RE-CORDIS: PERCHE' QUELLI CHE INVOCANO LA GALERA TACCIONO SUL PASSATO

Dove siete mai, voi che invocate galera sui social? Galera per i ladri, galera per gli zingari, galera per quelli-che-vengono-da-fuori-e-ci-rubano-il-lavoro? Ma dove siete, voi (e purtroppo ce ne sono non poche) che vi dichiarate femministe più perché avete qualche conto in sospeso con i maschi, nelle vostre vite, che perché credete davvero nei pari diritti? Dove siete, voi che usate punti esclamativi e maiuscole per esprimere rabbia e voglia di gogna? Dove siete, voi che siete sempre pronti all’insulto e allo sputo virtuale?
Dove siete quando non “la galera” in sé, ma giustizia, andrebbe davvero chiesta, e non per vendetta, ma perché ci sono storie che sono rimaste sospese, e verità che sono ancora celate?
Ci riflettevo ieri, dopo un’intervista a Andrea Speranzoni, l’avvocato che rappresenta i familiari delle vittime di Montesole-Marzabotto, e non solo loro. Andrea Speranzoni ha scritto vari libri: A partire da Montesole riflette non solo sulle stragi naziste, ma su tutti gli “armadi della vergogna” ancora chiusi. Questioni su cui quelli dei punti esclamativi non intervengono, perché, certo, non sono interessati e perché, certo, le loro vite non ne sono state toccate. Apparentemente. A loro, dedico due riflessioni di Speranzoni tratte da questa intervista. Magari, chissà, ci pensano su.
“Il gesto del ricordare – come ci suggerisce lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano nel Libro degli abbracci – richiama l’azione del ritornare a sentire ciò che il cuore conserva come fosse uno scrigno, re-cordis, appunto”.
“La cultura della vigilanza deve muovere da un presupposto: la consapevolezza che ciò che è accaduto può ri-accadere, magari in altre forme, in altri contesti geografici o anche in forme simili a quelle già storicamente sperimentate. Chi infatti ha attuato questi crimini che offendono l’umanità intera non è un’entità malvagia astratta: si tratta invece di uomini, di scelte operate da alcuni di loro. Alla base di tutto c’è la pratica della cancellazione dell’umano, l’assenza di uno sguardo empatico sull’altro. Questi passaggi possono facilmente ripetersi, possano trovare un comodo alibi nella miseria economica, nel razzismo, nel timore dell’altro e del diverso”.
“Le risposte da creare e da proporre in una dimensione sia pubblica che privata sono plurime: il racconto dei testimoni è fondamentale, ma poi ci sono i progetti educativi, un modo approfondito di fare informazione, l’attenzione a ciò che succede attorno a ognuno di noi e il dotarsi di strumenti conoscitivi ampi. Un ruolo importante lo gioca anche il processo penale, che permette di salvare le microstorie dei singoli, pur nella distanza temporale che ci separa dagli eventi, e di ricostruire una memoria storica collettiva”.
Meglio?

3 pensieri su “RE-CORDIS: PERCHE' QUELLI CHE INVOCANO LA GALERA TACCIONO SUL PASSATO

  1. Gentile Loredana la risposta è semplice e terribile, perché in ognuno di quelli che inneggiano alla forca, vive quel sentimento per cui loro non la innalzeranno mai quella forca, troppo vili, ma se lo farà qualcuno in loro vece, gireranno lo sguardo dall’altra parte. In fondo soddisfatti. Soddisfatti come allora lo erano milioni di tedeschi davanti al vicino di casa, al medico che li aveva in cura, al verduraio, che pulivano i marciapiedi in ginocchio con lo spazzolino da denti. Quei tedeschi che hanno smesso di guardare in alto per non vedere il fumo di Buchenwald che si alzava nel cielo di Weimar. Chiedersi ogni giorno come ci comportiamo noi, quante volte abbiamo abbassato gli occhi è molto doloroso e per niente terapeutico, ma necessario.
    I tedeschi un po’ di conti con la loro storia sono riusciti a farli, hanno avuto Heinrich Böll, nessun erede di goering siede nel loro parlamento, la pronipote del capo della luftwaffe, Bettina, si è fatta sterilizzare moti anni fa, come il fratello, perché non restasse traccia della loro famiglia, certo non basta, ma noi siamo ancora a mussolini che ha istituito le pensioni di anzianità. Io vivo non lontano dal displuvio delle Alpi dove i confini sono tracciati con sempre maggior cattiveria e parlo una lingua germanica e benché in genere io sia orgoglioso della mia lingua antica, a volte mi capita ugualmente di vergognarmene.

  2. perché non hanno dovuto pagare i danni di guerra, o meglio hanno partecipato insieme a tutti quelli che magari erano un po più innocenti di loro, e che ancora magari non erano ancora nati, a pagare i danni causati da avere aderito in massa a una ideologia totalitaria e per essersi alleati con un nemico mostruoso distruttore di ogni civiltà non senza entusiasmi (sono pragmatici, vedrai che se gli fai capire che tenendo un’altra condotta avrebbero potuto avere più contante qualche domanda iniziano a farsela pure loro) E perché nessuno li ha mai presi per il collo per sbattergli il muso sulle fotografia della mostra delle atrocità che avevano contribuito ad allestire. OK, piuttosto, mi dicono dalla regia che su quel giornaletto che risponde al nome di repubblica non hanno ricordato la Liberazione. Se la cosa è confermata immagino che dovresti cominciare a girare la questione alla redazione

  3. Mussolini lo possiamo legare alla pensione di vecchiaia (volendo) la catastrofe della pensione di anzianità è del 1969 (per fortuna la Fornero ci ha messo una pezza). Non mi vergognerei della lingua germanica appunto perchè loro i conti con il loro passato lo hanno fatto. Noi no e ormai avrebbe anche poco senso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto