NO COMMENT

Santa, santissima pazienza.

67 pensieri su “NO COMMENT

  1. Secondo me siamo davanti ad un esempio tra i peggiori di pseudosociologia raffazzonata alla meno peggio.
    Questo articolo è poco documentato e generico. Su argomenti cosi complessi e di questa gravità, di una sequenza di slogan adattabili a tutto come il brodo di dado non se ne sentiva il bisogno, come altrettanto grave è il presentare pure ipotesi come elementi acclarati: ad esempio il fatto che la cronaca riporti sempre più spesso casi di infanticidio non dimostra affatto che tali casi siano effettivamente aumentati: è più probabile che la morbosità diffusa di oggi spinga molto di più per far emergere nefandezze che un tempo restavano segrete.
    Entrando nel merito,pur supponendo che l’aumento di questi disgraziati atti sia reale, faccio molta fatica a credere che sia dovuto solo a disagio sociale.
    Non metto in dubbio che la pressione esterna del sistema goliardico-liberale in voga oggi fa vivere il sacrificio per i figli (o più in generale per chi si ama) non più come un donarsi gioioso ma come una grossa ingenuità o peggio come un disvalore; e d’altronde per una ideologia che fa del possesso l’unica forma di autorealizzazione non potrebbe essere altrimenti. Ne discende anche il rifuggire da parte dei mariti dalle responsabilità, cosi come la colpevole assenza dello stato che genera le tragiche situazioni che tutti conosciamo: un governo liberale non sprecherà risorse preziose per non lasciar sola una madre, obiettivo non prioritario per la sua visione. Non bisogna stupirsene ed è inutile il lamentarsene ora.
    Ma da qui a dire che questa situazione basta in sè a scatenare un atto cosi visceralmente disumano come un infanticidio ce ne corre, sembra quasi assurdo persino per un profano non pensare a patologie psichiche.
    Penso che sia quindi non solo inutile ma persino dannoso presentare articoli su argomenti cosi spinosi senza partire da solide basi psicoterapeutiche, o persino trascurando questo aspetto.

  2. @stella: quante giovanissime arabe la pensano diversamente e ciò ci rincuora parecchio, Peccando di presunzione credo che Stella non esista e questo nomi celi un maschietto arrabbiato ma, forse, mi sbaglio. E poi le donne MUSSULMANE non esistono: refuso o ignoranza?
    In ogni caso grazie per la faccia tosta.

  3. La psicoterapia in italia è rimasta qualcosa di elitario alto-borghese, come i taxi.
    Il ceto medio non ha mai avuto accesso alla scienza psicoterapica in modo diffuso.
    Come se una boccetta di disinfettante costasse cinquanta euro.
    Vuoi mettere quanto è più facile prescrivere pilloloni.
    Pero’ mi viene da dire, anche al ceto medio, però dal dentista ci vai e spendi…
    allora? Una carie o un apparecchio vale di più della salute e della maturità psichica?
    D.

  4. Caro D. per i non abbienti molti psicologi e psicologhe si battono per una più capillare conoscenza dei Centri di Igiene Mentale. Le difficoltà sono enormi e gli sprechi nella sanità non aiutano.
    Ma chi sente la necessità e l’urgenza di una psicoterapia può chiamare il CIM di appartenenza parlandone prima col medico di famiglia. I tempi sono lunghi, ma si ha la convenzione del servizio sanitario, presentando il foglietto rosa. Dalla Tamaro a telefono amico: grandi passi su una questione spinosa.

  5. @Giorgia: “e se proprio la tamaro non vuole aggiornarsi su psicologia, psichiatria, sociologia, antropologia, almeno un po’ di sana letteratura greca se la potrebbe leggere? In fondo, mi pare faccia la scrittrice. o no?”
    Non darei la cosa per scontata. Ricordo che anni fa, intervistata da Fazio (purtroppo non riesco a ritrovare l’intervista) ammise candidamente di non amare la lettura ma di adorare lo sport (credo infatti sia cintura nera di non so quale arte marziale) e di praticarlo assiduamente fin dai tempi della scuola.
    Quella affermazione mi lasciò di stucco: uno scrittore che non ama la lettura.

  6. @Anna Luisa: io invece ricordo un’intervista in cui Tamaro affermava di avere avuto una relazione con un uomo che voleva un figlio, ma lei non accettava l’idea del suo corpo SFORMATO dalla maternità.
    Poi lessi da qualche parte che viveva con una donna, ma che non vuole sentire la parola ‘omosessualità’.
    Insomma, non capisco perchè il Corriere continua a pubblicare le prediche di una persona che evidentemente ha dei problemi personali di non lieve entità.

  7. @Alessandra: perché è famosa. Tutto tristemente qui.
    @Anna Luisa: il fatto che sia una persona che non legge spiega molte cose. Grazie di aver citato quell’intervista.

  8. @ Paolo S obiettivamente il titolo è fuorviante e “sparato”, ma la Melandri scrive cose sensate e ragionevoli.
    @Alessandra se anche vivesse con una donna, non per questo la Tamaro si deve definire “omosessuale”. Non legge, è lesbica e ha problemi personali?
    Le fai un santino, la fai diventare simpatica anche ai suoi peggiori detrattori.

  9. PaoloS a me l’articolo di melandri non piace – fa lo stesso errore di Tamaro, solo dall’altra parte. Ancora sociologia spicciola. Mi sembra una considerazione superficiale del problema.

  10. Nel ‘700 le donne della borghesia agiata e della aristocrazia spedivano i figli appena nati -anche col rischio che morissero durante il viaggio – in campagna “a balia” presso contadine che allattavano.Le madri agiate vedevano poco i figli,allevati dalla servitù.Forse un bacetto la sera. L’amore materno come lo si intende oggi è iniziato nel diciannovesimo secolo. Anni fa ho letto su questo argomento un interessante libro di una sociologa-storica francese, di cui adesso non ricordo il nome.

  11. Forse mi sono espressa male; quello che avrei voluto dire –ma, sapete, le madri di figli piccoli non sempre hanno tempo da dedicare alle attività intelettuali- è che trovo sommamente irritante che una persona che non ha né i titoli, né l’esperienza di vita, né, mi sembra –ma questa è un’opinione personale- l’equilibrio necessario, pontifichi sulle disgrazie di sventurate che si sono trovate completamente SOLE ad affrontare un’esperienza bella, ma potenzialmente devastante come la maternità. Sì, perché mi sono accorta che quando decidi di fare un figlio, bè, è un problema tuo: lo stato se ne frega se non hai i soldi per l’asilo nido, i datori di lavoro in gran parte se ne fregano della tutela delle madri lavoratrici, i colleghi fanno battutine sulla tua lunga ‘vacanza’ e tocca te alzarti di notte, visto che sei una privilegiata e te ne puoi stare a casa a far nulla invece di andare in ufficio; in più, si comincia da subito con le prediche: se chiedi l’epidurale sei immatura, se non allatti fino allo sfinimento snaturata, se non recuperi subito la tua forma fisica pigra, se non sei una compagna piacevole per tuo marito poi non lamentarti di quello che succede…che altro? Ah, sì, invece di inquinare il mondo con i pannolini, perché mai non usi quelli lavabili???
    Ma non è arrivato il momento di dire BASTA???

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