NON E' UN PAESE PER MCCARTHY

Dicono che non si vedrà in Italia il film tratto da La strada di Cormac McCarthy perchè è troppo pessimista. Dicono.

46 pensieri su “NON E' UN PAESE PER MCCARTHY

  1. Se e’ per questo un colossal di enorme successo come Avatar di Cameron in Italia arrivera’ in ritardo per non disturbare il cinepanettone.
    (Che peraltro e’ stato gia’ disturbato da una fracassonata appena un po’ curata come Sherlock Holmes. Evidentemente hanno ragione a tutelarne gli incassi, e’ veramente vulnerabile.)
    Il film Agora’ sulla vita della filosofa Ipazia non ha trovato distributori, perche’ da’ una visione negativa (e immagino documentata) dei primi cristiani. Notizie che da noi circolano poco, ne parlano giusto Odifreddi oppure Onfray.
    Il film cult V per Vendetta non mi risulta sia stato trasmesso in tv, o se si’, molto di sfuggita rispetto ad altri titoli ritenuti piu’ innocui e continuamente riproposti: forse per via delle imbarazzanti coincidenze con fatti e persone esistenti. (La censura e’ cosi’ goffa, che nel negare, afferma.)
    Siamo un bel paese libero. Ci vogliono liberi di pensare come viene stabilito per noi. Ci vogliono autarchici e protetti da ogni influenza nefanda e turbativa delle nostre certezze. Per questo vorrebbero anche blindare la rete. Per il nostro bene, certo.

  2. La censura di V for Vendetta è avvenuta sin dalla stesura della sceneggiatura. Basta confrontarla con la Graphic Novel.
    Notizie di questo genere non mi sorprendono.

  3. Come si permette una Censora Conclamata conclamata come la Lipperini di criticare chi censura? Mamma mia. Bisogna avere la faccia come il culo.

  4. L’ottimismo è imprescindibile per l’Italia, non possiamo mai essere tristi. La strada certo non aiuta il morale della truppa quindi non mi stupisce che venga tenuto lontano, ameno che non diventi un film stile Twilight.
    Ma poi all’estero sarebbero meglio disposti?

  5. Beh, anche il film su Katyn di Waida ebbe i suoi problemi: malgrado il messaggio politico sicuramente anticomunista nessun distributore se ne volle fare carico per motivi non dissimili da quello di McCarthy: pensavano che il pubblico italiano non interessasse (e naturalmente volevano proteggerci da influenze negative e turbative delle nostre certezze filosovietiche…)
    A parte il fatto che potrebbe essere falso e che il film sarà distribuito posso aggiungere che il romanzo a me, malgrado la mia passione per le catastrofi planetarie, non è piaciuto moltissimo? Cormac non è certo un autore ottimista e la cosa si accettava, non foss’altro che per la bellezza dello stile. Ma La Strada a tratti mi aveva dato l’impressione di una parodia, di un Cormac McCarthy portato all’assurdo…

  6. Non e’ un paese per McCarthy? normale, l’italia e’ un paese stravagante. Un paese da Vacanze di Natale 1 2 3 4 5 6 7 8 9. Oppure da GF 10° edizione. Rimane la consolazione di poterlo almeno leggere il grande scrittore statunitense, anche se ancora per poco, forse: di questo passo, infatti, i suoi libri apocalittici potrebbero urtare un animo troppo sensibile e delicato: quello degli italiani giocondamente e giulivamente impegnati nella frenetica rincorsa all’ultimo acquisto nel centro commercialino di turno, o troppo felicemente stupiti nel leggere rivistine gossipare e il trillerino ultima pubblicazione. ( ci hanno educato cosi’ e noi non abbiamo reagito, anzi!!!)) E poi, dai : vuoi mettere il carrello della spesa del Carrerfour con quello del padre e del figlio nella Strada? Non sia mai detto che lo si voglia cambiare. Noi siamo un paese fiabesco, perbacco!

  7. Che assurdità! Ciò vuol dire che oggi un film bellissimo e disperato come “Requiem for a dream” di Aronofsky non passerebbe mai sui nostri schermi. Il film tratto da McCarthy io l’ho visto, e nonostante fossi molto prevenuta al riguardo (come tradurre in immagini la potenza emotiva ed evocativa del libro? Quello stile secco, essenziale ma al contempo ricco di dettagli e sentimenti?), la regia di Hillcoat ha saputo mantenere inalterata la carica cupa e disperata e la cruda essenzialità del racconto originale. Le uniche modifiche apportate sono quelle relative ai flashback che introducono la moglie del protagonista e le musiche composte da Nick Cave, sempre molto misurate. Forse più che del pessimismo, si ha paura di affrontare ragionamenti profondi su temi come umanità, fede, redenzione.

  8. Come si permette una blogger che fa della CENSURA il suo forte, come la Lipperini, di criticare chi censura? Ci vuole proprio la faccia come il culo.

  9. @ milena d: onestamente Sherlock Holmes l’ho trovato un gran bel film, divertente e leggero nella migliore accezione del termine.
    Onestamente, pur essendo molto critico nei confronti dell’attuale gerarchia vaticana, credo che Odifreddi sia un cretino speculare a Buttiglione, e che le puttanate revisioniste contro i cristiani e il cristianesimo (a partire dal Codice Da Vinci) meritino il discredito che ricevono (anche perché, come sarebbe inaccettabile prendersela con ebrei e musulmani in quanto tali, per esempio, lo stesso potrebbe valere per i cristiani).
    Onestamente, V for Vendetta è stato trasmesso da Italia 1, quest’estate in seconda serata (22.30 o giù di lì, un’orario in cui, comunque, si è tutti svegli, almeno d’estate!). Ma la graphic novel è tutta un’altra storia rispetto al film (comunque molto carino).
    Onestamente, nell’Italia attuale non c’è una coazione da parte del potere cattivo nei confronti del popolo buono, o almeno non avviene in maniera diretta. E’ la gente che ha scelto di farsi rappresentare (e comandare) da chi c’è adesso, ed evidentemente quello è ciò che si merita (leggi, se non l’hai ancora fatto, ciò che dice in merito Valerio Evangelisti).

  10. caro Anonimo
    (ma perche’ Anonimo? Non so come mai, ma ho l’impressione che gli Anonimi spuntino quando si va a toccare tasti delicati)
    Sherlock Holmes: non intendevo disprezzarlo, ho visto solo il trailer. Volevo dire che nonostante i filtri per far si’ che le persone fossero costrette al cinepanettone o giu’ di li’, e’ bastato un film straniero appena originale per sorpassarlo ai botteghini.
    Ci saranno anche “puttanate” revisioniste contro i cristiani, del resto neppure io stravedo per tutto quanto afferma Odifreddi, ma pare sia documentato dalle cronache che codesta Ipazia, in quanto donna, filosofa-scienziata, epicurea, tre cose al massimo invise ai cristiani, sia stata uccisa per strada appunto dai cristiani. Sara’ anche un fatto isolato, un singolo crimine, ma perche’ non lasciare che il pubblico veda e decida, come ha visto e deciso liberamente in altri paesi del mondo? La scusante della distribuzione e’ che non lo ritenevano abbastanza remunerativo, ma quanti film poco commerciali sono stati tranquillamente distribuiti? Qui, per me, gatta ci cova.
    Naturalmente mi si rispondera’ che non e’ cosi’, che sono complottista, eccetera.
    V per Vendetta e’ stato trasmesso una volta in seconda serata, d’estate? Bene, ma questo non prova alcunche’. Io dicevo che, appunto, per essere un film cult con molti estimatori e’ poco visto.
    Potrei fare decine di esempi di film stupidotti che in tv ci sono continuamente, anche piu’ volte all’anno.
    Non dimentichiamo per chi e’ un cult quel film: per i grillini, per il popolo viola del NoB day…tutta gente scomoda. E non solo per chi e’ al governo.
    Sul concetto che sia stata la “gente” (orrido termine) a scegliere liberamente da chi farsi rappresentare, e a continuare liberamente a scegliere, senza almeno, come dire, un minimo di incoraggiamento mediatico, leggasi martellamento di almeno quindici anni, ho gia’ i miei dubbi e le mie opinioni.
    E non ho bisogno di leggere Evangelisti o qualcun altro, con tutto il rispetto, per formarmene di nuove.
    Sono complottista? Mah, sara’ che per me molti indizi concordanti fanno delle prove.

  11. Come detto sopra, l’anonimo sono io, Daxman, ma avevo dimenticato di scrivere il mio nome.
    Sperando di non essere strigliato dall’admin per essere andato OT, vuoi che io ti dica che sei una complottista? Sì, è vero. 😛 E, perdonami, neanche di quelle più informate. Andiamo con ordine:
    1) Che le donne fossero invise ai cristiani, soprattutto ai primi, è una colossale boiata. Basti pensare che a tre donne sia stata rivelata per la prima volta una bazzecola come la Resurrezione di Gesù. Basti pensare all’importanza che rivestivano le donne, anche a livello rituale e sacerdotale, nelle prime comunità cristiane. Poi, è chiaro, era in atto un’accesa guerra con altre correnti filosofiche. Ma se i cristiani la conducevano scrivendo trattati “adversus” qualcuno, i pagani rispondevano con le persecuzioni. Per quanto riguarda il pubblico, poi, per carità, io non ho parlato certo di censura preventiva, ma di discredito. Che, a mio parere, è giusto che certe operazioni ricevano (un po’ come con le opere di Pansa, per fare un altro esempio).
    2) V per Vendetta non è l’unico film cult a essere trasmesso tardi. Ora, io non sono certo l’avvocato difensore di Mediaset (anzi!), ma bisogna dire che tutti i film cult e di genere vengono trasmessi spesso e volentieri tardi. Su un versante politico opposto, lo stesso trattamento l’ha ricevuto, su Italia 1, Sin City, per esempio. Perché è prassi che in prima serata ci finiscano di solito gli show, i varietà o film “che si rivedono” (Verdone, commedie americane, ecc.). Poi, è ovvio che io sia il primo a criticarla, ma non è che V per Vendetta in particolare abbia subito un ostracismo.
    3) L’orrido termine “gente” lo utilizzo perché in fondo è orrido l’oggetto che descrive. Anche perché non mi piace autoassolvermi dando semplicemente le responsabilità a un miliardario criminale che mi ha turlupinato. E tra Evangelisti e un altro populista come Grillo, perdonami, preferisco un miliardo di volte Evangelisti.

  12. Mah mi sembra un caso di paradosso con sinistro fascino.
    Voglio dire, una tale paura del negativo, del tetro, ha un odore davvero mortale. Quasi la il negativo fotografico dei paesi che non sono per vecchi

  13. Daxman
    Anche questa è una puttanata revisionista?
    “La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.” San Paolo, Prima Lettera a Timoteo.
    Sascha
    C’è una lunga analisi di La Strada qui
    http://fantasy.gamberi.org/2009/12/31/persa-per-strada/
    qui c’è l’indice delle recensioni
    http://fantasy.gamberi.org/indice-delle-recensioni/
    con voto in gamberi. Lo stile di Gamberetta dovrebbe piacerti.
    Potresti chiederle di recensire il tuo romanzo – sarei curioso di leggere la sua opinione.

  14. @ marco: potrei risponderti con “Non c’è giudeo né greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina; tutti voi infatti uno siete in Cristo Gesù”. San Paolo, III lettera ai Galati. Ma sarebbe più utile ricordarti che è sempre un errore estrapolare un brano dal contesto in cui è scritto (il resto del testo, l’epoca in cui è scritto, le ragioni per cui potrebbe essere stato scritto, le interpretazioni teologiche, ecc.), e che demolire 2000 anni di religione nella lunghezza di un post è un vizio che di solito passa una volta finita la quinta liceo. 😉
    Ma chiedo scusa a tutti, perché si sta finendo pesantemente OT.

  15. a me pare piuttosto strano… non lo vorranno distribuire perché subodorano un flop, perché credono di non farci abbastanza soldi… io ho visto The Road a novembre, mi è piaciuto molto e mi ha pure rattristato ma non direi che è il film più triste di sempre…

  16. @daxaman
    Il problema non è quello che estrapolo io; il problema è, tenuto presente testo e contesto, epoca e ragioni, e naturalmente interpretazioni teologiche, quello che è stato estrapolato nel corso di 2000 anni di Cristianesimo dai cristiani in carne ed ossa. I quali hanno sempre, per esempio, inteso il passo della Lettera ai Galati in senso metaforico e alla fine dei tempi (tant’è vero, solo per dirne una, che la schiavitù non venne mai condannata e fu giustificata teologicamente da San Tommaso). Forse io che devo rifare il Liceo, ma chi dice sic et simpliciter “le donne rivestivano una colossale importanza nelle comunità cristiane” (e quindi ad esempio il caso di Ipazia sarebbe “revisionismo”) , è pronto per il corso di laurea in storia, teologia e femminismo con Lucetta Scaraffia.
    Fine OT

  17. Sbagliero’, ma non credo sia possibile. Come gia’ stato fatto notare da altri, The Road non e’ l’unico film pessimista in circolazione. Tra l’altro, The road e’ – se possibile – il piu’ ottimista tra i libri di McCarthy che ho letto. Quello nel quale c’e’ un barlume di speranza, alla fine.
    Il film l’ho visto, ed e’ abbastanza fedele al libro, anche se sono stati fatti un paio di cambiamenti che rendono la storia meno soffocante e meno pessimista (non voglio spoilerare pero’).
    PS: V per Vendetta era un film debole debole, secondo me. Ma questa e’ un’opinione personalissima.
    PS 2: l’Italia non e’ il solo paese nel quale passano al cinema parecchie boiate. In Italia si vede solo la produzione migliore del cinema americano o francese. Se si vive in un paese francofono o in America, pero’, si vede che no, non ci sono i cinepanettoni, ma ci sono delle ciofeche micidiali, che riflettono le caratteristiche piu’ triviali dell’audience di riferimento, proprio come il cinepanettone fa con l’audience italiana (o almeno una larga parte).

  18. Eleas, purtroppo pero’ quel poco che hanno cambiato l’hanno cambiato in peggio e inutilmente. Lo stravolgimento non e’ cosi’ grave come con I am Legend – li’ davvero raccontarono semplicemente un’altra storia – ma anche qui ci hanno voluto fare il ritocchino inutile.

  19. demonio temo che un libro e un film avranno sempre come dire uno iato incolmabile tra loro. Lasciamo perdere io sono leggenda che hanno sfasciato un libro stupendo con una porcata di film.

  20. io lavoro nella distribuzione cinematografica e i film non trovano distributore solo se si stima un incasso troppo basso, ma in realtà neanche per quello perchè ci sono film che hanno incassato 40.000 euro o anche meno, quindi…Forse non esce in 500 copie con un grande distributore, ma che non esca mi pare strano. Loredana stessa nel post scrive “dicono”, e se c’è una innegabile è che a volte chi scrive non è ben informato (lipperini esclusa -e non è piaggeria- e pochi altri) quindi la fonte di loredana a sua volta chissà dove ha pescato la notizia. Poi tutto può essere.
    A proposito di Sherlock Holmes: mi pare un film ridicolo e non andrò a vederlo, nonostante ci sia il mio attore preferito (Robert Downey jr) e credetemi che a quel genere di film il Natale fa bene quanto al cinepanettone perchè c’è gente che al cinema ci va , chissà perchè, una volta l’anno a Natale e quello che c’è c’è. I cosiddetti cinecocomeri vi sembrano diversi dai cinepanettoni?Eppure incassano un terzo dei film di natale, a riprova che il periodo incide moltissimo. Che poi Avatar sia stato messo dopo per non disturbare il film di Natale anche quello può essere, ma in generale non è la norma uscire contemporaneamente agli Stati Uniti, quindi non mi sorprende. Gli altri film invece evitano il natale per non farsi del male da soli. Verdone invece se fosse uscito due settimane fa avrebbe stracciato tutti (uscendo oggi farà un megaincasso comunque, ma non è paragonabile) ma non lo ha fatto perchè ha comunque paura del cinepanettone (e la storia della “tutela” del cinepanettone davvero non si regge in piedi: se quest’anno a Natale c’è stato un film come Sherlock che sta a quasi 13 mln, il cinepanettone ha comunque incassato i suoi 20 mln, quindi non si fa mai veramente un danno al film di Natale, perciò perchè mai un distributore italiano dovrebbe preoccuparsi di un suo avversario forte sempre e comunque?).
    @Amfortas Avatar (che non andrò a vedere) a Trieste 3 settimane prima dell’uscita nazionale è una cosa assurda, nonchè impossibile, a meno che non abbiano fatto un’anteprima il 25 (ugualmente strano). mah…

  21. su repubblica di oggi c’è un pezzo di S.Veronesi interessante al riguardo delle trasposizioni da libro a film. e sulle conseguenti domande ( il film è fedele? quanto lo rappresenta? che doveri ha nei confronti del libro? ).
    Dice di Moravia che se ne fregava, della Rowling che impone le sue condizioni, della Barbery che avrebbe voluto ma a cui mancavano milioni di lettori da far pesare sul contratto. e soprattutto che i film tratti da, cominciano a diventare buone ragioni per non leggere gli originali, come accadeva nell’Ottocento col melodramma. Riguardo a quest’ultima opinione non saprei che dire. Mi sa che i film sono proprio un’altra cosa, e Kubrick lo ha capito alla grande.

  22. @qualsiasi, su un trafiletto(?) nella rubrica spettacoli di Rep. di oggi c’è una notizia simile, che potrebbe essere la fonte che cerchiamo. curiosità per curiosità, io il libro l’ho comprato in una bancarella e conteneva oltre ad un po’ di polvere parecchi sassolini fra una pagina e l’altra. Potenza della letteratura.

  23. paperino concordo con la tua ultima affermazione, sono due cose differenti per quanto un regista si impegni a rispettare il libro. Lo s’è visto proprio con Tolkien. Si vede, traspare chiaramente l’amore per il libro da parte di Jackson, ma il film pur molto bello è una cosa diversa dal testo. Se fosse fatto come si deve il film potrebbe anche non avere doveri nei confronti di un libro, potrebbe prendersi delle libertà e restare un bel film (SdA docet), ma in genere non accade così (vedere le distruzioni di HP fatte nonostante la Rowling).

  24. il fatto è che i linguaggi sono diversi. e anche i tempi. al cinema funzionano le storie. Harry Potter è una storia e funziona (per quanto a me non personalmente non faccia impazzire) ma i problemi di tempo inevitabilmente inducono ai tagli.Libri come L’eleganza del riccio hanno il loro punto di forza soprattutto nel tipo di atmosfera che riescono a creare e un film non potrà mai restituirla in maniera soddisfacente allo spettatore che prima è stato lettore. Poi ci sono le eccezioni. Revolutionary Road ad esempio. Il film mi è piaciuto tanto quanto il libro se non addirittura di più (perchè più asciutto: a me le lunghe descrizioni non piacciono e, a mio avviso, Yates è stato un po’ prolisso, come succede a molti nel primo libro) ma comunque non sono riuscita a distinguere quanto veramente fosse un bel film (nel senso fatto bene come film di per se stesso) perchè in quel caso la storia è così potente che domina su tutto, mettendo in secondo piano la disputa su quale mezzo (parola scritta o immagini) sia più adatto per esprimerla

  25. Avevo deciso di non andare a vedere il film “La strada”, per l’impossibilità (salvo alcune rare eccezioni) di ipotizzare un regista capace di rendere l’assoluta perfezione stilistica di Cormac McCarthy. Però un conto è decidere davanti a un’opzione, un altro è che qualcuno decida per te. Un po’ come gli assessori leghisti che decidono che certe cose non le mangerai perché “alla nostra gente non piace il couscous e il kebab”.
    @ Marco e The Daxman
    Avete ragione entrambi: Gesù non ha mai discriminato le donne, anzi. È Paolo di Tarso il misogino che ha inventato la sottomissione della donna, all’interno della fondazione di una religione indegnamente chiamata “cristianesimo”, che con la parola dell’uomo Gesù non c’entra un bel niente.

  26. @ marco: e quale sarebbe questa interpretazione metaforica di cui parli? per non parlare della sua funzione escatologica… vabbé. Non so a quali interpretazioni teologiche ti riferisca, ma quelli su cui mi sono decumentato io (Pitta, Longenecker) la prendono esattamente per quella che è, ossia per un’affermazione di uguaglianza all’epoca inpensabile, soprattutto nel mondo pagano (perché a Roma, o anche in Grecia, le donne davvero contavano zero, e potevano aspirare al massimo a essere matrone, sacerdotesse o prostitute).
    Poi, è ovvio che nel corso dei secoli la Chiesa e la dottrina sono diventate altro. In particolare concetti come la schiavitù e la sottomissione delle donne si sono affermati proprio perché è avvenuta una sovrapposizione tra cristianesimo e cultura pagana, coincisa con la diffusione della religione. Ma questo è successo con qualunque dottrina religiosa, politica e filosofica si sia alternata nella storia.
    Ah, inoltre, contrariamente alle lettere ai Galati, le lettere a Timoteo rientrano tra quelle la cui reale attribuzione a S. Paolo rimane incerta.
    ari-CHIUSO OT. 😛
    A proposito, ancora una volta, di Sherlock Holmes: se c’è una frase che non ho MAI capito è “Questo film è brutto, non andrò mai a vederlo”. Noto solo io una contraddizione?

  27. Non sempre, anzi quasi mai, le immagini e le sensazioni provocate dal libro si ritrovano nelle traduzioni cinematografiche. Comunque perchè censurarlo? Credo, come altri, che il motivo sia legato al pessimo risultato d’oltre oceano. Suttree potrebbe divenire un bel film. Lì davvero c’è l’uomo nudo, altro che pessimismo.

  28. Sono un grande ammiratore di McCarthy (soprattutto di “Meridiano di sangue”, ovviamente), ma sono d’accordo con il quarto commento, firmato Sascha: anch’io ritengo che “La strada” sia un McCarthy che fa il verso a se stesso. Quanto a farne un film… per amor di Dio!

  29. non capisco davvero. le nostre sale sono piene di sangue e terrore americani, angoscia coreana simildotta, interminabili silenzi francesi, drammi divorzili italiani, e qualcuno si preoccupa del pessimismo di McCarthy?? ho letto il libro e non ho visto il film, ma se davvero merita invochiamo i circuiti indipendenti

  30. Su Repubblica di oggi, accanto a un lungo intervento di Romagnoli, c’è un’intervista a Vania Protti Traxler, che spiega perchè nessuno se la sente di rischiare su La strada. Ed è molto, molto grave. Ora posto.

  31. Langone su «Libero» ci ha spiegato bontà sua che non è distribuito perché La strada contiene valori di destra (“divinamente di destra”). Ecco.

  32. anche io sono un po’ perplesso sulla motivazione sulla (eventuale) mancata programmazione in Italia. Forse, ma è un’ipotesi, la decisione potrebbe essere legata a un calcolo economico. Insomma, il distributore potrebbe ipotizzare uno scarso successo commerciale.
    Del film ho visto il trailer originale e, ovviamente, non può dare alcuna indicazione concreta sull’intera opera. Confesso, comunque, che avendo letto tutti i libri scritti da Cormac McCarthy, quando seppi della trasposizione cinematografica de “La strada”, mi domandai come sarebbe stata la resa su celluloide. Insomma ci potrebbe esere un problema di spettacolarità. Peccato.

  33. un’altra voce da Trieste. Prescindendo dal film, che non ho visto, sono d’accordo con chi propende per la spiegazione economica, cioè che i distributori prima di decidere se acquistare i diritti di un film e farlo uscire in Italia si facciano semplicemente due conti. Che le logiche della distribuzione siano strane però un po’ lo penso. Io lavoro in un festival dove vengono presentate pellicole che sono quanto più lontane possibile dalla categoria dei “cinepanettoni” (contro cui non ho nulla, chi li gradisce è giusto che possa vederli, a patto che questo non porti via tutto lo spazio disponibile nelle sale, privando altri della possibilità di vedere film di altro tipo). Spesso, si tratta di film difficili che raccontano storie non allegrissime o di documentari, ma non ho mai sentito persone uscire dalla sala lamentandosi di questo fatto, semmai tante volte mi è capitato di sentirmi chiedere perché dei film bellissimi, che hanno l’unica pecca di provenire da paesi ritenuti poco alla moda sul piano cinematografico, poi non escano in sala. Il caso del rumeno Mungiu (solo per citarne uno) è un’eccezione e non esisterebbe se non ci fossero stati la palma d’oro a Cannes e il parlare che si è fatto di una cosiddetta “nuova onda rumena”. Questo per dire che – forse – i distributori dovrebbero stare più in ascolto del pubblico italiano, su cui nutro grandi speranze, non ritenerlo incapace di apprezzare un film men che idiota.

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