QUA E LA'

Corriere della Sera, sito, 8 settembre. Dichiarazione della sociologa Laura Todaro sulla modella “burrosa” (sic):

« Nella foto di Lizzi Miller ritrovo qualcosa dell’antica scultura della dea madre, con il ventre prominente in funzione della riproduzione. Speriamo che davvero segni l’inizio di una nuova fase, con la riscoperta del femminile. Da parte delle donne».

La Stampa, rubrica delle lettere, 8 settembre.

Gentile direttore, più di trent’anni fa usciva il libro “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti. Recentemente Loredana Lipperini ha scritto “Ancora da parte della bambine”. Fra trent’anni probabilmente dovrà uscirne un’altro magari intitolato “Ancora e ancora dalla parte delle bambine”, e ancora e ancora dovremo leggere dichiarazioni come la seguente: “Spesso mi dico: «Che bello un maschio!». Perché le bimbe sono dolcissime ma anche lamentose. E se c’è qualcosa che non sopporto è l’atteggiamento piagnucoloso delle femmine”. Così, Claudia Pandolfi intervistata da Tustyle (n. 35 – 1 settembre).

Attilio Doni

Genova

Ps. E poi c’è questo.

25 pensieri su “QUA E LA'

  1. A proposito di immaginario. Sulla manipolazione e subornazione delle masse attraverso l’abbinata Tette & Culi c’è adesso questo delizioso “Veideocracy”, presentato qui alla Mostra del Cinema di Venezia ma già nelle sale. Spero lo veda più gente possibile. E non censurarmi come al solito, asinella.

  2. non ho capito bene: si segnala la frase della pandolfi come negativa (discriminatoria e sessista) o come positiva (invito alle donne a non essere dolcissime e piagnucolose)?
    perché la pandolfi di solito è abbastanza tosta e l’ho vista in televisone costretta a rispondere alle solite domande cretine sulla maternità e ovviamente rispondeva in maniera cretina, anzi non aveva niente da dire e rispondeva cercando parole a caso…

  3. Piove sul bagnato e si finta che ci sia un sole che spacca le pietre (anche se ci sono molti che dicono che al contrario i temporali sono una figata).
    Le premesse, legate ai soliti luoghi comuni, sono sbagliate (anche se poi penso che si dice pure di molti uomini, per esempio, con fisici massicci e sguardi seriosi, che hanno un’aria paterna).
    Ma posso dire che una volta tanto c’è un tentativo di rottura del terribile (e per me orrendo) canone estetico della velina anoressica arrotondata dal silicone?
    E passo per un maschio sciovinista e fallocentrico se dico che una Lizzie Miller mi farebbe perdere la testa molto più di una qualunque Claudia Pandolfi?

  4. @ilse
    mi sembra chiaramente negativa. Ho letto per caso l’intervista su Tustyle e sono rimasta molto perplessa. E’ evidente che la signora Pandolfi ignora che le bambine non sono biologicamente piagnucolose,dolcissime,remissive,lamentose e via dicendo.
    E’ chiaro anche che ignora i condizionamenti culturali e sociali a cui vengono sottoposti i bambini sin dai primi mesi di vita, per cui ad una bambina è consentito di esprimere le proprie emozioni attraverso il pianto, mentre il bambino viene esortato al controllo delle stesse, pena venir tacciato di poca virilità (“smettila di piangere!! non fare la femminuccia!”).
    A rilasciare certe dichiarazioni (tra l’altro ad un magazine dedicato,nelle intenzioni,ad un pubblico femminile) ci vuole una buona dose di coraggio, o totale mancanza di responsabilità.

  5. Effettivamente anch’io faccio fatica a capire, sia cosa intenda la Pandolfi, sia il senso generale. Forse è colpa mia perché sono maschio. A dir la verità, anch’io detesto la lamentosità e i piagnistei. Ma magari ad altri piacciono. Ah! Com’è difficile essere democratici!

  6. A me non sembra molto difficile: dire che un genere sessuale è, come dice giustamente Smilla, “per natura” in un modo piuttosto che in un altro, e attribuire a quello femminile qualità negative innate non è molto incoraggiante. Il lettore genovese (maschio, Ferrazzi) lo ha compreso, mi pare.

  7. @riccardo ferrazzi
    La Pandolfi ha dichiarato: “Spesso mi dico: «Che bello un maschio!». Perché le bimbe sono dolcissime ma anche lamentose. E se c’è qualcosa che non sopporto è l’atteggiamento piagnucoloso delle femmine”.
    Ma chi l’ha deciso che il genere femminile sia dolcissimo e piagnucoloso/lamentoso (da notare l’accezione dispregiativa di questi ultimi termini)?
    Forse gli stessi che hanno stabilito che i bambini possono correre,sporcarsi,giocare con automobiline e robot, mentre le bambine devono preoccuparsi di non macchiare il vestito, e giocare con bambole e pentoline.

  8. Personalmente anch’io in linea di principio non amo molto i piagnistei, anche se all’atto pratico ne coltivo di personali quando una cosa proprio mi aborre ma provo senso di impotenza, come se il mondo andasse in un’altra direzione e non restasse che un atto di dissociazione simbolico e, da solo, ininfluente. Più che le lamentele (alle quali in ogni caso preferisco le forme più robuste, motivate, orgogliose, insomma le mezze arrabbiature e le rivendicazioni, conscio comunque che nascono dalle lacrime) non riesco a sopportare i discorsi da circolo esclusivo, quelli “delle donne, sulle donne e per le donne” sottintendendo per “donne” “donne che la pensano in un certo modo”, che sono solo rassicurazioni di una comunità con sè stessa, discorsi che non potrebbero portare una sola voce in più a vantaggio di una qualunque causa. Il resto, dichiarazioni in testa sono generalizzazioni e come tali molto relative

  9. Forse vado un po’ OT (ma poi neanche tanto, visto gli argomenti di smilla), Lippa, hai visto la nuova pubblicità della Kinder che passa in tv in questi giorni? Sembra uscita dalle pagine del tuo saggio!

  10. volevo difendere la Pandolfi, che ho visto di solito abbastanza combattiva; naturalmente non so che cosa volesse dire veramente con la sua infelice frase, però credo che prima che prendersela con lei abbiamo di fronte a noi una vagonata di persone con cui prendercela; e penso inoltre che stigmatizzare un comportamento noioso dicendo che è tipicamente femminile, non significhi dire che le donne sono biologicamente condannate a quell’atteggiamento; forse è un modo per chiedere alle donne di uscire dai comportamenti stereotipati; insomma tentavo di discutere invece di fare il coro della difesa d’ufficio del genere femminile; e chiunque ha a che fare con bambini, forse, può dare una interpretazione provocatoria e costruttiva di quella frase

  11. I protagonisti sono 3 bimbetti: due maschi e una femmina. I due bimbi sognano uno di diventare esploratore, l’altro di volare e pilotare aerei. La bimba invece è rappresentata mentre innaffia una piantina e la voce fuori campo che commenta quel gesto, sottolinea il fatto che la bimba ha compreso già l’importanza della parola “amore”.
    Insomma il solito discorso: avventura vs accudimento.

  12. Non so nulla di questa pubblicità del Viagra, resto in attesa.
    Biondillo, già ubriaco all’ora del tè e delle lingue di gatto?!! Vergogna!

  13. Posso approfittare dell’ot aperto da Anna Luisa? 🙂
    L’ultima pubblicità di non so quale mozzarella: famigliola seduta a tavola, il bambino dice alla sorellina (ricciola e bionda) che si è sporcata il vestito (a proposito dell’attenzione che le bambine devono avere per ciò che indossano…). Lei smette di mangiare e si guarda la maglietta. A quel punto il bambino estrae un braccio finto e allungabile per rubare la mozzarella dal piatto della sorellina, sotto lo sguardo inebetito della stessa e della mamma.
    Un bambino furbo e ingegnoso, e una bambina preoccupata del suo abitino, che cade in pieno nel simpatico (mica tanto) tranello.

  14. Non voglio il ventre prominente!!!
    Quando penso alla gravidanza mi viene in mente Alien
    Però mi piacciono le piantine di maria
    Le rose che mi regalano sono quelle di Rule Of Rose
    La prossima pubblicità della Kinder potrebbe essere una bambina in abiti succinti che annaffia una piantina di Viagra.
    La didascalia potrebbe essere questa.
    “lei a già capito il valore del nonnino”
    Mi spiace, Loredana, ormai sono convinta, vecchio discorso, che questo schifo di società italiana la meritiamo.
    Siamo cafoni, viggiamo con i paraocchi, pessiamo d’essere al centro del mondo e invece ci troviamo alla periferia dell’impero.
    Le critiche vengono smontate con battute, abbiamo inventato l’umorismo parlamentare “grandi quantità…”
    E va tutto bene
    Ieri il Signore ha detto “La maggior parte degli italiani, nel loro intimo vorrebbero essere come me e si riconoscono in me e in come mi comporto”
    La frase è stata riportata, non con poca ironia, da giornali di mezzo mondo.
    E va bene così, perchè questa frasa racchiude tutto, perchè abbiamo fatto mercificazione di tutto.
    Va bene la soubrette che mostra la prugna all’ora di pranzo, la donna dal ventre prominente come suo opposto, i nani (però con i soldi, altrimenti si chiamano sgorbi e ci facciamo pecorecce risate alla Neri Parenti).
    Va bene perchè il bombardamento mediatico genera confusione, la confusione livella l’informazione e i messaggi diventano equivalenti.
    E sai che c’è, mi sono rotta e penso che la giugla cambogiana sia un’alternativa, migliore, a questa merda.

  15. Ale, quella frase ha avuto un pessimo effetto anche su di me: non solo perchè è vera, ma perchè quell’identificazione è stata preparata con la cura con cui si annaffia la piantina: “lui ha già capito il valore degli italiani”.
    Leggere qui:
    http://blog.debiase.com/2009/09/il-racconto-della-prospettiva.html
    Ma copioincollo l’incipit, per buona misura:
    “Una volta, nel 1989, l’allora semplice imprenditore, il fondatore della Fininvest, mi disse: «Abbiamo cambiato l’Italia mettendo Dallas in tv». All’inizio degli anni Ottanta, l’Italia era stata l’ipocrisia costruttiva della Dc e la serietà quasi impotente del Pci, era stata l’oscuro territorio della mafia e del terrorismo, era stata il miracolo economico e l’imperinflazione. I socialisti erano solo all’inizio della loro ascesa. Gli ex fascisti non erano nominati quando si parlava dei partiti dell'”arco costituzionale”. I valori, affermati più che seguiti, riempivano la cultura di tabù. E la revisione dell’immaginario partita da Dallas fu la progressiva distruzione dei tabù. Per aprire la strada a un nuovo insieme di valori, considerati trasversali, non ideologici, universali, per quanto bassi e violenti: sesso, soldi, potere. Valori che dettavano la prospettiva sulla quale ciascuno poteva scommettere”.

  16. Letto l’articolo del corriere online. Si resta in attesa di foto di donne (e tante) in cui ritrovare qualcosa dell’antica scultura della dea Atena, con il cervello prominente in funzione di tutto il resto.

  17. Veramente a me risulta che i bambini siano oggi più piagnoni delle bambine.
    Le teorie innatiste non possono che risultare detestabili e se c’è ancora chi distingue nettamente natura e cultura vive continuerà a non capire niente.

  18. Cara Loredana, è davvero difficile intendere e farsi intendere. Non so quante volte ho riletto il post e ancora sono in dubbio su cosa voglia dire. Ho riletto anche il mio commento e non mi pare che contenga alcun accenno polemico (a meno che non sia far polemica il fatto di essere maschio! Spero che non siamo a questo punto). Comincio a sospettare che alla base dei fraintendimenti fra maschi e femmine ci sia ANCHE una questione di linguaggio.

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