POST IT

“Gli aspiranti poeti o scrittori vivevano nella bolla di rugiada di un mondo alla Tolkien, ad acchiappare versi o paragrafi dall’aria pura. Il concetto era assolutamente unanime. L’arte vera arrivava da … là fuori. Gli scrittori erano stenografi baciati dalla sorte che ascoltavano dettati divini. La buona scrittura veniva spontaneamente, in uno sgorgare emotivo che andava colto al volo: quando stai costruendo quella fondamentale scala che porta al cielo, non puoi perdere tempo a gingillarti con un martello in mano.”
Stephen King, On writing

13 pensieri su “POST IT

  1. Oggi, invece, si è molto più pratici: un sano corso di scrittura creativa (magari tenuto da uno scrittore che ha pubblicato solo con Lulu) ed ecco che si è subito autorizzati a fregiarsi del titolo di “artigiano della penna”.

  2. “Un grido non è una poesia.
    Per ogni opera d’arte è necessaria una distanza dai propri contenuti.
    Se il contenuto è rivolta, la distanza è pacificazione.
    Se il contenuto è pacificazione, la distanza è rivolta.
    Se il contenuto è dolore, la distanza è consolazione.
    Se il contenuto è consolazione, la distanza è dolore.
    Se il contenuto è tragedia, la distanza è commedia.
    Se il contenuto è commedia, la distanza è tragedia.
    Se il contenuto è disperazione, la distanza è felicità.
    La disperazione non conosce distanza.
    Non esiste un’opera d’arte disperata.
    La distanza è resa possibile dall’umorismo.
    L’umorismo è la maschera della saggezza.”
    F. Durrenmatt

  3. è sarcasmo puro.
    Dovete leggervi il gustosissimo pezzo di On Writing in cui King disquisisce della somma utilità degli eventi collettivi per aspiranti scrittori…
    Un libro bellissimo sotto tutti i punti di vista. Anche commovente, in alcuni passaggi.

  4. Ci si gingilla molto, caro King, con il martello e con altro. Tutto questo sgorgare non ha portato poi a capolavori assoluti: n’est pas?

  5. E vabbèè dico una cosa in contro tendenza.
    Loredà ce ne so pure tanti che puaretti e daje de martello e daje de piccozza e daje de cesello, non ci hanno talento.
    Santo sarcasmo eh, ma il mazzo tante volte non basta.

  6. il problema è, caro stephen K. che viene spontaneamente spesso quando sei a lavorare magari e non quando sei davanti allo schermo a casa finalmente in pace. questa è la dura e schifosa verità di chi deve mantenersi, fare la spesa e i mestieri, oltre che a scrivere lavorare e mantenere le funzioni vitali.

  7. ciao Loredana
    bella la citazione e bello il libro.
    Credo che molti abbiano ancora questa idea di arte come soffio dall’alto, come se chi crea sia geneticamente predisposto, questo lo pensa chi non ci si prova e vede un abisso tra sé e l’arte in generem”artisti”.
    Purtroppo secondo me come spesso capita l’abisso viene definito “naturale” o genetico solo per vertigine, invece di tentare di costruire un ponte un pezzo alla volta ci si limita a pensare che è impossibile da attraversare.
    Io insegno a volte disegno, chiaramente non posso insegnare quella ostinazione che mi ha agganciato anni fa al fumetto e che non viene mai meno da trent’anni a questa parte, però posso insegnare quel poco che so , che anche io ho imparato, regole, principi tecniche.
    Alla fine si può sfoltire un po’ il sentiero nella boscaglia.
    Poi ognuno ci metterà del suo.
    Credo che la strada per la vetta dell’arte si talmente erta che chiunque la percorre con rispetto sia certamente degno del tentativo.
    Sia che uno sia bruciato dal sacro fuoco, sia che si parta dal corso della scuola radio elettra.
    Stephen king scrisse in una prefazione anni fa che il talento è semplicemente la tenacia di affinare la pietra grezza giorno per giorno e io ci credo molto.
    Credo anche che King sia un grandissimo scrittore della nostra epoca e ritengo che scriva magistralmente della provincia americana e della provincia in genere.
    Se ha fatto i milioni di paperdollari buon per lui. Amo sempre chi sbanca il jacpot con un libro anzichè con un pozzo di petrolio o peggio. E poi non è un pò il sogno di tutti noi?
    a presto
    daniele marotta.

  8. Ho sempre pensato che ce l’avrei fatta. E ho sempre pensato che ce l’avrei fatta per una questione di riscatto. Di rivalsa. La mortificazione della diversità è nei fanciulli logorante. Non si ha l’animo predisposto alla fuga dal branco. Ci si massifica nella speranza di un bagliore medio. Che gli altri dicano, Quello è come noi.

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