MI RICORDO. E ALTRE RICORDERANNO. PER LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE.

Io me lo ricordo, quell’ottobre del 1976, quando il Movimento di Liberazione della Donna occupò Palazzo Nardini di via del Governo Vecchio a Roma. Mi ricordo i preparativi silenziosi dei giorni precedenti, nella sede del Partito radicale di via di Torre Argentina, e mi ricordo l’attività dei mesi e degli anni successivi, quando c’era sempre un consultorio aperto, una donna pronta ad ascoltarti, altre donne a immaginare azioni, e condividere parole, mi ricordo il primo convegno su “Donna e informazione” (1978), il Quotidiano Donna, i convegni contro la violenza. Mi ricordo Kate Millet, le artigiane, le teatranti, la radio. Mi ricordo lo sfratto e mi ricordo l’occupazione a via della Lungara, e mi ricordo tutto il resto, tutte le storie e le attività che si sono inanellate fino a oggi.
Oggi che la Casa Internazionale delle Donne è sotto attacco, per un’ossessione personale e insieme politica, dacché il personale è sempre politico, per un desiderio cieco, ostinato, di azzeramento e vendetta, per un malinteso senso di “onestà” che desidera fare strame di tutto quanto è venuto prima. Ieri, su Facebook, ho scritto questo:
“Quando Gemma Guerrini, laurea in lettere moderne, svariate pubblicazioni di paleografia all’attivo, una totale insensibilità al dialogo e un’evidente ossessione per il Pd (tutto è Pd, il mondo che non è il suo è Pd, gli altri sono Pd anche quando non lo sono, chi osa contestarla è Pd, evvabbé), fece quel che fece e disse quel che disse contro i feticisti del cinema, un appello firmato da Bernardo Bertolucci, Paolo Sorrentino, Gianni Amelio, Dario Argento, Emanuele Crialese, Ferzan Özpetek, Marco Tullio Giordana e Paolo Virzì, fra gli altri, la condusse a un passo indietro. Adesso c’è una petizione, affinché fermi quel che sta facendo contro la Casa Internazionale delle Donne, firmata fra le altre da amiche scrittrici come Silvia Avallone, Teresa Ciabatti, Elena Giannini Belotti, Rosetta Loy, Dacia Maraini, Michela Murgia ,Valeria Parrella, Evelina Santangelo, Alessandra Sarchi, Chiara Valerio. E ne sto citando poche.
Niente. Guerrini non solo non si ferma, ma si permette parole intollerabili per qualsiasi personalità politica. “io dovrei rispondere in nome di persone citate dal Foglio e rendere conto delle loro emozioni?” (in risposta a un articolo del Foglio sulla Casa, definito “gossip”). “Ora stiamo cercando di salvare il bambino buttando l’acqua sporca. Che va buttata”. “Andare avanti con slogan stucchevoli (quando non con insulti come successo in aula e qui), non cambierà la realtà”. “l tempo delle chiacchiere vuote è finito”. “Leggete qualche documento, informatevi sui fatti e scendete dalla cattedra”. Questo per tacere delle sue sostenitrici, che passano dal “siete rimaste agli Inti Illimani”, al “Sono donna e non femmina femminista”. “Basta col buonismo e con le frikkettone”.
Quello che sta avvenendo a Roma, per ossessione personale, ripeto di temere, e non per azione politica, è agghiacciante. Mi chiedo, vi chiedo, come mai alle voci (maschili, per lo più) del cinema la signora Guerrini ha dovuto dare ascolto e alle voci delle donne mostra i denti. Sì, sono arrabbiata. Sì, trovo questa vicenda spaventosa. Sì, si stanno dimostrando quel che temevamo. E anche peggio”.
Certo, si resiste. Resistono le donne che da tutta Italia sono vicine a chi quella casa gestisce. Resistiamo tutte, finché si può, firmando la petizione, scrivendo sui giornali, come fa stamattina Michela Marzano, ricordando la schizofrenia di un movimento politico che da una parte protesta contro i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles e dall’altra – money is money – passa come un carro armato su una realtà culturale e sociale, che infastidisce una politica da anni dedita alla  crociata per il risanamento del proprio quartiere, Trastevere.
Io me li ricordo, quegli anni, anche se la gelida ferocia delle donne cinquestelle li bolla come ridicoli, obsoleti, superabili in nome delle vere esigenze delle cittadine romane (ah, care mie, parliamone. Ce ne fosse una, di esigenza soddisfatta: da quella di non saltare in aria insieme a un autobus a quella di non ammazzarsi nelle voragini a quella di dover sguinzagliare i felini di casa contro i ratti che escono dai rifiuti non raccolti, per dire).
Io me li ricordo, ma ci sono altre, le giovani, che non li ricordano perché non c’erano, ma li conoscono e custodiscono e li trasmetteranno ad altre giovani. E ricorderanno, se questa storia finisse male, anche l’abuso intollerabile che nei loro confronti è stato commesso.
Nota bene. Ieri sera sono stata accusata di abusare del mio “potere mediatico” per oppormi alla signora Guerrini che di certo ha molto più potere di me, se con una firma può cancellare quarantadue anni di storia. Tengo dunque a precisare a poliziotte e poliziotti del nuovo (potere? regime? fate voi) che quelli che esprimo sul blog e sui social sono i miei pensieri personali, e che rivendico la libertà di condividerli. Confondere la mia professione e il mio lavoro nel servizio pubblico con il mio pensiero privato (e dunque politico) è faccenda miserabile: quanto, certo, prevedibile, ogni giorno di più.

2 pensieri su “MI RICORDO. E ALTRE RICORDERANNO. PER LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE.

  1. Grazie, grazie, grazie. Ho letto anch’io quei commenti orrendi sulla tua pagina FB, e rimango dell’idea che, come si diceva a Torino alla tavola rotonda sul #metoo (ero in seconda fila) è sempre e solo questione di potere. Se un esponente pro-life utilizzasse i microfoni della radio pubblica per spargere odio (e lo hanno fatto), sarebbe eccome un abuso – e va contrastato in ogni modo. Ma i tuoi pensieri privati vanno difesi e tutelati in ogni modo. Il M5S mi ha sempre fatto paura, sin dall’inizio, e questo conferma la loro natura ambigua e opportunista, oltre che la totale cecità politica e ignoranza storica. Seguo con ansia cosa succederà oggi alle 18 alla nostra Casa. Un caro saluto, e GRAZIE!

  2. Anch’io sono davvero inquieta, mi sembra impossibile tanto rancore e incapacità di comprendere il passato, nel suo valore. Quello che è stato è inutile, tutto sembra inutile. Tutto quello in cui ho sempre creduto sarà spazzato via? Spero di no, ma mi sento molto insicura, davvero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto