“Io ritengo che la famiglia vada difesa perché è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell’educazione dei figli. Però non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili.
Io sostengo il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori e sono convinto che non vada messo in discussione.
Se poi alcune persone, di sesso diverso oppure anche dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia, perché vogliamo assolutamente che non sia? Io penso che la coppia omosessuale, in quanto tale, non potrà mai essere equiparata in tutto al matrimonio e d’altra parte non credo che la coppia eterosessuale e il matrimonio debbano essere difesi o puntellati con mezzi straordinari perché si basano su valori talmente forti che non mi pare si renda necessario un intervento a tutela.
Anche per questo, se lo Stato concede qualche beneficio agli omosessuali, non me la prenderei troppo. La Chiesa cattolica, dal canto suo, promuove le unioni che sono favorevoli al proseguimento della specie umana e alla sua stabilità, e tuttavia non è giusto esprimere alcuna discriminazione per altri tipi di unioni”.
Così Carlo Maria Martini a Ignazio Marino, dal Corriere della Sera del 26 marzo 2012. Ne riporto le parole, sottolineando quel “non me la prenderei troppo”, perché qui si esce da una settimana a dir poco sconcertante. Prima la lode della sacralità della donna in quanto possibile madre fatta da Milena Gabanelli. Poi. l’omaggio al femminile (in buona, buonissima fede, su questo non ho dubbi) fatto da Michele Serra ieri (“le donne sono, in prevalenza, persone serie. E che la loro serietà (nei sentimenti, nel lavoro, nel maneggiare le cose della vita) è spesso di esempio e di soccorso a noi maschi. Forse perché la gestione del talento, nelle donne, richiede fatica doppia; forse perché, dall´alba dei secoli, mentre noi si andava a caccia, o in guerra a sbudellare il prossimo e a farci sbudellare, o a navigare per mesi e anni in cerca d´oro e di conquiste, loro restavano a casa e avevano molto tempo per pensare, mettendo a frutto la loro solitudine; fatto sta che le donne “approfondiscono”).
Contemporaneamente, il corteo francese contro le nozze omosessuali. Elemento in comune a tutte e tre le posizioni, un’idea acritica di Natura che vuole immodificabili le nostre vite, come se una Cultura non fosse concepibile. Credo che con questo naturalismo di ritorno dovremo, tutti, fare non pochi conti.
Bel post, con una sintesi che fa pensare. E la frase “come se una Cultura non fosse concepibile” è illuminante. Credo che proprio questo sia il problema e, insieme, la chiave di tutto.
…come se una cultura diversa da quella/e proposta/e non fosse possibile…
Non so se è l’apoteosi dell’era della tecnologia a ributtarci in questo mare di natura, che però è indistinto e sconosciuto (ma davvero abbiamo esperienza della natura?). E proprio non vedo dove sia la ragionevolezza di sobbarcarci, noi donne, il peso di “rendere migliore il mondo”, quando è sempre più evidente che è di individui inseriti in una società, di persone in una rete di legami, che abbiamo veramente bisogno…
Sono d’accordo su tutto. In particolare sul termine cultura che va esteso alla famiglia che altro non è che un istituto culturale, con buona pace della Chiesa. Le famiglie sono state diverse nei secoli e nelle civiltà proprio per questa semplicissima e ignorata ragione. Non c’è motivo di temere chi vuole semplicemente prendere atto che altre famiglie sono possibili. La fine di Mrs. Doubtfire, il monologo finale di Robin Williams dice questo. Citazione pop a parte, chiunque non in cattiva fede se ne renderebbe conto.
Aggiungo solo un fatto semplicissimo. Credo che nessun manifestante ieri abbia riflettuto fino in fondo sulla conseguenza emotiva che quella manifestazione-contro abbia su ciascun omosessuale. E quel tipo di male serpeggiante e sottile che induce a perdere speranza, e alla fine annienta anche le personalità più forti. Possibile che la Chiesa abbia così a cuore l’inferno in terra per alcuni uomini da non bastargli più l’inferno ultraterreno che con malcelata soddisfazione continua ad augurargli?
Su Serra mi sono dilungata mo’ a casa mia.
Sulla questione delle coppie omosessuali, sono però contenta di constatare come la sortita di Galli Della Loggia sul corsera che esortava gli psicoanalisti a schierarsi contro le coppie omosessuali, stia portando i nomi migliori della psicoanalisi contemporanea – Antonino Ferro prima vertice SPI, Ammaniti poi che per altro di solito si occupa di mamme e mi ha piacevolmente sorpresa, a far capire quanto quella prospettiva sia antiquata. Poi sai, in Francia si mobilitano vero e questo mi ha agghiacciata, ma almeno hanno i Pacs.
Brillano le parole del Cardinale Martini, di equilibrio, di verità, di giusta apertura verso opinioni e comportamenti diversi rispetto a quelli in cui crede. Quell’uomo è stato davvero un faro, peccato non sia riuscito a compiere l’ultimo passo, non certo per colpa sua.
Altro livello, certo, ma io non me la prenderei troppo nemmeno per le altre parole che hai citato.
Mi rallegro infine per il corteo ai Campi Elisi, una goccia in un mare che di gusti molto diversi, ma splendida, inattesa. Che sia una rinascita dopo anni di buio non lo so. Speriamo.
Cara Lipperini, non crede che anche lei/noi dovrebbe/dovremmo riprendere in mano l’ideologica visione debeauvoiriana che abbiamo creduto rappresentasse il logico percorso e sbocco di liberazione? Non ritiene che “tutto è cultura” sia oggi la riproposizione acritica di un desiderio?
Definiamo in estrema sintesi la “Natura” come tutto ciò che esiste, e esisterebbe, senza l’ntervento dell’homo sapiens. La donna e l’uomo sono diversi in quanto frutto di un’evoluzione che li ha plasmati per rispondere a pressioni selettive specifiche. Gabanelli e Serra non mostrano una sudditanza a un’idea acritica di natura e forse hanno semplicementecompreso che certe pulsioni ataviche non sono create “nella cultura” ma “nella natura”, e sacralizzare il corpo della donna può essere a volte e in certe società il mezzo più semplice per tamponare una serie d’istinti. Se è arduo educare milioni di persone a letture complesse, diventa più semplice far riconoscere nella differenza di genere una retorica del rispetto al grado zero (senza donna tu non saresti nato).
Certamente sarebbe più desiderabile declamare una parità dei diritti per uomini, donne, etero, omo, trans, etc.che discendesse da un’idea così astratta e culturalmente evoluta da permettersi di fare a meno dei generi.
Ora si ponga un quesito assieme a me: come mai certi comportamenti sono sempre esecrati dalle maggioranze della popolazione? Come mai l’amore omosessuale, per citare il primo esempio possibile, tranne rare eccezioni, è sempre stato più esecrato che accettato? Le società umane hanno sempre avuto bisogno di incentivare un forte tasso di riproduzione demografica per rispondere a malattie, guerre o mero lavoro. Chiaramente l’omosessualità non permette di supplire a queste esigenze e perciò la stragrande maggioranza delle società l’ha bandita come dannosa a fini sociali. Rifletta però su un punto: i più”moderni” tra noi la considerano pacificamente come una pratica assimilabile all’eterosessualità MA soltanto perché possiamo controllare l’equlibrio delle nascite e della tenuta demografica del nostro sistema. In mancanza di queste considerazioni moderne permesse dalla conoscenza e dalla tecnica (che sono narrazioni culturalizzate dell’altro ieri) vale il principio di natura: due omosessuali non fanno figli. La Natura non conosce l’omosessualità ma solo la bisessualità. Perciò per considerare l’omosessaulità come una semplice questione di gusti da consumare tra le lenzuola del proprio privato occorre opporsi a tutta una serie d’istinti della specie. E siccome gli istinti sono innati ma la cultura no è evidente che la fatica di opporsi agli istinti non è un gioco facile da giocare (e infatti è pieno di cinici baciapile che su questi istinti prosperano e raccolgono consensi politici ). D’altronde la Natura non è una narrazione umana, Lipperini. Se lo fosse basterebbe come dice lei opporvi un’altra cultura, magari credendo di confinare la “Natura” all’interno della stessa, come fosse anch’essa una delle tante culture, solo più sedimentata nelle narrazioni collettive rispetto ad altre. Insomma, se la Natura fosse una delle tante narrazioni equipollenti basterebbe cambiare narrazione et voilà, fine dei problemi.
Provi a riguardare qualche documentario sulla natura e osservi quanta “programmata auto narrazione” sia già inscritta in ciascun essere vivente. Si stupisca dell’incredibile serie di istruzioni istintive che portano gli animali a fare ciò che fanno,dalle migrazioni coordinate ai sacrifici per la prole, e tutto con una varietà e complessità da mozzare il fiato sopratutto quando si pensi che tutto ciò avviene senza alcuna mediazione o trasmissione culturale. Un ragno sa fare la sua razionale tela euclidea senza aver preso una laurea in matematica e possedendo un cervello minuscolo; un pinguino imperatore sa aspettare il cambio della compagna per un interno inverno covando l’uovo esposto a meno 60 gradi, il tutto per salvare la prole e non se stesso; una rana del Costarica della dimensione di un unghia del mignolo si carica il girino sulla schiena e si arrampica su un albero alto oltre 50 metri (per lei come fare un paio di maratona) per cercare una foglia bagnata dalla rugiada che lo protegga dai predatori. E va su e giù per nutrirlo fino allo sviluppo. Gli esempi sono infiniti.
L’uomo è geneticamente programmato all’accoppiamento, non va educato all’accoppiamento. Spero capisca la differenza. C’è una serie d’istinti – feroci secondo il nostro moderno modo di vita in società complesse- che è inscritto nel nostro codice genetico come corredo comportamentale della nostra specie. Questa è Natura non Cultura. Opporvisi e sacrosanto. Ma non si guardi alla cosa come un problema di narrazioni intercambiabili. Anche perché davvero se si continua a non capire la resistenza rappresentata dai processi comportamentali inscritti nella nostra biologia poi diventa assai arduo e spiegare le cause del reale e approntare i modi per cambiarlo. Il tutto se non si vuole cadere nell’inconsistenza.
Comprendo che l’emancipazione dei diritti passi anche dalla emanicipazione dall’obbligo della gravidanza come equivalenza assiologica ed esistenziale per essere donna. Ma non è che possiamo entrare in paranoia e qualificare come filo reazionario ogni discorso che ricordi l’ovvietà che allo stato attuale della tecnica per la riproduzione dei bambini l’uomo è rimpiazzabile ma la donna è necessaria.
Posso permettermi di invitare Galapagos a maggiore attenzione: è la famiglia che non è Natura. Tra le specie animali che ha citato ci sono modi di vivere in famiglia/branco o di non viverci del tutti e assolutamente differenti. Lo dico per Lei Galapagos, perchè io per l’umana specie non auspicherei una imitazione del comportamento animale, persino del tanto dotato ragno. L’amore omosessuale è naturale invece. Perchè è così che si nasce in natura. Procreazione o no. Non si diventa omosessuali, e non lo si sceglie. Non è un incidente di percorso. Come non lo era nascere neri. E come non lo è nascere donna. La società (cultura) ha mostrato un volto razzista e discriminatorio nei confronti di figli della natura e ora sta mascherando invertendo i termini del discorso. Non caschi nel tranello.
“La Natura non conosce l’omosessualità ma solo la bisessualità.”
Bugia clamorosa.
In natura migliaia di specie animali (dai mammiferi ai pesci, passando per gli uccelli) hanno inscritto nel codice genetico l’omosessualità. Che è, perciò, “naturale”. Sono decenni che studi scientifici lo dimostrano. Hanno fatto mostre itineranti in giro per il mondo per raccontarlo.
Quindi?
Quindi, dato che sono stufo di dover ricominciare tutte le volte daccapo, mollo il colpo e mi do cose più amene.
Ieri mi sono riguardato con le mie figlie “The rocky horror picture show”.
😉
La natura non conosce l’omosessualità, ma chi legge il blog conosce l’uomo che ride.. Anche se scrive dalle Galapagos! 🙂
E come sono d’accordo Loredana, ogni giorno che passa diventa sempre più difficile, è una situazioen che ti entra dentro e ti lacera. 🙁
se si cominciasse a smettere di dare il nome di amore o amicizia alla semplice unione di due solitudini,invece che perdere tempo in questioni di generi che la storia dell’uomo aveva già risolto agli albori,di certo a favore della miscellanea,forse potremmo perfino ad apprezzare la poesia che si distilla dai rapporti umani(insomma bisogna che un giorno o l’altro noi si vada nelle sacrestie e negli oratori per trascinare fuori un po di questa gente,per fargli prendere dell’d’aria)
Io ci ho sempre problemi co sta fissa della legittimazione per tramite della natura in presenza di lobo frontale sviluppato. Perchè fa pure un po’ tenerezza questa ricerca proiettiva e a posteriori della legittimazione nella mamma natura. E’ carino per esempio il dibattito epistemologico tra psicologi evoluzionisti: viene quello di destra fuffone che dice che in natura non ci sono gli omosessuali, poi viene quello invece progressista e dice che ci sono, poi ci è l’evoluzionimo che dice che tutte le femmine stanno a casa a fare la caverna e i cuccioli, poi arriva la psicologia evoluzionista femminista che dice ma no nii vedete i leoni? Le leonesse so gajarde che non ti dico. E tutte queste amenità sono la nostra diversità ontologica dagli altri animali che passa per i nostri processi logici che costruiscono e reinventano la realtà, la assorbono e le rispondono per altre vie molto più complesse di quelle delle altre specie animali. Ora, l’omosessualità in natura si da, poi ci sono anche delle spiegazioni di cui non mi curo per il discorso di cui sopra. Ma in ogni caso me ne frega poco. Purtroppo un sacco di cose anche pessime sono categorizzate come naturali ma sono squisitaamente umane, per esempio lo stupro di branco, e mi sa in generale lo stupro. Non si può in questo ordine di discorsi cercare la soluzione nel naturale, perchè l’umano ha un modo di stare nel mondo qualitativaamente diverso.
a proposito di stupro nel mondo animale, io ho letto in “sesso ed evoluzione” che è diffuso in molte specie animali, anche di branco.
gli autori citano uno studio
http://psycnet.apa.org/psycinfo/1996-03757-001
grazie + mi procuro il testo – ma mi faa un po’ strano, perchè per concepire lo stupro bisogna concepire una volontà avversa al rapporto sessuale. E la volontà è una cosa molto umana – però poi mi guardo il link.
Un saluto a Loredana e complimenti per il blog. vorrei dire la mia anch’io. trovo difficile trovare argomenti contro il commento di Galapagos nonostante la mia natura di antropologo mi costringa a poter lavorare solo sul culturale. non sono per una volta d’accordo con la lettura che ne dà Gianni Biondillo 😉 a me la frase: “La Natura non conosce l’omosessualità ma solo la bisessualità” mi pare sia giusta. Gianni deve aver scambiato bisessualità per eterosessualità.
Zauberei scrive delle belle considerazioni. però in natura lo stupro è la norma, almeno tra i mammiferi. il maschio lotta contro gli altri rivali e si unisce alla femmina, anche se lei non gradisce un maschio rispetto ad altri.Non mi piace tanto questa cosa però tra i mammiferi non mi sembra di ricordare eccezioni. lo stupro di branco sembra invece essere niente più che un comportamento umano perché in natura ci si accoppia per procreare e perciò il seme degli altri componenti del branco è una minaccia al gene egoista che è noi. credo però di poter dire che l’istinto è a priori del comportamento. diventa un pochetto difficile trovare soluzioni naturali ai problemi generati dagli istinti. ma chi ha mai proposto souzioni naturali a problemi naturali?
Spero di non aver scritto sciocchezze e ringrazio tutti
prego zauberei. il link mi sà che è un po’ breve, non riporta proprio al testo. cmq nel libro italiano di andrea pilastro si parla non solo dei primati, ma pure di elefanti marini e cetacei. @ Ceccarelli, in questo caso l’azione di gruppo è finalizzata all’accoppiamento magari di un solo elemento, che però da solo verrebbe respinto.
Ma quanti nick ha l’uomo che ride? 😀 Adesso si chiama Davide Servi Ceccarelli e fa l’antropologo?
@Holmes
mi scusi? se ho messo una emoticon nel mio commento non sono un uomo che ride. ci conosciamo?
il mondo animale è sostanzialmente ermafrodita. Cioè bisessuale. Non assolutamente e solamente.
Com’era la canzone?
“don’t dream it be it”
😉
“non me la prenderei troppo”. che bella figura Vendola.
Mi pare che anche da questa discussione emerga il peso eccessivo che continuiamo ad attribuire alle presunte leggi di natura. Leggi che nessuno è mai riuscito a decodificare in modo univoco e che, se pure fossero note, servirebbero al massimo a spiegare il perché di certi comportamenti o avvenimenti, e non certo a definirne la liceità o anche solo l’opportunità. Siamo esseri umani, ormai lontani dallo stato di natura quanto l’Enterprise dal sistema solare, e nessuno di noi può seriamente desiderare un ritorno a tale stato. Che, ricordo, non prevede medicine per quando il DNA evidentemente difettoso che cerchiamo di tramandare decide che il nostro cuore deve rompersi o comunque che un qualche agente ci deve eliminare, tipo un cancro, per evitare la trasmissione alla discendenza di tali difetti. E allora, se accettiamo così di buon grado cure che mettano in grado (noi) di perpetuare difetti genetici potenzialmente capaci di minare il futuro della specie, perché ci inalberiamo di fronte a richieste che mettano in grado (altri) di vivere la propria vita a proprio piacimento? L’omosessualità non porta alla riproduzione, OK, e allora? A parte che, alla luce dell’attuale evoluzione delle tecniche di riproduzione, questo nemmeno è più del tutto vero (http://www.internazionale.it/opinioni/claudio-marcelli/); a parte questo, ma non riconoscendo i diritti delle coppie non eterosessuali che contributo stiamo dando all’evoluzione e alla perpetuazione della specie, ammesso che in nome di tale contributo sia lecito perpetrare abusi personali?
Io sposo in tutto e per tutto il commento di Zauberei. Siamo umani e la nostra stella polare non può essere ciò che è naturale e ciò che non lo è. E nemmeno mi pare importante definire le radici dell’omosessualità, se siano genetiche o piuttosto culturali. E’ importante, invece, il fatto che il mondo è pieno di persone omosessuali, che queste persone sono cittadini e cittadine come tutti gli altri, che essere omosessuale non porta con sé alcun turpe vizio e che invece sono loro, le persone omosessuali, ad essere oggetto di quel vizio sociale più che turpe che si chiama discriminazione. Per cui ben vengano matrimonio e adozioni, o maternità surrogate e tutto quello che volete. La gente andrebbe giudicata per quello che fa o che non fa, non per come è.
Se capisco bene anche lei si e’ accodata alle lodi per il compianto gesuita. Peccato che si e´limitata a leggere due righette di un articolo di giornale.
Riportando per esteso l´opinione di Martini:
“Personalmente ritengo che Dio ci ha creato uomo e donna e che perciò la dottrina morale tradizionale conserva delle buone ragioni su questo punto. Naturalmente sono pronto ad ammettere che in alcuni casi la buona fede, le esperienze vissute, le abitudini contratte, l’inconscio e probabilmente anche una certa inclinazione nativa possono spingere a scegliere per sé un tipo di vita con un partner dello stesso sesso.
Nel mondo attuale tale comportamento non può venire perciò né demonizzato né ostracizzato. Sono pronto anche ad ammettere il valore di una amicizia duratura e fedele tra due persone dello stesso sesso. L’amicizia è sempre stata tenuta in grande onore nel mondo antico, forse più di oggi, anche se essa era per lo più intesa nell’ambito di quel superamento della sfera puramente fisica di cui ho parlato sopra, per essere un’unione di menti e di cuori. Se viene intesa anche come donazione sessuale, non può allora, mi sembra, venire eretta a modello di vita come può esserlo una famiglia riuscita. Quest’ultima ha una grande e incontestata utilità sociale. Altri modelli di vita non lo possono essere alla stessa maniera e soprattutto non vanno esibiti in modo da offendere le convinzioni di molti.”
A chi non fosse addotto alle bastoie vaticane il testo semprerebbe di un altro pianeta ma e´sempre lo stesso cardinale Martini: la chiesa si prepara solamente all’inevitabile, chi avra’ la fortuna di vivere qualche altro decennio si sentira’ raccontare da qualche gonnellone vestito di bianco della incessante lotta della Chiesa di Cristo a favore dei diritti dei gay!
niente da dire sulle finalita’ del post, gentile e brava Loredana, e molto opportuno il ricordo delle belle parole di Martini che ogni uomo di chiesa dovrebbe leggere (anche per non condividerle) ma l’osservazione su Serra è da pignoleria snob intellettutale (lo so che questa critica sara’ malvista, lo metto in conto). E poi Serra ha ragione, i fatti lo dicono..allora lei non sara’ neanche OK con lo slogan di SNOQ, movimento femminista che ben conosce, che dice “chi dice donna dice dànno”..nel senso di “verbo dare”, PERCHE’ DANNO DI PIU’! Sara’ un clichè, ma è vero, se poi uno ci prova gusto a essere contro a tutti i costi , anche a chi (e Serra lo ha dimostrato piu’ volte) è dalla sua parte sono problemi suoi, è uno dei motivi per cui abbiamo berlusioni da vent’anni
ok prendo atto della faccenda degli stupri e degli animali – tanto mi sa che il mio pensiero non cambia molto ecco:)
Nickdrago, infatti non sono “OK” con lo slogan di SNOQ.
Neanche io sono OK con quello slogan: in un paese dove c’è grande squilibrio nel lavoro di cura e domestico (nel senso che le donne ne fanno assai “di più” degli uomini), e in cui, via via che nei servizi pubblici (scuola, asili, disabili, anziani) si investe di meno, si suppone che siano sempre le donne a sobbarcarsi “di più” questi compiti, il fatto che le donne diano “di più” non è cosa di cui stare allegri. Quantomeno ecco sarebbe uno stato di cose da voler cambiare, non vantare.
Anche il naturalismo è cultura. C’è la cultura della parità e quella della disparità, che si giustificano e si argomentano in termini razionali. Poi c’è l’ideologia, che è il prodotto di una cultura e di un comportamento. Forse Lipperini voleva dire: abbracciamo un’ideologia e abbandoniamo tutte le altre culture. Poi. Mettere insieme donne, matrimonio e omosessuali mi sembra un forzato. Un po’liquido. Il matrimonio è un prodotto culturale. La donna è la donna. E l’omosessualità, da pratica sessuale si è trasformata, culturalmente, in un blob, che è metafora, anche, di ciò che si vuole per la società odierna. Senza dubbio frutto di visioni politiche ed economiche convergenti. A parte questo, bisogna soltanto capire se il blob, a cui crede una sparutissima minoranza del mondo, che vive in condizioni di garanzia, sicurezza, tranquillità, è migliore di tutto il resto. Forse, in termini di prodotto interno lordo. Certo non di cultura. Quindi, a mio parere, è una formula eccellente per il regresso (anche economico).
La prima considerazione è di stanchezza. Sarà a dir poco un secolo (se non vogliamo considerare precedenti e antecedenti) che dell’essere umano sappiamo che la propria “natura” è di non avere una natura, perché non ha un habitat suo proprio ed esclusivo, né una dotazione “naturale” che lo identifichi come radicato in un luogo specifico, con abitudini peculiari ed esclusivi. L’essere umano la propria natura se la crea vivendo, nello stesso senso in cui non vive in questa caverna o quella tana, sul tal albero o nell’ansa del talaltro fiume, ma si costruisce un’abitazione progettandola ex novo (a differenza, chessò, dell’ape che realizza sempre lo stesso progetto).
La seconda è di irritazione per una visione dell’animale che è stata spazzata via dall’etologia, e che è reiterata con la stessa liceità con la quale qualcuno ptrebbe sostenere che è il sole a girare attorno alla terra: basta vedere cosa Konrad Lorenz ha scritto sull’omosessualità sia degli animali (le oche, ad es.) che degli uomini: che a lui, da ex-nazista, faceva schifo, ma sulla quale con franchezza ammetteva che l’errore era non nel bacio che due omosessuali si scambiavano in un bagno pubblico, ma nel proprio disgusto davanti alla scena, dovuto a un’errata educazione.
La terza, più preoccupante, è nel ritrovare la difesa di una “natura femminile” non nei pregiudizi maschili, ma nel pensiero di donne che pure questi pregiudizi li combattono. Quante volte m’è toccato polemizzare con colleghe insegnanti che sostenevano la “vocazione femminile all’insegnamento” fondata sulla “naturale dimensione del prendersi cura”! Ed erano, a volte, colleghe che si pretendevano femministe!
Il tutto, mentre chi dovrebbe provvedere a un passo in avanti giuridico e legislativo sulla questione dei diritti – perché si ha un bel parlare, se poi non si traducono i discorsi in nuove norme che aprono spazi di libertà ad oggi negati – sta già trattando sui denari (Trenta sono troppi? Venticinque? Venti? Facciamo quindici? Dieci, e un cinque in pagherò? Cinque, tre quote rosa e una presidenza di regione?) da scambiare per il tradimento di promesse politiche e/o elettorali prima ancora di sapere come va a finire il 23 febbraio.
Ma scusate, se al principio era una ameba, come facciamo a non considerare culturale qualunque differenza derivata dall’essere uomo o donna dell’attuale specie umana? Non riesco a sostenere, se non per un uso utilitaristico, che esista una sacralità della donna, o qualsiasi altra sacralità di grado maggiore e minore, che discrimini tra esseri viventi (e non). Che sia risultata utile ciclicamente, strategicamente, per questioni di potere, di continuazione della specie, ecc, è poco ma sicuro. Però con profondo rispetto e umiltà, non me la sento, in coscienza, di avallare col ragionamento qualunque tipo di discriminazione verso chicchessia o cosa. Conseguenza è che la questione dei diritti, come dice girolamo nel suo bel commento, deve aprire quegli spazi di libertà negati.
Mi sorprende un po’ la sicurezza con la quale si sostiene, legittimamente, una tesi, che sia “culturale” o “naturale” (o anche mischiate). Io mi sento vicino a quello che ha scritto Michele Serra ma con il dubbio del beneficio.
Volevo dire con il beneficio del dubbio, stante anche queste mie condizioni…
Sul corteo di Parigi: costernazione ascoltando le interviste delle persone che hanno participato, costernazione davanti ai cartelli rosa e celesti. Costernazione davanti alla negazione degli stessi diritti per tutti.
La cattolica Spagna ha questa legge da qualche anno, non mi sembra abbia cambiato la vita degli eterosessuali.
Non sono omosessuale, ma ho un’altra tara: non ho figli per scelta.
Non capisco che ha di male una manifestazione in difesa del matrimonio. Ognuno difende le proprie idee sociali e politiche, giustificandole come può. Chiaramente il matrimonio omosessuale non è una semplice unione ma un atto politico che svuota il significato della parola matrimonio, che, per chi ha una certa cultura, ha ancora un valore.
Gino, per me il matrimonio e ancora di più l’amore hanno un grandissimo valore…e proprio per questo che penso che ogni coppia, etero o gay, che vuole sposarsi debba poterlo fare. L’amore, etero o gay, è lo stesso
Gino, non capisco come sia possibile che una persona che tiene il matrimonio in grande considerazione possa considerlo sminuito perch{ a contrarlo possono essere anche persone dello stesso sesso. Che c-entra questo con il TUO matrimonio? Io sono sposato e per me il matrimonio [ stata una scelta fondamentale, da riaffermare ogni giorno. Al piano di sopra abita una coppia di uomini che stanno insieme da 40 anni e due mesi fa sono andati a sposarsi nello stato di New York, perch{ qui non [ permesso. Ovvio che il valore del loro atto [ solo simbolico qui in Italia,dove l-ordinamento non lo riconosce, ma per loro quel fatto simbolico [ fondamentale. Cosa hanno tolto loro a me? O a te? E perch{ non possono essere considerati, a fini civili, una famigllia? Scusate gli errori di battitura, il Maligno sta possedendo la mia tastiera.
L-anonimo dislessico qui sopra sono io, ho dimenticato di firmare.
Non capisco e non capirò mai (sarò “de coccio”, come si dice a Roma) perché la “famigghia” per tanti rappresenti un valore. Al massimo, se va bene, se c’è affinità, se è in grado di accogliere tutti i suoi membri, si tratta di affetti.
Quoto Girolamo e Zauberei e rimango costernata nel vedere quanto ancora la nostra società si fondi (e purtroppo affondi) sulla costruzione e ripetizione di modelli unici di uomo, di donna e di coppia.
A secondo dei propri bisogni o delle ideologie poi si giustificano questi modelli con la “naturalità” o con la “sacralità” e il divino, o con le due cose assieme, confondendo il consueto con il giusto e accettabile, esasperando minacce inesistenti, profetizzando l’estinzione della specie.
@ Gino il matrimonio eterosessuale non è messo in alcun modo in pericolo dalle unioni omosessuali, al contrario la mancanza di diritti e uguaglianza sociale e giuridica di quest’ultimi è una minaccia per la basi e il raggiungimento di una società realmente democratica, in cui non esistano differenze di diritti create a causa del sesso, della religione, di origine ecc.
A casa mia quello è semplice razzismo, omofobia e intolleranza come lo si voglia chiamare, non certo la difesa di un valore.
@Miranda benché molti ti diranno il contrario la tua non volontà di fare figli non è una tara, è la semplice espressione della tua libertà, è e deve restare una tua personale scelta su cui nessuno può mettere voce.
Io parlo per chi ha manifestato. Che poi sia anche la mia opinione, e di altri che non sono scesi in piazza, discutibile, è tutto sommato secondario. Il matrimonio è un’unione molto particolare. Come tutte le cose particolari, esclusiva. Più si allenta il limite, più la parola si sfuma, e i significati cambiano (meglio o peggio, non importa). Con il matrimonio omosessuale, che rende paradossale il matrimonio, il processo di inclusione è già concluso. Il matrimonio acquista un altro significato, e va avanti su un’altra strada. Chi manifesta, lo fa per difendere quella strada antica e quel significato, dunque il matrimonio come lo pensiamo ancora oggi, in tante sfumature. Difende, con esso, un’idea politica e sociale. La coppia gay sposata della porta accanto non dà alcun fastidio, certamente. Ma si parla di tendenze generali. Sul particolare dirimpettaio, potrei fare molti esempi affini e provocatori, che metterebbero in discussione questo ragionamento. Il problema, per chi manifesta, non è tanto nella finzione aleatoria del matrimonio omosessuale, ma nel fatto che quel significato (che si danno anche le coppie sposate omosessuali) è destinato a scomparire proprio perché c’è il matrimonio omosessuale. E’un passaggio. La coppia omosessuale non potrà mai essere inclusa in quel significato di matrimonio. E’un’azione vana, che in cambio di un temporaneo piacere, muta per sempre un significato. La tendenza, da questo momento, diventa il blob sociale, promosso da chi ha certe idee sulla famiglia (sparite dalla circolazione, guarda caso, in concomitanza con l’avvento della questione matrimonio omosessuale), sulla società, sull’economia etc, cioè da chi ha un’idea politica del futuro, che nulla ha a che fare con i diritti, che al massimo sono strumenti.
@Gino io davvero non capisco come la possibilità di allargare un diritto possa divenire un pericolo per chi quel diritto già lo possiede?
Consentire agli omosessuali di sposarsi non significa in nessun modo ledere il significato del matrimonio eterosessuale, da come parli sembra che il secondo venga abolito!
Quello che tu chiami il blob sociale è la realtà di molte persone, è la loro storia, la loro vita. Perché non debbano godere dei tuoi stessi diritti mi risulta incomprensibile.
I diritti sono strumenti certo, strumenti che possono migliorare la vita di molte persone, oppure vogliamo continuare e pensare che non esistano?
@ Gino
con tutta la buona volontà, non si capisce di cosa stai parlando.
intanto, sopra dici che l’omosessualità si è trasformata in un blob, e sarebbe interessante capire cosa intendi. compreso il blob sociale.
Gino, le persone che hanno manifestato in Francia vogliono di fatto che la legge impedisca ad una coppia gay innamorata di sposarsi. Gli attivisti gay, che si sia d’accordo o no con loro, non vogliono impedire ad una coppia etero innamorata di sposarsi..questa per me è una differenza fondamentale
Il matrimonio è un’istituzione configurata secondo regole di esclusività. Le coppie omosessuali, e qualsiasi coppia, trio etc, non soddisfi le regole, non ha alcun diritto al riconoscimento nella forma di tale istituzione. Si possono cambiare le regole per il riconoscimento: abolire la regola della differenza, estenderlo alle coppie omosessuali, si può abolire l’appartenenza all’umanità, estenderlo anche ad animali e cose, abolire la binarietà, e dunque estendere il riconoscimento alle famiglie poligame, alle comunità e al mondo intero. Se poi le coppie omosessuali godono di un diritto a formare la propria famiglia, lo stesso l’avrebbe qualsiasi tipo di famiglia: da quella con a capo la coppia eterosessuale a quella con a capo il guru di scientology.
Se l’istituzione ha un senso, qualcuno si esclude sempre. Se non lo si esclude (magari per coerenza), significa creare il blob. O no? Dunque se i cattivoni sarebbero quelli che manifestano in Francia, lo dovrebbero essere anche quelli che ipocritamente aprono agli omosessuali ma chiudono a tutti gli altri, o no? O non si vuole chiudere, coerentemente, a tutti gli altri? E se non si vuole chiudere, allora non hanno forse ragione i manifestanti, che dicono che chi apre agli omosessuali, stando alle motivazioni con cui lo fa (il diritto etc etc) è costretto ad aprire a tutti e vuole abolire il significato di matrimonio?
E’un’argomentazione logica.
Cara Lipperini, non si può che concordare. L’unica cosa è ribadire sui termini: non vedo cosa ci sia di naturale nell’omofobia, mentre all’opposto l’adesione alla natura non ci può che aiutare a fare spazio con uguali diritti a tutti. Il matrimonio gay è un diritto, e così l’allevamento dei figli. Oltretutto, nei paesi ove già ciò avviene s’è potuto constatare che si creano ottime famiglie.
@ Gino
sì, vogliamo smantellare il significato originario di matrimonio, smantellare l’esclusività, smantellare l’idiozia dei manifestanti che credono al “vero” “significato” del “matrimonio”. Viva il blob, viva Ghezzi!
Gino, veramente nei paesi occidentali, il significato “originario” di matrimonio è già stato smantellato dal fatto che sono i futuri coniugi a scegliersi e non le rispettive famiglie a scegliere al posto loro la persona “da sposare”..ed è stato uno smantellamento positivo, fino a poco più di un secolo fa poter scegliere la persona con cui trascorrere la propria vita non era affatto scontato, l’amore non era considerato fondamentale per sposarsi, senza contare che in molte parti del mondo il matrimonio combinato è ancora diffuso oggi…ma prima o pi cadrà in disuso anche lì
Quindi poche chiacchere, ammesso che ci sia stato, il significato “originario” del matrimonio è già cambiato..per fortuna
“Il matrimonio è un’istituzione configurata secondo regole di esclusività. Le coppie omosessuali, e qualsiasi coppia, trio etc, non soddisfi le regole, non ha alcun diritto al riconoscimento nella forma di tale istituzione.”
ma poi perchè una coppia gay non dovrebbe soddisfare l’esclusività? Un gay può essere monogamo quanto un etero
@Gino, tu dici “La coppia omosessuale non potrà mai essere inclusa in quel significato di matrimonio.E’un’azione vana, che in cambio di un temporaneo piacere, muta per sempre un significato.” Di quale temporaneo piacere stai parlando? Vogliamo capirlo che l’amore è amore per chiunque? Etero, omo.. che importa, siamo persone che dovrebbere avere pari diritti. O sei di quelli che dicono che vedere due uomini baciarsi gli fa schifo? (due donne no scommetto)
Mi dispiace, ma si dovrebbe avere il coraggio di manifestare il proprio disaccordo parlando chiaro e dicendo “Sono contro il matrimonio gay perché sono omofobo” e non nascondendosi dietro dei pretesti.