SCHERZI DA GIALLO

Dunque, la cosa va così: ho scoperto che poggiando
il braccio destro con relativo gesso sul tavolo, modello conduttrice di telegiornale anni Ottanta, si
riesce vagamente a scrivere. Direte: pigliatela comoda. Rispondo: più comoda di
così…Per ora, mi limito a postarvi il Corriere della Sera sui “soliti”
giallisti conquistadores. Ah, poi: a uno dei giallisti medesimi qualcuno ha
fatto uno scherzo.

Il thriller italiano va alla conquista degli Stati
Uniti. Negli ultimi tempi, i nostri giallisti hanno invaso riviste e
quotidiani, creando una situazione al limite del paradosso: «Se qualcuno mi
avesse chiesto qualche anno fa quale fosse il più assurdo dei miei sogni, avrei
risposto di presentare un libro, un mio libro, tradotto, a New York», racconta
Gianrico Carofiglio alla presentazione della versione americana del suo
«Testimone inconsapevole», edito in Italia da Sellerio e pubblicato negli
States da Bitter Lemon press con il titolo «Involuntary witness» (pp.340, $
15,45). Parole che sono state riprese dalle colonne de The New Yorker , una
delle più prestigiose riviste di cultura al mondo. Per il settimanale
americano, Carofiglio «scrive romanzi vivaci, ironici che sono al tempo stesso
storie d’amore, trattati filosofici e legal thriller». Il suo doppio ruolo di
procuratore della Repubblica e romanziere – in un contesto dove il confine tra
vita vissuta e sceneggiature da fiction è labile – ha calamitato simpatia.
Tuttavia, non si tratta di un caso isolato, ma di una nuova tendenza che
coinvolge anche altri autori. L’America è considerata la patria del thriller.
Maestri come Dashiell Hammett e Raymond Chandler hanno fatto la storia del
genere, i vari Jeffery Deaver, Patricia Cornwell, James Ellroy, spopolano oggi
in ogni lembo dei cinque continenti. Ma ora i detective alla Lincoln Rhyme o
Kay Scarpetta si trovano a fronteggiare sia l’inglese masticato da Salvo
Montalbano e soci, sia il fascino dell’immaginario «esotico» italiano. La
rivista The Nation , un anno fa, – in un articolo intitolato «I piaceri del
crimine» – contemplava il lato seduttivo dei gialli di Andrea Camilleri
(pubblicati da Viking e Penguin): «le strade anguste, tortuose che abbracciano
il Mediterraneo; agitate vie cittadine che portano i nomi di grandi leader
invece di numeri, sentieri polverosi che serpeggiano tra bungalow fatiscenti».
Un’Italia di provincia, accoppiata a trame che traboccano di suspense e a un
protagonista, Montalbano, in grado di evocare personaggi che fanno ormai parte
del gotha della letteratura come «Mike Hammer o Sam Spade».
Si sta facendo largo nel panorama statunitense anche Massimo
Carlotto. Il suo «Arrivederci amore ciao» è uscito da poco negli States da
Europa Editions – la «filiale» americana dell’editore e/o – con il titolo «The
goodbye Kiss» (pp.192, $ 14,95), attirando l’interesse di diversi critici: per
The New York Times del 22 gennaio, il tono narrativo del romanzo è «freddo e
senza cuore, ma, in un modo che fa accapponare la pelle, affascinante»; Kirkus
Reviews , invece, ha definito il thriller un «tomo esplosivo, malizioso,
caldamente raccomandato ai fan di James Mallahan Cain per la sua brutale
amoralità e la sua velocità veramente stupefacente».
Proprio a Cain e al suo «Il postino suona sempre due volte»
si era ispirato Luchino Visconti nel 1943 per girare «Ossessione», adattando la
trama alle valli del Po. Dalla California alla pianura padana, dalla penna di
uno scrittore americano a un gigante del cinema: la storia sembra ripetersi, dopo
oltre 60 anni, ma a parti inverse. Stavolta è il thriller italiano a solcare
l’Atlantico, ad attirare l’attenzione di un regista di fama internazionale.
Infatti, a portare sul grande schermo «Io uccido», il bestseller di Giorgio
Faletti (che verrà pubblicato negli Stati Uniti in primavera sempre dal gruppo
Baldini Castoldi Dalai), dovrebbe essere David Cronenberg, che ha diretto in
passato «La mosca» e «Il pasto nudo». Dai libri ai cinema, il momento d’oro del
thriller italiano si arricchisce di un altro tassello e apre, ammiccando agli
studios, nuovi possibili orizzonti.

12 pensieri su “SCHERZI DA GIALLO

  1. forse lisa, forse è così, eppure, magari, qualcuno, lì in america, è un po stanco della fabbrica dei gialli locale e preferisce la pizza e il mandolino alle autopsie.
    p.s. caro gianni, io avrei buttato le bollette…e poi, trattandosi del foglio, non avrei nemmeno pensato ad uno scherzo…ma hai presente quello che hanno il coraggio di scrivere normalmente…

  2. Mi pregio informarti che l’Ucoii, Unione comunità islamiche in Italia, ha annunciato che querelerà i giornali e le tv italiane che hanno pubblicato le vignette. Appena le querele verranno estese ai blog, sappi che anche tu e io resteremo coinvolti. Fanculo ai fondamentalisti d’ogni religione e razza:-/

  3. Loredana, ti prego, te lo chiedo in ginocchio, non postare più questo genere di articoli. ;-))
    Faletti, il thriller italiano che solca l’atlantico, con una trama che sembra scritta con una mano sola da un Connelly ubriaco appeso a testa in giù. Per di più ambientato a Montecarlo!
    Ahahahahahhah!!!
    Povero Corsera!!!
    🙂

  4. Mah… secondo voi Io uccido potrebbe essere PEGGIO del Mandolino del capitano Corelli?
    Bisogna dire che i gusti di lettori e spettatori, in America sono cose ben distinte. Per fortuna?

  5. Be’, è bello questo fenomeno dell’esportazione dei nostri prodotti in un paese che ne ha già di così buoni, no? Speriamo che anche i nostrani che guardano con sospetto al genere si esprimano positivamente dopo che si è espresso un giornale così prestigioso. (Anzi, no, mo’ che ci penso, perchè speriamo? Ma che ce frega?) Nun speramo, va.

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