QUELLI CHE TI SCRIVONO PERCHE' HANNO A CUORE LE BIBLIOTECHE

E’ difficile intignarsi a parlare di lettura, di libri, di librai, di biblioteche mentre accade quel che accade, mentre le tenebre si fanno più fitte, i manganelli calano  e si prospetta l’idea di un futuro dove essere vincenti significa disprezzare tutto quel che sa di intellettuale, e dove, per giunta, il terreno è fertilissimo: la colpa è soprattutto degli intellettuali, per quello stiamo andando a rotoli, si legge qua e là. Prevedibile. Ma pazienza, intigniamoci. Anche perché capita di aprire la casella di posta e di trovare, per esempio, una richiesta di attenzione: non su se stessi, ma su un luogo che probabilmente viene considerato obsoleto quasi come i gettoni. Una biblioteca. Ecco quanto scrive un abitante di Conegliano che si chiama Fiorello:
“Conegliano è una cittadina di 35000 abitanti, due librerie, due negozi di dischi un cinema multisala, un teatro, due scuole di musica e una biblioteca comunale.
Diversi anni fa l’amministrazione comunale decise di spostare la biblioteca dall’allora sede di palazzo Sarcinelli all’attuale sede in Cà di Dio, la soluzione doveva assere temporanea in attesa di ristrutturare la ex caserma Marras dove avrebbe dovuto nascere la vera biblioteca di Conegliano. Sono passati decenni e mutui rinegoziati, ma della ristrutturazione e della bibliotaca nessun segno. Si parlò e si parla del patto di stabilità che blocca tutti i progetti, tutte le amministrazioni succedutesi negli ultimi 20 anni (dello stesso colore invero) hanno detto e scritto che la biblioteca è importante, ma continua a rimanere dov’è, in un luogo piccolo e inadatto allo scopo, in un bel magazzino. Molti studenti della città si recano presso le biblioteche dei paesini limitrofi, io porto i miei bambini a leggere in libreria (dio conservi in salute i due librai), non in biblioteca.
Alcuni cittadini hanno tentato di smuovere la situazione, hanno invitato Antonella Agnoli, hanno cercato di creare un gruppo di pressione per ribadire la necessità di un luogo di cultura, per cercare di impegnare l’amministrazione su un progetto credibile e fattibile, hanno elaborato un progetto. Purtroppo non si è giunti a nulla e sembra che tutta la città sia addormentata. Alla conferenza con Antonella c’erano più di 100 persone presenti, ma quando si è dovuto passare all’azione non ce ne sono state più di 10.
Conegliano è stata una città ricchissima e quando c’erano i soldi non sono stati spesi in cultura, ma in cemento. Oggi le fabbriche chiudono, i negozi spariscono e la bilbioteca non interessa, amministrazione e opposizione giocano a proporre i progetti più improbabili, la commissione di gestione della biblioteca si riunisce due, tre volte l’anno per approvare gli acquisti. Non esiste nessuna azione culturale che abbia origine dalla biblioteca, non esiste alcun progetto interculturale che veda la biblioteca come soggetto trainante e oggetto strumentale.
Non esiste alcun progetto di luogo di cultura nè da parte dell’amministrazione, nè da parte dell’opposizione, l’unico progetto chiaro è quello del centro commerciale Conè, lì si organizzano mostre, incontri con l’autore, concerti e convegni … altro che biblioteca comunale.
Io ho un grosso dilemma: una biblioteca nasce per volontà dell’amministrazione comunale, l’amministrazione comunale si muove sull’onda del tornaconto elettorale, l’elettorato non è sensibile alla crazione di un luogo di cultura, ergo Conegliano non avrà mai la sua biblioteca (che quella attuale biblioteca non è)?
… e meno male che Conegliano è città di cultura e del vino (e su questo non c’è alcun dubbio).

2 pensieri su “QUELLI CHE TI SCRIVONO PERCHE' HANNO A CUORE LE BIBLIOTECHE

  1. Conoscendo bene la zona, mi sanguina il cuore leggendo le parole di Fiorello, perché so che quella è un’area in cui quando c’è la volontà politica (leggi: la volontà di magnati locali) si realizzano cose fatte molto bene. Si veda ad esempio la Casa dei Carraresi a Treviso, si veda lo splendido Museo Civico e il Palazzo dell’Umanesimo latino della stessa città. Conegliano è una zona (peraltro splendida) che si concentra su altre priorità, diciamo priorità che rendono, come appunto il vino. Esigenze come quella espressa da Fiorello sono minoritarie, anche perché Venezia con le sue spettacolari e funebri biblioteche è a un tiro di schioppo, e leggere di norma in un luogo come il Veneto, be’, si legge a casa! Il problema è sempre lo stesso, e credo che sia valido su tutto il territorio nazionale e non solo in Veneto: l’idea che la biblioteca sia un luogo da vivere, da aprire agli utenti di diverso tipo, ai ragazzi, agli immigrati, ai pensionati, a tutti coloro che cercano un luogo dove incontrarsi, a chi dopo il lavoro non ha né voglia di stare in casa né di fare shopping o di andare per bar, che insomma sia un organismo vivo e non luogo temibile, qui in Italia non riesce a passare. Penso ad esempio alla biblioteca comunale di Trento, con una sempre affollatissima sala PC dotata di accesso alla rete per tutti, wifi nelle sale lettura, dove gli immigrati si possono incontrare e scambiare informazioni, ad esempio su corsi di italiano o opportunità di lavoro, una bacheca sempre piena di annunci, nello stesso edificio in cui studiano fiaco a fianco liceali e universitari e dove chiunque può entrare e sedersi a bere un caffè sfogliando il giornale. Insomma, un luogo di incontro vero. Questa è non una biblioteca universitaria, è una biblioteca comunale. Ma, come dice Fiorello, è proprio l’amministrazione comunale che deve muoversi, e se la richiesta è minoritaria rispetto ad altre priorità territoriali, vuol dire che la questione è culturale e va affrontata con una campagna di sensibilizzazione che interessi tutti, e non attraverso l’azione di uno sparuto comitato senza alcun potere d’intervento in sede consigliare. Insomma, voglio dire che secondo me, pur essendo più che giusta la rivendicazione, è sbagliato l’approccio con cui la si porta avanti, che mi pare molto obsoleto.

  2. Sono una consigliera comunale di Conegliano, sto all’opposizione in un Consiglio sordo ad ogni sollecitazione men che logica.
    Faccio parte anche del Comitato Biblioteca, una piccola assemblea che si riunisce periodicamente ma che in realtà ha ben poca voce in capitolo.
    Per affinità ed interessi personali ho presentato interrogazioni, mozioni, interpellanze sul futuro della Biblioteca comunale e della cultura in generale: la sensazione finale è sostanzialmente lo sconforto.
    Dietro i patti di stabilità, gli equilibri di bilancio e quant’altro si nasconde, in realtà, una classe politica totalmente senza idee, senza volontà di ascoltare e decidere, su questo come su altri argomenti. Con una città sempre più abbandonata a se stessa.
    Sembrerà scontato ma penso che l’unica speranza stia nel cambiamento di chi sta al governo non da vent’anni, ma da almeno 150 (se non di più) in questa città.

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