PER VALTER BINAGHI

Da mesi, litigavo con Valter Binaghi. Anche ferocemente, negli ultimi tempi. Ma una settimana fa ho ricevuto una sua mail che mi ha fatto piangere, e che mi ha fatto capire quanto sia idiota scannarsi sul web, quanto sia stupido (e quanto io sia stata stupida, in particolare) infilarsi in discussioni che alla fine contano nulla. Mi dispiace. Mi dispiace tanto.
Qui, Giulio Mozzi, sulla scomparsa di Valter. Non dovremmo starci, sul maledetto web. Dovremmo fare altro. Non dovremmo consegnarci alla maledetta rabbia da Internet. Poi, quando ci perdiamo sul serio, lo capiamo.

23 pensieri su “PER VALTER BINAGHI

  1. Ho avuto il piacere – e sottolineo piacere – di litigarci solo qualche volta, e di scambiare qualche opinione con lui sul suo blog. Proprio qualche giorno fa mi chiedevo come mai non commentasse più qui da te, e sì che ne hai toccati di temi che avrebbero dovuto incendiarlo. Ma no, Loredana, a me non è mai sembrato (nei vostri scambi pubblici, di altro ovviamente non so) che in quei battibecchi ci fosse inimicizia. Io pure, quando ci ho bisticciato, non ci ho messo cattiveria né ce l’ha messa lui. Che ci metteva molto del suo, anche, nel farti perdere le staffe… ma era un buono, si capiva lontano cento miglia. Sensibile, intelligente e… facile a prender fuoco. Non credo di sbagliarmi, pur senza averlo conosciuto, se dico che la provocazione era un po’ il suo modo per entrare in una discussione, come per altri magari è la battuta di spirito. Da quello che scriveva si capisce che era una persona dai valori molto solidi e molto passionale, sanguigna (“un cattolico col bazooka”, mi pare di ricordare che si definì una volta). Ma non mi sembrava proprio capace di un confronto scorretto, autenticamente cattivo. Vi siete scambiati delle cose nel linguaggio che probabilmente vi era più congeniale, data la passionalità che avete sempre messo nel difendere il vostro pensiero; vi siete presi magari qualche arrabbiatura e decisamente arricchiti a vicenda, altrimenti non staresti qui a piangere per lui. E non ci sarebbe tutta questa gente commossa, qui sul web.

  2. Che sensazione strana, quanti scontri, quante parole, quanto tempo dedicato e ora… spero che abbia trovato ciò che cercava e credeva.

  3. Io e Valter ci siamo presi male, per due anni. Poi mi è arrivata una sua mail, con l’anteprima – autobiografica, si capiva subito – di un suo nuovo romanzo, e la richiesta: dimmi se anche queste pagine ti sembrano false. Non lo erano.
    Da allora siamo diventati amici, amici veri, anche se ci si vedeva quasi mai. L’ultima volta è stata in una serata in difesa della scuola, difesa nella quale Valter si era buttato a corpo morto. Ci siamo sentiti per l’ultima volta lunedì, e come sempre la telefonata è cominciata col rammarico di quei primi due anni.
    Ha lasciato ad alcuni un ultimo scritto, chiamandolo “eredità”.
    Era un uomo buono e sincero, ha avuto alcune vite, e in tutte si è trovato stretto. E so che era anche un buon insegnante, buon padre e marito: credo basti a dire che qualcosa di bello nella sua vita c’è stata, e c’è.
    In un libro che non so se Valter abbia letto, Gesù compare nella prima scena mentre prende lezioni di chitarra da Jimi Hendrix, in paradiso. Chissà che anche Valter non abbia qualche accordo blues da insegnargli.

  4. Mah Loredana, discutere sul web è solo un altro modo di comunicare, quello che ci è dato ora. Credo sia entrato dentro tutti noi ormai, anche se poi possiamo starne lontani.
    E ‘altro’ lo facciamo tutti, te per prima.
    Casomai mi accorgo che non ce la facciamo comunque a condividere, e si deve stare attenti a non scambiare per rapporto umano queste frequentazioni da bar mediatico. Ché Binaghi era già sparito per quelli che lo ‘frequentavano’ solo qui. Però si poteva pensare che avrebbe dato ancora qualcosa…

  5. Lo leggevo, ma non interagivo, ma mi è sempre sembrato una persona limpida, appassionata e intelligente. Fa strano commuoversi per una persona che non si è mai conosciuta davvero.

  6. Condivido in pieno e sottoscrivo quello che ha scritto Loredana. Certe volte, andando in giro per blog, e anche qui, si assiste a delle cose assurde per degli esseri (tutti) che devono, prima o poi, sparire. Il mio messaggio, che porto sempre con me, è che più spesso si faccia uso di ironia che di livida ferocia (ma non mi pare che Loredana rientri in questo caso).

  7. Quante volte ti ho detto che non ha senso bannare o trattare i tuoi interlocutori da troll per sentirti migliore di loro. Cominci a capirlo.

  8. Lascio da parte le offese e aggiungo che è proprio dallo sfogo doloroso di Loredana che si deve trarre un profondo insegnamento. Che quando si tratta, soprattutto, di argomenti complessi e delicati è meglio usare un po’ di umiltà che rabbia e supponenza come succede spesso. Questo, naturalmente, vale, in primis, per il sottoscritto.

  9. Ho consciuto Valter grazie a questo blog, nel senso che dalla conoscenza virtuale, e nonostante le differenze di opinione, ho avuto la curiosità di conoscerlo di persona. Gli ho scritto e lui subito mi ha invitata a un suo concerto. L’ho sentito suonare e cantare con i suoi ex studenti, ora amici. Abbiamo parlato di musica, politica, femminismo, letteratura. Ogni tanto ci sentivamo. Poi di recente mi ha invitata al suo ultimo concerto e purtroppo l’ho potuto salutare solo via mail. Mi mancherà, lui e la sua profonda e totale onestà.
    Tutto questo per dire anche che il confronto qui non è mai stato privo di onestà e umanità, duro, sì, magari a volte serrato, ma per Valter questo è stato sempre uno spazio importante e speciale. Come per me rimane lui. Lo pensavo proprio ieri sera, a un concerto dedicato a Jimi Hendrix, che penso gli sarebbe piaciuto. Volevo chiamarlo e parlargliene. Ciao caro amico Valter.

  10. Lui forse direbbe di non crucciarsi troppo… che è ancora qui con noi.
    Be’, Valter: fosse anche per un per un solo attimo, infinitesimale, ti credo.

  11. Ciao, Valter, ricordo quella volta che mi dissi che il tuo nome inizia con la V e non W come qualche imbranato te lo ha scritto. Ricordo inoltre la tua premura nel correggere il mo primo libro Tu mi dissi poi che non e cosi semplice scrivere, mi hai dato buoni consigli ai quali io ho preso pienamente visione. Ma da quella volta che sono rimasto con te al telefono per ben mezzora mi hai fatto capire alcune cose. Da quel momento non ho avuto il coraggio di chiamarti, per farmi altre correzioni. So di non essere uno scrittore affermato ma nel mio piccolo mi riconosco. Inoltre mi diverto a suonare il pianoforte, tu da lassù dirai che sono vecchio per certe cose, ma io non mollo. Ciao Valter, caro amico.

  12. grazie Loredana, mi riconosco in queste tue parole, “sento” il tuo dolore come il mio e faccio un saluto a Valter, così, semplicemente, fuori casa. effeffe

  13. Loredana, gli equivoci fra lei e Walter sono serviti alla vostra amicizia… come dispiacersi per questo? Non lo faccia, no.
    Al commentatore Luc.Ang dico che bannare serve a mostrare pubblicamente che non si tollera tutto, che c’è un limite da non superare e questo può servire ad educare in modo inequivocabile.

  14. Un grande autore non può certo rimanere confinato in un solo genere è King non ha bisogno di presentazioni, non avevo dubbi che sarebbe stato capace di toccare corde sensibili come quelle dei sentimenti più intimi. E’ questo è quello che fa con Joyland

  15. E’ quando ti accorgi che una persona che non hai conosciuto e che stimavi, di cui hai letto e riletto il suo ultimo libro, non c’è più e te ne accorgi con un mese di ritardo, che capisci che vali poco.
    Faccio ammenda davanti a tutti, e chiedo una preghiera a chi ora è in un luogo sicuramente migliroe di questo.

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