ROMANZI ESTIVI

Libri che ho letto nelle estati della mia vita, in ordine sparso e in sintesi estrema: Moby Dick, I racconti di Lovecraft, Il consiglio d’Egitto, I Buddenbrook, I libri di sangue di Clive Barker (tutti), Nostra signora dei fiori. Sempre in estate ho cominciato a leggere La torre nera, le avventure di Kay Scarpetta, la saga di Eymerich. E nell’ultima estate ho letto Stieg Larsson e ho cominciato (in ritardo) la trilogia di Magdeburg di Alan Altieri. Nonché, e con notevole diletto, Pan di Francesco Dimitri.

Chi se ne importa, vero?

Giusto. Il fatto è che mi giunge la solita dichiarazione di Giuliano Amato, politico di razza che ha però il singolare potere di farmi reagire male (già successo qui): in questo caso, utilizzando la definizione di “romanzo estivo” a proposito di tutt’altro.

Sarebbe dunque grazioso sapere quale sia l’amatesca definizione di romanzo estivo: e se il medesimo sia equiparato all’intrattenimento spicciolo, e se il suddetto intrattenimento spicciolo si riferisca in particolare ai libri non mainstream.
A uso e consumo del Nostro, stralcio parte di un articolo di Goffredo Parise del 5 ottobre 1957, nel quale il medesimo definisce Il prete bello un romanzo estivo: “che mi divertisse, che mi commuovesse quel tanto da cacciare il freddo e la solitudine”.
Ma un romanzo che diverte e commuove è , a umile parere della vostra eccetera, soprattutto un romanzo riuscito.

A meno di non dover confermare quello che proprio con Francesco Dimitri ci siamo detti ieri sera, in una lunga intervista-chiacchierata: uno dei guai del panorama letterario italiano è che si tende a conferire lo status di buon libro alle opere destinate ai critici e a quelli che Francesco definisce, con sacrosanto ghignetto, “i secchioni”.
Ps. Comunicazione di servizio per far risparmiare mail e telefonate: no, non vado al Festival di Mantova. Non so perchè.

 

8 pensieri su “ROMANZI ESTIVI

  1. Hm.
    Devo fare una confessione. Io pure sono una etichettatrici di romanzi estivi, e una non troppo segreta estimatora dei romanzi per secchioni – magari ci includo delle cose molto pop nella roba per secchioni, ma la categoria “riuscito” non mi va contro la categoria “estivo”. La leggerezza anche è un mestiere. Però a me non sempre mi basta. E credo che l’includere nella produzione artistica le diverse forme di espressione, non mi debba precludere il diritto di esprimere un giudizio di valore. Quando manca la complessità, le sfumature, un orizzonte di senso scatta “l’estivo”. Non è un po’ iipocrita e inutile mettere tutto sullo stesso piano per paura dei giudizi di valore? A qualcosa servono anche quelli.

  2. Certo che i giudizi di valore servono, zauberei. Infatti non stavo facendo l’elogio dei romanzi “leggeri” (che poi…definire leggera la citata Torre nera è cosa onestamente improponibile). Stavo sbuffando contro l’ennesimo stereotipo della lettura estiva lieve lieve.

  3. io d’estate ho letto un libro non lieve ma meraviglioso, ‘Lo stato delle cose’ di Richard Ford.Sono contenta che l’abbiano fatto uscire in estate.

  4. Sì, brutta cosa gli stereotipi: ricordo di aver letto, non molti anni fa, *Isabella* di A.Gide e *Le canzoni di Bilitis* di P.Louys, spaparanzata sulla spiaggia, a Senigallia
    Difficile incasellare questi 2 testi tra le “letture da ombrellone” (definizione per eccellenza di romanzo estivo/leggero) eppure giuro di averli divorati proprio sotto l’ombrellone e a pochi passi dalla riva.

  5. Mah… Umberto Eco pubblica spesso i suoi libri “teoretici” in estate, perché è convinto che è lì che ci si impegna in letture che d’inverno, con tutti gli impegni che si accumulano e pressano, vengono sistematicamente rinviate.
    A proposito di letture estive (mie), ricordo un’intervista ad Amato, sul finire dell’estate del 2001, nella quale l’esimio sosteneva che davanti a un movimento giovane e pieno di energie la dirigenza della sinistra istituzionale avrebbe dovuto prendere atto del fallimento di un progetto generazionale e farsi da parte (quantomeno: la classe dirigente della sinistra avrebbe dovuto) per lasciare spazio a una possibilità di rinnovamento. Poi è andata come andata, da parte del movimento: ma io non ricordo, passata la bella stagione, di aver visto il Sottile Proponente dare il buon esempio e fare il primo passo. Anzi…
    E comunque: io questa estate ho letto molto, e molto bene. E nel molto un capolavoro assoluto, una delle migliori cose scritte in Italia nell’ultimo ventennio. Ma per ora non dico cosa: aspetto la fine dell’estate.

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