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Nasce Edigita. Ovvero, come scrivono su Repubblica Maurizio Bono e Jaime D’Alessandro:
“Da ieri la battaglia per la conquista del lettore digitale vede un bipolarismo inedito. Su un lato il gruppo Mondadori, che da settimane ha annunciato un proprio portale da mille titoli di catalogo e 400 novità. Sull´altro Edigita: ovvero Rcs libri, Gruppo Mauri Spagnol (Gems) e Feltrinelli, che uniscono le forze in una alleanza senza precedenti per varare in autunno una piattaforma di distribuzione forte di circa 2500 titoli iniziali. Ma soprattutto di 48 marchi editoriali (dalla “a” Adelphi alla “v” di Vallardi), pronti ad allargarsi, a pari condizioni tra fondatori e nuovi arrivati, a chiunque voglia entrare.
Funzionerà così: gli editori partner passano il libro a Edigita, che pensa a trasformarlo in un file scaricabile in formato e-pub o pdf, a criptarlo in modo che non se ne possano fare copie pirata e a venderlo (circa 10 euro, ma il prezzo è fissato da ciascun editore) alle librerie on line (a partire da LibreriaRizzoli.it, laFeltrinelli.it e ibs.it, la più grande, di proprietà Gems) ma anche alle librerie tradizionali, che così offriranno sia volumi cartacei che link per scaricare libri digitali, e allo stesso banco i gli e-reader più diffusi – mitico i-pad compreso – per leggerli. La posta in gioco, secondo i promotori, è un mercato prevedibile in 60-70 milioni di euro nel 2015, almeno il 4-5% del miliardo e mezzo di euro dell´intero settore libri”.
Il commento del direttore generale libri trade di Mondadori, Riccardo Cavallero:
“Come già annunciato da tempo, in autunno lanceremo i nuovi e-book di Einaudi, Mondadori, Piemme e Sperling & Kupfer… Il nostro approccio alla nuova frontiera del digitale non può che farci valutare in maniera positiva la nascita di nuovi operatori sul mercato e-book, siano un consorzio di editori come Edigita o altre piattaforme indipendenti come Simplicissimus o la neonata Bookrepublic”.
E a proposito di Simplicissimus: notizie anche da quelle parti.
Ps. Resta la curiosità di capire non pochi dettagli che riguardano, per esempio, il rapporto fra autore ed editore. Vedremo.

15 pensieri su “E

  1. Sarò ignorante io, ma continuo ad avere perplessità sulla lettura su schermo. Gli occhi si affaticano prima e con il manufatto di carta c’è tutto un altro rapporto. Ma, ripeto, forse sono solo io così.
    (tra l’altro, anche nella musica il formato mp3 mi ha stufato parecchio, e da tempo sono tornato all’acquisto dei cd originali – soldi permettendo, ovviamente!)

  2. Io pure diffido come daxeman. Il libro ha questa facenda della materialità. E poi la gente mi dice che quando trova qualcosa di interessante in rete, se lo scarica e se lo legge con calma. Ma ecco se scaricare la musica implica tempi pratici e spazio ridottissimi, scaricasse un libro – eccheddupalle!
    🙂
    Però sempre contenta che ce ne sia un altro di polo eh.

  3. @zauberei Un libro pesa meno di un album!
    Comunque il problema è che un album digitale si ascolta tranquillamente mentre un libro digitale…non si annota, non si sfoglia, ecc. Stamparlo è caro..tanto vale comprarlo già stampato o sacrificarsi se il download è gratis, ma se si paga non vedo granchè di senso…

  4. Lo scenario cambia eccome… quello che non traspare qui è che esso cambierà non dal libro di lettura che tutti abbiamo in mente, ma dal libro scolastico, dalla rivista scientifica, dalla letteratura “seriale” tipo Harmony o Urania…
    Per queste tipologie di libri ha già (quasi) senso abbandonare la carta, se pensiamo ai costi di stampa e distribuzione, nonché ai vantaggi dell’indice informatizzato (letteratura scientifica, testi scolastici, vocabolari!).
    Per la nostra generazione la materialità del libro è, mediamente, un valore ben saldo – vedremo che ne penserà la generazione nata digitale. Ma non tutto ciò che ora leggiamo su carta è un oggetto che ci accende i sensi con il frusciare delle pagine o l’odore della carta!

  5. Anch’io pensavo alla letteratura scientifica, per quella l’e-book sarebbe un’ottima soluzione.
    Ultimamente si parla molto di libri elettronici, una cosa che mi chiedo, però, è come mai in Italia, a parte qualche caso isolato, i nuovi romanzi che vengono pubblicati non siano disponibili anche in versione audiolibro, diversamente da quanto spesso avviene negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei.
    Io ne ascolto parecchi – per ovvi motivi non in italiano. Si tratta di un’esperienza di fruizione del libro molto diversa rispetto alla lettura del testo stampato, e personalmente devo dire che mi piace molto.
    Non so se in Italia si sia discusso di questa questione, e non capisco se qui gli audiolibri debbano ancora arrivare o se i tentativi che sono stati fatti non abbiano trovato l’interesse dei lettori-ascoltatori.

  6. Incredibile come prima di partire, il mercato del libro digitale sia già spartito tra due grandi piattaforme di vendita.
    L’affaticamento degli occhi non credo sia un problema, visto che i nostri nervi ottici sono già abituati ad un superlavoro sul monitor del pc. E, in ogni caso, alcuni e-reader riproducono la stessa luce occorrente alla lettura di un libro in condizioni di luce medie.
    Per i lettori, credo sarà un problema, dopo seicento anni, il mancato sviluppo del valore affettivo che si ha nei confronti dello sfoglio della carta stampata, delle cubature movimentate della libreria piena, delle stropicciature dei libri portati a passeggio dappertutto. Nonché il mancato sviluppo del valore di un e-book, che sarà privo, nel futuro, dell’attributo di “prezioso” come può essere un’edizione rara o un libro antico. Potenza del copincolla e del p2p.
    E’ un processo irreversibile, sì.

  7. Diverse cosucce si posson dire: era chiaro, e anche ovvio, che i grandi editori avrebbero affrontato il mercato e-book. Si tratta di una fetta di fatturato (d’accordo ancora da fare, ma si farà statene certi – qualcuno aveva dubbi su cosa sarebbe successo all’alba della telefonia cellulare?) che interessa e che, in buona parte, non si sovrapporrà al lettore forte odierno che, come dice zauberei, ha di fronte la materialità dell’oggetto cartaceo. Pensate ad un libro con musica, film, la possibilità di prendere appunti, di aggiungere note e commenti: perché di questo parliamo, di contenuti multimediali.
    Ricordiamoci anche lo scetticismo ai tempi di Gutenberg (o anche al cinema, “un’invenzione senza futuro”), eppure oggi nessuno legge più pergamene… e le storie, i racconti, il pensiero non è scomparso, anzi!
    Sulla spartizione delle quote di mercato, ci vogliono ancora meno stupori: qui da noi funziona già tutto così il mondo editoriale librario. Grandi aziende sempre più grandi (recenti e noti i matrimoni tra Feltrinelli e PDE e tra Messaggerie e Giunti), poco pochissimo spazio per gli altri che anzi tendono ormai ad aggregarsi ai colossi anche col rischio di fare la ruota di scorta, pur di essere nel flusso principale, quello che porta denaro, notorietà, distribuzione.
    Sul rapporto tra editore ed autore (che in questo mondo sembra l’unica cosa che debba preoccupare – altre volte ho detto di quanto lavoro si perda o si sottopaghi là dove meno si vede) credo che anche lì ci saranno ricadute (ridimensionamenti dei compensi? pirateria? ecc) ma sempre in misura molto ben definita: in fondo, l’autore è un fornitore per le case editrici, quello che fornisce la materia prima e, almeno per ora, non saprei come le aziende editoriali possano fare a meno dell’unica vera materia prima che resta. Visto che non sarà più la carta!

  8. Tutto questo movimento è almeno segno di una qualche vitalità, il che credo sia positivo.
    Posto che non si può prescindere dal fatto che è certo che i nuovi supporti possono cambiare e (e di fatto lo faranno) le abitudini di fruizione dell’oggetto libro per come siamo abituati a considerarlo (e quindi il suo valore percepito).
    La mia impressione è che si stanno serrando i ranghi. Ci si sta parando a battaglia.
    Ma non cartello contro cartello.
    La posta in gioco è la stessa esistenza in vita delle realtà editoriali che si stanno iniziando a muovere e a consorziare. A fare paura sono le enormi piattaforme di distribuzione elettronica americane che, se non ci attrezza preventivamente, giocheranno un ruolo editoriale sostanziale e di primo piano.
    La scelta da fare (se se ne ha la possibilità) è dunque questa: essere piattaforma o essere applicazione.

  9. gli occhi di carta percossi d’orbite
    l’anello di Giove rantola l’estro dei
    ristori termodinamici d’Iddio in ginestra
    sull’oblio – sono uno sfoglio dizionario
    di dottrine vaginali stracci al sole appesi
    stringare l’anima la madre orba degli astri
    incestuosi – gambi onciali artigliano sogni
    mai veri mai sangue tra le dita narrano
    quanto mai vivrai – il bok bouquet senza
    nervi nel bianco Digitale purpurea pazza.

  10. amo la musica
    leggere tanto ma sono schizzignoso
    curioso su tutto senza offendere chiedere ed ascoltare
    quanto sopra chè:
    ascolto radiotre logicamente
    ma registrare mai
    pei libri poi sarebbe offendere e distrarsi nel pignolare e segliere
    il fascino di toccare la carta
    scolarmi gli occhi su caratteri nuovi
    tutto mi appare come trovarmi immeritatamente sotto bianche lenzuola
    con donna oltre che bella tutta intelligente
    l’originale su tutto
    mi sembra sempre
    altra “cosa”.
    dario.

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