Non ci sono stata, ma ho letto parecchio, nei miei viaggi in treno. E fra una cronaca e l’altra dei giri di valzer che si susseguono al Senato sulle unioni civili, fra i due grandi addii di questi giorni (Umberto Eco e Ida Magli), mi sembra manchi sia pure la menzione di quanto è avvenuto su twitter lunedì. Grazie a un manipolo di donne in gamba (Stefania Spanò, Nadia Somma, Maddalena Robustelli e tante, tante altre), #ObiettiamoLaSanzione è stato un hashtag che si è fatto notare, e parecchio. Cosa significa? Significa che tante e tanti hanno protestato contro le sanzioni per chi ricorre all’aborto clandestino, e che passano da 51 euro a 5-10mila euro, come previsto da un decreto legislativo emanato il 15 gennaio.
Oh, che sarà mai, diranno quelle e quelli che in questi giorni continuano col solito mantra (le priorità sono altre: e ditecele queste benedette priorità, belli di casa, purché non siano quelle di vostro cognato e vostro figlio, perché è atroce questo sguardo sempre più miope, sempre più autocentrato). Sarà eccome, anzi è, perché con i picchi di medici obiettori che paralizzano il paese, le donne riescono molto difficilmente, in Italia, ad accedere all’interruzione di gravidanza in ospedale. Qui trovate una accurata rassegna stampa sulla protesta di lunedì. Quanto a me, posso aggiungere solo poche parole.
Mi sembra che la disattenzione sulla questione dei diritti sia diventata una spia da non sottovalutare. E’ chiarissimo, ormai, che su questa vicenda, come su quella delle unioni civili, il disinteresse della politica sia totale: semmai, si utilizza un tema per un braccio di ferro tra forze, non perché ci si crede, non perché si ritiene un passo avanti per rendere il paese più civile (e dunque più forte: mi annoio da sola nel ripetere che non esiste un doppio tempo dei diritti, prima questo e poi quello). E’ drammatico, però, che questo atteggiamento rispecchi quello di molta parte del paese, non direttamente coinvolta. E in cosa, di grazia, è coinvolta allora? In se stessa. Come quei passeggeri della metropolitana che per tutto il viaggio sono chini sui loro cellulari, e non alzano mai gli occhi, storditi e smarriti nella contemplazione delle proprie vite, e in quello che un social network restituisce di quella contemplazione.
Non so cosa scriverebbe Philip Dick se avesse avuto il tempo di assistere al nostro presente. Posso immaginarlo, e rimpiangere che non ci sia qualcuno in grado di raccontarlo con la stessa forza. Scorrete lacrime, disse il poliziotto. Anzi, lo scrisse su Facebook.
Le priorità saranno ben altre – ad esempèio queste utili ed essenziali crociate contro un fantomatico utero in fantomatico affitto a equo canone), ma certo tenere il parlamento bloccato su una legge che non va né avanti né indietro non aiuta a svilupparle, queste preziose priorità; e in effetti le unioni civili sono qualcosa su cui si è perso davvero troppo tempo, soprattutto a parlarne e riparlarne. Col risultato che non abbiamo né le unioni civili né lo sviluppo delle Priorità.
Condivido il discorso sui diritti che stanno passando di moda in nome delle Gran Priorità, ma ci vedo anche il desiderio di una gran parte del paese di abbarbicarsi alle solite discussioni sulla Legge Naturale, la Famiglia Naturale, la Natura Naturale, la Sensibilità Naturale, la Natura Sensibile (e, naturalmente, l’Utero in Affitto) usando il tutto come un liquore con cui ubriacarsi per dimenticare lo spaventoso pensiero che, là fuori, il mondo va avanti e si aspetta che anche l’Italia lo faccia.
Un grande addio ad Eco e uno piccolo alla Magli. Per l’antropologa una scarna visibilità mediatica.
https://www.youtube.com/watch?v=tumuC9HmjVk
Non sappiamo cosa avrebbe scritto Philip Dick sul nostro presente, ma possiamo leggere diffusamente cosa ne ha scritto il fantomatico Aldous Huxley. Forse ho sempre sopravvalutato il suo romanzo “ Il mondo nuovo”, in effetti l’ho letto quando ero troppo piccolo, comunque quando per caso in questi giorni è rispuntato in uno scaffale a, ho realizzato quante realtà sul nostro presente siano contenute in questo vecchio libriccino con la copertina gialla ( scritto nel 1930!). Per esempio la sparizione dei termini “padre e della madre” , parole nel Mondo nuovo considerate oscene, ( per fortuna oggi abbiamo genitore1 e genitore2), come anche “allattamento” o maternità , – quindi la riproduzione umana sradicata dalla coppia uomo donna e affidata alla tecnologia,- contraccezione universale – sesso ridotto a mero svago libero e giocoso per tutti adulti e bambini, -e il “ Soma” la sostanza allucinogena che toglie chimicamente le frustrazioni. distribuita liberamente, come una droga leggera che fa stare bene e toglie il dolore- e poi il condizionamento precoce , l’ipnopedia, gli slogan ripetuti ai bambini dell’asilo fino a trasformarli in delle tesserine da incastrare in una società dove anche la felicità è un diritto e tutti sono ormai incapaci di conoscere la libertà
ciao,k.
Povero k.! Sai che quando ero piccolo non c’era la dicitura “genitore 1 e genitore 2” ma la rispettosissima formula “firma del genitore o di chi ne fa le veci”? Eppure mio padre e mia madre non si sono mai sentiti sminuiti o addirittura deprivati del ruolo che avevano scelto.
Potremmo discutere sulle due formule. Quella usata quando eri piccolo ( il genitore o chi ne fa le veci) supponeva che i genitori fossero una realtà unica, intrinseca al bambino; sostituibili nelle mansioni educative, ma non nella loro identità. Quella attuale invece ( genitore1 e 2) sovrappone ruolo e identità. Genitore è chiunque in grado di fornire prestazioni educative e\o economiche per la crescita del piccolo. Una confusione di senso che, secondo me non giova al linguaggio e nemmeno alla formazione educativa. Comunque queste sono questioni da accademia caprina della crusca. l’amore vince sempre dice il nostro Renzi che, (come la Boschi) è uno che quando vuole sa occuparsi anche di questioni economiche…
Però io volevo approfittare della visibilità del blog, per riconsigliare di nuvo a tutti la lettura del “Mondo Nuovo” di Huxley, vi si trovano molte delle questioni moderne affrontate spesso anche qui sul blog: droga, aborto, contraccezione, educazione, maternità, linguaggio, riproduzione. Che può essere utile leggere il punto di vista di uno che ne ha scritto quando ancora non ‘cerano i faisbook..
Ciao, k.