SCIROCCO!

Lo sapete già, se ne parla in giro, è anche disponibile nella Biblioteca Copyleft dei Quindici. Si parla di Scirocco, il nuovo romanzo di Girolamo De Michele. Regalino dalle terre sabaude: anticipazione (peraltro assai in tema con i ricorrenti discorsi su passato, revisionismi di svariato genere e comparazioni spesso fuori luogo).

4 settembre

Strada per Budrio (Bologna)

Discoteca Pagoda, ore 0.35

            Come quei giorni di vent’anni fa, mi ripeto seduto per terra di fronte al b-boy della discoteca. Destroy, si chiama. Mette sicurezza. Lara ha la testa appoggiata sulle mie gambe. Continua a singhiozzare, squassata dai tremiti, pallida, sbavata di rimmel e mascara. Non dice niente, singhiozza soltanto. Mi tiene stretto.

Come vent’anni fa.

Il fumo dei lacrimogeni. I fazzoletti bagnati. Il mezzo limone in bocca. I sampietrini della piazza – tac tac tac. A colpi di martello sullo scalpello, uno dopo l’altro – tac tac tac. Una piccola piramide accanto a un’altra, e un’altra, tac tac tac. Arrivano compagni, chiedono, scoppiano a piangere. Poi il silenzio: non parla nessuno, nessuno chiede perché i sampietrini, perché le bottiglie. Lo sappiamo tutti, perché. Tac tac tac.

            Barbara lo ha sentito per radio, arriva in silenzio, non dice nulla. Cristiano è lì, col suo scalpello – tac tac tac. Due sole parole: dai qui. Cristiano capisce: questo lo posso far io, tu servi altrove. È bravo Cristiano, altrove. Torna dopo un quarto d’ora, Cristiano. Con un bidoncino di benzina. Comincia subito a riempire. Io vado da lui, in due facciamo presto. Andrea arriva tardi, gli scontri sono ormai dappertutto. Sempre stato contrario alle bottiglie, Andrea. Mai voluto lanciarne una, mai presa una in mano. Discussioni feroci, tra lui e Cristiano, ma soprattutto con Barbara. Ci faremo impallinare come fagiani, dice Andrea. Ancora pochi mesi e finiremo appesi, mormora nei cortei. Barbara non lo sopporta quando fa così, a Barbara non piace che le si dia la linea. Neanche a me, del resto. Cristiano è diverso: senza organizzazione l’utopia è l’Isola-che-non-c’è, dice. Domani assalteremo il quartier generale della rivoluzione, dice: prima però dobbiamo farla la rivoluzione. Cristiano è nei servizi d’ordine, quando serve: non si tira indietro, quando serve. Anche Francesco non si è tirato indietro: adesso è lì, sotto una rosa di fori nel muro, sotto il portico. I cerchi di gesso arriveranno tra poco, assieme al guanto di paraffina: peccato non avesse niente in mano, deve aver pensato qualcuno. Peccato non averci pensato, a mettergli in mano una pistola, deve aver pensato qualcun altro. Qualcuno avrà preso appunti: prossimamente le cose saranno fatte meglio. Partiamo senza dirci niente, con i sassi nel tascapane, con i bastoni tenuti stretti insieme. C’è fumo, le gole bruciano. Anche la città deve bruciare oggi. Abbiamo le bottiglie pronte. Cristiano è un passo avanti, com’è naturale: e com’è naturale, alcuni parlano, altri tacciono. Si prendono decisioni. Andrea avanza, ci guarda negli occhi, toglie la bottiglia di mano a Cristiano, dà fuoco allo straccio e parte. La prima macchina comincia a bruciare. Qualcuno, nei collettivi, ci guarda sorpreso: non ci facevano capaci, per loro siamo solo dei goliardi, col nostro western, i nostri volantini demenziali, la nostra musica. Non siamo considerati seri – non fino ad oggi. Domani alcuni dei capetti avranno tempo e modo di far il salto della quaglia, la jacquerie cederà il passo al sorrisetto ammiccante. Oggi tiriamo la sera, tutto quello che abbiamo lanciato non basta a scaricare la rabbia. Dal Cantunzein esce di tutto: salami, prosciutti, grana. Una nonnina si avvia verso casa con una forma intera di reggiano stagionato 24 mesi, facendola rotolare. Il Cantunzein non c’è più: niente tartufi per il sindaco di Bologna, stasera. Il suo ristorante stasera si chiama Carbunzein. Escono fuori anche le bottiglie di vino. Andrea e Cristiano intervengono – con queste non si fanno bocce, questa è roba buona, l’inverno che viene sarà freddo, anche se è solo marzo: ci scalderemo col vino dei signori, quest’anno. Hai cambiato idea, Andrea? No, dice Andrea guardando la sabbia che ha soppiantato l’acciottolato, non ho cambiato idea. E allora, dice Barbara? Allora niente, dice Andrea. Stasera hai ragione tu, Barbara, dice Andrea: si fa quel che si deve fare, a culo la coerenza, non è il momento della coerenza, dice Andrea. È il momento del fuoco, dice Cristiano. Della rabbia, dico io. Della rabbia, dice Barbara, e della gioia. Della gioia. Andiamo a casa sua ad ascoltare gli Area, Tim Buckley, i Soft Machine.
Hope for happiness. Hope for happiness happiness happiness.
A fare l’amore, anche: una delle prime volte, sulla voce straziata di Robert Wyatt.

I cant’t forsake you, or forsqueak you

Alife my larder Alife my larder

15 pensieri su “SCIROCCO!

  1. L’ho comprato per leggerlo questa estate: tu l’hai letto? cosa ne pensi? A me ha impressionato la lista di riferimenti in fondo al libro …

  2. Sì, l’ho scaricato, credo d’esser stato il secondo, ma non il primo: il primo posto lo perdo sempre. Comunque chi ce la fa a leggere 300 e passa pagine a video? I miei occhi sono astigmatici per diversi vizi, non vorrei aggiungerci pure quello di leggere a video. Se poi dovessi stampare mi costerebbe di più che se comprassi il libro. Insomma, tutto questo per dire che secondo me la storia che si può scaricare il libro è ‘na cavolata pazzesca. Si noti che ho scritto “scaricare” (inteso come downlodare – bruttissimo neologismo questo) e non copyleft, quindi evitiamo confusioni e ribellioni ingiustificate. Quando la carta costerà niente e l’inchiostro niente allora magari, ma per il momento costano quanto cinque libri interi pubblicati in edizione di lusso. Anche ad usare una cartuccia “rigenerata” e una “pila di carta riciclata” (che costa di più di quella sbiancata per assurdo) farei prima a comprare il libro a occhi chiusi. Insomma funziona il download gratuito per farsi pubblicità, ma poi punto e basta; certo non manca chi tanto scemo da leggere tutto a video, o stampare anche (rubando dall’ufficio, poi tanto ci sono i fessi a pagare), però ho la “impressione” che siano la “minoranza”. Che si stampino invece edizioni di libri interessanti e intelligenti – senza dover aspettare edizioni economiche che poi non lo sono affatto… ma poi non sempre dopo un po’ esce anche l’edizione economica – che tutti (o almeno quasi tutti, perché le utopie realizzate non esisteranno mai) possano comprare senza doversi cavare un occhio o entrambi: questa sì che sarebbe una vera rivoluzione.
    Beh, adesso vado dal macellaio: mi ha messo da parte due bistecche di quelle! E mi fa lo sconto, ché lui lo capisce che la carne è cara sempre, in ogni caso della vita.
    Saludos
    Iannox

  3. Sinceramente mi sembra quanto meno riduttivo parlare di copyleft come esclusiva forma di pubblicità. Mi sembra che se ne sia lungamente discusso, anche qui. Rimando, per chi ha pazienza, ad un vecchio post che riportava proprio una lettera aperta dei Quindici sul tema.
    A proposito: so che in questo periodo Iannox ama polemizzare (ma la blog-polemica non è essa stessa una forma di pubblicità?), ma sommessamente gli ricordo che da queste parti non si fanno differenze fra piccoli e grandi, che De Michele stesso è poco più di un esordiente, che il suo primo libro è stato pubblicato grazie al lavoro dei Quindici, che nella biblioteca copyleft dei medesimi ci sono nomi certamente non noti ai più, eccetera eccetera eccetera.
    Funicelli: sì che l’ho letto, sì che mi è piaciuto (altrimenti non lo avrei segnalato).
    Ah, il post sul copyleft è qui
    http://www.kataweb.it/kwblog/page/CLIP/20050312

  4. Ma infatti, Iannox, è il “trucco pubblicitario” del copyleft metterti di fronte all’enigma: me lo stampo, lo leggo sul video, me lo compro? Che poi siamo seri: si vendono fino ad oggi 9 milioni di Potter 6, se il buon De Michele è bravo (e lo si può capire dopo una sfogliata delle prime pagine…) perché non sovvenzionarlo? Anche lui ogni tanto vorrà andare a comprarsi la carne dal macellaio.

  5. @ VINS GALLICO
    Io Harry Potter manco da morto – me lo regalò la mia ex il primo tomo, ed è questo già un sufficiente motivo per cui l’ho lasciata di punto in bianco. ^___^ Scherzi a parte, m’è bastato il primo Potter per dire di no a tutti gli altri. Se la gente è fessa e gli sta dietro, cazzi loro ad un certo punto: evidentemente hanno le tasche piene di soldi, oppure non comprano la carne, ma ciò non toglie che siano scemi e fusi del tutto.
    Di “Scirocco” ho letto qualche pagina qua e là, saltando sul video, poi basta. Dire che me ne sono fatto un’idea non è possibile.
    Qualche volta mi domando chi sovvenziona i lettori e i critici – il fatto è che non sono “la croce rossa per/di nessuno”. Ho ancora la buffa idea che bisogna trattare tutti allo stesso modo… grandi editori, piccoli e medi editori, grandi firme, piccole firme, firme misconosciute o esordienti che dir si voglia. Accidenti a me!
    Sì, qualche volta accade ancora che compri un libro, ma è per mio piacere personale che non va confuso però con quello di fare il critico (sempre la solita abusata storia che non sono la croce rossa per /di nessuno). E di fare il semplice lettore.
    Ecco, per me il download d’un libro è solo un forma di pubblicità più onesta rispetto ad altre, ma niente che possa risolvere la questione libro/prezzo.
    E chiudo con questi versi del Guccio da un testo molto bello, “Scirocco”: “soffiasse davvero quel vento di scirocco/ e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare
    dietro alla faccia abusata delle cose,/ nei labirinti oscuri della case,/ dietro allo specchio segreto d’ogni viso,/ dentro di noi…”
    Saludos
    Iannox

  6. @ LA LIPPERINI
    Mah, che deduzione strana, ho sempre fatto della polemica, ma non solo qui, e non solo in questo momento. Poi d’esser tacciato di farmi della pubblicità, questa proprio non me la “digerisco neanche con dieci ettolitri di Maloox Plus”, che se si guarda bene io manco metto l’email e manco metto i miei url. Però è vero che quattro gatti potrebbero conoscermi, e così mi si potrebbe venire a dire che mi faccio pubblicità per il gusto della polemica. Ed allora faccio che mi ritiro nelle mie stanze, non offeso, ma il Maloox adesso sì che mi serve, in quantità industriali – e direi a ragione. Ecco, questo è l’ultimo intervento qui, così nessuno avrà motivo di protestare o trarre conclusioni che “boh!!!”.
    Io ho parlato della possibilità di “scaricare”: per precisione, magari a qualcuno è sfuggito, dicevo in commento precedente: “Si noti che ho scritto “scaricare” (inteso come downlodare – bruttissimo neologismo questo) e non copyleft, quindi evitiamo confusioni e ribellioni ingiustificate.” Downlodare, adesso qualche semiologo potrà scervellarsi sul vero effettivo significato di questo neologismo, ma a me pareva chiaro sin dall’inizio.
    Buone Cose, sinceramente.
    Iannozzi Giuseppe

  7. Ma dai, Iannox, tu me ne dici sempre di tutti i colori e io non mi offendo mai 🙂
    Non volevo accusarti di nulla, nè intendevo fare strane deduzioni: mi scuso se mi sono espressa male. Intendevo, per l’esattezza, dire questo: se il copyleft può essere inteso come autopromozionale, tutto lo è. Anche avere un blog, anche discutere su un blog, eccetera eccetera.
    E’ che io non riesco ad essere d’accordo su questo punto: il copyleft ha “anche” una funzione promozionale, ma a mio modo di vedere non nasce per questo e il suo scopo principale è indubbiamente un altro.
    Ti porgo il ramoscello della pace.

  8. Iannox, buonino, accetta il ramoscello di Lolip e morta là.
    Altrimenti, non appena sarò in grado di collegarmi con una certa continuità, non saprò con chi rinverdire la Blog-no-vela :-).
    Non montarti la testa per le comparsate su VMO e sul blog di Franz 🙂 questo di Lipperatura è spazio prezioso e i tuoi contributi, anche quando fuori del vasino, pure.
    besos

  9. Anonimo:
    Il copyleft serve a promuovere libri…
    Di questo aspetto del copyleft (che esiste) apprezzo il fatto che posso leggere parte dell’opera (nel caso in cui si tratti di tomo enciclopedico) e decidere se vale la pena acquistare. Potrei fare la stessa cosa in libreria? non sempre, non dappertutto e non a qualsiasi ora.
    Quindi il copyleft, anche nel suo aspetto promozionale, è indubbiamente ottima cosa.
    A questo aggiungo che, usando un portatile, riesco a leggere un libro anche dal pc. Per ovviare a problemi di vista ingrandisco i caratteri.
    Altra cosa che riesco a fare sui libri ‘scaricati’ è la ricerca di frasi o paragrafi in tempi brevissimi.
    Sarà che a volte vedo il bicchiere mezzo pieno (anche se è pure mezzo vuoto) e che oggi è una bella giornata, ma a me il copyleft non fa per niente schifo e mi piacerebbe vederlo applicato su settori e prodotti diversi.
    La promozione resta un accessorio e, come detto, può avere lati positivi.
    besos

  10. @ LOREDANA
    Cara Loredana,
    è vero quello che dici, non poche volte ti stuzzico anche con un punta di provocazione. Ed è vero che mai mi hai tagliato i commenti: questo te lo riconosco così come ti riconosco tante altre qualità che non sono da tutti/e.
    La mia critica verteva sull’utilità d’avere a disposizione un testo “downlodabile” così lungo – ma non è il solo, ce ne sono molti altri, quindi la mia osservazione non è mirata a denigrare il lavoro di Girolamo De Michele né il copyleft nella sua interezza, solo per la questione “download”. Spettatrice fa osservare che i testi si possono leggere sul proprio portatile anche, basta aumentare la dimensione dei caratteri: sì, sono d’accordo ma in parte, in quanto quando, ad esempio, hai un testo di 600 pagine o più, puoi sì aumentare le dimensioni dei caratteri, ma rimangono comunque 600 pagine a video che a leggere tutte è difficile non solo per lo sforzo imposto alla vista ma anche al cervello, poiché leggere a video è tutt’altra cosa che leggere su carta. Leggendo a video la “tentazione” è quella di distrarsi alla lunga, con tutto ciò che ne consegue. Sicuramente avere un testo on line disponibile gratis è qualcosa, ma è a mio avviso un mezzo autopromozionale. Ma come ho già detto è una forma di promozione onesta, più di tante altre.
    Un blog è un mezzo promozionale anche in certi casi, non per me, che la promozione la faccio agli autori comunque e sempre a titolo gratuito. I miei testi sono per me, chi vuole se li legge, chi no fa niente, e non ci piango su né mi dispero: io promuovo “Me” ben poco, anzi nulla, perché come ho detto in altre occasioni non ho mire né di pubblicazione né di diventare o esser considerato una blogstar. Scrivo soprattutto per me stesso, solo per me stesso. Se poi qualcuno mi legge e trova gradevole ciò che scrivo tanto di guadagnato per chi mi legge, e per me, perché una volta che il testo è dato ai lettori, bene, almeno per quella che è la mia idea d’intendere l’atto creativo il testo non m’appartiene più, non più totalmente, è invece di chi ha saputo coglierne i contenuti.
    Capisco che il “copyleft” è nato con altri intenti, quelli che sono stati più e più volte ribaditi da tanti qui e in altre sedi; tuttavia io ho oggi l’impressione che quella parte del copyleft che è la possibilità di “downlodare” un testo è cambiata assumendo carattere soprattutto di promozione. Trovo che sia difficile stampare un testo per le ragioni che ho già spiegato, e trovo altrettanto difficile riuscire a leggerlo interamente a video e comprenderlo appieno soprattutto. Ecco, “downlodare” è un “che”, un “assaggio” per spingere, per invogliare (e invogliarsi) a comprare poi il libro cartaceo.
    Ad ogni modo, riduttivo quello che ho espresso: l’argomento andrebbe maggiormente approfondito, con maggior serietà da parte mia, da parte di tutti/e con un po’ di buona volontà.
    Se me la sono presa – e un po’ tanto me la sono presa, non ho problema ad ammetterlo – è perché non ho mire ad autopromuovere il mio blog commentando qui: se qui commento è perché trovo che ci siano stimoli verso una discussione aperta. Io, personalmente, non ho altri fini. Ammetto d’aver segnalato più volte alcuni miei post in questa sede, andando anche in OT, ma non per promuovere me o il mio blog, o i miei blog (o siti), bensì degli Autori di cui si è parlato anche sulle pagine di Lipperatura. Però se in tal senso ho dato fastidio, bene, me ne assumo tutte le responsabilità, e chiedo venia ora, anche se avrei dovuto farlo già da parecchio tempo; capisco infatti che la mia invadenza di voler promuovere Autori e i loro Lavori (Libri) può aver portato fastidio non solo a Te, Loredana, che qui sei la Padrona di Casa, ma anche a Chi qui viene per commentare. In tal senso chiedo venia, e mi riprometto di non abusare più della tua ospitalità con le mie segnalazioni.
    Messaggio lungo, più di quanto avessi in previsione. 🙂
    Pace sia, perché forse – ma solo forse – un po’ sono andato a farla fuori del vasino.
    Con amicizia
    Giuseppe

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