MANAGER SUL TRENO: LA STORIA DI GUIDO

Cose belle che nascono da qui, da una storia raccontata sul blog. Quella che riguardava i manager in treno. E che ha generato molte altre storie. Una su tutte, quella di Guido Stoppacciaro, che me l’ha inviata con il permesso di pubblicarla. Mille volte grazie a lui e a voi.

 

Ho appena letto “Il manager dietro di me”, e mi sono ritrovato in quel comportamento, anche se fatto sempre con l’auricolare e cercando di parlare più piano possibile per non disturbare i miei vicini. Però la lettura mi ha stimolato e fatto venir voglia di raccontarti la mia storia: assunto in una Multinazionale americana del farmaco a 30 anni, ho fatto tutta la carriera fino a diventarne dirigente, poi ad agosto 2018, il secondo giorno di ferie, mi sento poco bene, un banale mal di gola in 24 ore si trasforma in un incubo, ricoverato d’urgenza nel piccolo ospedale dell’isola d’Elba vengo trasferito a Pisa dove mi operano subito.
Un batterio killer resistente agli antibiotici da una tonsilla ha scatenato una infezione terribile invadendo il mio collo e il mio torace di pus, tracheotomia e quattro interventi collo torace per svuotare tutto in un mese. Sala di rianimazione, senza poter parlare e mangiare per un mese, attaccato alle macchine per sopravvivere. Dopo circa 40 giorni torno a casa, convalescenza e a fine Novembre torno al lavoro, ma non sono più la stessa persona, o meglio la malattia mi ha dato il tempo per rimettere in ordine le priorità, riesco ad ottenere dall’azienda un incentivo (conveniente per me ma soprattutto per loro) e decido di ritirarmi senza aver raggiunto ancora l’età della pensione che prenderò nei primi mesi del 2025. Ora vivo metà dell’anno all’Elba dove ho una villetta e mi occupo degli agrumi, delle olive e del giardino di casa, e l’altra metà a Perugia dove vivono figlie e nipoti.
Perché ti ho raccontato tutto questo? Perché quelle telefonate sul treno lanciato a 300 kmh, i licenziamenti da fare, i target da raggiungere, i budget da rispettare creano talmente tanto stress che se non capisci che c’è altro nella vita ti prosciugano e nel mio casa la malattia è stata la mia fortuna e la mia salvezza. Un medico a Pisa mi disse, il tuo corpo ha capito quello che il tuo cervello non voleva capire, eri arrivato ad un punto che richiedeva uno stop! E meno male che l’ho capito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto