VEZZEGGIATIVI

Telefonini.
Pratini.
Per quanto riguarda il secondo spot, giustamente mi vengono fatti notare i credits.
Direttore Creativo Esecutivo: Daniela Radice, Pietro Maestri
Direttore Creativo Associato: Davide Boscacci
Art Director: Chiara Molari
Copy: Brunella Maddalena
Producer: Valeria Della Valle
Account Executive: Elena Destro
Cinque donne. Sicuramente, in qualche riunione, la parola “ironia” è stata alzata come uno scudo.

69 pensieri su “VEZZEGGIATIVI

  1. Secondo me l’ironia si vede eccome – nella fotografia, nei gesti esagerati è una rappresentazione grottesca del femminile. Ci sono una serie di codici che rinviano alla finzione che mi sembra disonesto ignorare – soprattutto nei colori scelti, l’ambientazione un po’ giocattolo.
    Desian – ma ti rendi conto dell’arroganza tua? Scusa eh giacchè ti riferisci al mio commento. Credi veramente che fare certe cose – che io le faccia o meno è qui secondario – sia di default sintomo di malessere? E sulla base di cosa? Ci sono persone che stanno bene in certi gesti, uomini o donne che siano: che sia l’abbrozatura perfetta che sia la rasatura perfetta che sia un vestito scelto con estrema cura. L’arroganza di fondo di quelli che non capendo qualcosa lontano da se dicono “fa l’intellettuale” “fa quello di sinsitra” – e tu non sei diverso. Pensi che chi ha binari psicologici diversi da te faccia, e non sia, sia adegui in virtù di complessi segreti – con il consueto accenno alla psicologia d’accatto, quando smetteremo non sarà mai troppo tardi. Starte bene in psicologia – quella seria, non le cazzate da rotocalco – implica il concetto di flessibilità. Di abitare parti diverse di se, di rappresentarsi in diversi modi. Questa flessibilità la cultura italiana tende a ridurla, ma rimane il fatto che ce l’hanno molte ma molte più donne di quanto si creda.

  2. Che cosa possiamo fare affinché le nostre figlie possano avere diritto ad affermare il proprio pensiero e le proprie potenzialitá espressive senza doversi spogliare o dover compiacere il potente maschio di turno?
    E’ questa la Domanda che catalizza tutto il discorso. E’ questo che oggi il femminismo DEVE chiedersi. E non solo chiedersi. Brava Chiara. Tutto il resto è un discorso che non porta a una conclusione. Ognuno ha una visione personale degli spot.
    saluti
    gert

  3. gert io sono completamente d’accordo sulla domanda di fondo. Tuttavia, uno dei motivi per cui frequento questo blog e per esempio quello di Giovanna Cosenza – che sul post in questione offre informazioni interessanti – è la convinzione per cui una delle risposte alla domanda di fondo è agire sui modelli culturali che emergono dai media. (“emergono” io non lo uso a caso, perchè c’è una circolaritòà tra industria culturale e popolazione, un gico di specchi) – perchè questi modelli escono dai modi di agire e a loro volta instillano modi di agire. Questo spot secondo me non è utile allo scopo, per i motivi già detti. Ma tagliare fuori l’analisi socioculturale della pubblicità o della televisione è una cosa che il femminismo – ma anche molte delle cose che con il femminismo non ci entrano niente – non può permettersi il lusso di fare. Ciò non toglie che esistano altri canali di azione o di riflessione – ma come dire, uno non deve azzittire gli altri.

  4. Però, Zaub, ribadisco che dipende anche dai punti di vista personali. Non è casuale che questo spot divida davvero in due le donne (curiosamente, i commentatori maschi sembrano essere tutti concordi nel respingerlo: almeno qui e su altri blog, naturalmente). Quello che io contesto è che tu ed altre prendiate spunto dal rifiuto di alcune per arrivare alla generalizzazione: “il femminismo non può” o “il femminismo deve”. Tutto qui. Ripeto che è questo ad essere pericoloso: la difesa a riccio del corpo e della sua estetica non ha ragione di essere. Nessuna sta agitando il fantasma della femminista pelosa, baffuta e forbici-munita. Semplicemente perchè quel fantasma non esiste: è stato inventato da altri e non casualmente, temo, viene evocato quando si discute di corpo. Libero push-up in libero stato, sia chiaro. Ma una volta chiarito questo, è fondamentale che l’immaginario non si riduca nè al push-up, nè a quanto è consolatorio radersi il pube a forma di cuore.

  5. Loredana intanto tzk! Io er Push Up non lo considero! Pfui! il vantaggio de esse rotonde:) questo per stemperare l’animi:)
    Ma ecco mettiamola così. Io interagisco in rete e fuori con interlocutrici che si muovono nell’area del femminismo. E ti ci metto anche a te, come mi ci metto me stessa medesima. Questo dissidio ce l’ho avuto con diverse di queste interlocutrici. E mi si ripropone in diverse occasioni – dal che considero l’elemento un tratto ricorrente di un certo pensiero. Perchè il punto ammetterai, forse in virtù delle tue ragioni è oggettivamente scivoloso – se non altro come strategia di comunicazione – giacchè parlare di femminismo non ti piacerà, ma spero che di obbiettivo comune si possa parlare. Ora, temo che imputare agli altri la genesi di uno stereotipo, e non farsi due quiz sulla responsabilità nella strutturazione dello stereotipo sia controproducente. Io non credo insomma che basti dire all’inizio libero push – up in libero stato e fermarsi la – perchè no, non basta – e mi pare evidente, considerando che lo stereotipo è vivo e vegeto. D’accordissimo che l’immaginario vada allargato, ma quello che c’è non va interpretato in maniera monolitica: io per dire, il pratino a forma di cuore, o il reggiseno esaltapuppe, non lo vedo sempre e comunque come una consolazione. Un’interlocutrice potrà essere d’accordo, ma un’altra no – e non solo potrebbe non avere tutti i torti, ma se ne avesse qualcuno perderebbe ogni possibilità di rendersene conto.

  6. desian, io pure l’ironia la vedo eccome: prima di tutto per l’ambientazione, come dice Zauberei. Per me i colori caramellosi e fintosi, e il tema dell’ars topiaria (anche se là era applicata alle capigliature che crescono sulla testa), cita paro paro Edward Mani di Forbice di Tim Burton, che già ironizzava sull’idillio dei suburbia.
    La carrellata di doppi sensi botanico-genitali pratino-boschetto-giardino – tulips(=two lips), la gatta rasata, e il ricorso all’esagerazione (tagliaerba sega cesoie ecc. al posto del rasoio) sono espedienti tipici del filone demenziale, si tratti di film, canzoni ecc.
    Il testo: dire con una canzonetta pop che quando una ragazza si sente giù si deve rasare il pratino, non mi sembra un inno alla vacuità femminile, ma una parodia dei classici messaggi pubblicitari in cui si mostra come il tal prodotto opererà fantastici miglioramenti nella tua vita, oh quanto ti sentirai davvero fico e realizzato guidando questo SUV! Oh come tutto ti sorriderà se avrai i denti bianchi! Oh quanto beccherai se ti metti questi jeans!
    Perlomeno, io l’ho vista così…( e anche mio marito, per la statistica delle opinioni maschili).

  7. Due giorni e tanti commenti fa ho detto che vedrei bene gli spot come il pratino, o le canzoni di Arisa o il Burlesque, tutti insieme. Sarebbe solo una questione di gusti apprezzarli o meno, solo in caso di reale e vera parità tra uomini e donne.
    Non vorrei che tutto questo fosse quindi solo il ‘refresh’ del ruolo femminile tradizionale in Italia, dove alla donna veniva (viene) concesso un ampio potere sotterraneo, occultato, ma reale, all’ombra dell’uomo. Al posto di un ruolo veramente paritario ed espresso liberamente, conquistato sul campo, e soprattutto maturato autonomamente. Ecco, non so se abbiamo maturato dei nuovi modelli, o se facciamo tira e molla…senza che i modelli maschili vengano intaccati, seriamente e definitivamente, anche nel quotidiano, nel personale, ecc. Mi riferisco alla maggioranza delle ragazze, figlie della maggioranza delle donne, non ad una parte acculturata ed alternativa 😉

  8. Care signore.
    Primo: mentre voi parlate di femminismo in generale o in particolare le ragazzine si vanno a rasare il pube a cuore senza nessuna ironia ma perchè essere depilate è già un obbligo sociale se non vuoi essere “out”, per essere cool con le amichette e come ciliegina sulla “torta” per darla meglio al ragazzotto di turno. Queste tipe, tante o poche che siano, del femminismo non ne sanno un’acca perché, (estremizzo) non serve ad essere cool, non serve alla celebrità, ad attirare uomini facoltosi e nemmeno a trovare un posto di lavoro.
    Due: @zauberei e @francesca violi, fate bene a ritenere che sia un linguaggio ironico, perchè dalla vostra posizione di over 25 magari è certamente ironico del vostro mondo e del vostro (nostro) immaginario, peccato che l’estetica under 25 sia esattamente quella, non c’è ironia per i reali target di questa pubblicità, il mondo che gli si propone è realmente demenziale, anzi demente per questo si arriva alle feste private per i compleanni dei tredicenni nei club di pomeriggio dove può accadere di tutto e nessuno lo sa, perchè sono “demenzializzati”.
    E’ come per “i simpsons”, i bambini non li decodificano ma li subiscono senza ironia, perchè non è un prodotto per loro che gli viene propinato da vent’anni con esiti da ancora da capire.
    Poi pensare che uno spot per ragazzine faccia la parodia dei messaggi pubblicitari mi sembra a dir poco ingenuo.. …vedremo quante tra poco non sapranno che i peli pubici non fanno i rasta se non rasati.
    Daniele Marotta.

  9. Daniele
    E’ esattamente come dici, ci si depila come obbligo sociale, ma mica da oggi, scusa: io da ragazzina neanche morta sarei andata a una festa con l’ascella pelosa in mostra, e in spiaggia non mi capita di vedere tutte ste signore nell’età della consapevolezza col ciuffone che fuoriesce dal bikini.
    Ma si diceva di non agitare il fantasma delle femministe pelose e baffute…
    Per il target, non so se la campagna sia mirata specificamente alle ragazzine, non mi pareva, anche leggendo i link postati da Giovana Cosenza, ma se così fosse, capisco e in parte condivido la tua obiezione.
    (Però, dài, l’idea che una quindicenne di oggi, con accesso a riviste, estetista, internet, amiche ecc. possa pensare in seguito a questo spot che si formano i dread al pube qualora non rasato mi fa davvero sorridere…quelle c’hanno il know how, tra depilazione e doppie punte possono prendersi la laurea in tricologia! 😀 )

  10. Io non credo che gli adolescenti siano tutti uguali, anzi so per certo perchè ci ho lavorato e ci rilavorerò, che sono molto diversi e nello stesso gruppo socioculturale ci possono essere modi diversi di abitare uno stesso codice. Mi ricordo un vecchio intervento di un Wuming proprio qui – che sottolineava come le nuove generazioni abbiano una capacità di leggere i codici narrativi in maniera molto più sofisticata di quanto si creda. Questo non vuol dire non discutere di modelli culturali o altro – ma non darei per scontato che l’ironia non sia colta, e che la flessibilità (a certe età piaccia o meno più che sacrosanta, una ragazzina di sedici anni in fissa con la depilazione, ora dirò questa cosa sacrilega, e che pensa costantemente ai fidanzzzzati è decisamente meno a rischio di una inchiodata sui romanzi di tolstoij) non sia esercitata.
    Insomma io lo temo molto il clichet dell’altro che non è me come vittima di condizionamenti culturali. E’ un atteggiamento mentale che se parte da certe osservazioni giuste, rischia spesso di appisolarcisi sopra e diventare improduttivo. Perchè non è che io creda che i modelli non esistano, e che non bisogni lavorarci su – o che bisogni lavorare sulla recezione di questi. Ma quando poi si va a lavorare davvero – nella relazione con le persone la faccenda è davvero più complessa, e i cretini sono molti di meno.
    Dopo di che mi fermo, perchè temo di passare per uno spam.

  11. Anche io ho visto su fb qualche amica che ha pubblicato lo spot per “famose due risate”.
    A me fa sinceramente cacare.
    Per via della demenzialità che secondo me rasenta i limiti dell’imbecillità. Non so se qualcun* tra voi si è domandato: “Ma quella ragazza che ha cantato nel coretto le meravigliose lyrics cosa ha pensato?”. Io non son certo sarei riuscito ad arrivare vivo alla fine della registrazione.
    Mi rendo conto però di non essere il target di questa reclame,
    ma il 99% delle pubblicità pensate per le donne mi dà l’impressione di voler puntare ad un audience di cerebrolese.
    Forse il punto è a monte. Ma era proprio necessario fare la pubblicità di un rasoio che ti depila la pisella?
    Io non avrei mai neanche potuto immaginare una cosa del genere…cioè, che caspita di spot puoi tirare fuori da un concept così?

  12. E’ probabile che non ci sia connessione fra l’argomento della discussione, ma forse, riflettendoci un poco si riuscirà a trovare un filo conduttore che ci porterà alla troppo disinvoltura di questa società in tutti i campi: sex & city
    Sempre secondo me, naturalmente.

  13. arrivo in ritardo, essenzialmente solo per dire che quoto zauberei fin nelle virgole. E anche per elaborare un attimo sulla prospettiva anglosassone, visto da qui lo spot era demenziale ma decisamente non offensivo. Infatti mi ricorda molto un programma che io adoravo su Channel 4, si chiamava Smack the Pony, scritto e intepretato da donne che ironizzavano sulle donne, se beccate qualche clip on-line vi fate un’idea. Alcuni sketch andavano con simile tratto di penna sugli stessi argomenti (depilazione, assorbenti, eccetera) con la stessa demenzialita’ e anche la stessa risultante di essere veramente interpretati e codificati bene soltanto dalle donne, mentre gli uomini reagivano molto in sintonia con quello che leggo qui sopra dagli uomini intervenuti sul pratino. Perche’ solo chi ha provato quel momento di totale imbecillita’ nel cercare di capire senza darlo a vedere se il costume da bagno riesca a mascherare la presenza di un assorbente puo’ ridere catarticamente quando vede la scena ripresentata e estremizzata nella sit-com che menzionavo. Se poi il messaggio in generale e’ tipicamente anglosassone nella forma, e qui posso capire la difficolta’ di codificazione e quindi la sensazione di straniamento, si deve pero’ ammettere che nel contenuto sarebbe in teoria universale, e vedi che il fatto che da noi proprio non si parla di ‘certe cose’ se non con l’antilingua che dice Francesca Violi (un’altra che quoto al 100%), e non se ne parla in pubblico sicuramente in modi comico/grotteschi, fa parte del problema secondo me, anche quando le donne parlano di loro stesse. Un altro stereotipo, alla fin fine.

  14. Eh si, alla fin fine, arriveremo, sempre per ironizzare, a ironizzare sui momenti topici delle sedute sul water! Esamineremo colore consistenza profumo, sempre con ironia naturalmente! E saranno sempre le donne ad essere le protagoniste di queste performance, naturalmente!
    Sempre secondo me, ci sono certi momenti intimi che preferirei rimanessero tali. Per favore.

  15. oh. cara loredana ,
    è da quel dì che non ci si sente o legge,pare che il depilarsi o il corpo delle donne sia l’oggetto vitale a cui attorno gira ormai tutto lo scibile.
    Ebbene sarà così non so forse sono ubriaco e passato di moda non so e scrivo non credo perchè sono astemio non fumo più 2 pacchetti al giorno
    altre droghe droghette non le conosco.
    Eppure mi sento spiazzato superato ed anche inc…
    possibile che in mezzo a tanta razza ladra e bugiarda che comanda dice bugie ci prende per i fondelli
    ebbene noi ci perdiamo dietro i peletti delle gambe delle donne o dei seni-senoni gonfiati gasati.
    E’ morto ieri Sanguineti eppure mi sembra che poco cale alla itala gente.
    Come poeta scrittore politico anima che mai si piegò sempre eretto con la schiena che a Ciampi piaceva insomma,noi a disquisire fare pettegolezzi e stupidaggini mentre il paese crolla e perde tutta quella poca dignità rimasta.
    Scusami Loredana ma oggi non mi va di scherzare e manco dire chissà cosa.
    Un caro abbraccio e ci sentiremo presto prestissimo.
    “cose” alla borges e mettile come ti pare,
    un abbraccio ancora
    cara cara Loredana.
    dario.
    :ppe

  16. Faccio solo notare che molta dell’ironia del testo originale inglese e’ persa nell’italiano. Il pratino nell’originale inglese e’ “bush”, cespuglio, che e’ effettivamente un termine utilizzato nell’inglese di ogni giorno per indicare per l’appunto la vagina o i peli pubici. Se il pratino a noi italiani suona malino, il bush cantato in inglese e’ immediatamente riconoscibile.
    Ancora piu’ sottile la gatta rasata. In inglese “pussy” indica l’organo sessuale femminile, e per sineddoche la donna in quanto tale. In italiano sarebbe traducibile con “topa” (si puo’ scrivere?), ma ovviamente non si poteva far vedere una ragazzina con un tarpone femmina in mano.
    Solo per chiarire che magari e’ anche il testo italiano che fa sembrare il tutto molto piu’ stupido e meno comprensibile di quanto non lo sia in inglese.
    A me ha fatto ridere. Non mi ha disgustato. E non ci ho visto attentati al ruolo della donna nel mondo.
    Diverso il discorso su 3.

  17. Loredana,
    mi è venuto un pensiero:
    ma sai nuotare stare a galla hai paura del mare oppure ti piace la collina la montagna
    io adoro l’odore della salsa marina
    specie quella di senigallia
    ancona
    son marchigiano e mi spiace che il pio 9° sia del mio paese di origine
    ora vivo a padova e quassù mi sento strano in mezzo a tutte ste suore e preti
    quanti papi e contadini da ste parti
    sono proprio leghisti di quelli che non leggono
    ed il congiuntivo non sanno dove abiti
    hanno soldi quelli si
    ma le unghie e i capelli sempre zuppi di terra e sudore di stalla
    viva il paese che non so
    oddio che sciocco
    scusami ma oggi ho bevuto solo caffè e non so quanti
    allora sono vivace per non dire sciocco
    sto leggendo il giornale di bordo di colombo
    colpa vostra di radiotre
    ‘na mattina anna menichetti me lo suggerì
    aveva ragione
    se la vedi salutamela tanto per cortesia
    o la conosci voi di radiotre maschi e femmine siete ‘na banda stupenda
    vi stimo anche e voglio bene.
    buona domenica ed a giorni
    “cose”
    dario.

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