POI VE LO DICO

Sto andando a Gavoi. Chiederò a Paolo Giordano l’effetto che fa e vi racconto. State bene.

12 pensieri su “POI VE LO DICO

  1. Beh, direi che fa un bell’effetto. Non ho letto il suo libro, ma ti giro una domanda di una mia amica, da proporgli: “Bello, intelligente, ora anche romanziere. Cosa manca nella vita di Paolo?”
    Ovviamente, non dirgli che lei sbava ogni votla che sente il suo nome…

  2. A nulla serve protestare e a quasi nessuno interessa un programma di mezzanotte sul premio Strega.
    E forse lo stesso premio Strega è il nulla.
    Ma ti si torcevano veramente le budella: Azzariti confondeva nomi e persone e intervistava, come è costume in televisione, guardando nel vuoto e non prestando la minima attenzione a ciò che diceva l’intervistato; gli scrittori messi in fila come al corteo della Comunione ripetevano che si stavano tanto divertendo e che si volevano tanto bene fra loro (!!!???!!!); in studio sette sconosciuti scrittori, ai quali non veniva data nessuna possibilità di esprimere un pensiero minimamente al di sopra della demenza; fra gli ospiti chiamati a fare opinione, oh mio Dio, una numerologa e Paolo Mosca… In tutto questo, forse, il sublime era lui, Marzullo, perfettamente in tono con tutta la trasmissione.
    Ma il fatto che Giordano sia un giovanissimo fisico teorico non vi fa pensare tante cose brutte su tanta produzione letteraria prolifica e autoreferenziale da cui siamo circondati?

  3. Cito quanto sopra:
    “Ma il fatto che Giordano sia un giovanissimo fisico teorico non vi fa pensare tante cose brutte su tanta produzione letteraria prolifica e autoreferenziale da cui siamo circondati?”
    Alcune domande:
    1)Perché dovrebbe farci pensare cose brutte?
    2) Quali cose brutte?
    3) Autoreferenziale?
    Mi permetto di ricordare la laurea in chimica di Primo Levi e in ingegneria elettrotecnica di C.E. Gadda, nonché gli studi di agraria di Italo Calvino.
    Per il resto concordo sul fatto che lo spettacolo TV è stato straordinario, stralunato, dadaista ed esilarante all’estremo. Attrici che leggevano con voce un filo tantino impostata tre-quattro righe dei vari libri, Alemanno che assentiva premuroso e cortesissimo a qualsiasi idiozia gli veniva propinata, la Foschini che si riscopriva (a tratti) maitresse à penser (niente allusioni sceme), la soave levità della numerologa, un oscuro collegamento da Chicago con non si è capito bene chi, e poi – a far da contrappunto alla gestione sacerdotal-demente di Marzullo – un enorme, inarrivabile Paolo Mosca in una amara, ahinoi quanto amara, versione ora metafisicamente Schopenaueriana, ora sepolcralmente TheodorWiesegrundAdorniana.
    E vogliamo parlare del regista? La sua citazione del Bad Trip a New Orleans di Easy Rider è sfuggita a molti, ma non al sottoscritto.
    Come? Non era una citazione?

  4. E’ probabile che Paolo Giordano non fosse poi così sorpreso di riceverlo questo premio. O no? E dopotutto, ne aveva ben donde: è (era?) un fisico, il che richiama paragoni nobili e impegnativi (l’ingegner Gadda, per chi lo legge: e il matematico Valery che nessuno legge), ha frequentato la scuola Holden (Holding) di Baricco, ha scritto, e pubblicato per Mondadori (mica minimum fax) un bel romanzo con un bel plot e personaggi “credibili”, “sinceri” “veritieri” e, insomma, “più veri del vero” e un titolo che accattivante è dir poco. Questo si dice, con un po’ di semplificazione, imparare in fretta.
    Dobbiamo riconoscere che ha fatto un ottimo investimento, Paolo Giordano, e assai più lungimirante è stato il professor/scrittor Baricco a imparargli (il meridionalismo viene inevitabile) il mestiere.
    Tirando le somme: biondo+giovane+piacente+educato+precocemente talentuoso. Una cosa tira l’altra: compresa (verrebbe da mettere una freccia, così: —>) l’immancabile visita della Critica Letteraria e Prossima Depositaria, c’è da giurarci, di nuove luminescenti dichiarazioni di poetica.
    Quando si dice il mestiere di scrivere…

  5. Naturalmente del libro non si parla. Di come è scritto, di cosa c’è scritto e di quisquilie del genere manco si accenna.
    Si sta a discutere se l’autore è piacente o no.
    Devo desumere che – a quanto pare – è più letterariamente accettabile uno scrittore bruno+anziano+sgradevole+maleducato+tardivamente scadente che scriva un brutto romanzo senza plot, con personaggi “più falsi di Giuda” e con un titolo sciatto e incolore.
    Naturalmente Paolo Giordano è una Mente Malvagia Fredda & Calcolatrice: ha fatto un ottimo investimento, quello a cui mirava erano i soldi, la fama, lo scintillio vacuo e ammaliante dei beni terreni. Baricco + Mondadori, mica San Francesco + Minimum Fax.
    Che bella fiaba.
    Quanta profondità di analisi, quanta gentilezza d’animo, quanta capacità di costruire cattedrali di fanghiglia.
    Quando si dice il mestiere di scrivere, in effetti.
    P.S. Ehi, un momento! “Uno scrittore bruno+anziano+sgradevole+maleducato+tardivamente scadente”, ma sono io!!! Friedman, sono io lo scrittore che fa per te!!! Mi mancano solo i libri, ma per il resto mi sento già Letterariamente un Grande. Grazie Milton!!!!
    P.P.S. Non facciamo la gara a chi legge più matematici, ok?

  6. Non parlo del libro perché ritengo che se ne potrebbe tranquillamente fare a meno. E’ l’aura, mettiamola pure senza virgolette, che è stata creata attorno ad esso che conta. Che un libro debba vendere, mi sembra scontato: e infatti nessuno ha presupposto che un genio troppo compreso sia un realtà un volgare profittatore. Magari, poverino, l’abito gli è stato confezionato su misura, è lui si è messo, come si diceva più di qualche tempo fa, a star nell’orto a zappar coi frati. D’altra parte, in scuole d’alto artigianato come la Holden non t’insegnano soltanto a scrivere, ma anche – e soprattutto – a “fare” lo scrittore. E questo Paolo Giordano, mi ripeto, lo ha imparato benissimo, forse più per meriti altrui che per meriti propri.

  7. @Friedman: il livore con cui parli di Giordano e della Holden non meriterebbero una risposta, ma visto che alla Holden ci insegno da anni e sono un po’ stufo di queste vuote e immotivate accuse che le vengono rivolte, voglio spendere due parole.
    Il trucco per scrivere un bestseller non esiste. Punto. E alla Holden, dunque, non lo insegnamo. Magari esistesse, magari si potesse imparare da qualche parte… ma non c’è. Non lo conosce Baricco (per la precisione, non è stato Baricco, l’insegnante di Giordano, che ha fatto un corso, diciamo così, serale e non quello di due anni e non è stato lui a “vedere in lui un investimento” ma una scout di Mondadori) né lo conosce Franchini a Mondadori o la gente con cui lavoro a Rizzoli. Non lo conoscono perché – ribadisco – non esiste. Magari ci fosse: sarei il primo a sfruttarlo. E perché no, del resto? Nessun problema con l’affitto, la famiglia serena, il conto in banca pingue e tutto solo scrivendo libri (cioè, mica derubando qualcuno. Ah, scusa, tradendo l’arte! ma, sai, a me dell’arte frega poco… sono un mestierante, io).
    E quel “fare lo scrittore” che vorrebbe dire? Credi che diamo lezioni di portamento, o su come pettinarsi per essere telegenici, o che? E in cosa consisterebbe poi, questo mestiere? Cosa accomuna Giordano a Camilleri, questi a Saviano (altra vittima di attacchi assurdi, ahi, l’invidia!), Saviano a Melissa P., ecc.? Cosa, per dio, cosa? se non il fatto di aver venduto dei libri (che però è ex post)?
    Sai che facciamo alla Holden, invece? Parliamo di libri, leggiamo esempi di autori importanti, parliamo di come scrivere un dialogo (oh, proprio cose pratiche, tipo mettere le didascalie, non sai quanto conta e quanta gente non lo sa fare). Rivediamo quello che abbiamo scritto. E, se lo vuoi sapere, il fatto che, ogni tanto, alle nostre lezioni, uno scout di Mondadori incontri uno scrittore dotato e gli dia l’opportunità della vita, beh, ci fa sentire bene.
    Stammi bene anche tu,

  8. Quello che intendevo è che l’idea di un fisico che scrive un bel romanzo mi fa pensare che si tratti di una mente molto razionale, che ha speso la maggior parte del suo tempo a fare studi logico-matematici (presumo, non so, magari ha studiato greco e latino la notte…)
    Allora mi sembra che tanti supponenti “scrittori” che riempiono le pagine di parole spesse dovrebbero trarne degli spunti di riflessione.

  9. scusa ilse
    non avevo fatto l’antirabbica,
    Sono appena stato dal veterinaio ed ora non ho più quella fastidiosa schiuma alla bocca.
    scusa ancora
    edo
    P.S. Sono felicemente sposato da anni con una dolce e comprensiva matematica e mi sento di poterti dire che l’equivalenza studi logico-matematici = mente razionale non sempre vale. Per mia fortuna, of course, sennò non mi avrebbe mai sposato.

  10. nessuno che abbia letto il libro?
    io ho sentito parlare di una certa signora Lops (nico orengo su la stampa libri di sabato scorso), influente signora dei salotti torinesi, dal titolo ‘Lops ed è subito best seller’
    ma a parte questo: ma non si deve giudicare il libro? per cui, ripeto: qualcuno lo ha letto? me ne può parlare, per favore? Così non rischiio di comprare solo un premio strega…

  11. è una semplice limpida malinconica storia di adolescenza, per questo piace; una lettura gradevole per un adulto che però non può condividerne il finale (si sente che giordano ha 25 anni, non sblocca veramente i personaggi che restano incantanti in una presuntuosa e bellissima solitudine adolescenziale); una lettura adattissima agli adolescenti (i miei figli dai 12 ai 16 anni che impiegano mediamente 3 settimane a leggere le schifezze barbosissime imposte come narrativa dalla scuola, lo hanno letto in mezza giornata: un miracolo!!!)

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