Da diversi giorni sto rimuginando su un libro, Il tempo materiale di Giorgio Vasta. E’ un romanzo decisamente anomalo, da tutti i punti di vista: sul piano linguistico, non posso che concordare con Andrea Bajani quando parla di una sorta di Tac del reale; sul piano della narrazione, mi affascina la scelta del momento storico (1978) e del punto di vista (un ragazzino). Perchè rimugino? Perchè è uno dei rari casi in cui ho bisogno di una rilettura immediata prima di esprimere un giudizio: e non è affatto un male.
Nel frattempo, ho appena consegnato un paio di piccole recensioni (Al Crepuscolo e Nemi ).
Nel frattempo, sono felicemente alle prese con i libri di Alicia Giménez Bartlett con cui converserò al Noir in Festival).
Nel frattempo, rimugino ancora: nel caso, sul nuovo libro che sta prendendo forma nella mia testa. Ne riparleremo.
“sul nuovo libro che sta prendendo forma nella mia testa. Ne riparleremo.” spero presto, son curioso- – – qualche volta mi piacerebbe che voi scrittori parlaste della “pratica della vostra scrittura o della scrittura” è una cosa che credo possa interessare ai lettori, l’artigianato della scrittura, quando scrivete, come imporsi la disciplina ferrea che richiede la continuità della scrittura e del dare forma ad un’opera, è una cosa che mi ha sempre interessato, ma di cui nessuno parla. grazie, saluti.
Un post al giorno! Ma allora stai molto meglio, o anche bene! Sono felicissimo… e mi associo a WilliamD quanto alla curiosità. Buone cose,
Scusa l’OT, ma sono andata a vedere cos’è noir in festival e subito lì spicca una bella foto con donna rigorosamente nuda (con le scarpe, per la gioia dei feticisti) e maschio completamente vestito ed è la foto alla presentazione di tre scrittrici.
Alicia Giménez Bartlett! Garba dimolto anche a me!
gatta susanna