meyer (che mi vanto di non aver letto), c’è da dire che probabilmente si è resa conto di dove tira il vento e ha corretto il tiro, dando alla storia un sapore gotico che sicuramente nella saga preceente mancava.
Grazie per la correzione, Paolo. Integrazione: i vampiri neonati appaiono già in Twilight, dunque da cinque anni a questa parte. Immagino che Meyer abbia ripreso il termine già allora, dunque.
Ps. Se posso permettermi: perchè vantarsi di non aver letto qualcosa? Meglio formulare un giudizio dopo l’esperienza. Io, invece, a The Masquerade ho giocato, anche se non ricordavo dei neonati. (e dopo questa affermazione, Franz Krauspenhaar può dire che disonoro la letteratura parlando anche di gdr, oltre che di videogiochi).
🙂
Io ho letto la saga, sono un’appassionata di storie di vampiri. Però l’ho trovata un po’ sfigata dal punto di vista dei rapporti umani, nel senso che li ho trovati poco realistici e poco interessanti.
Comunque la storia è carina e l’ho letta in fretta.
Mi rendo conto che molta gente si rifiuti di leggerla (o non voglia ammettere di averla letta…) perché è ormai considerata una saga da ragazzine, anche e soprattutto dopo il film. Però qui quelli che si sentono anticonformisti dovrebbero leggerla, per esserlo. ;)) O almeno per essere in grado di giudicare.
Certo che puoi permetterti, e accetto la correzione. 🙂 Una frase infelice: non ci si può vantare in effetti di NON aver letto qualcosa.
Da ex giocatore indefesso di vampire The masquerade lasciami però dire
che un vampiro che al sole invece di ridursi in cenere brilla come un diamante secondo me fa tristezza!
P.S. Grande! Di che clan eri?
Su questo concordiamo in pieno, Paolo. Ne ho già scritto lungamente, qua e là (anche sul blog).
Ps. Naturalmente ero un Malkavian. 🙂
Piacere, primogene del clan Ventrue 🙂
E la finiamo qui altrimenti poi l’ambiente degrada e magari il sig. cortellessa si lamenta! 😉
Non Cortellessa, povero. Krauspenhaar e i commentatori di Nazione Indiana che deplorano che qui si parli di…
Aspetta, come l’han definita? Ah. Fantascienza. 🙂
E’ bello vedere come le moderne strategie di marketing, lì dove il presente è moderno, corrispondano col vantaggio per i lettori.
Lei ha fatto un sacco di soldi e il vantaggio pubblicitario del mettere il libro gratuito per un mese è maggiore del danno.
Tanto all’estero aspettano le traduzioni, e i fans vorranno comunque l’oggetto cartaceo o l’oggetto e.book ufficiale.
Non ho letto nulla della saga, ma mi sembra un bel modo di stare vicina ai lettori , se pure con uno spin-off, e non spremerli a tutti i costi.
Bravi
Sarebbe bello scrivere un racconto della Meyer e della Rowling che in un taxi si sfogano su quanto gli sia venuto sulle balle il fantasy e che nausea a pensare all’ennesimo eroe o creatura mitologica, per poi scendere dall’auto e presiedere l’ennesima convention.
P.S.
Il gioco di ruolo meriterebbe un’insegnamento accademico. Ed ha orizzonti narrativi inesplorati. Un abbraccio a tutti gli ex giocatori.
D.
“Sul quotidiano di ieri è uscito un mio articolo sull’ultimo romanzo di Stephenie Meyer: la novità rilevante, a mio parere, è la sua decisione di metterlo on line, scaricabile gratuitamente per un mese (in lingua originale). Non sarà il caso di rifletterci?”
Vorrei fare notare che si può solo leggerelo on line, NON SCARICARE!
C’è una bella differenza secondo me!
Non per fare nomi, ma tutti i libri di Cory Doctorow sul suo sito web sono liberamente scaricabili, traducibili, disponibili per mash up vari… e questa è una novità rilevante!