NON ME LA PRENDEREI TROPPO

“Io ritengo che la famiglia vada difesa perché è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell’educazione dei figli. Però non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili.
Io sostengo il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori e sono convinto che non vada messo in discussione.
Se poi alcune persone, di sesso diverso oppure anche dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia, perché vogliamo assolutamente che non sia? Io penso che la coppia omosessuale, in quanto tale, non potrà mai essere equiparata in tutto al matrimonio e d’altra parte non credo che la coppia eterosessuale e il matrimonio debbano essere difesi o puntellati con mezzi straordinari perché si basano su valori talmente forti che non mi pare si renda necessario un intervento a tutela.
Anche per questo, se lo Stato concede qualche beneficio agli omosessuali, non me la prenderei troppo. La Chiesa cattolica, dal canto suo, promuove le unioni che sono favorevoli al proseguimento della specie umana e alla sua stabilità, e tuttavia non è giusto esprimere alcuna discriminazione per altri tipi di unioni”.
Così Carlo Maria Martini a Ignazio Marino, dal Corriere della Sera del 26 marzo 2012. Ne riporto le parole, sottolineando quel “non me la prenderei troppo”, perché qui si esce da una settimana a dir poco sconcertante.  Prima la lode della sacralità della donna in quanto possibile madre fatta da Milena Gabanelli. Poi. l’omaggio  al femminile (in buona, buonissima fede, su questo non ho dubbi) fatto da Michele Serra ieri (“le donne sono, in prevalenza, persone serie. E che la loro serietà (nei sentimenti, nel lavoro, nel maneggiare le cose della vita) è spesso di esempio e di soccorso a noi maschi. Forse perché la gestione del talento, nelle donne, richiede fatica doppia; forse perché, dall´alba dei secoli, mentre noi si andava a caccia, o in guerra a sbudellare il prossimo e a farci sbudellare, o a navigare per mesi e anni in cerca d´oro e di conquiste, loro restavano a casa e avevano molto tempo per pensare, mettendo a frutto la loro solitudine; fatto sta che  le donne “approfondiscono”).
Contemporaneamente,  il corteo francese contro le nozze omosessuali.  Elemento in comune a tutte e tre le posizioni, un’idea acritica di Natura che vuole immodificabili le nostre vite, come se una Cultura non fosse concepibile.  Credo che con questo naturalismo di ritorno dovremo, tutti, fare non pochi conti.

62 pensieri su “NON ME LA PRENDEREI TROPPO

  1. @Laura atena
    Ti ringrazio, non preoccuparti, oramai i commenti mi scivolano addosso e mi viene da ridere quando qualcuno mi dice “Non è normale non volere figli. Hai avuto un’infanzia difficile?” Non c’è modo di discutere, le prossime volte dirò che sono sterile, per mettere fine agli sterili commenti della gente che vede solo il proprio mondo e pensa sia l’unico possibile.

  2. Noto che, come spesso avviene, la discussione si polarizza attorno all’unica posizione dissenziente. Un po’ mi dispiace, perché se entro certi limiti questo arricchisce tutti, oltre rende sterile la discussione. Gino ha espresso la sua opinione, gli abbiamo risposto in tanti, lui può fare quello che vuole delle sue e delle nostre idee. Però sarebbe bello parlare anche degli altri temi del post, che sono tanti, importanti e non meritano di essere ignorati.

  3. E’quello che ho detto: il significato delle parole cambia. Questo non ci costringe ad approvare tutti i cambiamenti (specie quelli sospettosamente repentini), negativi, positivi, inutili che siano. L’apertura al matrimonio omosessuale, stando alle motivazioni finora fornite (diritto al riconoscimento in tale istituto della propria relazione), pone il problema delle ulteriori esclusioni che rimarrebbero (ci troveremo a parlare di poligamofobia? zoofilofobia? scambismofobia?), o, coerentemente con le motivazioni già date per il matrimonio omosessuale (quel fantomatico diritto al riconoscimento della propria relazione come matrimonio), all’inclusione totale, eliminando anche gli altri termini. Questo si tradurrebbe nella vanificazione dell’istituto. Quindi, quando i manifestanti parlano di volontà di abolire il matrimonio, arrivano a una conclusione logica. E a questa conclusione si dicono contrari, e dunque sono contrari al matrimonio omosessuale.
    La logica non è un pretesto Miranda. Lo è, sempre più spesso, l’omofobia.

  4. (Maurizio, scusa se rispondo ma non ce la faccio) Gino, per quanto riguarda scambismo e poligamia le dico senza problemi che se sono tutti adulti e consenzienti non vedo nulla di orrendo..poi ognuno ha i suoi valori, i miei valori, la mia personalità mi impediscono di aderire a queste pratiche e ritenerle giuste per me (io credo ancora che la monogamia sia possibile e desiderabile) ma non voglio proibirle a nessuno.
    Comunque gino, il suo evocare, a sproposito, la zoofilia mi riporta alla mente queste parole di Jacques Derrida che mi sembrano illuminanti: “La democrazia, il passaggio alla democrazia, la democratizzazione verranno sempre associati alla licenza, alla troppa-libertà, al libertinaggio, al liberalismo addirittura alla perversione e alla delinquenza, alla colpa, alla trasgressione della legge, al tutto-è-permesso”

  5. Vabbè, dato che si continua me lo voglio togliere anch’io lo sfizio di applicare l’infallibile sistema logico di Gino. Invitandolo, dato che è favorevole all’istituzione di confini, ad applicare alla lettera questo concetto. In fondo, dov’è scritto che al matrimonio debba essere ammessa tutta questa gente che si sposa oggi, che fa la fila per ufficializzare la propria vita di coppia, con il misero unico requisito della eterosessualità e della monogamia? Io sarei favorevole ad un rafforzamento dei valori intrinseci a questa istituzione attraverso una più efficace delimitazione dei soggetti eligibili: eterosessuali e monogami, sì, ma anche bianchi, anzi preferibilmente ariani e solo se giovani e non sterili, ché il fine è la procreazione e sarebbe uno svilimento dell’istituto ammettervi persone che non possono riprodursi.
    E’ logica questa, no?

  6. Forse è stato illuminato dalle parole di fuoco di Platone, quelle che ebbe per la democrazia e per i democratici: volubili, variopinti, in preda a mode e demagoghi… Ed è anche vero che la monarchia verrà sempre associata alla caccia alle streghe, all’assenza di igiene della corte del re e a un certo odore di muffa e incenso nelle stanze buie di qualche castello stregato. Così è, non ci si può far nulla. A ben pensarci, anche il matrimonio fino a poco tempo fa era associato a significati tutt’altro che buoni. Boh.
    Se si accetta che il cambiamento del significato di un istituto debba produrre effetti sull’istituto stesso, allora i limiti non sono fissati per sempre, in termini assoluti (come dicono i conservatori), ma si fondano soltanto sul significato che si vuole dare a quell’istituto in un dato tempo. E’relativo. Allora, effettivamente, chi vuole estenderne il riconoscimento potrebbe anche giustificarne la sua restrizione, usando le stesse motivazioni. E’relativo. Per quanto mi riguarda, i significati cambiano pure, ma i cambiamenti possono, ogni volta, essere accettati o meno.

  7. Solo una domanda:perchè anche Serra tra i/le naturisti/e ad oltranza? In fondo cita secoli di Storia che hanno segnato le donne… Probabilmente sbaglio, ma ho l’impressione che sia altamente dannoso e doloroso, specialmente per le donne, mettere in guerra Natura e Storia-Culture, Parità(o Uguaglianza) e Differenza…

  8. @Maurizio già come abbiamo fatto a non pensarci prima, bisognerebbe istituire delle vere e proprie commissioni di controllo 😉
    Non ho più parole!
    E menomale che poi quelli a favore dell’eugenetica siamo noi madri che fuggono il dolore del parto, vedi post successivo.

  9. Non capisco come qualcuno possa ritenere che le parole di Martini ‘brillino per equilibrio’.
    In Italia non è ammissibile la diversa disciplina di situazioni analoghe (art. 3 cost.). Per quale aspetto sostanziale una coppia di due persone dello stesso sesso non sarebbe analoga a una coppia di persone di diverso sesso?
    La stabilità è la stessa.
    L’idoneità genitoriale è la stessa.
    Credo che Martini sia smentito anche a livello di senso comune, perché, per esempio, una coppia come quella tra la Concia e la compagna è percepita come sposata.
    Poi ci sarebbe da riflettere sul fatto che una religione riesce a produrre come campione dell’apertura verso la dignità umana una persona che al massimo sa dire: “Anche per questo, se lo Stato concede qualche beneficio agli omosessuali, non me la prenderei troppo.” dove basta sotituire ‘nero’ a ‘omosessuale’ per comprendere la discriminazione che veicola.
    Davvero c’è in questa religione qualcosa di fallimentare dal punto di vista etico.

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